Nessuno ignora che la Sacra Scrittura, cioè l'insieme dei libri della Legge, dei Profeti e dei Vangeli e degli scritti apostolici, ai quali riconosciamo autorità canonica, in alcune sue parti si prefigge il solo scopo di nutrire la scienza e dare solide basi alla fede. Tali le parole: In principio Dio creò il cielo e la terra (Gn 1, 1), e le altre: In principio era il Verbo (Gv 1, 1) e tutte quelle dove sono narrati fatti divini o umani con l'unico intento di farli conoscere. Altri testi invece contengono precetti da osservare e mettere in pratica o divieti di fare questa o quell'azione. Tale il comando: Onora tuo padre e tua madre (Es 20, 12; Mt 15, 4), e il divieto di commettere adulterio (Es 20, 14; Mt 5, 27). Riguardo poi a questi ultimi scritti contenenti prescrizioni e divieti, sappiamo che diverse cose ivi elencate sono coperte dal velo del mistero o della figurazione simbolica. Sono tutti quei precetti imposti agli uomini dell'Antico Testamento, che quindi il popolo cristiano non deve più osservare ma solo cercare di capire; ed è proprio a questo fine che li si investiga ed espone. Tali il precetto del sabato e del riposo esterno conseguente (Cf. Dt 5, 12), le norme sugli azzimi e il pane non fermentato, le leggi sulla Pasqua e l'uccisione dell'agnello (Cf. Es 12, 3-2). Vi rientrano anche le numerose specie di sacrifici da offrirsi e di cibi da evitarsi, i noviluni e le solennità annuali (Cf. Nm 28, 16-31) che i Giudei celebrano fino ai nostri giorni, e inoltre tutte quelle osservanze legali che non rientrano propriamente tra le opere della giustificazione ma debbono essere considerate come figure di qualcos'altro. Quale cristiano, ad esempio, ha dopo sette anni il dovere di mettere in libertà lo schiavo e, se costui non se ne vuole andare, deve forargli l'orecchio con una lesina facendolo avvicinare allo stipite (Cf. Es 21, 2. 6)? E cose di questo genere. Quanto alle altre pratiche, se sono ingiunte con leggi precettive le si deve rispettare anche adesso e, se si tratta di divieti, si deve evitarle anche adesso. Così la legge di onorare il padre e la madre e la proibizione dell'adulterio. Su queste leggi mi accingo a comporre l'opera che ho fra mano, cioè sulle leggi o iussive o proibitive o concessive contenute nelle sacre Scritture che valgono anche per il Nuovo Testamento e stabiliscono norme per una vita morale conforme alle esigenze della vera religione. Da tutti i libri canonici dunque raccoglierò, con l'aiuto di Dio, i brani che abbiano un tale contenuto e li sistemerò come in uno Specchio dove ciascuno possa reperirli e consultarli con facilità. I singoli autori biblici infatti dovettero sistemare il materiale come di fatto l'hanno sistemato, mescolando cioè precetti validi in quanto figure con narrazioni e dialoghi reali, e precetti reali con narrazioni e dialoghi figurativi. Lo facevano rispettando sempre l'ordine storico, con l'intento però di rispondere agli avversari o di istruire i discepoli o di sorprendere, diciamo così, con la scoperta di sensi occulti coloro che di solito provano ripugnanza per le cose immediate e palesi. Quanto a noi, con la presente opera non intendiamo convertire l'infedele né maturarlo nella fede e nemmeno scuotere con la proposta di difficoltà salutari le capacità intellettive dell'iniziato alla ricerca. Ci rivolgiamo piuttosto a colui che, credendo già in Dio, vuole compiere meglio il suo divino volere. Costui esortiamo a specchiarsi in questo libro per constatare quanto cammino abbia fatto nella santità della vita e nelle opere buone e quanto invece gliene resta da percorrere. In tal modo egli potrà ringraziare Dio per le mète conseguite e, per quanto non ha ancora raggiunto, impegnarsi per raggiungerlo, mentre lavora e prega con fede e pietà per conservare quello che possiede e per conseguire ciò che gli manca. In tutti i brani che ho voluto presentare all'attenzione del lettore, se ce ne sono di quelli che sembrano contrastare con altri, li si deve in un secondo tempo riesaminare evidenziandone i problemi e cercando poi la soluzione. In particolare, per quanto riguarda i peccati con le relative punizioni o le opere buone con il loro premio, sebbene abbia ritenuto conveniente passarne in rassegna certune, chi non sa che nel Nuovo Testamento i comportamenti e le valutazioni sono diversi che nell'Antico? Intraprendiamo dunque la nostra opera riguardante i precetti del Signore che abbiamo promesso di voler selezionare. Cominceremo con i libri della Legge che il Signore diede al suo popolo per mezzo di Mosè.
1. [Ex 20]. Non avrai dèi stranieri al mio cospetto. Non ti costruirai statue di idoli né immagini di qualsiasi essere celeste o terrestre o vivente nelle acque che sono sotto la terra. Non li adorerai né presterai loro il culto [20, 3-5].
E ancora: Non userai invano il nome del Signore tuo Dio, poiché il Signore non ritiene esente da colpa chi usa invano il nome del Signore suo Dio [20, 7].
E un po' più avanti: Onora tuo padre e tua madre, perché tu abbia lunga vita nel paese che il Signore tuo Dio ti darà. Non uccidere. Non commettere adulterio. Non rubare. Non dire falsa testimonianza a danno del tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo, e nemmeno la sua moglie, il suo servo, la sua serva, il bue, l'asino e nient'altro di ciò che gli appartiene [20, 12-17].
Dopo il Decalogo si trovano nello stesso libro ma in diverso contesto i medesimi precetti morali: Non vi costruirete, accanto a me, divinità di argento, e nemmeno divinità d'oro vi costruirete [20, 23].
2. [Ex 21]. Un po' più avanti si dice: Chi percuote un uomo con l'intenzione di ucciderlo dovrà senz'altro morire. Chi invece non si pone in agguato [per colpirlo] ma Dio glielo fa capitare davanti, ecco io ti stabilisco delle località dove egli possa rifugiarsi. Se uno tende insidie al prossimo e deliberatamente lo uccide, lo strapperai anche dal mio altare per metterlo a morte. Chi percuote il padre o la madre dovrà senz'altro morire. Chi avrà sequestrato una persona e l'avrà venduta, convinto della sua colpa lo si condannerà a morte. Chi avrà lanciato maledizioni contro il padre o la madre dovrà senz'altro morire. Nella rissa fra due uomini, se uno colpisce l'altro con una pietra o con un pugno senza ucciderlo ma costringendolo soltanto a stare a letto, in questo caso, se il colpito riuscirà ad alzarsi e a camminare all'aperto, sia pure appoggiandosi a un bastone, il feritore sarà ritenuto esente da colpa; dovrà solo risarcire l'altro per il lavoro impeditogli e le spese sostenute per i medici. Chi colpisce col bastone lo schiavo o la schiava, se costoro muoiono sotto i colpi, sarà colpevole; se invece sopravvivono un giorno o due, non dovrà subire la pena: si tratta infatti di un suo possesso. Se durante una rissa uno dei litiganti colpisce una donna incinta e la fa abortire ma non l'uccide, subirà la pena che avrà richiesto il marito di lei e starà al giudizio degli arbitri. Se invece la donna muore, pagherà la vita con la vita, l'occhio con l'occhio, il dente col dente, la mano con la mano, il piede con il piede, l'ustione con l'ustione, la ferita con la ferita, la lividura con la lividura. Se uno colpisce nell'occhio lo schiavo o la schiava e li rende orbi, deve metterli in libertà, compensando così la perdita dell'occhio. Se uno spezza al servo o alla serva uno o due denti, li dovrà rimandare liberi come i precedenti. Se un bue ucciderà a cornate un uomo o una donna, lo si dovrà lapidare e non se ne mangeranno le carni, ma il suo padrone non sarà ritenuto colpevole. Se invece si sapeva antecedentemente che esso scornava e la gente l'aveva riferito al padrone ma costui non lo aveva chiuso nella stalla: in tal caso, se uccide un uomo o una donna, il bue dev'essere lapidato e il suo padrone messo a morte. Qualora ne venga fissato il prezzo, il padrone dovrà pagare tutto quello che gli è stato richiesto, e ciò varrà a salvargli la vita. Se ucciderà a cornate il figlio o la figlia [di una persona libera] subirà la stessa condanna; se invece si avventerà contro uno schiavo o una schiava, il proprietario pagherà al loro padrone trenta sicli d'argento e il bue dovrà essere lapidato. Se uno scava una cisterna profonda e non la copre, e in essa cade un bue o un asino, il padrone della cisterna sborserà il prezzo degli animali ma l'animale morto apparterrà a lui. Se il bue di un tizio ferisce il bue di un altro e lo uccide, si venderà il bue rimasto vivo e se ne dividerà il prezzo ricavato, e anche la carogna sarà divisa. Se viceversa il padrone sapeva da tempo che il suo bue cozzava e non lo aveva custodito a dovere, al posto del bue ucciso restituirà un altro bue, ma sarà sua la carogna [21, 12-36].
3. [Ex 22]. Se uno ruba un bue o una pecora e li ammazza o vende, in restituzione darà [al proprietario] cinque buoi per un bue e quattro pecore per una pecora. Un ladro che sfonda una casa, se lo si sorprende mentre perfora il muro e lo si ferisce a morte, chi l'ha colpito non dovrà rispondere del suo sangue. Se al contrario l'ha colpito in piena luce, ha commesso un omicidio e quindi dovrà morire. Se non avrà di che restituire quanto ha rubato, il ladro dovrà essere venduto schiavo. Se invece quel che ha rubato, metti un bue, un asino o una pecora, lo si trova in vita presso il ladro, si dovrà restituire il doppio. Se uno danneggia un campo o una vigna o lascia che un animale di sua proprietà vada a pascolare nel campo altrui, risarcirà il danno, debitamente valutato, cedendo quanto di meglio si trova nel suo campo o nella sua vigna. Se si sprigiona un incendio fra le spine ed esso si propaga tra il grano ammucchiato o fra le messi mature nel campo, chi ha appiccato il fuoco risarcirà il danno. Se uno dà in custodia al proprio amico o del denaro o un qualsiasi oggetto e poi succede che queste cose vengano rubate a colui che le aveva ricevute, se il ladro si scopre restituirà il doppio; se non lo si scopre, il padrone di casa si presenterà dinanzi agli dèi e lì giurerà che non si è appropriato della roba del suo prossimo e che non ha inteso frodarlo privandolo del bue o dell'asino o della pecora o della veste, né danneggiarlo in qualsiasi oggetto di sua proprietà. La causa di quei due sarà rimessa agli dèi, e se questi avranno così sentenziato, dovrà restituire il doppio a quel suo amico. Se uno lascia in custodia di un suo vicino l'asino o il bue o una pecora o qualsiasi altro animale e una di queste bestie muore o si ammala o viene rapita dai nemici senza che alcuno se ne accorga, si ricorrerà al giuramento per garantire che [il custode] non ha steso la mano su quanto apparteneva al vicino: il padrone accetterà come valido il giuramento e l'altro non sarà obbligato alla restituzione. Se sarà stato rubato, si dovrà risarcire il padrone del danno subìto; se invece sarà stato sbranato da una bestia feroce, si dovrà consegnare al padrone la carcassa, ma non ci sarà obbligo di restituzione. Se si chiede in prestito al vicino uno di questi animali ed esso si ammala o muore quando il padrone non era presente, lo si dovrà ad ogni costo restituire; se invece il padrone era lì presente, non c'è obbligo di restituzione, specie quando fosse stato preso a nolo come compenso di prestazioni effettuate. Se uno seduce una vergine o comunque una donna non sposata e s'accoppia con lei, le dovrà fornire la dote e sposarla. Che se il padre non gliela vorrà dare in sposa, la risarcirà dandole quella somma di denaro che le vergini sogliono ricevere come dote. Non lascerai in vita i malèfici. Chi si accoppia con una bestia dovrà morire. Chi offre sacrifici a divinità diverse dal Signore, sarà messo a morte. Non affliggere e non angariare il forestiero, poiché anche voi siete stati forestieri in terra d'Egitto. Non causerete danni alla vedova né all'orfano. Se li maltratterete ed essi leveranno a me il loro grido, io ascolterò la loro supplica e la mia collera si accenderà [contro di voi]: io vi farò perire di spada e saranno vedove le vostre mogli e orfani i vostri figli. Se presterai del denaro a un povero del mio popolo che abita presso di te, non lo metterai alle strette come fanno i pubblici esattori né imporrai un interesse da usuraio, sì che ne venga schiacciato. Se dal tuo prossimo prendi in pegno un vestito, glielo restituirai prima del tramonto del sole: è quello infatti il solo indumento per coprire il suo corpo e non ha altro con cui ripararsi durante il sonno. Se egli griderà a me, io lo esaudirò, perché sono un Dio misericordioso. Non spargere calunnie contro gli dèi [= i giudici] e non maledire il capo del tuo popolo. Non tardare ad offrire le tue decime e le tue primizie. Consacrerai a me il primo nato fra i tuoi figli [22, 1-29].
4. [Ex 23]. E un po' più avanti: Non usare la tua voce per pronunciare menzogne e non stendere la mano per dire falsa testimonianza a favore dell'empio. Non seguire la maggioranza se si tratta di compiere il male e non adeguarti al giudizio dei più se ti facesse deviare dal vero. Neppure verso il povero dovrai usare compassione quando si tratta di sentenza giudiziaria. Se t'imbatti nel bue o nell'asino fuggiti alla custodia del tuo nemico, tu glieli ricondurrai. Se vedi che l'asino di colui che ti odia è schiacciato dal peso della soma, non passerai diritto per di là ma aiuterai il padrone a farlo rialzare. Non falsare [il tuo giudizio] nella causa del povero. Evita la menzogna. Non uccidere l'innocente né il giusto: io detesto l'empio. Non accettare regali: essi accecano anche l'uomo saggio e stravolgono le parole dei giusti. Non recherai molestia al pellegrino: conoscete infatti cosa passi in cuore al forestiero poiché anche voi siete stati forestieri in terra d'Egitto [23, 1-9].
Dopo alcuni altri versetti, parlando dei forestieri dice: Non adorerai i loro dèi né presterai loro il culto. Non compirai le opere che essi compiono, ma distruggerai i loro dèi e abbatterai le loro statue. Servirete il Signore Dio vostro [23, 24-25].
5. [Ex 34]. Dopo molte altre prescrizioni, nello stesso libro a proposito delle divinità pagane si legge: Distruggi i loro altari, spezza le statue, taglia i boschi sacri. Non adorare divinità straniere, poiché il Signore si chiama " Geloso ": egli è un Dio geloso. Non fare alleanza con i popoli pagani perché, quando avranno fornicato con i loro dèi e ne avranno adorato i loro simulacri, potrebbe succedere che qualcuno di loro ti inviti a cibarti delle carni immolate. Non prendere per moglie dei tuoi figli nessuna delle loro figlie, perché non succeda che, dopo aver esse fornicato dietro ai loro dèi, facciano fornicare anche i tuoi figli. Non ti fabbricherai idoli di metallo fuso [34, 13-17].
E poco dopo: Porterai nella casa del Signore tuo Dio l'offerta delle primizie del raccolto del tuo campo [34, 26].
Questo è quanto ho ritenuto doveroso raccogliere dal libro del Pentateuco chiamato Esodo. Ora passiamo a vedere con lo stesso metodo il libro del Levitico, che segue quello dell'Esodo.
6. [Lev 18]. Dice: Nessuno si accosterà ad una sua consanguinea scoprendone la nudità. Io sono il Signore. Non scoprirai la nudità di tuo padre né quella di tua madre. È tua madre: non ne scoprirai la nudità. Non scoprirai la nudità della moglie di tuo padre: è come la nudità di tuo padre. Non scoprirai la nudità di tua sorella tanto per parte di padre quanto per parte di madre, sia essa nata in casa tua sia fuori casa. Non scoprirai la nudità della figlia di tuo figlio né di tua nipote per parte di tua figlia. È come la tua nudità. Non scoprirai la nudità della figlia della moglie di tuo padre: essa fu generata per tuo padre ed è tua sorella. Non scoprirai la nudità della sorella di tuo padre; è carne di tuo padre. Non scoprirai la nudità della sorella di tua madre: è carne di tua madre. Non scoprirai la nudità del tuo zio avendo rapporti con la moglie di lui: è una tua consanguinea e parente. Non scoprirai la nudità della tua nuora: è la moglie di tuo figlio; tu non ne scoprirai la nudità. Non scoprirai la nudità della moglie di tuo fratello: è roba di tuo fratello. Non scoprirai la nudità di colei che ti sei preso in moglie e insieme quella di sua figlia. Non prenderai in moglie la figlia del figlio o della figlia di lei, scoprendone la nudità. Esse sono corpo di tua moglie e unirsi a loro è un incesto. Non prenderai in moglie la sorella di tua moglie, facendone una tua concubina e una sua rivale. Finché tua moglie vive non ti è lecito scoprire la nudità di sua sorella. Non avrai rapporti con una donna nel periodo mestruale; non ne scoprirai la nudità. Non avrai rapporti con la moglie del tuo prossimo né ti contaminerai sessualmente con lei. Non permetterai che una della tua progenie sia offerta a Moloch e non profanerai il nome del tuo Dio: io sono il Signore. Non accoppiarti con un maschio come si suole fare con una donna, poiché è un abominio. Non giacerai con gli animali né ti contaminerai con loro. Nessuna donna soggiacerà agli animali per unirsi con loro: è un'infamia. Non macchiatevi con nessuna di queste azioni [18, 6-24].
7. [Lev 19]. Un po' avanti si dice: Ognuno rispetti sua madre e suo padre [19, 3].
E un verso dopo: Non ricorrete agli idoli e non costruitevi divinità artefatte. Io sono il Signore Dio vostro [19, 4].
Un po' più avanti è detto: Non raccoglierai le spighe rimaste nel campo, e nella vigna non raccoglierai i grappoli e gli acini caduti a terra, ma lascerai che li prendano i poveri e i pellegrini. Io sono il Signore Dio vostro. Non ruberete. Non direte menzogne e non ingannerete il prossimo. Non giurerai il falso usando il mio nome e disonorando così il nome del tuo Dio. Io sono il Signore. Non calunnierai il tuo prossimo né l'opprimerai con la violenza. Il lavoro eseguito dal tuo operaio non dovrà restare in casa tua fino al mattino dopo. Non insulterai il sordo né collocherai inciampi dinanzi al cieco, ma vivrai nel timore del Signore tuo Dio: io sono il Signore. Non commetterai iniquità e non sarai ingiusto nel giudicare. Non badare se uno è povero e non aver riguardi speciali per chi è potente: giudica giustamente ogni tuo prossimo. Non essere calunniatore né maldicente in mezzo al tuo popolo. Non levarti bramando il sangue del tuo prossimo: io sono il Signore. Non coverai in cuore odio contro il tuo fratello, ma lo riprenderai apertamente, per non gravarti di peccato a causa di lui. Non cercherai la vendetta contro i tuoi concittadini e non ricorderai le offese che ti hanno arrecato. Amerai il tuo amico come te stesso: io sono il Signore. Osservate le mie leggi! [19, 9-19].
E dopo qualche versetto: Non mangerete la carne con il sangue. Non ricorrerete agli àuguri e non presterete fede ai sogni. Non tagliatevi i capelli in forma rotonda e non rasatevi la barba. A causa di un morto non praticate incisioni sul vostro corpo e non imprimete figure o segni sulla vostra pelle: io sono il Signore. Non esporrai alla prostituzione la tua figlia perché la terra non venga profanata e riempita di cose abominevoli [19, 26-29].
