Sono due opere tra le più originali e importanti: le Confessioni e le Ritrattazioni 1.
Sono i Dialoghi, scritti tra la conversione e l'ordinazione sacerdotale (386-391), a Cassiciaco, a Milano, a Roma, a Tagaste. Trattano i grandi problemi della filosofia: la certezza, la beatitudine, l'ordine, l'immortalità e la grandezza dell'anima, l'esistenza di Dio, la libertà dell'uomo, la ragione del male, il maestro interiore. Opere giovanili: per chiarimenti o conferma occorre consultare le opere della maturità.
a) a Cassiciaco (novembre 386-marzo 387):
1. Contra Academicos o De Academicis libri 3. Confuta lo scetticismo allo scopo di ridare all'uomo la speranza di raggiungere la verità 2.
2. De beata vita liber 1. Dialogo tenuto nei giorni 13-15 novembre 386 in cui dimostra che la vita beata consiste nella conoscenza di Dio (Retract. 1, 2).
3. De Ordine libri 2. Esamina se anche il male rientri nell'ordine della Provvidenza, ma di fronte alle difficoltà del problema per gli interlocutori, passa a descrivere l'ordine da seguirsi nello studio 3.
4. Soliloquiorum libri 2. Espone le condizioni per la ricerca e il possesso di Dio e l'argomento a favore dell'immortalità dell'anima (presenza in essa della verità immortale) 4.
b) a Milano (prima del battesimo):
5. De immortalitate animae liber 1. Appunti eccessivamente concisi e perciò oscuri, destinati a completare l'opera precedente 5.
6. Disciplinarum libri. Vasta enciclopedia ispirata a quella di Varrone, per dimostrare come dalle cose materiali si passa e si debba salire a Dio. Portò a termine solo il De grammatica (perduto) e più tardi il De musica: delle altre opere programmate (dialettica, retorica, geometria, aritmetica, filosofia) stese alcuni appunti perduti anch'essi " ma penso che alcuni li abbiano " 6.
c) a Roma (autunno 387 - luglio o agosto 388):
7. De quantitate animae liber 1. Diverse questioni intorno all'anima: particolarmente studiata quella della spiritualità e della graduale ascensione verso la contemplazione 7.
8. De libero arbitrio libri 3. Cominciati a Roma e terminati ad Ippona tra il 391-395. Vi discute lungamente sull'origine del male e sui problemi connessi: libertà, legge morale, esistenza di Dio, prescienza divina. Opera molto importante e molto discussa, importante per il confronto tra le posizioni agostiniane prima e dopo la controversia pelagiana (Retract. 1, 9).
d) a Tagaste (388-391):
9. De musica libri 6. Trattato sul ritmo che doveva essere completato con un altro sulla melodia 8. Il VIº libro insegna a salire dai numeri mutabili al numero immutabile, che è Dio 9.
10. De magistro liber 1. Dialogo con il figlio Adeodato in cui si dimostra che non c'è altro maestro che insegna all'uomo la scienza se non quello interiore: Dio. Importante per lo studio della pedagogia 10.
Sotto questa voce segnaliamo le opere in difesa della fede cristiana contro i pagani o contro coloro che negavano la fede in nome della ragione.
1. De vera religione liber 1. Scritto a Tagaste nel 390. 1) Dio-Trinità dev'essere onorato con la vera religione che si trova non presso i pagani o presso gli eretici, ma presso la Chiesa cattolica, l'unica " ortodossa ", cioè " custode integrale della verità "; 2) il dualismo manicheo è assurdo; 3) Dio guida gli uomini alla salvezza con la forza della ragione e con l'autorità della fede; anche i vizi ammoniscono gli uomini a cercare Dio; 4) il piano della salvezza si attua attraverso la storia e la profezia. Vero piccolo capolavoro che contiene in germe molte idee della Città di Dio 11.
2. De utilitate credendi liber 1 (anno 391), prima opera di Agostino presbitero. Acuta analisi delle relazioni tra ragione e fede, e dimostrazione della verità della fede cattolica, che non è cieca perché si fonda su argomenti irrefragabili 12.
3. De fide rerum quae non videntur liber 1. Trattato sullo stesso argomento dell'opera precedente, posteriore alle leggi di Onorio del 399 13.