E dopo un verso: Io sono il Signore. Non ricorrerete ai maghi e non andrete a consultare gli indovini per non contaminarvi a causa di loro: io sono il Signore vostro Dio. Alzati in piedi dinanzi ai capelli bianchi e onora la dignità del vecchio, animato da timore di Dio: io sono il Signore. Se un forestiero verrà ad abitare nella vostra terra e si stabilirà fra voi, non trattatelo male, ma sia tra voi come un nativo del posto e amatelo come uno di voi. Anche voi infatti siete stati forestieri in terra di Egitto: io sono il Signore vostro Dio. Non commettete ingiustizie nel giudizio, nelle misure sia di lunghezza come di peso e in ogni altra misura. Usate bilance giuste e pesi esatti, moggio giusto e coppo preciso. Io sono il Signore vostro Dio, che vi ho condotti fuori dal paese di Egitto. Osservate tutti i miei precetti e tutti i miei ordinamenti, e metteteli in pratica. Io sono il Signore [19, 30-37].
8. [Lev 20]. Il Signore parlò a Mosè e gli disse: Questo dirai ai figli d'Israele: Un israelita o un forestiero residente in Israele che immoli suo figlio al dio Moloch sarà inesorabilmente messo a morte. La gente del popolo lo lapiderà; e io volgerò la mia faccia contro di lui e lo eliminerò dal suo popolo, perché con l'immolare suo figlio a Moloch ha profanato il mio santuario e ha disonorato il mio santo nome. Se il popolo trascurerà questa mia prescrizione e prendendola alla leggera lascerà libero colui che ha sacrificato il suo figlio a Moloch e non lo ucciderà, io volgerò la mia faccia contro quell'uomo e tutto il suo parentado: eliminerò di fra mezzo al suo popolo e lui e tutti coloro che gli hanno consentito di fornicare con Moloch. Colui che ricorrerà a maghi e indovini e si prostituirà con loro, io volgerò la mia faccia contro di lui e uccidendolo lo eliminerò da mezzo il suo popolo. Santificatevi e siate santi perché io, il Signore Dio vostro, sono santo. Osservate i miei comandamenti e metteteli in pratica: io sono il Signore che vi rendo santi. Se uno maledice suo padre o sua madre dovrà inesorabilmente morire. Ha maledetto il padre o la madre: il suo sangue ricada su di lui. Se uno osa fornicare con la moglie altrui commettendo adulterio con lei, dovranno morire tutti e due gli adùlteri. Se uno giace con la sua matrigna e ne scopre la nudità, che è di suo padre, dovranno morire tutti e due: il loro sangue ricadrà su di loro. Se uno giace con la propria nuora, dovranno morire tutti e due: hanno commesso un delitto, e il loro sangue ricadrà su di loro. Se uno giace con un maschio avendo quei rapporti che si sogliono avere con le femmine, i due commettono una nefandezza: essi debbono inesorabilmente morire; il loro sangue ricada su di loro. Se uno, dopo aver preso in moglie la figlia, prenderà anche la madre di lei, commette un delitto: lo si brucerà vivo insieme con le donne; una colpa così mostruosa non deve durare a lungo in mezzo a voi. Chi avrà rapporti sessuali con un animale o una bestia dovrà inesorabilmente morire, e anche l'animale lo dovete uccidere. Se una donna si accosterà a un animale concedendosi sessualmente ad esso, la si dovrà uccidere insieme all'animale: il loro sangue ricada su di loro. Chi prende in moglie sua sorella, figlia di suo padre o di sua madre, e ne scopre la nudità e lei guarda le nudità del fratello, tutt'e due compiono un atto detestabile e pertanto li si ucciderà alla presenza del popolo. Si sono scoperti la nudità l'uno dell'altro: porteranno il peso della loro colpa. Chi giace con una donna durante il periodo mestruale e ne scopre la nudità, e lei gli permette d'accedere alla sua fonte insanguinata, saranno entrambi uccisi ed eliminati di fra mezzo al popolo. Non scoprirai la nudità della tua zia paterna o materna. Chi fa questo scopre la nudità del suo proprio corpo; e tutti e due risponderanno della loro disonestà. Chi giace con la moglie dello zio paterno o materno e scopre la nudità di una tale parente, risponderanno entrambi di questo peccato e moriranno senza figli. Chi sposa la moglie di suo fratello, commette un atto illecito, perché scopre la nudità di suo fratello: i due non avranno figli [20, 1-21].
E in un altro passo: L'uomo o la donna posseduti dallo spirito pitone, che cioè esercitano l'arte divinatoria, dovranno inesorabilmente morire. Saranno lapidati e così il loro sangue ricadrà su di loro [20, 27].
9. [Lev 21]. Altrove, parlando del sommo sacerdote, dice: Sposerà una vergine. Non prenderà in moglie una vedova, una ripudiata, un'immonda o una prostituta, ma una giovane del suo popolo. Questo per non abbassare la dignità della sua prole al livello degli ultimi del suo popolo. Io sono il Signore che santifico il sacerdote [21, 13-15].
10. [Lev 24]. Dopo molte pagine dice: Colui che con parole offende il suo Dio porterà il suo peccato; e chi bestemmia il nome del Signore dovrà inesorabilmente morire. Tutto il popolo lo ucciderà con la lapidazione, sia che si tratti di un israelita sia che si tratti d'uno straniero. Chi bestemmia il nome del Signore deve morire. Chi colpisce un uomo e lo uccide deve morire. Chi uccide un animale dovrà restituire alla pari, cioè un animale identico all'animale ucciso. Chi causerà una qualche lesione a uno dei suoi concittadini dovrà subire la stessa lesione che ha causato all'altro: sconterà rottura con rottura, occhio con occhio, dente con dente. Quale fu la lesione che egli ha procurato, tale sarà quella che dovrà subire. Chi avrà percosso a morte un animale, ne restituirà un altro. Chi avrà picchiato un uomo dovrà essere punito. Il colpevole, tanto se israelita quanto se forestiero, dovrà essere trattato con giusta sentenza. Io sono il Signore vostro Dio [24, 15-22].
11. [Lev 26]. Dopo alcune frasi dice: Non vi costruirete né idoli né statue di metallo fuso; non erigerete simulacri nel vostro territorio né vi collocherete pietre simboliche per adorarle. Io sono il Signore vostro Dio [26, 1].
Questo è quanto abbiamo potuto desumere dal Levitico. Ora segnaleremo quanto ci è sembrato bene raccogliere dal libro chiamato I Numeri.
12. [Num 27]. Se un uomo muore senza figli maschi, la sua eredità passa alle figlie. Se non ha nemmeno figlie, avrà come eredi i suoi fratelli; e se non avrà nemmeno fratelli, l'eredità la darete ai fratelli di suo padre. Se poi nemmeno questi zii egli ha, l'eredità passerà ai suoi parenti più prossimi. Questa norma sarà per i figli d'Israele valida come legge perenne, come ha ordinato il Signore a Mosè [27, 8-11].
13. [Num 35]. Dopo molte pagine dice: Nessuno potrà essere condannato in base alla testimonianza di una sola persona. Voi non accetterete regali da chi si è macchiato di sangue [35, 30-31].
Nel libro dei Numeri abbiamo trovato queste norme che riteniamo meritevoli di considerazione. Adesso passiamo ad esaminare il libro chiamato Deuteronomio.
14. [Deut 1]. Non farete discriminazioni tra persona e persona: ascolterete tanto il piccolo quanto il grande, né avrete preferenze per alcuno, poiché il giudizio spetta a Dio [1, 17].
15. [Deut 4]. Dopo parecchie pagine, in cui ripropone il Decalogo, dice: Abbiate sollecita cura per la vostra vita! Nel giorno in cui il Signore vi parlò sull'Oreb di mezzo al fuoco non vedeste nessuna immagine, per cui ingannati vi sareste potuti costruire dei simulacri scolpiti o statue maschili o femminili. Non vi farete nemmeno figure di animali terrestri, di uccelli che volano nel cielo, di rettili che strisciano sulla terra né di pesci che vivono nell'acqua sotto terra. In tal modo non accadrà che, sollevando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna e tutti gli astri del cielo, tratto in inganno, tu li adori e presti il culto a delle creature fatte dal Signore tuo Dio e poste al servizio di tutte le genti che sono sotto il cielo [4, 15-19].
E dopo un po': Guàrdati dal dimenticare il patto che il Signore tuo Dio ha stretto con te, fabbricandoti statue scolpite delle varie divinità, mentre il Signore ti ha proibito di fabbricarle. Ricorda che il Signore tuo Dio è un fuoco divoratore, è un Dio geloso [4, 23-24].
16. [Deut 5]. Altrove dice: Non avrai divinità straniere al mio cospetto. Non ti fabbricherai statue o immagini degli esseri che sono lassù in cielo o quaggiù in terra o che si trovano nelle acque sotto terra. Non le adorerai né presterai ad esse culto religioso. Io infatti sono il Signore tuo Dio, un Dio geloso che fa ricadere la colpa dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione per coloro che mi odiano, e che usa misericordia per molte migliaia di generazioni per coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti. Non pronunzierai invano il nome del Signore tuo Dio, poiché non resterà impunito chi per un'inezia pronunzierà il nome del Signore [5, 7-11].
E dopo un po' dice: Onora tuo padre e tua madre, come ti ha comandato il Signore tuo Dio, per vivere a lungo e trovarti bene nel paese che il Signore tuo Dio ti darà. Non uccidere. Non commettere adulterio. Non rubare. Non dire falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desiderare la moglie del tuo prossimo né la sua casa né il campo né il servo o la serva, non il bue o l'asino o qualsiasi altra cosa di sua proprietà [5, 16-21].
17. [Deut 6]. Altrove nello stesso libro: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze [6, 5].
E un po' più avanti: Quando avrai mangiato e ti sarai saziato, con ogni premura guàrdati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, soggiorno di schiavitù. Temi il Signore tuo Dio e adora lui solo: solo nel nome di lui presta giuramento. Non seguite gli dèi di qualsiasi popolo che è ai vostri confini, perché il Signore tuo Dio, che è in mezzo a te, è un Dio geloso. Si potrebbe accendere contro di te l'ira del Signore tuo Dio sicché tu venga spazzato via dalla superficie della terra. Non tentare il Signore tuo Dio [6, 12-16].
18. [Deut 7]. Non diversamente si dice un po' più avanti, là dove si parlava degli stranieri: Non ti unirai con loro in matrimonio: non darai la tua figlia al loro figlio né prenderai una loro figlia per darla a tuo figlio, poiché questa potrebbe distogliere il tuo figlio dal seguirmi inducendolo ad adorare gli dèi stranieri. Nel qual caso si accenderebbe l'ira del Signore e senza indugio ti annienterebbe. Al contrario voi dovete trattare così questi popoli: demolite gli altari, spezzate le statue, radete al suolo i boschi sacri e bruciate le sculture idolatriche [7, 2-5].
E un po' più oltre: Brucia le loro immagini scolpite. Non desiderare il possesso dell'argento e dell'oro con cui sono fatte e non volertene appropriare, perché non te ne venga scandalo, mentre sai che la cosa è un abominio presso il Signore Dio tuo. Nulla d'idolatrico porterai in casa tua perché non abbia tu a diventare anatema come lo è l'oggetto stesso. Lo detesterai come cosa immonda e lo abominerai come sporcizia e luridume. Si tratta infatti di cosa colpita da anatema [7, 25-26].
19. [Deut 8]. In un altro passo dice: Sta' all'erta e guàrdati dal dimenticare il Signore tuo Dio e dal trascurare i suoi comandamenti, i suoi decreti e le cerimonie che oggi io ti impongo. Non accada che, dopo aver mangiato ed esserti saziato, dopo aver costruito belle case ed esserti in esse sistemato, dopo esserti arricchito di bestiame grosso e minuto, d'argento, d'oro e di tutte le altre cose pregiate, il tuo cuore monti in superbia e ti dimentichi del Signore tuo Dio [8, 11-14].
Dopo alcuni versetti dice: Per ultimo sappi che il Signore ha avuto misericordia di te, e quindi non dovrai in alcun modo dire: " La mia forza e il vigore delle mie mani mi hanno procurato tutte queste cose "; ma ti ricorderai del Signore tuo Dio, che ha somministrato a te tutte le forze [8, 16-18].
20. [Deut 11]. E dopo un poco: Quando ne mangerete e vi sazierete, non succeda che venga sedotto il vostro cuore e voi, abbandonando il Signore Dio, prestiate il culto a divinità straniere e le adoriate. Irritato, il Signore chiuderebbe il cielo [su di voi] [11, 15-17].
21. [Deut 12]. E dopo un poco: Mettete a soqquadro tutti quei luoghi in cui hanno prestato il culto alle loro divinità i pagani, di cui occuperete il territorio: le alture dei monti, le colline e ogni sorta di albero frondoso. Spazzate via i loro altari e frantumate le statue; bruciate i boschetti sacri e distruggete gli idoli, facendo scomparire anche i loro nomi da quei luoghi [12, 2-3].
Successivamente, dopo alcune frasi, parlando degli stranieri aggiunge: Non imitare quei popoli che al tuo ingresso sono stati sterminati. Non ripristinare il loro rituale dicendo: " Come quelle genti hanno adorato i loro dèi, così li adorerò anch'io ". Non farai un atto simile dinanzi al Signore tuo Dio. Quei popoli infatti commisero per le loro divinità azioni abominevoli, detestate dal Signore, offrendo i propri figli e le proprie figlie e passandoli per il fuoco. Presterai al Signore soltanto quel culto che io ti comando: non vi aggiungerai nulla e nulla toglierai [12, 30-32].
22. [Deut 13]. Se sorgerà fra voi un profeta o chi dica d'aver sogni e visioni, e predice un segno o un portento e la cosa preannunciata si verifica ma lui ti dice: " Suvvia! Seguiamo gli dèi stranieri, che tu non conosci e prestiamo loro culto religioso ", tu non dovrai dar retta alle parole di tale profeta o visionario. È il Signore vostro Dio che così vi mette alla prova perché sia palese se lo amate con tutto il cuore e con tutta l'anima ovvero no. Voi dovete seguire il Signore vostro Dio e lui solo temere. Osserverete i suoi comandi e ascolterete la sua voce. Lui adorerete e a lui solo resterete fedeli. Quanto poi a quel profeta o visionario, esso dovrà essere ucciso perché ha parlato in modo che voi vi allontanaste dal Signore vostro Dio, che vi ha tratti fuori dal paese d'Egitto e vi ha liberati dalla casa della schiavitù. Egli voleva fuorviarti dalla strada che il Signore tuo Dio ti aveva comandato; tu dovrai eliminare il male di fra mezzo te. La stessa cosa potrebbe suggerirti anche il tuo fratello, figlio di tua madre, o il tuo figlio o la tua figlia o anche la tua moglie, che dorme sul tuo seno, o magari l'amico che tu ami come l'anima tua. In tutta confidenza potrebbero dirti: " Suvvia! Seguiamo gli dèi stranieri, che tu e i tuoi padri non avete conosciuto: gli dèi dei diversi popoli che ti circondano, sia vicini che lontani dai tuoi confini, da un capo all'altro del paese ". Non cedere all'istigatore e non ascoltarlo! Il tuo occhio non lo risparmierà, e non avrai pietà di lui trovandogli un nascondiglio. Dovrai ucciderlo immediatamente: la tua mano sarà la prima a colpirlo e dopo di te lo colpirà tutto il popolo. Sarà ucciso mediante lapidazione, per aver voluto allontanarti dal Signore tuo Dio [13, 1-10].
23. [Deut 14]. E dopo un po' dice: Non fatevi incisioni e non tagliatevi i capelli quando sarete in lutto per un morto. Tu sei un popolo consacrato al Signore tuo Dio [14, 1-2].
24. [Deut 15]. In un altro passo dice: Se uno dei tuoi fratelli che dimorano dentro le porte della tua città nel paese che ti darà il Signore tuo Dio verrà a trovarsi in miseria, tu non indurirai il tuo cuore: dinanzi al povero non devi serrare ma aprire la mano e dargli il prestito di cui ti accorgerai che egli ha bisogno. Non farti entrare nel cervello l'iniquo pensiero di dire nel tuo cuore: " È ormai vicino il settimo anno, l'anno della remissione ", e per questo distogliere gli occhi dal tuo fratello povero senza dargli in prestito quel che ti chiede. Egli potrebbe alzare il grido verso il Signore e il peccato ricadrebbe su di te. Al contrario, gli darai [quel che ti chiede] e non farai il furbo nell'andare incontro alle sue necessità. Per tale comportamento il Signore tuo Dio ti benedirà in ogni tempo e in tutte le tue imprese. Non mancheranno certamente poveri nel paese ove abiterai, e pertanto io ti ordino di aprire la mano al tuo fratello bisognoso e quello povero che vivono accanto a te nel tuo paese [15, 7-11].
25. [Deut 16]. E un po' più avanti: Nelle singole tribù costituirai giudici e maestri [della legge] con sede vicina alle porte di tutte le città che ti darà il Signore tuo Dio. Essi giudicheranno il popolo con [retto] giudizio e non commetteranno parzialità. Non guardare in faccia alle persone e ai loro regali, perché i regali accecano gli occhi dello stesso sapiente e stravolgono le parole anche al giusto. Pratica la giustizia con animo retto, e così vivrai e possederai la terra che il Signore tuo Dio ti darà [16, 18-20].
E dopo un poco: Non ti fabbricherai alcun simulacro, poiché sono in odio presso il Signore tuo Dio, e non lo collocherai su piedistalli [16, 22].
26. [Deut 17]. E dopo un altro poco: Potranno trovarsi presso di te, nell'una o nell'altra delle città che il Signore tuo Dio sta per darti, uomini o donne che compiano ciò che è male agli occhi del Signore tuo Dio: che cioè, trasgredendo la sua alleanza, servano divinità straniere e le adorino. Parlo del sole, della luna e di tutte le schiere celesti, in contrasto con quanto io ti ho comandato. Se una cosa del genere ti verrà annunziata e tu la verrai a sapere, farai delle ricerche accurate e se troverai che ciò corrisponde a verità e che effettivamente una tal cosa abominevole è stata commessa in Israele, condurrai l'uomo o la donna che hanno commesso tale orrenda scelleratezza alle porte della tua città e lì verranno lapidati. Li si ucciderà in base alla testimonianza di due o tre persone; nessuno potrà essere ucciso per la testimonianza di una persona sola. La mano dei testimoni sarà la prima ad ucciderlo; successivamente, alla fine, interverrà la mano di tutto il popolo. Così toglierai il male di mezzo a te [17, 2-7].
Non altrimenti è detto un po' più avanti: Se uno mosso da superbia ricuserà d'obbedire al comando del sacerdote che in quel tempo officia nel tempio dinanzi al Signore tuo Dio o anche alle delibere del giudice, quell'uomo dovrà essere ucciso; e così toglierai il male da Israele. La cosa verrà alle orecchie della gente e temerà il Signore, né ci sarà più chi osi montare in superbia [17, 12-13].
27. [Deut 18]. Dopo altre prescrizioni, parlando degli stranieri dice: Guàrdati dall'imitare le pratiche abominevoli di quelle genti. Non ci sia in te chi, volendo purificarsi, faccia passare per il fuoco il figlio o la figlia né chi consulti gli indovini o dia ascolto a sogni o a profani auspici né chi pratichi arti magiche o incantesimi. Non andrai a consultare gli oracoli o i veggenti, né evocherai i morti per sapere la verità. Tutte queste cose sono in abominio presso il Signore [18, 9-12].