4. De divinatione daemonum liber 1 (del 406-408). Paragone tra le predizioni attribuite ai demoni e le profezie 14.
5. Quaestiones expositae contra paganos n. 6 (del 406-412) 15. Risposta a sei questioni (sulla risurrezione, il tempo della religione cristiana, la distinzione fra i sacrifici cristiani e pagani, ecc.), del filosofo Porfirio (contro il quale saranno dirette molte pagine della Città di Dio).
6. De civitate Dei libri 22. Altro capolavoro di Agostino, forse il maggiore; sintesi del suo pensiero filosofico, teologico e politico; tra le opere più significative della letteratura cristiana e universale. Lo stesso autore la chiama " opera grande e ardua ", " opera gigantesca ". Vi lavorò attorno dal 413 al 426 e la pubblicò ad intervalli (nel 413 i primi tre libri, nel 415 il IV e il V, nel 417 dal VI al X, nel 418-419 lavorava al XIV), ma l'opera corrisponde a un disegno unitario iniziale 16. Ne furono occasione le accuse dei pagani contro il cristianesimo rinnovatesi più acerbamente dopo il sacco di Roma del 410. È divisa in due parti: la prima (libri 1-10) è destinata a confutare il paganesimo, la seconda (libri 11-22) ad esporre e difendere la dottrina cristiana. La prima parte è divisa in due sezioni, delle quali la prima (libri 1-5) mostra l'impotenza sociale, la seconda (libri 6-10) l'impotenza spirituale del paganesimo. La seconda parte è divisa in tre sezioni di quattro libri ciascuna che espongono rispettivamente l'origine, il corso, i destini delle due città, di Dio e del mondo. L'architettura è perfetta anche se le digressioni, per ragioni contingenti, molte 17. L'idea centrale è quella della provvidenza divina che illumina e guida la storia dell'umanità. Questa è divisa in due città fondate su due amori, di sé e di Dio. Il dramma della storia comprende cinque atti: la creazione, il peccato degli angeli e dell'uomo, la preparazione della venuta del Cristo, l'incarnazione e la Chiesa, e la sorte finale. In ognuno di questi atti Agostino affronta e risolve alla luce della ragione e della fede - perciò filosofia e teologia insieme - i grandi problemi della storia, quelli delle origini, della presenza del male, della lotta tra il bene e il male, della vittoria del bene sul male, degli eterni destini. La Città di Dio fu molto letta ed ebbe grande influsso nel medioevo. Oggi la bibliografia intorno ad essa è straordinariamente complessa e numerosa: segno del suo perenne valore e della sua attualità.
Ricordiamo sotto questa voce i libri:
1. De fide et symbolo liber 1. Contiene la spiegazione del simbolo tenuta nell'ottobre del 393 dinanzi ai vescovi africani riuniti in concilio ad Ippona in secretario Basilicae pacis 18. Importante per conoscere gli inizi della dottrina trinitaria di Agostino.
2. De diversis quaestionibus octoginta tribus liber 1. Composta tra il 388 e 396 in conversazioni familiari come risposta alle questioni d'indole filosofica, dommatica, esegetica che gli venivano presentate, fatte riunire in un libro quando era già vescovo 19.
3. De diversis quaestionibus ad Simplicianum libri 2. È un'opera esegetica, ma ha una fondamentale importanza dommatica. Diretta a Simpliciano, vescovo di Milano, successore di Ambrogio (quindi dopo il 4 aprile 397), contiene la spiegazione di questioni desunte dalla Lettera ai Romani e dal Libro dei Re. Indispensabile il primo libro per la dottrina della grazia: Agostino vi afferma chiaramente, correggendo un suo precedente errore, la necessità e la gratuità della grazia anche per l'inizio della fede e il desiderio della conversione 20.
4. Ad inquisitionem Ianuarii libri 2 21, del 400 c. Sulle consuetudini e i riti della Chiesa 22.
5. De fide et operibus liber 1 (del 413). Vi dimostra che non basta la fede, occorrono le opere: a questo principio dev'essere informata la catechesi pre e post-battesimale 23.
6. De videndo Deo liber 1 24 (del 413). Tratta della visione di Dio per mezzo degli occhi del corpo 25.
7. De praesentia Dei liber 1 26 (del 417). Trattato sull'inabitazione dello Spirito S. nell'animo dei giusti 27.
8. Enchiridion ad Laurentium, ovvero De fide, spe et caritate liber 1 (del 421 c.). Manuale di teologia, distribuito secondo le tre virtù teologali e contenente la spiegazione del Simbolo (fede), dell'orazione domenicale (speranza) e dei precetti morali (carità). Sintesi breve e chiara del pensiero teologico di Agostino 28.