28. [Deut 19]. Dopo un po' dice: Non si leverà un solo uomo a testimoniare contro un altro, qualunque sia la colpa o il misfatto [di cui lo si incolpi]; ma ogni cosa sarà ritenuta vera sulla parola di due o tre testimoni. Se si alzerà un falso teste contro una qualsiasi persona e l'accuserà di trasgressione, le due persone in causa si presenteranno al Signore dinanzi ai sacerdoti e ai giudici in carica a quel tempo. Essi dovranno fare delle indagini molto accurate: dopo le quali, se risulterà che il falso teste ha detto una menzogna contro il suo fratello, lo puniranno com'egli aveva pensato di fare al suo fratello. Così toglierai il male di mezzo a te: la cosa verrà risaputa e tutti, mossi da timore, si asterranno dal fare altrettanto. Non gli userai pietà, ma esigerai vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede [19, 15-21].
29. [Deut 21]. Altrove, nel medesimo libro: Può capitare che un uomo generi un figlio caparbio e ribelle, che non ascolta gli ordini né del padre né della madre e per quanto messo alle strette si rifiuta d'obbedire. In tal caso [i genitori] lo prenderanno e lo porteranno dagli anziani della città presso la porta dov'è il tribunale, e diranno ad essi: " Questo nostro figlio è ribelle e pervicace, rifiuta di ascoltare i nostri richiami e si dà ai bagordi, alla dissolutezza e alle crapule". Il popolo della città lo prenderà a sassate finché non sia morto. Così toglierete il male di fra mezzo a voi, e l'intero Israele, venendo a sapere tale cosa, sarà preso da timore [21, 18-24].
30. [Deut 22]. E dopo un po': Se vedrai un bue o una pecora che si siano smarriti al tuo fratello, non dovrai passare oltre ma dovrai ricondurli al tuo fratello. Anche se quel tale fratello non ti è parente e tu nemmeno lo conosci, tu accompagnerai l'animale in casa tua e lì rimarrà per tutto il tempo che il tuo fratello ne è alla ricerca, finché cioè non l'abbia ricuperata. Stesso comportamento nel caso che il fratello abbia smarrito un asino o una veste o qualsiasi altro oggetto che gli apparteneva. Se tu le trovi, non lasciarle in mezzo alla strada ritenendole cose non tue. Se vedi che l'asino o il bue del tuo fratello è stramazzato a terra lungo la strada, non passare oltre incurante ma aiuta il tuo fratello a rialzarlo. Una donna non potrà vestirsi con abiti da uomo né un uomo con abiti da donna. Chi fa queste cose è in abominio dinanzi al Signore [22, 1-5].
E un po' oltre: Quando costruisci una casa nuova dovrai alzare un parapetto tutt'intorno, perché non accada che sia versato del sangue in casa tua e tu sia colpevole, qualora uno scivoli e cada nel vuoto [22, 8].
Dopo un altro poco: Potrà accadere che un uomo, dopo aver preso moglie, cominci a odiarla e a cercare pretesti per mandarla via. Calunniandola gravemente potrà affermare: " Ho preso in moglie questa donna ma quando sono stato con lei ho trovato che non era vergine ". Si leveranno allora suo padre e sua madre e condurranno la donna agli anziani della città che risiedono presso la porta cittadina e mostreranno ad essi i segni della verginità di lei. Suo padre dirà: " Ho dato in moglie a costui la mia figlia ma lui ha preso a odiarla ed è per questo che l'incolpa di cosa gravissima dicendo: "Non ho trovato vergine la tua figlia". Ecco invece i segni della sua verginità ". E stenderà il panno dinanzi ai seniori della città. Allora gli anziani di quella città prenderanno quell'uomo e lo fustigheranno; inoltre gli faranno sborsare cento sicli d'argento che verranno consegnati al padre della ragazza. Quell'uomo aveva sparso una pessima diceria sul conto d'una vergine d'Israele: egli dovrà riprenderla in moglie né potrà ripudiarla per tutto il tempo della sua vita. Se al contrario la sua denunzia è vera e si riscontra che in quella ragazza non c'è verginità, la cacceranno fuori della porta della casa di suo padre e i suoi concittadini l'uccideranno mediante lapidazione. Quella donna, fornicando in casa di suo padre, ha commesso una nefandezza in Israele; e tu, così facendo, toglierai il male che era in mezzo al tuo popolo. Se un uomo si accoppia con la moglie di un altro, tutti e due, cioè l'adultero e l'adultera, dovranno morire: così estirperai il male da Israele. Se uno sposa una ragazza ancora vergine e un altro l'incontra in città e giace con lei, dovrai condurre tutt'e due i colpevoli alla porta della stessa città, dove saranno lapidati: la giovane perché non ha gridato aiuto pur essendo in città, l'uomo perché ha approfittato della moglie del suo prossimo. Così toglierai il male di fra mezzo a te. Ma se l'uno incontra una tale ragazza maritata quando è in campagna e l'afferra e giace con lei, dovrà morire solo l'uomo; la ragazza non subirà alcuna pena né tanto meno sarà condannata a morte. È come quando un brigante si apposta per uccidere un suo fratello e lo uccide di fatto. La stessa cosa è toccata alla ragazza: essendo sola in campagna, ha gridato aiuto ma non c'era alcuno che andasse a liberarla. Se un uomo incontra una ragazza vergine non ancora sposata e l'afferra e giace con lei, la questione dovrà essere portata in giudizio. L'uomo che è stato con lei darà al padre della giovane cento sicli d'argento e la prenderà in moglie e, avendola antecedentemente umiliata, non potrà ripudiarla per tutti i giorni della sua vita. Nessuno potrà prendere in moglie la moglie di suo padre né scoprire quanto lei tiene coperto [22, 13-30].
31. [Deut 23]. E dopo un poco: Tra le figlie d'Israele nessuna praticherà la prostituzione [sacra] né tra i figli d'Israele ci sarà chi si prostituisca [23, 17].
E dopo un poco: Non presterai al tuo fratello denaro o frumento o altra cosa esigendone l'interesse, lo esigerai invece dagli stranieri [23, 19-20].
E dopo alcuni versetti: Se avrai fatto un voto al Signore tuo Dio, non tardare ad adempierlo, perché il Signore tuo Dio lo richiede e, se tu tarderai ad adempierlo, ti sarà ascritto a peccato. Se non avrai avuto l'intenzione di promettere, sarai esente da peccati, ma quando una promessa è uscita dalle tue labbra la rispetterai e farai secondo quel che hai promesso al Signore tuo Dio e secondo la parola che è uscita dalla tua volontà e dalla tua bocca [23, 21-23].
32. [Deut 24]. Poco dopo afferma: Come pegno non prenderai né la mola inferiore né quella superiore: questo sarebbe come se egli ti cedesse qualcosa della propria vita. Se si scopre che uno ha abbindolato un suo fratello, un israelita, e vendendolo [come schiavo] ne abbia ricavato un compenso in danaro, il rapitore dev'essere ucciso. Così toglierai il male di mezzo a te [24, 6-7].
E dopo alcuni versetti dice: Per riprenderti una cosa che il tuo vicino deve restituirti non potrai varcare la soglia della sua casa per prenderne il pegno, ma te ne starai fuori e lui ti consegnerà quel che possiede. Che se egli è un povero, il suo pegno non resterà una nottata presso di te, ma glielo restituirai subito, prima che tramonti il sole, in modo che lui, addormentandosi nel suo vestito, ti benedica e tu risulti giusto dinanzi al Signore tuo Dio. Non ricuserai il salario dovuto al tuo fratello bisognoso e povero e nemmeno al forestiero che abita nella tua terra e risiede dentro le tue porte. Il prezzo del suo lavoro gli dev'essere consegnato nel giorno stesso prima che tramonti il sole. Egli è povero e col lavoro tira avanti la vita; né deve succedere che egli invochi contro di te il Signore e il tuo comportamento ti sia ascritto a peccato. Non si dovranno mettere a morte i padri invece dei figli né i figli invece dei padri. Ciascuno morirà per il proprio peccato [24, 10-16].
E dopo alcuni versetti: Quando mieterai le messi nel tuo campo, se per dimenticanza ti rimarrà indietro qualche mannello, non tornerai indietro a prenderlo, ma lascerai che lo prenda il forestiero, l'orfano e la vedova. Così ti benedirà il Signore tuo Dio in ogni opera delle tue mani. Se raccogliendo il frutto dell'olivo ti rimane qualcosa sulla pianta, non tornerai a coglierlo ma lo lascerai al forestiero, all'orfano e alla vedova. Vendemmiando la tua vigna, non andrai a cogliere i grappoli che ti sono rimasti [sulla pianta]: essi sono destinati al forestiero, all'orfano e alla vedova. Ricorda che sei stato schiavo in Egitto, ed è per questo che io ti comando di fare ciò [24, 19-22].
33. [Deut 25]. Se fra più persone sorgerà una lite, s'interpelleranno i giudici e questi daranno la mano in riconoscimento della giustizia a colui che riscontreranno giusto e condanneranno con la pena degli empi colui che giudicheranno empio. Se riscontreranno che il colpevole merita battiture, lo faranno stendere a terra e lo faranno battere dinanzi ai loro occhi. Il numero delle percosse sarà proporzionato alla gravità della colpa, badando tuttavia a non superare i quaranta colpi, perché non succeda che il tuo fratello, piagato oltre misura, muoia dinanzi a te [25, 1-3].
E dopo un poco: Caso di due uomini che litigando vengano a picchiarsi reciprocamente. Se la moglie dell'uomo, per liberare suo marito dalle mani del più forte di lui, stende la mano e lo afferra per le vergogne, tu taglierai la mano a questa donna senza lasciarti prendere da alcuna pietà verso di lei. Non avrai nel tuo sacchetto pesi differenti, uno più grande e l'altro più piccolo, né sarà in casa tua un moggio più grande e un altro più piccolo; ma avrai pesi giusti e precisi e misure uguali ed esatte [25, 11-15].
34. [Deut 27]. Dopo molte ingiunzioni dice: Maledetto chi fabbrica un idolo scolpito o fuso, opera delle mani di un artefice e abominio dinanzi al Signore, e lo collocherà in luogo occulto. Tutto il popolo rispondendo dirà: Amen! Maledetto chi non onora suo padre e sua madre. Tutto il popolo dirà: Amen! Maledetto chi sposta i termini [al campo] del suo vicino. Tutto il popolo dirà: Amen!. Maledetto chi fa sbagliare al cieco la via. Tutto il popolo dirà: Amen! Maledetto chi sovverte il giudizio del forestiero, del pupillo e della vedova. Tutto il popolo dirà: Amen! Maledetto colui che giace con la moglie di suo padre, sollevando le coperte del suo letto. Tutto il popolo dirà: Amen! Maledetto chiunque si accoppia con una bestia. Tutto il popolo dirà: Amen! Maledetto chiunque si unisce con sua sorella, figlia di suo padre o di sua madre. Tutto il popolo dirà: Amen! Maledetto colui che ha rapporti sessuali con la suocera. Tutto il popolo dirà: Amen! Maledetto chi uccide il suo prossimo clandestinamente. Tutto il popolo dirà: Amen! Maledetto colui che accetta mance per uccidere l'innocente. Tutto il popolo dirà: Amen! [27, 15-25].
Abbiamo fin qui riportato quelle parti dei libri di Mosè che ci sembrava doveroso riportare. Dopo di loro vengono i libri chiamati: Libro di Gesù figlio di Nave, Libro dei Giudici, Libro dei Regni, Libro dei Paralipomeni. In essi è dato leggere più la storia di fatti avvenuti che non precetti di buona condotta; tuttavia mi è parso bene non omettere in quest'opera le seguenti norme, pochissime in verità, tratte dal libro di Gesù figlio di Nave.
35. [Ios 22]. Ora tornate indietro e recatevi alle vostre tende, nella terra del vostro possesso che vi ha assegnato al di là del Giordano Mosè, servo del Signore. Badate però con premura a mettere in pratica i comandamenti e la legge che vi ha imposto Mosè, servo del Signore, che è questa: Amerete il Signore vostro Dio e camminerete nelle sue vie; osserverete i suoi comandamenti e gli sarete fedeli, servendolo con tutto il cuore e con tutta la vostra anima [22, 4-5].
36. [Ios 23]. In un altro passo dice: Quando sarete entrati nel territorio delle genti che sono dentro i vostri confini, voi non dovrete giurare nel nome dei loro dèi, né prestare loro il culto o adorarli. Voi dovrete essere fedeli al Signore vostro Dio, come avete fatto fino al giorno d'oggi [23, 7-8].
Nel libro dei Salmi ci sarebbero molte cose da riportare, sebbene spesse volte si tratti solo di ripetizioni. Cercherò tuttavia di limitarmi il più possibile, per non rendere troppo lungo questo libro, scritto principalmente perché lo si tenga a memoria.
37. [Ps 1]. Beato l'uomo che non procede secondo la condotta degli empi e non s'intrattiene nella via dei peccatori e non siede sulla cattedra dei beffardi: ma nella legge del Signore è la sua compiacenza e la legge di lui medita giorno e notte [1, 1-2].
38. [Ps 2]. E ora intendete bene voi, re; e voi, giudici della terra, lasciatevi istruire. Servite il Signore con timore, e con trepidazione giubilate. Adoratelo con purità, affinché non succeda che egli si adiri e voi smarriate la via. Quando repentina s'infiammerà la sua collera, beati tutti coloro che sperano in lui [2, 10-13].
39. [Ps 4]. Figli dell'uomo, mia fulgida gloria, perché amate ignominiosamente la vanità e correte dietro alla menzogna? [4, 3].
E poco dopo: Se vi adirate, state attenti a non peccare. Sui vostri giacigli parlate in cuor vostro ma tacete [con le labbra]. Offrite al Signore il sacrificio della giustizia e confidate in lui [4, 5-6].
40. [Ps 5]. Tu non sei un Dio che si compiace dell'iniquità. Non abita presso di te il malvagio; gli iniqui non trovano posto dinanzi al tuo sguardo. Tu detesti quanti operano il male, condanni alla perdizione chi dice menzogne. Il Signore abomina l'uomo sanguinario e ingannatore [5, 5-7].
41. [Ps 14]. Signore, chi soggiornerà nella tua tenda? Chi abiterà sul tuo monte santo? Colui che cammina senza colpa, opera la giustizia e dice la verità nel suo cuore; colui che non è di lingua lunga, non reca danno al suo amico e non tollera che si insulti il suo vicino. Ai suoi occhi è spregevole il malvagio, dà invece gloria a chi teme il Signore. Quando giura, anche se la cosa gli torna molesta, non cambia: non presta con usura il suo denaro e non accetta doni contro l'innocente. Chi agisce così avrà stabilità eterna [14, 1-4].
42. [Ps 23]. Chi salirà il monte del Signore e chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro; chi non innalza la sua anima mosso da vanità né giura il falso. Un tale uomo riceverà la benedizione dal Signore e la giustizia da Dio suo salvatore [23, 3-5].
43. [Ps 26]. Il Signore è mia luce e mia salvezza: chi temerò? Il Signore è la fortezza della mia vita: di chi avrò paura? [26, 1].
E dopo quattro versetti: Anche se si leveranno contro di me accampamenti, il mio cuore non temerà. Se infurierà contro di me la battaglia, anche allora avrò fiducia. Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola bramerò: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita per vedere la bellezza del Signore e contemplare il suo tempio [26, 3-4].
Ancor oltre dice: Così ti ha parlato il mio cuore: Io ho cercato il tuo volto; il tuo volto, Signore, continuerò sempre a cercare [26, 8].
E più avanti: Aspetta il Signore! Sii forte e si irrobustisca il tuo cuore, e aspetta con perseveranza il Signore [26, 14].
44. [Ps 27]. Non accomunarmi con gli empi né con coloro che operano l'iniquità: con coloro che parlano di pace ai propri amici mentre nel loro cuore covano malizia [27, 3].
45. [Ps 30]. Siate forti e si irrobustisca il vostro cuore, o voi [tutti] che sperate nel Signore [30, 25].
46. [Ps 31]. Non siate come il cavallo e il mulo, animali privi d'intelletto. Stringi la loro bocca con morso e briglie quando a te non si avvicinano. Molti sono i dolori dell'empio, la misericordia invece circonda chi confida nel Signore. Rallegratevi nel Signore e siate lieti voi, giusti; godete voi tutti, retti di cuore [31, 9-11].
47. [Ps 32]. O giusti, lodate il Signore; ai retti si addice la lode [32, 1].
E altrove: Beato il popolo che ha come Dio il Signore, il popolo che il Signore si è scelto come sua eredità [32, 12].
48. [Ps 33]. Benedirò il Signore in ogni tempo: la sua lode sarà sempre sulla mia bocca. Nel Signore si glorierà la mia anima: questo ascoltino i miti e ne gioiscano. Lodate con me il Signore; esaltiamo insieme il suo nome [33, 2-4].
E dopo pochi versetti: Gustate e vedete quanto è buono il Signore: beato l'uomo che spera in lui. Temete il Signore, voi suoi santi, poiché non soffrono miseria quelli che lo temono. Uomini forti come leoni caddero in povertà ed ebbero fame; a chi teme il Signore non mancherà alcun bene. Venite, figli, ascoltatemi: vi insegnerò il timore del Signore. Chi è l'uomo che vuole la vita e ama vedere giorni di prosperità? Preserva la tua lingua dal male e le tue labbra non pronunzino inganni. Allontànati dal male e fa' il bene; cerca la pace e perseguila [33, 9-15].
E dopo sette versi: Il Signore è vicino a chi ha il cuore contrito; egli salva gli spiriti affranti [33, 19].
49. [Ps 36]. Non litigare con i malvagi e non invidiare coloro che commettono iniquità. Essi infatti verranno schiacciati in un battere d'occhio come il fieno, e come l'erba verde marciranno. Spera nel Signore e fa' il bene: finché sei pellegrino sulla terra ti nutra la fede. Riponi la tua gioia nel Signore ed egli ti darà quanto il tuo cuore desidera. Volgi al Signore la tua via e confida in lui: egli interverrà e farà sorgere come luce la tua giustizia e il tuo diritto come il meriggio. Sta' in silenzio dinanzi al Signore e spera in lui. Non indignarti per colui che ha successo in ogni sua impresa, per l'uomo che riesce a fare ogni cosa che gli viene pensata. Deponi l'ira e smettila con la rabbia! Non andare in escandescenze: faresti del male. Chi opera il male va in rovina; chi ha fiducia nel Signore erediterà la terra. Ancora un poco, infatti, e l'empio più non sarà; cercherai la sua dimora ma non la troverai. I miti al contrario erediteranno la terra e si allieteranno in una pace sconfinata [36, 1-11].
E poco dopo: Il poco del giusto val più che non le cospicue ricchezze dell'empio, poiché le braccia degli empi saranno spezzate, mentre i giusti saranno esaltati dal Signore [36, 16-17].
E dopo un po': Allontànati dal male e fa' il bene [36, 27].
E altrove: Spera nel Signore e rimani nella sua via: egli ti glorificherà dandoti il possesso della terra. Conserva la semplicità e volgi lo sguardo alla rettitudine: l'uomo retto avrà pace al termine della vita [36, 34. 37].
50. [Ps 39]. Beato l'uomo che ripone nel Signore la sua fiducia e non si volge alla superbia e alle vanità illusorie [39, 5].