9. De cura pro mortuis gerenda liber 1 (del 424-425). Risposta a Paolino da Nola sul culto dei morti e l'utilità per questi di essere sepolti presso le " memorie " dei martiri 29.
10. De octo Dulcitii quaestionibus liber 1, scritto poco dopo il precedente. Solo una risposta è originale - la quinta, sull'elezione di Davide -; le altre son tratte da opere precedenti 30.
11. De Trinitate libri 15. L'opera dommatica principale, un altro capolavoro agostiniano che ha esercitato un'influenza decisiva sulla teologia trinitaria occidentale. L'opera fu compiuta in due tempi: i primi dodici libri (pubblicati all'insaputa e con disappunto dell'autore) tra il 399-412, i restanti e la redazione finale verso il 420. Il piano è il seguente: libri 1-4, teologia biblica della Trinità; 5-7, la teologia speculativa e la difesa del domma; 8, introduzione alla cognizione mistica di Dio; 9-14, ricerca dell'immagine della Trinità nell'uomo; 15, riassunto e completamento dell'opera. V'è perciò insieme l'esposizione, la difesa, la formulazione, l'illustrazione e la contemplazione del domma. Gli aspetti più originali sono: la dottrina delle relazioni, la spiegazione " psicologica ", le proprietà personali dello Spirito S. (lo Spirito S. procede come Amore), il collegamento tra il mistero trinitario e la vita di grazia 31.
Vanno ricordati sotto questo titolo:
1. De mendacio liber 1 (del 395): lo stesso autore lo giudicò " oscuro e complicato ", ma non inutile 32.
2. Contra mendacium liber 1 (del 420-421): riprende il tema della menzogna e ne dimostra l'illiceità (Retract. 2, 60).
3. De agone christiano liber 1 (scritto all'inizio dell'episcopato). Manuale di vita cristiana per istruire nella fede il popolo semplice: contiene la spiegazione del Simbolo (elenco degli errori da evitare) e i precetti morali, dedotti dall'esempio del Figlio di Dio 33.
4. De catechizandis rudibus liber 1 (del 400 c.). Manuale d'istruzione catechetica, ricco d'intuizioni pedagogiche 34.
5. De bono coniugali liber 1 (scritto intorno al 401): riallacciandosi alla controversia mossa da Gioviniano, mette in rilievo la dignità e i beni del matrimonio 35.
6. De sancta virginitate liber 1 (scritto subito dopo il precedente): insegna ad esaltare la verginità senza disistimare il matrimonio e a coltivare l'umiltà per custodirla 36.
7. De bono viduitatis liber seu epistola (del 414 c.). Lettera alla vedova Giuliana, madre della vergine Demetriade, sul merito della vedovanza 37.
8. De continentia liber 1. Trattato sulla virtù e sul dono divino della continenza 38. Composto nel 395 c., o, secondo studi più recenti, posteriormente al 412 39.
9. De patientia liber 1 (del 415). Trattato parallelo a quello precedente: virtù e dono divino della pazienza 40.
10. De coniugiis adulterinis libri 2 (del 420 c.): dimostrano l'indissolubilità del matrimonio anche in caso di adulterio, ma l'autore dubita di aver raggiunto la piena dimostrazione 41.
11. Contra Hilarium liber 1 (perduto, del 399) scritto per difendere la pratica di cantare i salmi durante la celebrazione eucaristica 42.
1. Regula ad servos Dei, breve ma ricca di sapienti norme monastiche, la prima dell'Occidente. Le discussioni intorno al prezioso " libretto " non vertono sull'autenticità agostiniana del testo, ma sulla destinazione originale, se cioè fu diretto alle monache 43 o ai " servi di Dio " della prima comunità d'Ippona 44; infatti, salvo alcune varianti e il genere femminile o maschile, il testo è lo stesso. La critica moderna ritiene più probabile questa seconda ipotesi, anche se non ha raggiunto ancora una chiarificazione definitiva.
2. De opere monachorum liber 1 (del 401 c.), diretto ai monaci di Cartagine. Dimostra la necessità per i monaci di attendere, oltre alla preghiera, anche al lavoro manuale, quando non ne siano impediti dall'infermità, dal ministero pastorale o da ragioni di studio: contiene la teologia dell'ora et labora che ha avuto un non piccolo influsso nello svolgimento del monachesimo occidentale 45.
Sono molti e di varia natura.
a) di indole generale:
1. De dottrina christiana libri 4 (la prima parte - fino a 3, 25, 36 - scritta nel 397, la seconda nel 426-427, quando fu pubblicata l'opera completa). Molto importante per tre ragioni: per la sintesi dommatica in base all'uti e al frui (l. I) che servirà da modello alle Sententiae medioevali; per la dottrina del segno e della interpretazione scritturistica (ll. II e III); per i principi e gli esempi dell'oratoria sacra (l. IV) 46.
b) Sull'antico Testamento
Dell'Antico Testamento ha richiamato l'attenzione di Agostino particolarmente la Genesi: quattro volte ne ha intrapreso l'interpretazione, due in senso allegorico 47 e due in senso letterale.
2. De Genesi adversus Manichaeos libri 2 (scritta a Tagaste verso il 389) destinata a privare i Manichei degli argomenti contro la Genesi; incontrando molte difficoltà nell'interpretazione letterale, ricorse spesso all'interpretazione allegorica 48.
3. De Genesi ad litteram liber imperfectus. Primo tentativo d'interpretazione letterale intrapreso nel 393 e subito abbandonato, giunge fino a Gen 1, 26 49.
4. De Genesi ad litteram libri 12. La composizione di quest'opera, tra le più importanti di Agostino, è durata dal 401 al 415, ma si ha ragione di credere che i primi nove (e forse i primi undici libri) siano stati composti in un tempo molto vicino alla prima data 50. La spiegazione giunge fino a Gen 3, 24. I libri 6, 7, 10 contengono un ampio trattato di antropologia. In quest'opera trova ampia esposizione la dottrina della creazione simultanea e delle ragioni seminali 51.
5. Locutionum in Heptateuchum libri 7 e Quaestionum in Heptateuchum libri 7 (anni 417-419), nei quali spiega le espressioni meno usitate - e perciò meno intelligibili - dei primi sette libri della Scrittura e propone - e spesso risolve - le questioni che vengono dalla lettura dei medesimi 52.
6. Adnotationes in Iob liber 1. Annotazioni marginali al libro di Giobbe, trascritte da altri e raccolte in un volume, " soavi ai pochi che possono intenderle " 53.
7. De octo quaestionibus ex Veteri Testamento. Breve spiegazione di otto passi dell'Antico Testamento, restituita ad Agostino dal De Bruyne.
c) sul Nuovo Testamento
Le opere sul Nuovo Testamento mostrano, non meno di quelle sul Vecchio, i laboriosi progressi di Agostino nella conoscenza della Scrittura.
8. De sermone Domini in monte libri 2 (dei primi anni del presbiterato): spiegazione del discorso della montagna, sintesi di dottrina morale; beatitudini e doni dello Spirito S. 54.
9. Exspositio 84 propositionum ex epistola ad Romanos - Exspositio epistolae ad Galatas - Epistolae ad Romanos inchoata expositio. Tre opere che mostrano i primi tentativi dell'interpretazione letterale delle Epistole di S. Paolo: l'ultima fu abbandonata per la difficoltà dell'impresa. Lo studio fu ripreso poco dopo per le questioni sulla grazia in occasione della risposta a Simpliciano 55 e più tardi durante la controversia pelagiana, particolarmente nell'opera De spiritu et littera 56.
10. Quaestiones Evangeliorum libri 2 (del 400 c.): spiegazioni di alcuni testi difficili di Matteo e di Luca, propostegli da qualcuno in conversazioni familiari 57.
11. De consensu Evangelistarum libri 4 (verso il 400), scritti per confutare coloro che accusavano gli evangelisti di contraddizioni: dimostra la loro autorità (contro i filosofi pagani che li accusavano di aver attribuito falsamente a Cristo la divinità: libro I) e la storicità e l'armonia delle loro narrazioni. Prezioso studio sulle concordanze evangeliche 58.
12. Exspositio epistolai Iacobi ad duodecim tribus (perduta): note marginali raccolte da altri come per il libro di Giobbe.