51. [Ps 43]. Nel Signore ci rallegreremo tutto il giorno; celebreremo in eterno il suo nome [43, 9].
E poco dopo: Tutte queste cose ci sono capitate, anche se noi non ti avevamo dimenticato né avevamo tradito il tuo patto. Il nostro cuore infatti non si è volto indietro né i nostri passi hanno abbandonato la tua via; ma tu ci hai precipitati nel regno dei dragoni e ci hai coperti con l'ombra di morte. Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio e avessimo teso le mani a un dio straniero, forse che Dio non ce ne avrebbe chiesto ragione? Egli infatti conosce i pensieri del cuore. In realtà noi siamo messi a morte tutto il giorno a causa tua; siamo ritenuti un gregge da macello [43, 18-22].
52. [Ps 46]. Cantate a Dio, cantate! Cantate al nostro re, cantate! Dio è re di tutta la terra: cantate abilmente! [46, 7-8].
53. [Ps 49]. Offri a Dio il sacrificio della lode e adempi i voti fatti all'Altissimo. Mi invocherai nel giorno della tribolazione: io ti libererò e tu mi darai gloria. All'empio, viceversa, dice Dio: Come fai tu a narrare i miei precetti e a mettere sulla tua bocca le mie alleanze? Tu hai in odio la disciplina e le mie parole te le getti dietro le spalle. Se vedevi un ladro t'accordavi con lui, e la tua simpatia era per gli adùlteri. Aprivi la tua bocca al male e la tua lingua ordiva inganni. Sedendo sparlavi di tuo fratello, e contro il figlio di tua madre scagliavi insulti. Tu hai fatto questo e io ho taciuto; tu allora hai pensato che io fossi come te. Ti rimprovero, ti pongo dinanzi ai tuoi occhi. Comprendete questo voi che dimenticate Dio, affinché io non vi prenda al laccio e nessuno vi liberi. Chi offre il sacrificio della confessione mi dà gloria; a colui che cammina rettamente mostrerò la salvezza di Dio [49, 14-23].
54. [Ps 50]. Mondami dalla mia colpa e dal mio peccato. Perché io riconosco la mia colpa e il mio peccato mi sta sempre dinanzi [50, 4-5].
E altrove: Sacrificio per il Signore è un cuore affranto: un cuore contrito e umiliato tu, Dio, non disprezzi [50, 19].
55. [Ps 51]. O potente, perché ti vanti della malizia? La misericordia di Dio dura tutto il giorno. La tua lingua macchina insidie, come rasoio affilato, operatore di inganni. Ami il male più del bene, la menzogna più del parlare sincero. Lingua ingannatrice, tu ami ogni parola che tende a rovinare, ma Dio ti abbatterà per sempre, ti impaurirà, ti strapperà dalla tenda e ti sradicherà dalla terra dei viventi. I giusti vedranno e ne avranno timore; e irridendolo diranno: Ecco un uomo che non ha riposto in Dio la sua forza ma ha sperato nelle sue grandi ricchezze e si è consolidato nelle sue insidie. Io invece [sarò] come olivo sempre verde nella casa di Dio, poiché ho sperato nella misericordia di Dio nei secoli eterni. Canterò senza fine le tue lodi, perché così hai agito; confiderò nel tuo nome alla presenza dei tuoi santi, poiché ciò è buono [51, 3-11].
56. [Ps 61]. Sperate sempre in lui, o popoli; aprite il vostro cuore davanti a lui. Dio è la nostra speranza. Vanità sono invece i figli di Adamo, menzogna tutti i figli dell'uomo: tutti allo stesso modo commettono frodi usando bilance false. Non confidate nella calunnia e non illudetevi commettendo rapine. Alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore [61, 9-11].
57. [Ps 63]. Si rallegrerà il giusto nel Signore e confiderà in lui [63, 11].
58. [Ps 68]. Per amor tuo ho sopportato insulti e di confusione si è coperto il mio volto. Sono diventato un estraneo ai miei fratelli, un forestiero ai figli di mia madre, perché lo zelo per la tua casa mi divora ed è ricaduto su di me l'insulto di chi ti insulta. Ho afflitto la mia anima col digiuno, ed è stato un disonore per me. Ho indossato come vestito un sacco e sono diventato il loro zimbello. Contro di me sparlavano quelli che sedevano sulla porta e mi canzonavano i bevitori di vino [68, 8-13].
E un po' dopo: Adorerò il nome di Dio con il cantico, lo glorificherò con la confessione; e ciò piacerà al Signore più che l'offerta di un giovane vitello fornito di corna e di unghie. Ciò vedendo, i miti si allieteranno. Vivrà l'anima di voi che cercate il Signore, poiché il Signore esaudisce i poveri [68, 31-34].
59. [Ps 72]. Quanti si allontanano da te periscono: tu disperdi chi empiamente ti abbandona. Quanto a me, invece, cosa buona è stare vicino a Dio: ho riposto la mia speranza nel Signore Dio per narrare tutte le tue promesse [72, 27-28].
60. [Ps 75]. Fate voti al Signore vostro Dio e adempiteli. Quanti sono attorno a lui offriranno doni al Terribile: a colui che toglie lo spirito ai comandanti, a colui che è terribile con i re della terra [75, 12-13].
61. [Ps 77]. Popolo mio, ascolta la mia legge; inclinate i vostri orecchi alle parole della mia bocca. Aprirò la mia bocca in linguaggio parabolico, pronunzierò parole velate dai tempi antichi [77, 1-2].
E in un altro passo: Essi le narreranno ai loro figli, affinché ripongano in Dio la loro speranza e non dimentichino i suoi decreti ma osservino i suoi comandamenti [77, 6-7].
62. [Ps 80]. Lodate Dio nostra forza, giubilate al Dio di Giacobbe [80, 2].
E altrove: O Israele, se tu mi ascoltassi! Non siano in mezzo a te divinità straniere e non adorare divinità di altri popoli: io sono il Signore tuo Dio [80, 9-11].
63. [Ps 81]. Fino a quando giudicherete ingiustamente e userete preferenze verso gli empi? Giudicate favorendo il povero e il pupillo, trattate con giustizia il bisognoso e il nullatenente [81, 2-3].
64. [Ps 83]. Beati coloro che abitano nella tua casa! Sempre cantano le tue lodi. Beato l'uomo che trova in te la sua forza e nel suo cuore albergano le tue prescrizioni. Passando per la valle del pianto, la cambieranno in una fonte. Il [loro] maestro sarà inoltre vestito di benedizione. Andranno di vigore in vigore; compariranno dinanzi a Dio in Sion [83, 5-8].
E un poco avanti: È migliore un giorno nei tuoi atri che mille [altrove]. Ho preferito essere un disprezzato nella casa del mio Dio piuttosto che abitare nelle tende degli empi [83, 11].
65. [Ps 91]. È bello lodare il Signore e cantare salmi al tuo nome, o Altissimo [91, 2].
66. [Ps 93]. Comprendete, voi stolti del popolo, e voi, privi di sapienza, diventate finalmente saggi! [93, 8].
E un po' avanti: Beato l'uomo che tu, Signore, istruisci e ammaestri nella tua legge, sicché trovi riposo nel giorno dell'afflizione, quando all'empio viene scavato il precipizio [93, 12-13].
67. [Ps 94]. Venite, adoriamo e curviamoci; pieghiamo le ginocchia dinanzi al Signore, nostro creatore [94, 6].
E dopo due versi: Oggi, se ascoltate la sua voce, non indurite i vostri cuori come nella ribellione, come nel giorno in cui tentaste [Dio] nel deserto [94, 8-9].
68. [Ps 95]. Cantate al Signore un cantico nuovo; cantate al Signore, [voi di] tutta la terra. Cantate al Signore, benedite il suo nome, annunziate ogni giorno la sua salvezza. Narrate alle genti la sua gloria, a tutti i popoli le sue meraviglie [95, 1-3].
Dopo sei versetti: Tributate al Signore, o famiglie dei popoli, tributate al Signore gloria e potenza. Date al Signore gloria per il suo nome. Presentate doni ed entrate nei suoi atri. Adorate il Signore nel suo magnifico santuario [95, 7-9].
69. [Ps 96]. Odiate il male, voi che amate il Signore [96, 10].
E dopo tre versetti: Allietatevi, giusti, nel Signore, e glorificate il suo santo nome [96, 12].
70. [Ps 97]. Giubilate al Signore [voi di] tutta la terra! Alzate la voce nella lode e nel canto [97, 4].
71. [Ps 98]. Esaltate il Signore nostro Dio; adorate lo sgabello dei suoi piedi, perché è santo! [98, 5].
72. [Ps 99]. Giubilate al Signore [voi di] tutta la terra! Servite il Signore nella gioia, entrate con lodi alla sua presenza. Sappiate che il Signore è Dio: egli ci ha fatti e noi siamo suoi [99, 2-3].
E dopo un versetto: Varcate le sue porte con rendimento di grazie, i suoi atri con inni di lode: date a lui gloria! [99, 4].
73. [Ps 100]. Camminerò con cuore semplice dentro la mia casa, né porrò dinanzi ai miei occhi le azioni di Belial. Detesto chi compie opere perverse; non mi sta vicino. Chi ha il cuore maligno si dovrà allontanare da me; il cattivo voglio ignorarlo; chi di nascosto sparla a danno del suo prossimo, voglio ucciderlo. Chi è superbo di occhi e altezzoso di cuore, mai vorrò stare insieme con lui. I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese perché abitino insieme con me; chi cammina nella via dell'onestà sarà al mio servizio. Non abiterà nella mia casa chi agisce con inganno; chi proferisce menzogna non sarà gradito ai miei occhi. Al mattino sterminerò tutti gli empi del paese; ucciderò nella città del Signore tutti coloro che commettono iniquità [100, 2-8].
74. [Ps 102]. La misericordia del Signore da sempre e per sempre si stende su quanti lo temono; la sua giustizia giunge fino ai figli dei figli per coloro che osservano il suo patto e ricordano i suoi precetti mettendoli in pratica [102, 17-18].
75. [Ps 104]. Celebrate il Signore, invocate il suo nome! Palesate alle genti i suoi pensieri; cantate e salmeggiate in suo onore. Parlate di tutte le sue meraviglie ed esultate nel suo santo nome: si rallegri il cuore di chi cerca il Signore. Cercate il Signore e la sua potenza; cercate sempre il suo volto. Ricordate le grandi opere da lui compiute, i suoi portenti e i giudizi della sua bocca [104, 1-5].
76. [Ps 107]. Pronto è il mio cuore, o Dio; [ti] canterò inni e salmi poiché tu sei la mia gloria. Alzatevi, salterio e cetra! Mi alzerò di buon mattino e in mezzo ai popoli inneggerò a te, o Signore: ti celebrerò in mezzo alle nazioni [107, 2-4].
77. [Ps 110]. Canterò al Signore con tutto il mio cuore nel consesso dei giusti e nell'assemblea [110, 1].
E altrove: Principio della sapienza è il timore del Signore: scienza santa per quanti la praticano. La sua lode dura per sempre [110, 10].
78. [Ps 111]. Beato l'uomo che teme il Signore: nei suoi comandamenti trova pieno diletto [111, 1].
E dopo cinque versetti: Felice è l'uomo pietoso, che dà in prestito e distribuisce i suoi beni con [retto] giudizio. Egli non vacillerà in eterno. Il giusto sarà ricordato con memoria eterna; non avrà a temere sentenza cattiva. Pronto è il suo cuore poiché confida nel Signore; saldo è il suo cuore, non teme vedendo [confusi] i suoi nemici. Egli largheggia, dà ai poveri: la sua giustizia rimane per l'eternità, la sua potenza s'innalza nella gloria. L'empio vede e si adira, digrigna i denti e si consuma; ma il desiderio degli empi svanisce [111, 5-10].
79. [Ps 112]. Lodate il Signore, suoi servi; lodate il nome del Signore. Sia benedetto il nome del Signore ora e in eterno! Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore! [112, 1-3].
80. [Ps 113]. Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle mani degli uomini. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, etc. [113, 4-6].
E dopo un po': Siano come loro quelli che li fabbricano e chiunque in essi confida. Israele confida nel Signore: è loro aiuto e protezione. La casa di Aronne confida nel Signore: è loro aiuto e protezione. Chi teme il Signore confida nel Signore: è loro aiuto e protezione [113, 8-11].
81. [Ps 115]. Ho creduto anche quando dicevo: Sono in un'afflizione troppo grande [115, 10].
E dopo un po': Cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Prenderò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi santi [115, 15].
E dopo tre versetti: Ti offrirò il sacrificio della lode e invocherò il nome del Signore. Renderò i miei voti al Signore dinanzi a tutto il suo popolo, negli atri della casa del Signore, in mezzo a te, Gerusalemme [115, 17-19].
82. [Ps 116]. Lodate il Signore, o genti tutte; unitevi nella lode, o popoli del mondo [116, 1].
83. [Ps 117]. Celebrate il Signore perché è buono, perché in eterno [dura] la sua misericordia. Dica Israele: " Eterna è la sua misericordia ". Dica la casa di Aronne: " Eterna è la sua misericordia ". Dicano quanti temono il Signore: " Eterna è la sua misericordia ". Nella tribolazione ho invocato il Signore, e il Signore mi ha generosamente esaudito [117, 1-5].
E dopo cinque versi: È meglio sperare nel Signore che sperare nell'uomo; è meglio sperare nel Signore che sperare nei potenti [117, 8-9].
E dopo otto versetti: Mia forza e mio vanto è il Signore; egli è stato la mia salvezza. Voci di lode e di salvezza nelle tende dei giusti [117, 14-15].
84. [Ps 118]. Beati coloro che nel cammino della vita sono senza da colpa, coloro che camminano nella legge del Signore. Beati coloro che rispettano le sue testimonianze e lui cercano con tutto il cuore [118, 1-2].
E altrove: Camminerò in luoghi spaziosi perché ho cercato i tuoi precetti; parlerò delle tue testimonianze davanti ai re e non sarò confuso; gioirò nei tuoi comandi che ho amati, alzerò le mie mani verso i tuoi precetti che ho amati e parlerò delle tue prescrizioni [118, 45-48].
E dopo quattro versi: Non ho deviato dalla tua legge; mi sono ricordato dei tuoi giudizi che sono eterni, Signore, e ne sono stato consolato. Mi ha invaso il terrore a causa degli empi che hanno abbandonato la tua legge. Erano canti per me i tuoi precetti nel luogo del mio pellegrinaggio. Di notte mi sono ricordato del tuo nome, Signore, e ho osservato la tua legge. Questo mi è accaduto perché ho osservato i tuoi precetti. Ho detto: Mio retaggio, Signore, è conservare la tua parola. Con tutto il cuore ho supplicato il tuo volto: Pietà di me secondo la tua parola. Ho considerato le mie vie; ho volto i miei passi verso le tue testimonianze. Mi sono affrettato e non sono stato negligente nell'osservare i tuoi precetti. Le funi degli empi mi hanno avviluppato, ma io non ho dimenticato la tua legge. A mezzanotte mi leverò a celebrare le tue lodi a motivo dei tuoi giusti giudizi. Io sono dalla parte di tutti coloro che ti temono ed osservano i tuoi precetti [118, 51-63].
E dopo pochi versi: Io, al contrario, osservavo i tuoi precetti con tutto il cuore. Il mio cuore divenne grasso come lardo, io invece continuavo a meditare sulla tua legge. Buon per me se sono stato afflitto: così ho imparato i tuoi precetti. La tua legge è per me superiore a chili d'oro e d'argento [118, 69-72].
E dopo pochi versi: La tua legge è la mia gioia [118, 77].
E dopo un po': Io parlerò dei tuoi precetti [118, 78].
E dopo un po': Non ho dimenticato i tuoi precetti [118, 83].
E dopo due versetti: I superbi mi hanno scavato fosse, ma loro non procedono secondo la tua legge [118, 85].
E dopo due versi: Per poco non mi annientavano sulla terra, ma io non ho abbandonato i tuoi precetti [118, 87].
E dopo sette versi: Se la tua legge non fosse la mia gioia, con ogni probabilità sarei perito nella mia afflizione. Non dimenticherò mai i tuoi precetti, nei quali mi hai dato la vita. Io sono tuo: salvami poiché ho ricercato i tuoi precetti. Gli empi mi hanno teso agguati per rovinarmi: voglio meditare sulla tua testimonianza. Di ogni cosa perfetta ho visto il limite; il tuo comando è grande oltremisura. Quanto ho amato la tua legge! Tutto il giorno la vado meditando [118, 92-97].
E dopo un poco: Da ogni via di male ho distolto i miei piedi per osservare la tua parola. Non mi sono allontanato dai tuoi giudizi perché tu mi hai illuminato. Quanto è dolce al mio palato il tuo dire! Più del miele alla mia bocca. Ho meditato i tuoi precetti; per questo odio ogni via di menzogna. La tua parola è lampada ai miei piedi, luce nel mio cammino [118, 101-105].
E dopo cinque versi: La mia anima è sempre in pericolo, ma io non dimentico la tua legge. Gli empi hanno posto un laccio davanti a me, ma io non ho deviato dai tuoi precetti. Le tue testimonianze sono la mia eredità per sempre; esse sono la gioia del mio cuore. Ho piegato il mio cuore all'adempimento dei tuoi giusti decreti in vista della ricompensa eterna. Odio gli irrequieti e amo la tua legge. Tu sei mio protettore e mio scudo: io ho sperato nella tua parola. Allontanatevi da me, malvagi! Io voglio osservare gli ordini del mio Dio [118, 105-115].
E dopo sette versi: Come rifiuti consideri tutti gli empi del paese: per questo amo le tue testimonianze. Inorridisce la mia carne da te impaurita: io temo il tuo giudizio. Ho praticato il diritto e la giustizia: non abbandonarmi alle brame di chi mi calunnia [118, 119-121].
E dopo alcuni versetti: Ho amato i tuoi comandamenti più dell'oro e del topazio; ho rivolto le mie vie verso tutti i tuoi precetti; ho odiato ogni via di menzogna. Meravigliose sono le tue testimonianze: per questo la mia anima le ha custodite [118, 127-129].
E dopo due versetti: Ho aperto la bocca e tratto un respiro, perché desidero i tuoi comandi [118, 131].
E in un altro passo: Mi consuma il mio zelo perché i miei nemici hanno dimenticato le tue parole. Molto accetta mi è la tua parola, e il tuo servo la predilige. Io sono piccolo e merito disprezzo, ma non dimentico i tuoi precetti [118, 139-141].
E dopo tre versi: Nei tuoi comandamenti è la mia compiacenza [118, 143].
E un po' dopo: Guarda alla mia afflizione e liberami, perché non ho dimenticato la tua legge [118, 153].
E dopo sei versetti: Sono molti coloro che mi perseguitano e affliggono, ma io non mi allontano dalle tue testimonianze. Ho visto i trasgressori e mi sono rattristato, perché non rispettano la tua parola. Guarda, Signore, come ho amato i tuoi precetti e dammi vita secondo la tua misericordia [118, 157-159].
E dopo quattro versi: Io godo per la tua parola come chi trova un grosso bottino. Odio la menzogna e la detesto: amo la tua legge. Sette volte al giorno ti lodo per i tuoi giusti giudizi. Grande pace per chi ama la tua legge: senza inciampi è il suo cammino. Signore, ho atteso la tua salvezza e ho messo in pratica i tuoi comandamenti. L'anima mia ha custodito le tue testimonianze e le ha amate di gran cuore. Ho custodito i tuoi precetti e le tue testimonianze: le mie vie sono tutte dinanzi ai tuoi occhi [118, 162-168].