13. Speculum de Scriptura sacra, raccolta di precetti morali dell'Antico e del Nuovo Testamento 59, compilata intorno al 427. G. de Plinval nega la paternità agostiniana di questa raccolta 60.
14. Quaestionum septemdecim in Ev. secundum Matthaeum liber 1 (di data incerta). Spiegazioni, alcune brevissime, di 17 passi di Matteo. Non ne parlano le Ritrattazioni e l'Indicolo di Possidio. I Maurini muovono dubbi; G. Morin ne difende la genuinità.
a) contro i Manichei
Vengono trattati temi di metafisica (immutabilità di Dio, creazione, il male), di apologetica (credibilità della fede) e di Scrittura (armonia tra l'Antico e il Nuovo Testamento).
1. De moribus Ecclesiae catholicae et de moribus Manichaeorum libri 2 (scritti a Roma nel 388 e pubblicati in Africa probabilmente l'anno appresso 61). Prima apologia della fede da parte del neo-convertito: si basa sul paragone tra la dottrina e la vita della Chiesa cattolica, incentrata nell'amore e da esso informata, e la dottrina e la vita dei manichei, la prima insostenibile, la seconda incoerente 62.
2. De duabus animabus liber 1 (del 392). Confuta una tesi fondamentale del manicheismo: quella delle due anime, delle quali una deriverebbe dal principio buono e l'altra dal principio cattivo. Tesi che nega all'uomo la libertà. Agostino sostiene che in ogni uomo l'anima è una sola ed è dotata di libero arbitrio, da cui proviene il male 63.
3. Acta contro Fortunatum manichaeum (disputa tenuta ad Ippona il 28 e 29 agosto del 392 intorno all'origine del male): Agostino dimostra che il male procede dal libero peccato dell'uomo. Fortunato non seppe che rispondere e lasciò Ippona 64.
4. Contra Adimantum Manichaei discipulum liber 1 (del 392): confutazione di un'altra tesi manichea, la pretesa opposizione tra l'Antico e il Nuovo Testamento 65.
5. Contra epistolam Manichaei quem vocant fundamenti liber 1 (scritto all'inizio dell'episcopato). L'Epistola era una sorta di catechismo della setta: Agostino ne confuta
l'inizio, dimostrando che Mani non ha nessun titolo di richiamarsi a Cristo (mentre ne ha molti e validi la Chiesa cattolica), e i principi generali, chiarendo l'assurdità del dualismo manicheo 66.
6. Contra Faustum manichaeum libri 33 (del 397-398). Ampia difesa dell'Antico e del Nuovo Testamento che riporta le parole dell'avversario e ne fa seguire la risposta: i manichei non possono dirsi cristiani 67.
7. De actis cum Felice manichaeo libri 2 (disputa tenuta il 7 e il 12 dicembre del 404, VI consolato di Onorio). La discussione verte sull'immutabilità di Dio, la creazione, l'origine del male. Felice si diede per vinto 68.
8. De natura boni liber 1 (composto nel 399): ancora una volta dimostra che tutte le cose, in quanto sono, sono buone, e che il male non è se non una privazione del bene: il principio manicheo del male assoluto è assurdo 69.
9. Contra Secundinum manichaeum liber 1 (del 399). Risposta ad un " uditore " manicheo che lo aveva invitato a tornare al manicheismo. Agostino lo giudica quanto di meglio abbia scritto contro quella setta 70.
b) contro i Donatisti
La lunga e laboriosa polemica contro i donatisti impose ad Agostino una serie numerosa di opere nelle quali chiarendo la controversia donatista approfondì la teologia ecclesiologica e sacramentaria.
1. Psalmus contra partem Donati (del 394 c.). Salmo abecedario ritmato, da cantarsi al popolo, il quale rispondeva ripetendo il ritornello, che narra la storia del donatismo e incita gli scismatici all'unione 71.
2. Contra epistolam Parmeniani libri 3 (composti nel 400 c. prima grande opera sulla controversia donatista), in cui si dimostra una tesi fondamentale: nell'unità della Chiesa cattolica e nella comunione dei sacramenti i cattivi non contaminano i buoni 72.
3. De baptismo libri 7 (composti subito dopo i precedenti). Opera fondamentale: vi dimostra la validità del battesimo amministrato dagli eretici e toglie ai donastisti l'autorità di Cipriano di cui si facevano forti 73.
4. De unitate Ecclesiae liber 1 o Epistola ad catholicos de secta donatistarum, scritta prima del terzolibro dell'opera seguente 74: insiste sulla tesi fondamentale, cioè che la vera Chiesa di Cristo è la Chiesa universale 75.
5. Contra litteras Petiliani libri 3 (scritti sotto il pontificato di Papa Anastasio: 398-401): risponde alla lettera del vescovo donatista di Cirta, Petiliano, e alla replica di questi alla replica di Agostino 76.
6. Contra Cresconium grammaticum partis Donati libri 4 (scritti quando le leggi di Onorio contro i donatisti, del 405, erano " recentissime "). Risponde a Cresconio che aveva preso le difese di Petiliano; nel IV libro Agostino trae argomento dalla scissione donatista tra primianisti e massimianisti 77.
7. De unico baptismo contra Petilianum liber 1 (del 411 c.). Confutazione di un'opera omonima di Petiliano 78.
8. Breviculus collationis cum Donatistis libri 3: contengono il riassunto degli Atti ufficiali (lunghi e farraginosi) della conferenza tra cattolici e donatisti tenuta a Cartagine (nei giorni 1, 3 e 8 giugno del 411) 79.
9. Post collationem contra Donatistas liber 1. Vibrante appello ai donatisti dopo la conferenza del 411 perché tornassero alla " Catholica " e si difendessero dalle menzogne che i loro vescovi andavano spargendo. Opera " grande " e scritta " con molta cura ", la migliore di quelle sulla controversia donatista 80.
10. De correptione donatistarum liber 1 (del 417) scritto in difesa delle leggi imperiali contro i donatisti 81.
11. Gesta cum Emerito donatista liber 1. Resoconto della disputa avuta con Emerito il 20 settembre 418 in occasione della visita fatta a Cesarea di Mauritania per incarico di Papa Zosimo 82.
12. Sermo ad Caesariensis ecclesiae plebem, tenuto nella stessa occasione, dove insiste sul concetto della necessità della Chiesa cattolica per la salvezza.
13. Contra Gaudentium Donatistarum episcopum libri 2. È l'ultima opera contro il donatismo: risponde a due lettere del vescovo donatista di Tamugadi inviate al tribuno Dulcizio e da questi trasmesse ad Agostino 83.
14. Diverse opere agostiniane contro il donatismo sono andate perdute, ma giova ricordarle:
- Contra epistolam Donati haeretici liber 1 84.
- Contra partem Donati, dove si sosteneva che l'autorità imperiale non doveva intervenire per indurre i donatisti a tornare alla comunione cattolica 85.
- Contra quod attulit Centurius a Donatistis liber 1 86.
- Probationum et testimoniorum contra Donatistas liber 1 87.
- Contra Donatistam nescio quem liber 1 (Retract. 2, 28).
- Admonitio Donatistarum de Maximianistis liber 1 88.
- De Maximianistis contra Donatistas liber 1 89.
- Ad Emeritum Donatistarum episcopum post collationem liber 1 90.
c) contro i pelagiani
Le numerose opere attinenti la controversia pelagiana, che indusse Agostino ad approfondire la teologia della redenzione, del peccato e della grazia, si possono dividere comodamente in tre sezioni secondo coloro ai quali sono dirette: intorno al pelagianesimo in genere (Pelagio e Celestio), contro Giuliano, ai monaci di Adrumeto e di Marsiglia. Ognuna ha un tono e una forma particolare: la prima comprende le opere dell'indagine e dell'esposizione teologica positiva e serena, la seconda è fortemente polemica, la terza contiene gli ultimi chiarimenti o presa di posizione intorno al mistero della predestinazione e della grazia.
1) Intorno al pelagianesimo in genere:
1. De peccatorum meritis et remissione et de baptismo parvulorum ad Marcellinum libri 3 (scritta nel 412). Opera fondamentale: contiene la prima teologia biblica della redenzione e del peccato originale e della necessità del battesimo, la dottrina della necessità della grazia per osservare i comandamenti di Dio e la risposta (l. III) alle difficoltà contro la nozione del peccato ereditario proposte da Pelagio nella spiegazione di Rom 5, 12 91.
2. De gratia Novi Testamenti ad Honoratum liber 1 (scritto circa lo stesso tempo). Risponde alle 5 questioni scritturistiche inviategli da Cartagine dall'amico Onorato, aggiungendone una sesta (circa la grazia propria del Nuovo Testamento) e spiegandola diffusamente 92.