E dopo otto versi: Mi aiuti la tua mano perché ho scelto i tuoi precetti. Signore, desidero la tua salvezza, e la tua legge è la mia delizia [118, 173-174].
E dopo due versi: Come pecora smarrita vado errando: cerca il tuo servo perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti [118, 176].
85. [Ps 119]. Io parlo di pace; essi osteggiano le mie parole [119, 7].
86. [Ps 121]. Impetrate la pace per Gerusalemme. Beati coloro che l'amano! [121, 6].
E dopo due versi: Per i miei fratelli e i miei vicini ti auguravo la pace; per la casa del Signore nostro Dio ricercavo il tuo bene [121, 8-9].
87. [Ps 122]. Levo i miei occhi a te che abiti nei cieli. Ecco, come gli occhi degli schiavi alle mani dei loro padroni e gli occhi della schiava alla mano della sua padrona, così i nostri occhi [sono rivolti] al Signore nostro Dio finché abbia pietà di noi [122, 1-2].
88. [Ps 124]. Chi confida nel Signore è come il monte Sion: esso è stabile, [e] Gerusalemme sarà abitata per sempre [124, 1].
89. [Ps 127]. Beato l'uomo che teme il Signore, che cammina nelle sue vie [127, 1].
90. [Ps 129]. Ho atteso il Signore; l'anima mia lo ha atteso; e ho aspettato la sua parola [129, 4].
91. [Ps 130]. Signore, non si è inorgoglito il mio cuore né i miei occhi hanno guardato in alto con alterigia; non ho camminato per la via della grandezza o del sensazionale, sopra di me. Non ho avuto propositi superbi ma ho fatto tacere la mia anima. Come bimbo svezzato verso sua madre, così privata di latte, si volge a me l'anima mia. Attendi il Signore, o Israele, adesso e per sempre [130, 1-3].
92. [Ps 132]. Ecco quanto bello e soave che i fratelli dimorino uniti [132, 1].
93. [Ps 133]. Ecco, benedite il Signore voi tutti, servi del Signore; voi che state nella casa del Signore, negli atri della casa del nostro Dio. Durante le notti alzate le mani verso il santuario e benedite il Signore [133, 1-2].
94. [Ps 134]. Lodate il nome del Signore; voi, servi, lodate il Signore; voi che state nella casa del Signore, negli atri della casa del nostro Dio. Lodate il Signore perché buono è il Signore; cantate al suo nome perché ciò è doveroso [134, 1-2].
E dopo un po': Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle mani dell'uomo. Hanno bocca ma non parlano; hanno occhi ma non vedono, etc. [134, 15-16].
E dopo un po': Diventino simili a loro quelli che li fabbricano e tutti quelli che in essi confidano. Casa d'Israele, benedici il Signore; casa di Aronne, benedici il Signore; quanti temete il Signore benedite il Signore [134, 18-20].
95. [Ps 135]. Celebrate il Signore perché è buono, perché in eterno [dura] la sua misericordia. Celebrate il Dio degli dèi, perché in eterno [dura] la sua misericordia. Celebrate il Signore dei signori, perché in eterno [dura] la sua misericordia [135, 1-3].
Alla fine del Salmo: Celebrate il Dio del cielo, perché in eterno [dura] la sua misericordia [135, 26].
96. [Ps 136]. Se mi dimenticherò di te, Gerusalemme, vada in dimenticanza anche la mia destra. Mi si attacchi la lingua al palato se non mi ricorderò di te, Gerusalemme; se non porrò Gerusalemme come principio della mia esultanza [136, 5-6].
97. [Ps 138]. O Signore, non ho forse odiato coloro che ti odiavano, e non mi sono consunto [nella lotta] contro i tuoi avversari? Li ho odiati con odio implacabile e sono diventati miei nemici [138, 21-22].
98. [Ps 139]. Non permettere, Signore, che si attuino i desideri dell'empio! I suoi crimini non si dilatino né si accumulino [139, 9].
E dopo quattro versetti: L'uomo linguacciuto non durerà [molto] sulla terra [139, 12].
99. [Ps 140]. Mi riprenda pure il giusto, mosso da misericordia, e mi rimproveri; ma l'olio della perversione non unga il mio capo [140, 5].
E dopo cinque versi: A te, Signore, sono rivolti i miei occhi; in te ho sperato, non privare [dei tuoi beni] l'anima mia [140, 8].
100. [Ps 141]. Con la mia voce grido al Signore, con la mia voce supplico il Signore. Dinanzi a lui voglio effondere la mia parola, a lui griderò la mia afflizione [141, 2-3].
E dopo sette versi: A te, Signore, ho gridato; ho detto: Tu sei la mia speranza, la mia porzione nella terra dei viventi [141, 6].
101. [Ps 142]. Meditavo tutte le tue opere, parlavo delle gesta compiute dalle tue mani. Ho proteso a te le mie mani; l'anima mia [è rivolta] a te come terra assetata [142, 5-6].
E dopo tre versetti: Fammi sentire al mattino la tua misericordia perché in te confido. Manifestami la via per la quale debbo camminare, perché a te ho elevato l'anima mia. Liberami dai miei nemici, Signore, poiché tu sei il mio protettore [142, 8-9].
102. [Ps 143]. Liberami e scampami dalla mano degli stranieri, la cui bocca parla di cose vane e le cui mani sono mani fraudolente. Siano i nostri figli come piante rigogliose, nella loro giovinezza; le nostre figlie come colonne angolari adornate come quelle del tempio. Le nostre dispense siano piene, traboccanti di questo e di quello. I nostri greggi siano migliaia, siano innumerevoli nei nostri tratturi; siano grassi i nostri buoi. Non ci siano brecce né varchi [nelle nostre mura]; non gemiti nelle nostre piazze. Beato il popolo che ha tutte queste cose; beato il popolo il cui suo Dio è il Signore [143, 11-15].
103. [Ps 144]. Ti esalterò, Signore, mio Dio e mio Re; voglio benedire il tuo nome in eterno e più oltre ancora. Voglio benedirti ogni giorno e lodare il tuo nome in eterno e per sempre [144, 1-2].
E dopo due versi: Una generazione narrerà all'altra le tue opere; tutti proclameranno le tue forti imprese. Parlerò della magnificenza e della gloria della tua grandezza; proclamerò a tutti le tue stupende imprese; ed essi parleranno delle tue opere possenti e terribili, narreranno le tue grandi imprese. Diffonderanno il ricordo della tua immensa bontà e loderanno i tuoi giusti giudizi [144, 4-7].
E dopo tre versi: I tuoi santi ti benediranno; parleranno della gloria del tuo regno e proclameranno le tue forti imprese. Essi mostrano agli uomini la sua fortezza e la splendida gloria del suo regno [144, 10-12].
E dopo un po': Il Signore è vicino a quanti l'invocano, a quanti l'invocano con sincerità. Egli realizzerà quanto è nel cuore di chi lo teme: ascolterà il loro grido e li salverà. Il Signore protegge quanti lo amano, ma annienta tutti gli empi. Canti la mia bocca la lode del Signore, e ogni vivente benedica il suo nome santo in eterno e per sempre [144, 18-21].
104. [Ps 145]. Anima mia, loda il Signore! Loderò il Signore finché vivrò; per tutta la mia vita canterò al mio Dio. Non confidate nei potenti, nel figlio dell'uomo, nel quale non v'è salvezza [145, 2-3].
E dopo due versi: Beato l'uomo che ha come aiuto il Dio di Giacobbe, che ripone la speranza nel Signore suo Dio [145, 5].
105. [Ps 146]. Lodate il Signore perché è buono. [Risuoni] il cantico del nostro Dio perché è stupendo: bella la sua lode [146, 1].
E dopo sette versi: Il Signore accoglie i miti, umilia fino a terra gli empi. Cantate al Signore e celebratelo; cantate al nostro Dio [146, 6-7].
E dopo sette versi: Egli non si compiace del vigore del cavallo e nemmeno nel braccio dell'uomo. Ben accetti al Signore sono coloro che lo temono e confidano nella sua misericordia [146, 10-11].
106. [Ps 148]. I re della terra e tutti i popoli, i principi e tutti i giudici della terra, i giovani e le vergini, i vecchi insieme ai fanciulli lodino il nome del Signore [148, 11-12].
107. [Ps 149]. Cantate al Signore un canto nuovo: la sua lode nell'assemblea dei santi. Si rallegri Israele nel suo Creatore; i figli di Sion esultino nel loro Re [149, 1-2].
E dopo tre versi: In Gesù, Dio esalterà i mansueti. I santi esulteranno nella gloria, loderanno [Dio] nei loro giacigli: le lodi di Dio nella loro bocca [149, 5-6].
108. [Ps 150]. Lodate il Signore nel suo santuario; lodatelo per la straordinaria sua potenza. Lodatelo per la sua forza, lodatelo per le innumerevoli e splendide sue imprese [150, 1-2].
E alla fine del salmo: Ogni vivente dia lode al Signore [150, 6].
Ecco quanto abbiamo raccolto nel libro dei Salmi. In queste parole del libro sacro potranno specchiare la propria vita tutti coloro che desiderano progredire [nella virtù]. Quanto a noi, vogliamo soltanto avvertire il lettore affinché quel che abbiamo selezionato dal salterio, voglia leggerlo di seguito come se si trattasse di un unico salmo, omettendo quindi le parole aggiunte da me. Queste infatti vi sono state inserite per l'utilità di chi volesse controllare dove si trovi esattamente quanto da me trascritto, cioè in quale salmo o in quale punto del salmo. Chi pertanto ometterà queste mie annotazioni e con lettura continua seguirà le sole parole dei salmi, ricaverà dalla stessa parola di Dio maggiore dolcezza e conseguentemente anche maggiore profitto. Ora passiamo ai libri di Salomone per raccogliervi quanto ci sembrerà necessario al nostro libro. Esamineremo prima di tutto i Proverbi, un libro che, se ben compreso, ha quasi per intero un contenuto valido per la formazione morale e religiosa. Io tuttavia ne tralascerò i passi oscuri: ne approfittino pure e vi si esercitino i lettori appassionati dei libri spirituali; quanto a noi invece abbiamo deciso di trascrivere in quest'opera solo le cose facili a capirsi, tra quelle che hanno attinenza con la vita vissuta. In effetti però molti potranno avere l'impressione che siano state omesse norme quanto mai palesi, mentre altre sono incomprensibili e lo sono proprio per il fatto che le si dà per scontate. Quale frase, ad esempio, è più chiara di quella scritta in tal libro: Sta' lontano dall'acqua altrui e non bere alla fonte che non è tua (Prv 9, 18 (sec. LXX))? A prendere le parole in senso proprio esse sono un suggerimento banale. Così è dell'altra frase: La povertà umilia l'uomo, la mano dei forti lo arricchisce (Prv 10, 4). Se non vi si ricerca un senso più profondo, non giova in alcun modo a correggere i costumi. Infatti il non essere povero e l'essere forte di mani non è collegato con il volere dell'uomo perbene ma può capitare anche ai più scellerati; per cui il proverbio, inteso malamente, potrebbe stimolare i poveri dotati di forza ad arricchirsi mediante rapine, ritenute legittime. Ancora: chi non riderebbe se si dovesse intendere in senso proprio la frase di quel libro: È impossibile che nascano figli ai cattivi (Prv 24, 20)? Lasceremo dunque da parte massime di questo genere per indugiarci di più in quelle che contengono inviti o precetti espressi con chiarezza e senza oscurità. In questo Specchio infatti vogliamo segnalare di preferenza le cose dove possano specchiarsi coloro che si sono impegnati a condurre una vita buona ed encomiabile ma sono ancora alla ricerca di quel che occorre desiderare e praticare per realizzarla. Dal libro dei Proverbi di Salomone crediamo doversi trascrivere quanto segue.
109. [Prov 1]. Il timore del Signore è principio di saggezza. Gli stolti disprezzano la sapienza e la scienza. Ascolta, figlio mio, l'insegnamento di tuo padre e non allontanarti dalle norme ricevute da tua madre [1, 7-8].
E dopo quattordici versi, parlando degli omicidi: Essi, dice, tendono insidie al loro stesso sangue e macchinano inganni contro loro stessi. Parimenti le vie seguite dagli avari conducono alla rovina l'anima di chi possiede [ricchezze] [1, 18-19].
E dopo quattro versi: Fino a quando voi, bambocci, vorrete amare le infantilità? Fino a quando gli stolti brameranno quel che è ad essi nocivo e gli insipienti odieranno la saggezza? [1, 22].
E dopo undici versi: Allora mi invocheranno ma io non li ascolterò; si alzeranno di buon mattino ma non mi troveranno. Questo perché hanno odiato la morigeratezza e non hanno accolto il timore di Dio; non si sono piegati al mio consiglio e hanno rifiutato ogni mia riprensione. Mangeranno pertanto i frutti della loro condotta e si sazieranno dei progetti da loro formulati. Li ucciderà il loro sbandamento bambinesco e li farà perire la loro stolta prosperità. Chi invece mi ascolterà vivrà senza paura e godrà dell'abbondanza, senza temere alcun male [1, 28-33].
110. [Prov 2]. Dopo quattro versi: Se chiederai la sapienza e volgerai il cuore all'intelligenza; se la ricercherai come si fa per il denaro e scaverai come si usa per i tesori, comprenderai il timore del Signore e troverai la scienza di Dio, perché il Signore è largo nel concedere la sapienza e dalla sua bocca scaturiscono la scienza e l'intelligenza. Egli assisterà i giusti nella [via della] salvezza e proteggerà chi cammina con cuore semplice; egli fa camminare nelle vie della giustizia e protegge i santi nel loro cammino. Allora tu comprenderai la giustizia, il diritto, l'equità e ogni buon comportamento. Se la sapienza entrerà nel tuo cuore e la scienza sarà bene accetta alla tua anima, i suoi suggerimenti ti custodiranno e la saggezza ti conserverà [in vita]: sarai liberato dalle vie del male e dall'uomo che dice insensatezze. Costoro abbandonano la retta via e camminano per vie tenebrose, si rallegrano per le proprie malefatte e gioiscono di azioni pessime; le loro vie sono tortuose e innominabili i loro comportamenti. Sta' lontano dalla donna altrui e dall'adultera che ti rivolge parole lusinghiere, da quante abbandonano l'uomo della loro giovinezza e dimenticano l'alleanza del loro Dio [2, 3-18].
111. [Prov 3]. E dopo tredici versetti: Non ti abbandonino mai la misericordia e la verità. Lègale al tuo collo e scrivile nelle tavole del tuo cuore; così troverai grazia e un buon insegnamento dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini. Abbi fiducia nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti alla tua saggezza. Pensa al Signore in ogni tua azione ed egli dirigerà [a buon fine] i tuoi passi. Non essere sapiente dinanzi a te stesso; temi Dio e sta' lontano dal male [3, 3-7].
E dopo un verso: Onora il Signore con l'offerta dei tuoi prodotti e con le primizie di tutti i tuoi raccolti [3, 9].
E dopo due versi: Figlio mio, non ricusare la correzione del Signore, e non stancarti se egli ti tratta severamente. Il Signore usa severità con coloro che ama: agisce come un padre con il figlio che predilige. Beato l'uomo che scopre la sapienza e abbonda di saggezza. Il possesso di lei supera il valore dell'argento e i suoi frutti valgono più dell'oro. È più preziosa di tutti i beni, e tutte le cose appetibili non reggono al suo confronto [3, 11-15].
E dopo dieci versi: Figlio mio, non si allontanino dai tuoi occhi queste norme! Osserva la legge e [i miei] suggerimenti [3, 21].
E dopo nove versi: Non impedire, a chi ha disponibilità, di fare beneficenza; se puoi, fanne anche tu. Non dire al tuo amico: " Vattene ora, poi tornerai; domani ti darò [l'occorrente] ", mentre potresti darglielo subito. Non tramare insidie all'amico che ha fiducia in te. Non litigare con il prossimo senza motivi [3, 27-30].
E dopo sette versi: Egli si beffa dei beffardi, ma dà la grazia ai miti [3, 34].
112. [Prov 4]. Dopo quarantatrè versi: Con ogni cautela custodisci il tuo cuore, perché dal cuore dipende la vita. Allontana da te il parlare maligno, e non ti siano vicine le labbra da cui esce la detrazione. I tuoi occhi guardino alla giustizia e le tue palpebre ti precedano illuminando i tuoi sentieri. Raddrizza la via davanti ai tuoi piedi e tutte le tue vie siano ben sicure. Non deviare né a destra né a sinistra, e distogli dal male il tuo piede. Il Signore infatti approva le vie che vanno a destra; sono invece cattive le strade a sinistra. Il Signore fa diritti i tuoi sentieri e guida nella pace il tuo cammino [4, 23-27].
113. [Prov 5]. Figlio mio, presta attenzione alla mia sapienza e china l'orecchio per udire la mia saggezza: imparerai a sorvegliare i tuoi pensieri e le tue labbra custodiranno la disciplina. Un favo stillante sono le labbra della prostituta e il suo parlare più fluente dell'olio, ma in fondo ha l'amarezza dell'assenzio e ferisce come una spada a due tagli. I suoi piedi conducono alla morte, il suo andare sprofonda negli inferi [5, 1-5].
114. [Prov 6]. Dopo novantasette versi: Il tuo cuore non brami la bellezza di lei, per non essere accalappiato dal suo ammiccare. Il prezzo di una prostituta è sì e no quello d'un pane; la donna che ha marito accalappia un'anima preziosa. Può forse un uomo celarsi in seno il fuoco e impedire che le sue vesti brucino? Può forse camminare sui carboni [ardenti] e le piante dei suoi piedi non verranno bruciate? Così accade a colui che sta con la moglie del suo prossimo: chiunque la tocca rimane immondo. Non commette un gran peccato colui che ruba per saziare la sua fame; tuttavia, se scoperto, restituirà sette volte tanto, anzi dovrà consegnare tutte le sostanze della sua casa. Chi commette adulterio rende vuoto il cuore e rovina la sua anima [6, 25-32].
115. [Prov 7]. Dopo quattro versi: Figlio mio, serba in cuore le mie parole e nascondi presso di te i miei precetti. Osserva i miei comandamenti, e così vivrai; la mia legge sia per te come la pupilla dell'occhio [7, 1-2].
116. [Prov 8]. Dopo cinquantasette versi: Voi, piccoli, apprendete la sveltezza e voi, sempliciotti, ponete attenzione [8, 5].
E dopo due versi: Il mio palato rumina la verità e le mie labbra detestano l'empio [8, 7].
E dopo tre versi: Accogliete la mia disciplina e non siate avidi di denaro; amate i miei insegnamenti più dell'oro. La sapienza infatti supera in pregio anche le cose più preziose: tutto quello che si può desiderare non regge al suo confronto [8, 10-11].
E dopo due versi: Il timore del Signore avversa il male, detesta l'arroganza, la superbia, le vie tortuose e la lingua ingannatrice [8, 13].
E dopo sei versi: Io amo chi mi ama; mi trovano quelli che al mattino si destano per cercarmi. Presso di me c'è ricchezza e gloria, beni prestigiosi e giustizia. Il mio frutto vale più dell'oro e delle pietre preziose, i miei prodotti più dell'argento lavorato. Io cammino nelle vie della giustizia e nei sentieri del [retto] giudizio; io desidero arricchire coloro che mi amano e riempire i loro forzieri [8, 17-24].