3. De spiritu et littera ad Marcellinum liber 1. Di poco posteriore alla prima, da cui ebbe origine. Opera chiave della dottrina agostiniana della grazia: Agostino vi discute ampiamente delle relazioni tra la legge (lettera) e la grazia (spirito) e sostiene che senza la grazia, che ispira nei cuori l'amore di Dio, la conoscenza della legge non giustifica alcuno: la legge ci è data perché cerchiamo la grazia, la grazia perché osserviamo la legge; questa comandando è occasione di morte, quella aiutando è fonte di vita 93.
4. De natura et gratia liber 1 (composta verso il 415). Risposta al De natura di Pelagio: vi si dimostra che non bisogna difendere la natura contro la grazia, né la grazia contro la natura, ma natura e grazia insieme: è la grazia che libera e sana la natura 94.
5. De perfectione iustitiae hominis epistola sive liber (scritto nello stesso tempo). Risposta alle Definitiones di Celestio nelle quali questo discepolo di Pelagio difendeva l'impeccantia e negava la necessità della grazia: Agostino nega quella e afferma questa. La piena giustizia non si può mai avere in questa terra: il precetto di amare Dio con tutto il cuore è l'ideale a cui aspirare, non la meta che si possa raggiungere qui in terra 95.
6. Ad Hieronymum presbyterum libri 2 (del 415): chiede il parere a Girolamo sull'origine dell'anima (l. I) in vista della dottrina del peccato originale (se cioè l'anima si propaga per creazione o per generazione spirituale) e la spiegazione del passo di S. Giacomo 2, 10 96.
7. De gestis Pelagii liber 1 (scritto verso la fine del 417): esamina gli Atti del sinodo di Diospoli e dimostra che in esso Pelagio fu assolto, ma il pelagianesimo fu condannato 97.
8. De gratia Christi et de peccato originali libri 2 (scritti verso la metà del 418 ad istanza di Albina, Piniano e Melania): denuncia l'equivoco di Pelagio che chiamava grazia la libertà, la legge e la rivelazione, ma negava l'aiuto interiore della grazia, se non, tutt'al più, per osservare facilius i comandamenti di Dio (l. I), e dimostra che tanto egli quanto il discepolo Celestio non ammettevano il peccato originale, cioè una verità fondamentale della fede 98.
9. De anima et eius origine libri 4 (scritti intorno al 420), diretti contro gli errori del giovane Vincenzo Vittore che aveva biasimato la sua indecisione tra il creazionismo e il traducianismo (spirituale): respinge l'emanatismo manicheo e la preesistenza dell'anima origenista e difende per il resto la sua indecisione 99.
2) Contro Giuliano
10. Contra duas epistolas Pelagianorum libri 4 (scritti intorno al 420) dedicati al Papa Bonifacio che gli aveva fatto pervenire le due lettere di Giuliano e dei vescovi che insieme a lui s'erano ricusati di sottoscrivere la Tractoria di Papa Zosimo: Agostino confuta le accusa calunniose di negare il libero arbitrio, condannare il matrimonio, biasimare i santi, sminuire la legge, svalorizzare il battesimo, far rivivere il manicheismo 100.
11. De nuptiis et concupiscentia libri 2 (scritti con qualche intervallo tra il 419-420): risponde a Giuliano che lo accusava di negare la bontà del matrimonio perché insegnava la dottrina del peccato originale e difendeva la tesi che la concupiscenza disordinata è un male. In risposta al Iº libro Giuliano ne compose 4: Agostino, avutone un estratto, rispose subito aggiungendo al Iº un secondo libro 101.
12. Contra Iulianum libri 6, l'opera maggiore e più importante della controversia pelagiana, composta intorno al 421. Risponde ai 4 libri che Giuliano aveva scritto contro il primo dell'opera precedente confutandone punto per punto le affermazioni sul peccato originale, il matrimonio, la concupiscenza, il battesimo dei bambini, le virtù degli infedeli. Ai quattro ne premette due per svolgere l'argomento della tradizione e rispondere all'accusa di novità che gli veniva rivolta 102.