E dopo ventitré versi: Beato l'uomo che mi ascolta e ogni giorno veglia alle mie porte fissando lo sguardo agli stipiti del mio uscio. Chi mi trova trova la vita e ottiene la salvezza dal Signore; chi invece pecca contro di me danneggia la propria anima. Quanti mi odiano amano la morte [8, 34-36].
117. [Prov 9]. Dopo nove versi: Finitela con le puerilità; camminate per la via della saggezza e vivrete. Chi si mette ad istruire il beffardo danneggia se stesso e chi rimprovera l'empio si contamina. Non rimproverare il beffardo poiché ti prenderebbe in odio; rimprovera il saggio ed egli te ne sarà riconoscente. Metti alla prova il sapiente e crescerà in sapienza; dà insegnamenti al giusto ed egli si affretterà ad accoglierli. Principio della sapienza è il timore del Signore; la prudenza è la scienza dei santi [9, 6-10].
118. [Prov 10]. Dopo diciotto versi: A nulla giovano i tesori [frutto] dell'iniquità; la giustizia libera dalla morte [10, 2].
Dopo quattro versi: Chi raccoglie al tempo della mietitura è un uomo sapiente; chi d'estate sonnecchia resterà confuso [10, 5].
E dopo quattro versi: L'uomo dal cuore sapiente accetta gli ordini, lo stolto si busca sferzate con il suo parlare. Chi cammina nella semplicità cammina sicuro; chi rende tortuose le sue vie sarà scoperto. Chi ammicca con gli occhi procura dispiacere; chi è stolto nel parlare riceverà percosse. Fonte di vita è la bocca del giusto: la bocca degli empi nasconde iniquità. L'odio suscita litigi, la carità copre tutti i peccati. Sulle labbra del sapiente troverai sapienza; per le spalle del senza cuore ci vuole il bastone. I saggi posseggono, nascosta, la sapienza; la bocca dello stolto è vicina alla confusione [10, 8-14].
E dopo quattro versi: La via della vita [è aperta] a chi osserva la disciplina; chi al contrario rifiuta le riprensioni va fuori strada. Le labbra menzognere celano odio; chi proferisce insulti è uno sciocco. Nel molto parlare non è assente il peccato; chi al contrario tiene a freno la lingua è persona molto assennata. Argento purificato è la lingua del giusto; il cuore degli empi è cosa senza valore. Le labbra del giusto istruiscono moltissima gente: gli inesperti [nella giustizia] moriranno con il vuoto nel cuore. La benedizione del Signore arricchisce, e chi è da lui arricchito non esperimenta dolore. Lo stolto commette scelleratezze come per gioco; la prudenza è fonte di saggezza per l'uomo. Quel che l'empio teme verrà su di lui; il desiderio dei giusti sarà soddisfatto [10, 17-24].
E dopo due versi: Come l'aceto ai denti e il fumo agli occhi, così il pigro per coloro che lo mandano. Il timore del Signore prolunga i giorni; gli anni degli empi saranno in diminuzione. L'attesa dei giusti reca letizia, la speranza degli empi svanisce nel nulla. Fortezza per l'uomo semplice è la via del Signore; il terrore accompagna chi opera il male. Il giusto non vacillerà in eterno; gli empi invece non troveranno dimora nella terra [promessa]. La bocca del giusto proferisce parole sagge; la lingua dei perversi andrà in rovina. Le labbra del giusto meditano cose accettabili, la bocca dell'empio cose nocive [10, 26-32].
119. [Prov 11]. Una bilancia falsa è abominio presso Dio; il peso giusto incontra il suo beneplacito. Dove c'è la superbia c'è anche l'ingiuria; dove c'è l'umiltà c'è anche la sapienza. La semplicità dei giusti li indirizza [nella via del bene], l'inganno rovina i perversi. La ricchezza non apporta vantaggi per il giorno dell'ira, la giustizia al contrario libera dalla morte. La giustizia dirige il semplice nella sua via, l'empio cade per la sua empietà. La giustizia libera i buoni; gli iniqui resteranno presi nelle insidie tramate. Quando muore l'empio, per lui non c'è alcuna speranza: periranno le attese dei turbolenti [11, 1-7].
E dopo cinque versi: Chi disprezza l'amico è un senza cuore; l'uomo prudente preferisce tacere. Chi cammina nella menzogna rivela i segreti, chi è fedele di animo li tiene nascosti. Se manca il condottiero, il popolo si smarrisce; se ci sono molti consiglieri, si salva. Chi si fa garante di uno sconosciuto dovrà sopportare malanni; chi al contrario evita i tranelli vivrà sereno [11, 12-15].
E dopo due versi: L'uomo misericordioso giova alla sua anima; chi è crudele allontana anche i vicini [11, 17].
E dopo tre versetti: Il cuore depravato è abominevole per il Signore; egli ama coloro che procedono con semplicità. Mano nella mano, non sarà innocente il malvagio; la progenie dei giusti invece si salverà [11, 20-21].
E dopo due versi: Desiderio dei giusti è ogni sorta di beni: aspirazione degli empi l'ira sfrenata. Alcuni distribuendo i propri averi arricchiscono: altri anche rubando i beni altrui restano sempre in miseria. L'anima che fa il bene prospererà e chi dà da bere avrà lui stesso da bere. Maledetto dalla gente chi nasconde il frumento, chi lo vende sarà benedetto. Chi cerca cose buone farà bene ad alzarsi presto al mattino; chi cerca cose cattive sarà da queste schiacciato. Chi ripone nelle ricchezze la sua speranza cadrà: i giusti al contrario saranno rigogliosi come foglie verdeggianti [11, 23-28].
E dopo quattro versi: Se qui in terra il giusto riceve [la sua ricompensa], quanto di più l'empio e il peccatore? [11, 31].
120. [Prov 12]. Chi ama la [severità della] disciplina ama il sapere; chi odia i rimproveri è uno stolto. Il buono ottiene grazia dal Signore; chi ripone fiducia nel proprio pensare agisce da empio. L'uomo non acquista vigore dall'empietà; la radice dei giusti non muta [12, 1-3].
E dopo alcuni versi: Le brame dell'empio dàn forza ai più spregiudicati, la radice dei giusti sarà rigogliosa. La rovina incombe sul malvagio a causa dei peccati della sua lingua, il giusto scamperà dall'angustia. Ognuno riceve il bene dai frutti della sua lingua; la retribuzione gli verrà secondo le opere delle sue mani. La via dello stolto appare diritta ai suoi occhi; chi è sapiente ascolta i consigli [12, 12-15].
E dopo quattro versi: C'è chi promette ma poi è trafitto dalla propria coscienza come da una spada; la lingua dei sapienti reca salute. Il labbro veritiero è stabile per sempre; al testimone improvvisato occorre una lingua bugiarda. L'inganno è nel cuore di chi pensa male, la gioia accompagna quanti coltivano progetti di pace. Qualunque cosa gli accada, il giusto non si rattrista; gli empi saranno pieni di male. Sono in abominio presso il Signore le labbra menzognere; chi agisce con lealtà è a lui gradito. L'uomo astuto nasconde la propria scienza; il cuore degli insensati genera stoltezza [12, 18-23].
E dopo due versi: L'uomo che ha preoccupazioni nel cuore si sente avvilito, si rallegra invece per una buona parola. Chi non calcola le perdite che subisce per amore del proprio amico, è un uomo giusto; la via degli empi finisce nella delusione. Il truffatore non otterrà guadagni; la stabilità dell'uomo vale quanto l'oro. E nella via della giustizia c'è la vita, la via tortuosa conduce alla morte [12, 25-38].
121. [Prov 13]. Il figlio saggio rispecchia l'insegnamento del padre, il beffardo non ascolta la riprensione. Dal frutto della sua bocca l'uomo si sazierà di beni; l'anima dei trasgressori è piena d'iniquità. Chi custodisce la sua bocca custodisce la sua anima; chi parla sconsideratamente esperimenterà disgrazie. Il pigro vuole e disvuole; l'anima delle persone solerti impingua. Il giusto aborrisce le parole di menzogna, l'empio crea confusione ma rimane confuso. La giustizia protegge l'innocente nella sua condotta, l'empietà rovina i peccatori. Qualcuno fa il ricco mentre non ha nulla, qualcuno fa il povero pur avendo molte ricchezze. Riscatto per la vita di un uomo sono le sue ricchezze; chi è povero non regge di fronte ai rimbrotti. La luce dei giusti reca letizia; la lucerna degli empi si spegnerà. Tra gente superba continui sono i litigi; chi agisce con riflessione è sotto la guida della sapienza. Le ricchezze improvvise diminuiscono presto; aumentano invece quelle che si accumulano poco alla volta lavorando con le proprie mani. Sperare in una cosa che venga rinviata affligge il cuore, albero di vita un desiderio realizzato. Chi sottrae qualcosa al prossimo si obbliga per il domani, chi teme la legge vivrà in pace. La legge è fonte di vita per il saggio: lo tiene lontano dai lacci della morte. Il buon insegnamento dona grazia; sul sentiero dei detrattori è aperta una voragine [13, 1-15].
E dopo alcuni versi: Chi risparmia il bastone al figlio lo odia; chi lo ama lo castiga con assiduità. Il giusto mangia e si sazia, il ventre degli empi non è mai sazio [13, 24-25].
122. [Prov 14]. Dopo due versi: Chi cammina per la retta via e teme Dio viene disprezzato da chi batte vie malfamate. Sulla bocca dello stolto germoglia la superbia: le labbra dei sapienti sono la loro custodia [14, 2-3].
E dopo due versi: Il testimone fedele non mentisce, il falso testimone proferisce menzogne. Il beffardo cerca la sapienza ma non la trova; per i sapienti è facile lasciarsi istruire. Opponiti allo stolto e sta' lontano dalle labbra del dissennato. La saggezza dell'uomo perspicace sta nel comprendere la propria via; l'insensatezza degli stolti porta fuori strada. Lo stolto scherza col peccato; tra i giusti regna la benevolenza. Il cuore conosce bene le proprie amarezze; alla sua gioia non partecipano gli estranei. La casa degli empi andrà in rovina, le tende dei giusti saranno nella prosperità. C'è una via che all'uomo si presenta come retta ma poi sfocia nella morte. Il riso si mescola con il dolore: alla fine della festa arriva il pianto [14, 5-13].
E dopo tre versi: Il sapiente è nel timore ed evita il male; lo stolto tira dritto e sta tranquillo. L'impaziente commette sciocchezze; l'uomo furbo si rende odioso [14, 16-17].
E dopo quattro versi: Chi disprezza il prossimo è reo di colpa; chi ha compassione del povero sarà felice. Sbagliano coloro che operano il male; la misericordia e la verità procureranno beni. Nel molto lavoro c'è l'abbondanza, ma dove abbondano le chiacchiere spesso c'è la miseria [14, 21-23].
E dopo quattro versi: Il timore del Signore è la fiducia dell'uomo forte; per i figli di lui c'è la speranza. Il timore del Signore è fonte di vita; esso allontana dalla morte incombente [14, 26-27].
E dopo due versi: L'uomo paziente è guidato da grande prudenza, l'impaziente mette in mostra la sua stoltezza. Vita del corpo è un cuore sano; l'odio fa imputridire le ossa. Chi sparla del misero offende colui che l'ha creato; onora invece Dio chi ha compassione del povero [14, 29-31].
123. [Prov 15]. Dopo sette versi: Una risposta gentile placa l'ira, il parlare scortese provoca la rabbia. La lingua dei saggi rende aggraziato il sapere, la bocca degli stolti spumeggia di stupidità [15, 1-2].
E dopo diciassette versi: L'uomo pestifero non guarda di buon occhio colui che lo rimprovera, né cammina insieme ai sapienti [15, 12].
E dopo cinque versi: È meglio il poco accompagnato dal timore del Signore che grandi tesori per chi non si sazia di possedere. È meglio essere invitato a mangiare legumi serviti con amore che non a mangiare carne di vitello servita con odio. L'uomo collerico provoca risse; il paziente placa gli animi irritati. La via del pigro è come una siepe di spine, la via dei giusti non ha sassi d'inciampo. Il figlio saggio rallegra il padre: l'uomo stolto disprezza sua madre [15, 16-20].
E dopo due versi: Dove manca il consiglio i progetti vanno in fumo; quando invece molti sono i consiglieri, sicura ne è la riuscita. L'uomo si rallegra per le risposte della sua bocca; un intervento fatto a proposito è cosa ottima. La via della vita è aperta all'uomo intelligente: così egli evita l'abisso dell'inferno [15, 22-24].
E dopo quattro versi: Chi dà ascolto all'avarizia porta in casa lo scompiglio, chi odia regali [disonesti] possederà la vita. La mente del giusto è prona all'obbedienza; la bocca degli empi è colma di mali. Il Signore è lontano dagli empi; egli esaudisce le preghiere dei giusti. La luce degli occhi rallegra il cuore; la buona fama impingua le ossa. L'orecchio che presta ascolto alle riprensioni salutari avrà dimora in mezzo ai saggi. Chi rigetta la severità della disciplina danneggia la propria anima, chi accetta i rimproveri acquista padronanza sul suo cuore. Il timore del Signore è scuola di sapienza; l'umiltà precede la gloria [15, 27-33].
124. [Prov 16]. Compito dell'uomo è disporre l'animo, dono di Dio è controllare la lingua. Agli occhi del Signore sono note tutte le vie dell'uomo; egli valuta [tutti] gli spiriti. Manifesta al Signore le tue opere: così i tuoi progetti andranno a buon fine. Il Signore ha compiuto tutte le opere in ordine a se stesso: l'empio l'ha fatto per la sventura. È un'abominazione al Signore l'uomo altero: quand'anche se ne stia con le mani in mano non sarà esente da colpa. Con la misericordia e la fedeltà si espia la colpa, con il timore del Signore si evita il male. Se la condotta di un uomo piace al Signore, costui saprà indurre alla pace anche i suoi nemici. È meglio il poco insieme con la giustizia che molti proventi uniti all'iniquità. Il cuore dell'uomo prepara le sue vie ma chi dirige i suoi passi è il Signore. L'oracolo è sulla bocca del re: nel giudizio non erra la sua bocca. Pesi e bilance giuste sono giudizio del Signore; sua opera sono tutte le pietre usate per pesare. Chi si comporta male è abominevole agli occhi del re; con la giustizia si consolida il trono. Incontrano il beneplacito del re le labbra giuste: chi dice cose sagge cammina sulla retta via. L'ira del re è annunziatrice di morte: l'uomo sapiente la placa. Nel volto sorridente del re c'è la vita: la sua clemenza è come pioggia vespertina. Acquista la sapienza: essa vale più dell'oro; fa' provvista di saggezza: essa è più preziosa dell'argento. Il sentiero dei giusti è lontano dal male; chi veglia sulla propria anima non abbandona la retta via. La superbia precede la rovina; lo spirito che s'innalza precipita rovinosamente. È meglio essere insieme ai mansueti che spartire la preda in compagnia dei superbi. Chi è misurato nel parlare si procura molti beni; chi spera nel Signore è beato. Chi ha saggio il cuore merita il nome di sapiente; chi è dolce nel parlare otterrà maggiori successi [16, 1-21].
E dopo diciassette versi: L'uomo paziente è da più dell'uomo forte; e chi sa dominare se stesso vale più di chi conquista le città. Nel seno [del giudice] si gettano le sorti, ma chi le modera è il Signore [16, 32-33].
125. [Prov 17]. Un tozzo di pane secco mangiato nella gioia val più di una casa piena di carni ma turbata da risse. Un servo avveduto dominerà sui figli scapestrati e diverrà erede insieme ai fratelli. Col fuoco si prova l'argento, e l'oro nella fornace; allo stesso modo il Signore saggia i cuori. Il malvagio dà retta alle malelingue, il truffatore ascolta le labbra menzognere. Chi disprezza il povero ne offende il Creatore: non resterà impunito colui che gode dell'altrui sventura. Corona degli anziani, i figli dei figli; gloria dei figli, i loro padri. Non si adatta alla bocca dello stolto il parlare assennato; né sta bene al sovrano proferire menzogne. Perla quanto mai desiderabile è l'attesa di chi si aspetta [un dono]: da qualsiasi parte egli si volga comprenderà e crescerà in saggezza. Chi non divulga il delitto s'acquista amicizie, chi riferisce i discorsi altrui separa i compagni. Giova di più una sola riprensione fatta al saggio che cento bastonate sulla schiena dello stolto. Il malvagio cerca continui litigi: un angelo senza pietà sarà inviato a castigarlo. È meglio incontrarsi con un'orsa a cui siano stati rapiti i figli che con uno stolto che vada fiero della sua insensatezza. Se uno rende male per bene, la sciagura non si allontanerà dalla sua casa. Chi provoca liti è come chi dà la stura all'acqua: già prima che si arrivi all'ingiuria la giustizia ti abbandona. C'è chi giustifica l'empio e chi condanna il giusto: l'uno e l'altro sono abominevoli dinanzi al Signore [17, 1-15].
E dopo sedici versi: L'empio prende mance dall'altrui tasca per pronunciare giudizi perversi. Sul volto del saggio riluce la sapienza; gli occhi degli stolti guardano in capo al mondo [17, 23-24].
E dopo tre versi: Chi controlla le sue parole è un uomo intelligente e saggio; ricco di spirito buono è colui che si lascia istruire [17, 27].
126. [Prov 18]. Dopo due versi: Cerca pretesti chi vuole abbandonare l'amico: costui merita rimproveri a non finire [18, 1].
E dopo sei versi: Non è bene aver preferenze per l'empio deviando dal giusto giudizio [18, 5].
E dopo sei versi: Chi è molle e svogliato nel lavoro è fratello di colui che butta all'aria le sue fatiche. Il nome del Signore è una torre munitissima: ad essa corre il giusto e viene esaltato [18, 9-10].
E dopo due versi: Prima d'essere schiacciato, il cuore dell'uomo si innalza; prima d'essere glorificato deve umiliarsi [18, 12].
E dopo sette versi: Il giusto è il primo ad accusare se stesso; viene poi l'amico e lo scruta più a fondo. La sorte risolve i contrasti e decide anche fra i potenti. Se il fratello aiuta il fratello si ha come una città fortificata; i giudizi giusti sono le colonne della città [18, 17-19].
E così dopo due versi: La morte e la vita sono in potere della lingua: quanti si affezionano ad essa ne mangeranno i frutti. Chi trova una buona moglie trova un tesoro: egli otterrà gioia dal Signore. Il povero parla implorando, il ricco sentenzia con asprezza. L'uomo affabile e socievole ti diventa amico più di un fratello [18, 21-24].
127. [Prov 19]. Il povero che agisce con semplicità è migliore del ricco che torce le labbra tortuose ed è sciocco. Dove manca la saggezza dello spirito non c'è il bene; chi cammina troppo svelto inciampa. La stoltezza dell'uomo porta fuori strada i suoi passi: egli si adira in cuor suo contro Dio. La ricchezza moltiplica gli amici; dal povero si allontanano anche gli amici di un tempo. Il falso testimone non resterà impunito; chi dice menzogne non sfuggirà [alla punizione]. Molti onorano la persona potente e molti sono gli amici di chi elargisce regali. Quando uno diventa povero anche i fratelli lo odiano e gli stessi amici lo abbandonano. Chi va a caccia solo di parole non realizza nulla; chi possiede intelligenza ama se stesso [19, 1-8].
E dopo nove versi: L'indolenza fa venire il sonno e l'uomo trascurato finirà col soffrire la fame. Chi osserva la legge mette al sicuro la sua anima; chi non bada alla sua condotta va incontro alla morte. Chi soccorre il povero fa un prestito al Signore, che gli renderà il contraccambio. Correggi il tuo figlio e non perdere la speranza [di emendarlo] [19, 15-18].