13. Contra secundam Iuliani responsionem opus imperfectum. Giuliano, rifugiatosi in Cilicia, compose 8 libri contro il secondo del De nuptiis et concupiscentia. Agostino rallentò la stesura delle Ritrattazioni e ne intraprese una minuziosa confutazione riportando passo per passo il testo dell'avversario, e aggiungendo la sua risposta. Tornano con limpida chiarezza e nuova profondità tutti i temi della controversia pelagiana: dovevano essere 8 libri; dopo il 6º sopraggiunse la morte 103.
3) Ai monaci di Adrumeto e di Marsiglia
14. De gratia et libero arbitrio liber 1 (scritto intorno al 426) diretto ai monaci di Adrumeto, tra i quali l'Epistola 194, da alcuni di essi letta e trascritta a Roma, aveva suscitato il difficile problema del come possano coesistere la grazia e il libero arbitrio. In quest'aureo libro Agostino dimostra secondo l'insegnamento della Scrittura le due verità - necessità della grazia ed esistenza del libero arbitrio - esortando a ritenerle e professarle insieme anche quando non se ne comprenda la conciliazione; difende la gratuità della grazia e spiega come Dio, coronando i nostri meriti, coroni i doni suoi 104.
15. De correptione et gratia liber 1 (poco dopo il precedente) ancora per i monaci di Adrumeto, alcuni dei quali ne avevano tratta la falsa conclusione che, se è necessaria la grazia, è inutile la correzione fraterna. Agostino risponde che non è inutile; affronta poi i temi più profondi della predestinazione e dell'efficacia della grazia, diversa prima e dopo il peccato originale - la famosa distinzione tra adiutorium sine quo non e adiutorium quo -; sostiene che la grazia, pur rendendo salutare la correzione, non toglie il libero arbitrio e, abbracciando la storia della salvezza in termini di libertà, distingue tra quella di Adamo, la nostra e quella dei beati in cielo. L'opera agostiniana più importante per la dottrina della grazia 105.
16. De praedestinatione sanctorum e De dono perseverantiae, a Prospero ed Ilario, i quali dalla Gallia lo avevano informato del turbamento prodotto nei monaci di Marsiglia (detti più tardi semipelagiani) dalle due opere precedenti, creando una viva opposizione alla dottrina in esse contenuta. Agostino, rispondendo, dimostra che tanto l'inizio della fede quanto la perseveranza nel bene sono dono di Dio e non, come affermano quei monaci 106, opera solo del libero arbitrio.
d) Contro gli Ariani
1. Contra sermonem Arianorum liber 1 (del 418): contro un discorso ariano (anonimo) dimostra la consustanzialità delle Persone divine 107.
2. Collatio cum Maximino Arianorum episcopo. Conferenza col vescovo ariano Massimino inviato a Ippona dal governatore Sicisvultus " in vista della pace ", probabilmente nel 427 108.
3. Contra Maximinum Arianum libri 2. Massimino, tornato a Cartagine, s'era gloriato di aver vinto il dibattito. Scrive Agostino nella prefazione: " Prima dimostrerò che non hai potuto confutare ciò che dissi io; poi, per quanto sia necessario, confuterò ciò che dicesti tu " 109.
e) Contro il priscillianismo e il marcionismo e i giudei:
1. Ad Orosium contra priscillianistas et Origenistas liber 1 (del 415): breve risposta ad Orosio su alcuni punti dottrinali dei priscillianisti e degli origenisti come la creazione dal nulla e l'eternità delle pene 110.
2. Contra adversarium Legis et Prophetarum libri 2 (del 420 c.): vi difende l'Antico Testamento dalle accuse di un'opera marcionista, avidamente letta e ascoltata nella piazza marittima di Cartagine 111.
3. Tractatus adversus Iudaeos (di data incerta). Spiegazione di Rom 11, 22: le profezie dell'Antico Testamento adempiute in Cristo e nella Chiesa, umiltà e carità verso i Giudei 112.
f) Contro le eresie in genere:
1. De haeresibus (composto nel 428-429 su richiesta del diacono cartaginese Quodvultdeus 113). Avvalendosi di Epifanio e Filastrio e delle sue conoscenze personali, enumera 8 eresie, da Simon Mago a Pelagio e Celestio. L'opera restò incompleta: la morte gli impedì di scrivere la seconda parte - importantissima - sul modo di riconoscere e giudicare, e quindi di evitare, un'eresia, nota o ignota che possa essere; in altre parole, scrivere un trattato completo di ecclesiologia, di cui la patristica era e restò sempre priva 114.