E dopo sei versi: Chi è nel bisogno facilmente compatisce; l'uomo povero è superiore al bugiardo. Il timore del Signore conduce alla vita; chi ne ha la pienezza dimorerà al sicuro dalle incursioni del malvagio [19, 22-23].
E dopo due versi: Vedendo sferzato l'uomo pestilenziale, lo stolto diventa più saggio; se correggi il sapiente, egli comprenderà la lezione. Chi affligge il padre e si stacca dalla madre è ignobile ed infelice. Non cessare, figlio, di ascoltare gli insegnamenti e non ti restino sconosciuti i discorsi dei saggi. Il testimone iniquo si fa beffe della giustizia, e la bocca degli empi ingoia avidamente l'iniquità. Per i beffardi è pronto il giudizio; per le spalle degli insensati i colpi di bastone [19, 25-29].
128. [Prov 20]. Il vino produce lussuria, l'ubriachezza tumulti: chi cerca il piacere in tali cose non è sapiente [20, 1].
E dopo alcuni versi: Due pesi e due misure: cose abominevoli per il Signore. Il [buon] ragazzo lo si conosce dalle sue aspirazioni, se cioè le sue opere sono buone e giuste [20, 10-11].
E dopo due versi: Non amare il sonno se non vuoi cadere in miseria; apri per tempo gli occhi e avrai pane in abbondanza [20, 13].
E dopo diciassette versi: È in abominazione al Signore il doppio peso; la bilancia falsa non è cosa buona [20, 23].
129. [Prov 21]. Dopo venticinque versi: Chi si tura gli orecchi al lamento del povero, griderà lui stesso e non sarà esaudito. Un regalo fatto in segreto placherà l'ira, un dono sotto il mantello anche la rabbia più forte. È un piacere per il giusto praticare la giustizia; l'agitazione accompagna chi commette l'iniquità. L'uomo che devia dal sentiero della sapienza è da ritenersi caduto nel regno dei morti [21, 13-16].
E dopo nove versetti: Chi tiene a freno le labbra e la lingua, libera dalle angustie la propria anima. Il superbo e l'arrogante meritano il nome di insipienti se nell'ira compiono atti di orgoglio. I desideri uccidono il pigro; le sue mani infatti non vogliono mai mettersi all'opera. [L'empio] tutto il giorno brama e desidera, il giusto invece dà senza cessare. I sacrifici degli empi sono un abominio perché offerti mediante il delitto. Perirà il teste mendace, l'uomo che benedice canterà vittoria [21, 23-28].
130. [Prov 22]. Dopo cinque versi: Una buona riputazione vale più di molte ricchezze [22, 1].
E dopo quindici versi: Chi è incline alla misericordia è benedetto; egli dà al povero il suo proprio pane. Caccia via il mettimale e con lui usciranno anche le liti, cesseranno le contese e le ingiurie [22, 9-10].
E dopo quattro versi: Dice il pigro: Fuori c'è un leone; sarò ucciso in mezzo alla piazza [22, 13].
E dopo tre versi: Chi opprime il povero per accrescere le sue ricchezze finirà col consegnarle a uno più ricco di sé e cadrà in miseria [22, 16].
E dopo otto versi: Non usare violenza contro il povero perché è povero; non metterti sotto i piedi il misero che sta alla porta: il Signore difenderà i suoi diritti e trafiggerà coloro che lo hanno trafitto. Non essere amico dell'uomo iracondo e non accompagnarti con l'uomo collerico, se non vuoi imparare i suoi comportamenti e riceverne scandalo. Non metterti insieme a coloro che porgono la mano e si fanno garanti per i debiti altrui [22, 22-26].
131. [Prov 23]. Dopo un poco: Non risparmiare al giovane la severità della disciplina: se lo prendi a bastonate non ne morrà, anzi è usando la verga che libererai la sua anima dall'inferno [23, 13-14].
E dopo otto versi: Non andare a pranzo con i beoni né partecipare ai bagordi di quanti ammucchiano carni per banchettare [23, 20].
E dopo venti versi: Non guardare al vino biancheggiante né al suo colore quando luccica nel bicchiere: entra dolcemente, poi finisce col mordere come una serpe, e come una vipera sparge veleno [23, 31-32].
132. [Prov 24]. Dopo sette versi dice: Non imitare i cattivi e non desiderare la loro compagnia, poiché il loro cuore trama rapine e le loro labbra proferiscono menzogne [24, 1].
Dopo sedici versi: Salva quelli che sono condotti al supplizio e non stancarti di liberare i condannati a morte. Se dirai di non aver abbastanza forze, colui che scruta il cuore ti conosce bene e nulla sfugge al tuo Salvatore: egli ripaga l'uomo secondo le sue opere [24, 11-12].
E dopo nove versetti: Quando il tuo nemico cade, non rallegrarti, né goda il tuo cuore per la sua disgrazia. Ciò vedrebbe il Signore e gli dispiacerebbe e distoglierebbe da lui la sua ira. Non litigare con gli uomini spregiudicati e non invidiare gli empi [24, 17-19].
E dopo due versetti: Figlio mio, temi il Signore e il re, e non mescolarti con i calunniatori perché improvvisa giunge la loro rovina, e chi conosce la sciagura che è riservata ad essi? Anche queste sono parole dei sapienti: " Non è bene usare riguardi personali quando si siede in giudizio ". Se uno dice all'empio: " Tu sei giusto ", i popoli malediranno questo tale e le tribù lo avranno in odio. Coloro che riprendono [il cattivo] saranno elogiati: su di loro scenderà la benedizione. Ti dà baci sulle labbra colui che ha risposto con parole giuste [24, 21-26].
E dopo due versi: Non essere testimone inutile contro il tuo prossimo e non lusingare nessuno con le tue labbra. Non dire: Come egli ha trattato me così io tratterò lui, e renderò a ciascuno quel che si merita. Ho attraversato il campo del pigro e la vigna dello stolto: tutto era pieno di ortiche, le spine avevano coperto il terreno e le mura di cinta erano crollate. Vedendo queste cose, me le impressi nella mente e da tali esempi appresi la saggezza [24, 28-32].
133. [Prov 25]. Dopo venti versi: Ciò che i tuoi occhi hanno visto non affrettarti a palesarlo nei tuoi litigi, perché non ti sia impedito di rettificare le parole con cui hai denigrato il tuo amico. Discuti i tuoi problemi con il tuo amico e non rivelare all'estraneo i tuoi segreti, perché dopo averti ascoltato non abbia a svergognarti e la sua derisione non conosca fine. Frutti d'oro su piatti d'argento sono coloro che parlano a tempo giusto. Orecchino d'oro e perla splendente è colui che richiama al dovere l'uomo saggio e docile nell'ascoltare [25, 8-12].
E dopo diciassette versi: Come aceto sul salnitro è colui che canta canzoni gioiose a un cuore amareggiato. E se il tuo nemico ha fame, dàgli da mangiare; se ha sete dàgli da bere: in tal modo ammasserai carboni accesi sul suo capo e il Signore ti ricompenserà [25, 20-22].
E dopo dieci versi: Come una città aperta e senza mura di cinta è l'uomo che nel parlare non sa porre un freno ai suoi [bollenti] spiriti [25, 28].
134. [Prov 26]. Dopo due versi: Come un uccello migratore, come un passero che vola dove gli aggrada, così una maledizione proferita senza motivo non si sa chi vada a colpire. Per il cavallo la frusta, per l'asino il morso, il bastone per le spalle degli stolti. Non rispondere allo stolto come meriterebbe la sua stoltezza, per non diventare simile a lui. Rispondi allo stolto come richiede la sua stoltezza affinché non si ritenga sapiente [26, 2-5].
E dopo dieci versi: Come il cane che torna al suo vomito così lo sciocco che ripete le sue stupidità. Hai visto un uomo che dentro di sé si ritiene sapiente? Lo stolto ha più speranza che non lui. Il pigro dice: Lungo la strada c'è un leone, e una leonessa sul sentiero. Come gira la porta sui cardini così il pigro nel suo letto. Il pigro nasconde le mani sotto le ascelle e fa fatica anche a portarle alla bocca. Il pigro si ritiene più saggio di sette persone che esprimano il loro parere. Come chi prende il cane per le orecchie, così chi, privo di pazienza, arriva e si immischia negli alterchi altrui. Come reca danni colui che scaglia lance e frecce mortali, così l'uomo che con inganni danneggia il proprio amico e, se lo si coglie in fallo, risponde: " L'ho fatto per scherzo ". Finita la legna, il fuoco si spegne; allontanato il maldicente, cessano le contese. Come il carbone per la brace e la legna per il fuoco, così l'uomo irascibile per suscitare le risse. Le parole del maldicente sembrano innocue, scendono invece nelle viscere più profonde [26, 11-22].
E dopo tre versi: Il nemico che nel cuore macchina tranelli lo si scopre dalle sue labbra. Quando la sua voce è carezzevole non prestargli fede, poiché nel suo cuore vi sono sette malvagità. Se uno nasconde l'odio ricorrendo alla finzione, la sua malizia si paleserà nell'assemblea. Chi scava una fossa vi precipita dentro; chi rotola un masso questo piomberà su di lui. La lingua bugiarda non ama la verità, la bocca adulatrice causa rovine [26, 24-28].
135. [Prov 27]. Non vantarti del domani; non sai infatti ciò che il domani ti riserba. Ti lodi il forestiero e non la tua stessa bocca, l'estraneo e non le tue labbra [27, 1-2].
E dopo quattro versi: È meglio un richiamo a viso aperto che un amore nascosto. Le ferite fatte da chi ti ama sono da preferirsi ai baci ingannatori di chi ti odia [27, 5-6].
E dopo tre versi: Non abbandonare il tuo amico né l'amico di tuo padre [27, 10].
E dopo alcuni versi: Gli inferi e il regno dei morti non si riempiono mai; allo stesso modo sono insaziabili gli occhi dell'uomo. Come l'argento si prova nel crogiolo e l'oro nella fornace, così l'uomo si prova dalle parole di chi lo loda. Anche se pestassi lo stolto nel mortaio come quando con un pestello schiacci dall'alto un mucchio di orzo, la sua stoltezza non lo abbandonerebbe [27, 20-22].
136. [Prov 28]. Dopo alcuni versi: Un povero che opprime i poveri è simile a un acquazzone che arreca la fame. Chi abbandona la pratica della legge esalta l'empio; chi l'osserva si infiamma d'ira contro di lui. I cattivi non pensano al giudizio; quanti cercano il Signore valuteranno ogni cosa. Il povero che conduce una vita retta è preferibile al ricco che cammina per le vie tortuose [28, 3-6].
E dopo due versi: Chi accumula ricchezze con l'usura e interessi esagerati le accumula per colui che è generoso con i poveri. Se uno distoglie l'orecchio per non udire la legge, la sua preghiera diventa un'abominazione. Chi con inganno trascina i giusti per una strada cattiva, quando muore piomberà [nell'inferno] e gli onesti possederanno i suoi beni [28, 8-10].
E dopo quattro versi: Chi nasconde i propri misfatti non avrà successo; chi invece li confessa e se ne allontana troverà misericordia. Beato l'uomo che è sempre timoroso; chi invece è duro di cuore cadrà nella sventura [28, 13-14].
Dopo altri dodici versetti: L'uomo fedele merita molte lodi; chi al contrario arricchisce celermente non va esente da colpa. Chi nel giudizio bada all'aspetto delle persone non agisce bene: anche per un tozzo di pane è disposto a tradire la verità. Chi ha fretta d'arricchire e invidia gli altri non pensa che lo sovrasta la miseria. Chi ammonisce il prossimo, in seguito troverà grazia presso di lui, a differenza di colui che lo inganna con parole lusinghiere. Chi sottrae qualcosa a suo padre o a sua madre, dicendo che ciò non è peccato, si comporta come un assassino. Chi si vanta per desiderio di grandeggiare suscita contese; chi spera nel Signore otterrà la salvezza. Chi confida nel [le risorse del] suo cuore è uno stolto; chi cammina con sapienza si salverà. Chi dona al povero non cadrà in miseria; chi non si cura del povero che lo supplica esperimenterà l'indigenza [28, 20-27].
137. [Prov 29]. Dopo dieci versi: Chi parla con il suo amico usando discorsi melliflui ma falsi, stende una rete là dov'egli cammina [29, 5].
E dopo venticinque versi: Il servo non si può correggere usando [solo] parole perché, anche se comprende quanto gli dici, non si cura di rispondere. Hai visto un uomo discorrere in fretta? In lui c'è da attendersi più la stoltezza che non la correzione [29, 19-20].
E dopo quattro versi: L'umiliazione tiene dietro al superbo; la gloria attende chi è umile di spirito. Chi possiede buoi insieme con il ladro odia la sua anima: ascolta l'imprecazione e non ne fa parola. Chi teme [soltanto] l'uomo va presto in rovina; chi spera nel Signore sarà glorificato. Molti cercano il favore del principe, ma il giudizio su ogni persona è pronunziato dal Signore. I giusti abominano l'uomo empio, gli empi detestano quanti camminano per la via retta [29, 23-27].
138. [Prov 30]. Dopo quattordici versi: Due cose ti ho chiesto, non negarmele prima che muoia: Allontana da me la vuotaggine e il parlare menzognero; non darmi estrema povertà né troppe ricchezze; dammi solo quanto è necessario per vivere. In tal modo non succederà che, sazio di beni, sia portato a rinnegarti e a dire: " Chi è il Signore? ". Non succederà nemmeno che, spinto dalla miseria, mi metta a rubare e ad ingiuriare il nome del mio Dio. Non calunniare il servo dinanzi al suo padrone perché non abbia a maledirti e tu vada in rovina [30, 7-10].
139. [Prov 31]. Dopo un po': Apri la bocca e giudica con equità: rendi giustizia al misero e al povero [31, 9].
Basta così per quanto riguarda il libro dei Proverbi. Ora ci volgeremo all'altro libro di Salomone chiamato Ecclesiaste mettendone in risalto, come fatto sinora, le cose che troveremo conformi all'intento di quest'opera.
140. [Eccle 2]. Trascrivete poche frasi. Ho visto che la sapienza è superiore alla stoltezza quanto la luce alle tenebre. Il sapiente ha gli occhi in fronte, lo stolto cammina nelle tenebre [2, 13-14].
141. [Eccle 4]. Dopo un po': Misura i tuoi passi quando entri nella casa di Dio. L'obbedienza val molto di più delle vittime offerte dagli stolti, i quali non conoscono neppure il male che fanno [4, 17].
142. [Eccle 5]. Non parlare mai a vanvera, e il tuo cuore non sia precipitoso quando parli con Dio. Dio infatti è in cielo, mentre tu sei su questa terra: pertanto sii misurato nel parlare. Al seguito dei sogni vengono molti affanni; nel molto parlare non manca la stoltezza. Se hai promesso qualcosa a Dio con un voto, non tardare ad adempierlo: a lui infatti dispiace la promessa bugiarda e stolta. Ciò che hai promesso con voto adempilo: è molto meglio infatti non far voti che, fatto il voto, non adempiere le promesse. Non permettere alla tua bocca di far peccare il tuo corpo e non dire alla presenza dell'angelo che non esiste Provvidenza. Dio, adirato per le tue parole, potrebbe rendere vano tutto ciò che hai realizzato con le tue mani. Dove ci sono molti sogni ci sono anche molte sciocchezze e le chiacchiere non finiscono mai: tu temi il Signore [5, 1-6].
E dopo sei versi: L'avaro non è mai sazio di far quattrini; chi attacca il cuore alle ricchezze non ne percepirà i frutti [5, 9].
143. [Eccle 7]. Dopo un po': È meglio andare in una casa dove c'è pianto che in una casa dove si banchetta. In quella infatti viene richiamata alla mente la fine di tutti gli uomini e il vivente pensa al suo futuro. L'ira è preferibile al riso perché ad opera di un volto corrucciato si corregge l'animo del colpevole. Il cuore dei sapienti è dove regna la tristezza, il cuore degli stolti dove regna la giocondità. È meglio essere ripreso dal sapiente che essere ingannato dall'adulazione degli stolti: il riso dello stolto è come il crepitio di spine che ardono sotto la pentola [7, 3-7].
E dopo quattro versi: L'uomo paziente è migliore dell'uomo arrogante. Non essere facile ad arrabbiarti perché l'ira alberga nel cuore dello stolto. Non dire: " Come mai i tempi antichi erano migliori del tempo presente? ". Una simile domanda è stupida [7, 9-11].
E dopo tre versetti: L'intelligenza e la saggezza in più hanno questo: dànno la vita a chi le possiede [7, 13].
144. [Eccle 8]. Un poco appresso: Io osservo il volto del re e i precetti dell'alleanza giurata da Dio. Non allontanarti con disinvoltura dalla sua presenza e non persistere nelle cattive azioni [8, 2-3].
Un po' più tardi dice: Dal fatto che il peccatore, sebbene ricada cento volte nel male, viene pazientemente sopportato [da Dio], ho concluso che una buona ricompensa toccherà a chi è timorato di Dio e prova rispetto dinanzi al suo volto. Per l'empio non ci sarà buona fortuna né si protrarranno i suoi giorni. E chi non teme il volto di Dio svanirà come ombra [8, 12-13].
145. [Eccle 9]. Dopo un po': Io asserisco: la sapienza val più della forza [9, 16].
E dopo quattro versetti: La sapienza è superiore a un equipaggiamento militare; chi commette un solo peccato si priva di molti beni [9, 18].
146. [Eccle 10]. Dopo due versi: La sapienza e la gloria, anche piccola, sono più preziose della stoltezza, che è di breve durata [10, 1].
E dopo tredici versi: Chi scava una fossa vi cade dentro e chi abbatte una siepe sarà morso dalle vipere. Chi trasporta le pietre, dalle pietre sarà colpito e chi spacca la legna sarà ferito dalla legna. Se la spada si ottunde, se cioè non è più [tagliente] come prima ma è smussata, occorre molto lavoro per affilarla: la sapienza tiene dietro all'abilità. Il serpente morde nel silenzio: non gli è inferiore colui che calunnia dietro le spalle. Le parole del sapiente sono grazia; le labbra dello stolto lo manderanno in rovina [10, 10-12].
147. [Eccle 11]. Un po' dopo: Rallégrati, giovane, nella tua verde età e sia felice il tuo cuore nei giorni della tua giovinezza. Cammina pure seguendo le vie del tuo cuore e secondo il desiderio dei tuoi occhi; sappi però che di tutto questo Dio ti giudicherà. Scaccia l'ira dal tuo cuore, allontana i disordini dal tuo corpo. L'adolescenza infatti, come anche il piacere, sono cose che svaniscono [11, 9-10].
148. [Eccle 12]. Nei giorni della tua giovinezza ricordati del tuo Creatore [12, 1].
E dopo trentatré versi: Temi Dio e osserva i suoi comandamenti [12, 13].
Dei libri di Salomone resta da trattare quello che s'intitola: Il Cantico dei cantici. Ma del contenuto di questo libro che cosa possiamo qui riportare? Tutto intero infatti esso inculca, con linguaggio figurato che raggiunge altezze profetiche, i santi amori tra Cristo e la Chiesa. Sebbene ci troviamo di fronte a un libro difficilissimo a comprendersi, tuttavia dalla sua lettura possiamo con facilità dedurre quanto dobbiamo stimare e desiderare la carità, virtù divina e in noi divinamente infusa. È questa una cosa che nel libro non si afferma una volta sola, ma si ripete due o anche tre volte nell'uno o nell'altro capitolo.
Vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, per le capre e i cervi dei campi a non destare né scuotere dal sonno l'amata finché lei non vorrà (Ct 2, 7; 3, 5). Vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, per le energie della terra e le risorse del suolo a non svegliare l'amore finché non lo voglia (Ct 8, 4).
Con queste parole la Chiesa, nella quale siamo anche noi, esorta le sue figlie, cioè se stessa, costituita da moltissime anime. È lei il campo fertilissimo di Dio, le cui risorse e capacità sono immense: le hanno raggiunte i santi martiri sospinti dall'amore per Cristo. Egli infatti propone alla sua sposa diletta, pellegrina in questo mondo, di tenere alta la [fiamma della] carità. Ma fin dove se non fino al punto che egli delineò a parole e incoraggiò con l'esempio quando disse: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (Gv 15, 13)? Egli compì quanto aveva affermato; ma perché non si pensi che queste parole riguardino lui solo, dice Giovanni nella sua lettera: Come Cristo diede la vita per noi, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli (1 Gv 3, 16). Questo significa: Fin quando voglia.
149. [Cant 2]. Si legge nel medesimo Cantico: Stabilite in me la carità [2, 4].
150. [Cant 6]. È sempre Cristo colui che dice in quel libro: Bella sei tu, o mia amica, graziosa e adorna come Gerusalemme [6, 3].
151. [Cant 7]. E altrove: Quanto sei bella e leggiadra nelle tue delizie, o mia carissima [7, 6].
152. [Cant 8]. E in un altro testo: Ponimi come un sigillo sopra il tuo cuore, come un sigillo sopra il tuo braccio, perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi la gelosia [8, 6].
E dopo un verso: Le molte acque non possono spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo. Se l'uomo desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell'amore, lo disprezzerebbero come cosa di nessun valore [8, 7].
153. [Iob 24]. Coloro che lo conoscono ne ignorano i giorni. Ci sono di quelli che spostano i termini di confine e rubano le greggi, appropriandosene ingiustamente. Portano via l'asino agli orfani e prendono in pegno il bue della vedova [24, 1-3].
E dopo cinque versi: Mietono nel campo altrui e vendemmiano nella vigna di colui che hanno oppresso con violenza. Lasciano nudi gli uomini spogliandoli delle vesti, sebbene non abbiano altro riparo contro il freddo [24, 6-7].
E dopo tre versi: Agiscono con violenza nel depredare l'orfano e spogliano la gente povera. Sottraggono le spighe a chi è nudo, privo di vesti e affamato [24, 9-10].
E dopo due versi: Fanno gemere la gente della città. L'anima dei feriti grida e Dio non tollera che il colpevole rimanga impunito. Essi si ribellano contro la luce: non ne conoscono le vie né percorrono i suoi sentieri [24, 12-13].
E dopo ventun versi: Lo si spezzi come un ramo privo di frutti. Egli atterrisce la sterile e la priva di figli, né si comporta bene con la vedova. Con la sua forza abbatte il forte [24, 20-22].
154. [Iob 29]. E dopo un po': L'orecchio che mi udiva mi diceva beato e l'occhio che mi vedeva attestava che io ero solito liberare il povero, quando gridava verso di me, e l'orfano privo di chi lo aiutasse. La benedizione del moribondo scendeva su di me: io consolavo il cuore della vedova. Mi sono rivestito di giustizia: l'ho indossata come una veste e mi sono ornato della rettitudine come di un diadema. Sono stato occhio per il cieco e piede per lo zoppo. Ero un padre per i poveri ed esaminavo con diligenza ogni causa che mi fosse sconosciuta. Spezzavo i denti all'oppressore e dalla bocca gli strappavo la preda [29, 11-17].
155. [Iob 31]. E dopo un po': Se ho camminato nella vanità e il mio piede si è affrettato verso l'inganno, Dio mi pesi con stadera giusta e dovrà riconoscere la mia rettitudine. Se il mio piede è andato fuori strada e il mio occhio ha assecondato le voglie del mio cuore, e se roba sporca si è attaccata alle mie mani [31, 5-7].
E dopo due versi: Se il mio cuore fu sedotto da donna e ho spiato alla porta del mio amico [31, 9].
E dopo due versi: Ciò infatti è disonestà e ingiustizia grandissima. È un fuoco che divora fino ad annientare, sradicando ogni germoglio. Se ho rifiutato di recarmi in giudizio insieme con il mio schiavo e la mia serva quando intentavano lite contro di me [31, 11-13].
E dopo sei versi: Se ho negato ai poveri quel che mi chiedevano e ho fatto attendere gli occhi della vedova. Se ho mangiato da solo il mio pane e non ne ha mangiato insieme con me anche l'orfano... In realtà fin dall'infanzia è cresciuta con me la compassione; essa è uscita insieme con me dal seno di mia madre. Se non mi sono curato di chi stava per morire non avendo di che vestirsi o del povero che mancava di coperte. Se non mi benedirono i suoi fianchi essendosi riscaldato con la lana delle mie pecore... Se contro l'orfano ho alzato la mano quando mi vedevo posto in alto presso la porta [31, 16-21].
E dopo cinque versi: Se ho pensato che la mia forza consistesse nell'oro e a qualche oggetto d'oro ho detto: " Tu sei la mia fiducia "; se mi sono rallegrato per le mie copiose ricchezze in quanto moltissime sono passate tra le mie mani [31, 24-25].
E dopo sei versi: Se ho goduto per la sventura di colui che mi odiava e se mi sono rallegrato perché il male l'aveva colpito [31, 29].
E dopo quattro versi: Mai un pellegrino è rimasto fuori [della mia casa], la mia porta è stata sempre aperta al viandante. Se ho nascosto il mio peccato come sogliono fare gli uomini, se mi sono celato in cuore la mia iniquità... Se ho provato timore dinanzi a una folla numerosa e mi ha spaventato il disprezzo dei familiari; se non ho preferito starmene in silenzio e non varcare la soglia. Chi mi darà qualcuno che voglia di ascoltarmi, affinché l'Onnipotente stesso ascolti il mio desiderio e colui che giudica lo scriva nel libro? Questo libro io lo porrò sulle mie spalle e me ne cingerò come di una corona; lo declamerò ad ogni gradino e lo presenterò a lui come a mio sovrano! Se la terra ha gridato contro di me e insieme con essa piangono i suoi solchi; se ho mangiato i suoi frutti senza pagarli e ho contristato l'animo degli agricoltori [31, 32-39].
Raccogliamo ora dai libri dei Profeti le cose necessarie al completamento di quest'opera. Iniziamo con quei profeti che per la brevità dei loro scritti si chiamano Minori. Nel profeta Osea troviamo quanto segue:
156. [Os 4]. Ascoltate la parola del Signore, figli d'Israele, perché il Signore intenta un processo contro gli abitanti della terra. Sulla terra, infatti, non c'è verità né misericordia né conoscenza di Dio. L'hanno inondata la maledizione, la menzogna, l'omicidio, il furto e l'adulterio; e il sangue [versato] tocca altro sangue [4, 1-2].
E dopo dodici versi: Perché tu hai rigettato la scienza anch'io ti allontanerò sì che tu non abbia ancora a servirmi nell'ufficio sacerdotale [4, 6].
E dopo quindici versi: Hanno abbandonato il Signore; non hanno osservato [la legge]. La fornicazione, il vino e l'ubriachezza traviano il cuore [4, 10-11].
E dopo sedici versi: Siccome essi frequentano le prostitute ed offrono sacrifici insieme con i pervertiti, il popolo sarà privato dell'intelligenza e riceverà percosse. Se tu, Israele, ti dài alla fornicazione, Giuda almeno non pecchi. Non entrate in Galgala, non salite a Bethaven, e non giurate dicendo: Viva il Signore! [4, 14-15].
157. [Os 5]. Dopo diciotto versi: Non dispongono i loro pensieri al fine di tornare al Signore loro Dio perché in loro c'è uno spirito di fornicazione e non hanno conosciuto il Signore [5, 4].
158. [Os 6]. Dopo sessantuno versetti: I tuoi giudizi si paleseranno e saranno come luce: io voglio la misericordia e non i sacrifici, io preferisco la conoscenza di Dio agli olocausti [6, 5-6].
159. [Os 10]. Dopo un po': Seminate la giustizia e mieterete messi di misericordia: preparate la maggese. Sarà tempo di cercare il Signore quando verrà il vostro maestro di giustizia [10, 12].
160. [Os 12]. Dopo settantotto versi: Tu ti convertirai al Signore tuo Dio. Pratica la misericordia e il giusto giudizio e spera sempre nel Signore Dio tuo [12, 6].
161. [Os 13]. Dopo cinquantun versi: Io, il Signore tuo Dio, ti ho fatto uscire dal paese di Egitto: non conoscerai altro signore all'infuori di me; fuori di me non c'è salvatore [13, 4].
162. [Os 14]. Dopo trentanove versetti: Convértiti, o Israele, al Signore tuo Dio, poiché sei prostrato a terra per la tua iniquità. Preparatevi le parole e rivolgetevi al Signore. Ditegli: Cancella ogni iniquità, accetta ciò che è buono: noi ti offriremo in cambio il sacrificio delle nostre labbra [14, 2-3].
163. [Ioel 1]. Destatevi, o ubriachi; piangete e fate lamento tutti voi che bevete vino con giocondità, perché esso vi è tolto dalla bocca. Ecco, sulla mia terra è salito un popolo forte e numeroso oltre ogni dire [1, 5-6].
164. [Ioel 2]. Dopo un po': Ebbene, così dice il Signore: Convertitevi a me con tutto il cuore nel digiuno, nel pianto e nel lamento. Lacerate il vostro cuore e non le vostre vesti, e convertitevi al vostro Dio, che è buono e misericordioso [2, 12-13].
165. [Amos 2]. Così dice il Signore: Su tre misfatti di Giuda e su quattro non revocherò la mia decisione: hanno disprezzato la legge del Signore e non hanno praticato i suoi comandamenti. Li hanno fuorviati i loro idoli, dietro ai quali erano andati i loro padri [2, 4].
E dopo due versi: Così dice il Signore: Su tre misfatti di Israele e su quattro non lo revocherò: hanno venduto il giusto a prezzo di argento e il povero in cambio di calzature. Essi sfracellano la testa del povero riducendola peggio della polvere della terra e distorcono il cammino degli umili. Figlio e padre vanno dalla stessa ragazza violando il mio santo nome [2, 6-7].
E dopo un versetto dice: Bevevano il vino dei condannati nella casa del loro Dio [2, 8].
166. [Amos 5]. Dopo un po': Questo infatti dice il Signore alla casa di Israele: " Cercatemi e vivrete " [5, 4].
E dopo tre versi: Cercate il Signore e vivete! [5, 6].
E dopo otto versi: Avevano in odio colui che li correggeva presso la porta e detestavano colui che parlava in modo irreprensibile. Ed eccone il motivo: Voi volevate spogliare il povero e strappargli le cose preziose che s'era acquistato [5, 10-11].
E dopo tre versi: Ho conosciuto i molti vostri delitti e i vostri gravi peccati: nemici del giusto, pronti ad accettare regali, oppressori del povero nei pressi della porta [5, 12].
E dopo due versi: Cercate il bene, non il male, se volete vivere; e il Signore Dio degli eserciti sarà con voi, come voi avete detto. Odiate il male e amate il bene e costituite presso la porta un tribunale giusto. Così facendo, il Signore degli eserciti avrà pietà del resto di Giuseppe [5, 14-15].
167. [Amos 6]. Dopo cinquanta versi: Voi dormite in letti d'avorio e gozzovigliate sui vostri divani. Mangiate agnelli del gregge e vitelli della mandria. Canterellate al suono del salterio. Hanno creduto d'avere strumenti sonori come Davide; hanno bevuto il vino in coppe e si sono profumati con unguento prezioso, per nulla rattristati della rovina di Giuseppe [6, 4-6].
168. [Amos 8]. Dopo un po': Ascoltate questa parola, voi che opprimete il povero e volete sterminare gli umili del paese, dicendo: Quando sarà passato il mese venderemo i proventi; trascorso il sabato smerceremo il frumento diminuendo la misura e aumentando il prezzo e servendoci di bilance false. Con l'argento asserviremo i miseri, e i poveri per un paio di calzari; venderemo anche i rimasugli del frumento [8, 4-6].
169. [Mich 2]. Guai a voi che pensate alle vanità e tramate il male nei vostri giacigli! Alla luce del mattino lo eseguono: la loro mano è contro Dio. Desideravano campi e li hanno presi con la violenza e anche le case hanno rapito. Hanno calunniato il prossimo e la casa di lui, l'amico e il suo possesso ereditario [2, 1-2].
170. [Mich 3]. Dopo un po': Ascoltate queste parole, o principi della casa di Giacobbe, e voi, giudici della casa d'Israele che detestate il [giusto] giudizio e sovvertite ogni giustizia! Voi edificate Sion nel sangue e Gerusalemme sull'iniquità. I suoi capi giudicavano a seconda dei regali, i suoi sacerdoti insegnavano per ottenere compensi e i suoi profeti davano responsi in base al denaro. Con tutto ciò si appoggiavano sul Signore dicendo: Non è forse tra noi il nostro Dio? Dunque non c'incoglierà alcun male [3, 9-11].
171. [Mich 6]. Dopo un po': T'indicherò, o uomo, ciò che è buono e ciò che il Signore esige da te. Eccotelo: agire con giustizia, amare la misericordia e camminare con fedeltà dinanzi al tuo Dio [6, 8].
E dopo tre versi: C'è tuttora fuoco nella casa dell'empio: i tesori, frutto di iniquità e la misura scarsa che provoca una grande ira. Approverò forse le bilance false e i pesi ingiusti che porti nella borsa? Ciò facendo i suoi ricchi si sono coperti d'iniquità e i suoi abitanti proferivano menzogne: nella loro bocca c'era una lingua ingannatrice [6, 10-12].
172. [Mich 7]. Dopo dodici versi: Guai a me, che sono diventato come uno che raccoglie in autunno i grappoli della vendemmia. Non c'è un grappolo da mangiare; [invano] un fico primaticcio ha desiderato il mio cuore. Sono scomparsi i santi dalla terra e tra gli uomini non c'è persona retta. Tutti stanno in agguato per versare il sangue; ognuno bracca il proprio fratello per ucciderlo, e chiamano bene il male che commettono. Il principe esige e il giudice è pronto ad eseguire [i suoi ordini]; il potente manifesta [a gran voce] le pretese del suo cuore [7, 1-3].
173. [Abac 1]. Contro di me s'è fatto un giudizio [ingiusto] e un'opposizione molto violenta. In effetti la legge è stata manomessa e il giudizio non è giunto a conclusione: l'empio ha la meglio sul giusto e per questo ecco venir fuori un giudizio falsato [1, 3-4].
174. [Abac 2]. Dopo un po': Il giusto vivrà per la sua fede; ma come il vino inganna il bevitore così sarà dell'uomo superbo: non conseguirà onorificenze [2, 4-5].
E dopo un po': Cosa giova il simulacro? E perché l'artefice scolpisce un idolo di metallo e un'immagine inconsistente? Cosa ha da sperare l'artefice dal suo lavoro, se ha fabbricato una statua muta? Guai a chi dice al legno: " Svégliati ", e al muto sasso: " Alzati "! Forse che lo potrà istruire? Eccolo là! È verniciato d'oro e d'argento ma nelle sue viscere non c'è respiro. Il Signore, al contrario, è nel suo santo tempio. Tutta la terra faccia silenzio dinanzi a lui! [2, 18-20].
175. [Soph 1]. Dice: Sterminerò da questo luogo i resti di Baal e inoltre i nomi degli scaccini e quelli dei sacerdoti, e allontanerò coloro che sui tetti adorano e giurano nel [nome del] Signore e giurano per Milkom e coloro che si allontanano dal seguire il Signore, che non cercano il Signore e non si curano di consultarlo. State in silenzio dinanzi al Signore perché è vicino il giorno del Signore [1, 4-7].
E dopo sedici versi: Così accadrà in quel tempo: Io scruterò Gerusalemme con lanterne e visiterò quegli uomini che si piantano sopra le loro feci e dicono in cuor loro: Il Signore non ci farà né bene né male [1, 12].
176. [Soph 2]. Dopo diciotto versi: Accorrete, radunatevi, gente detestabile, prima che la parola [del Signore] faccia sorgere il giorno [dell'ira], che passerà come la polvere; prima che giunga su di voi l'ira ardente del Signore; prima che giunga su di voi il giorno dell'ira del Signore. Cercate il Signore, voi tutti mansueti della terra che avete attuato la giustizia divina. Cercate ciò che è giusto, cercate ciò che è mansueto, per essere riparati nel giorno dell'ira ardente del Signore [2, 1-3].
177. [Soph 3]. Dopo un po': Lascerò in mezzo a te un popolo povero e sprovvisto di beni. Spererà nel Signore il resto d'Israele: non commetterà azioni inique, non proferiranno menzogne né si troveranno nella loro bocca parole ingannatrici [3, 12-13].
178. [Zach 5]. Parlando del volume che vide in spirito: Mi disse: Questa è la maledizione che si riverserà sulla faccia di tutta la terra: sarà giudicato ogni ladro, come ivi sta scritto, e parimenti sarà giudicato chi giura il falso. Dice il Signore degli eserciti: Tutto questo io tirerò fuori e scenderà sulla casa del ladro e sulla casa di chi giura il falso interponendo il mio nome. Si fermerà in mezzo alla casa di lui e la consumerà insieme alle sue travi e alle sue pietre [5, 3-4].
179. [Zach 7]. Dopo un po': Fu rivolta a Zaccaria la parola del Signore, che diceva: Questo dice il Signore degli eserciti: Giudicate con retto giudizio e ciascuno usi misericordia e pietà verso il suo fratello; non opprimete la vedova, l'orfano, il forestiero e il povero. Non tramate nel vostro cuore di fare del male al vostro fratello [7, 8-10].
180. [Zach 8]. Dopo un po': Ognuno parli con sincerità al suo prossimo; presso le vostre porte giudicate secondo verità e pronunziate giudizi pacifici. Nessuno trami in cuor suo di fare del male al proprio amico, e non amate il giuramento falso, poiché io odio tutte queste cose, oracolo del Signore [8, 16-17].
181. [Mal 1]. Il figlio ama il padre e il servo il proprio padrone. Ebbene, se io sono padre, dov'è il mio onore? E se sono padrone, dov'è il mio timore? Oracolo del Signore degli eserciti [1, 6].
182. [Mal 2]. Dopo un po': Io vi ho resi spregevoli e meschini di fronte a tutti i popoli, non avendo voi osservato le mie vie, avendo anzi usato preferenze in base alla stessa legge. Non è forse unico il Padre di noi tutti? Non ci ha forse creati l'unico Dio? Perché dunque disprezzare il proprio fratello, violando il patto concluso con i nostri padri? Giuda l'ha trasgredito, e l'abominazione è stata commessa in Israele e a Gerusalemme. Giuda ha profanato il santuario del Signore, luogo che egli ama, e si è preso la figlia di un dio straniero. Il Signore disperda colui che ha fatto questo; disperderà dai padiglioni di Giacobbe il maestro e il discepolo e colui che offre doni al Signore degli eserciti. Un'altra cosa avete anche fatto: avete coperto di lacrime, di pianti e di lamenti l'altare del Signore, sicché io non abbia a guardare al vostro sacrificio né accetti dalle vostre mani la vittima di espiazione. E voi mi chiedete: Perché mai questo? Perché il Signore è testimone fra te e la donna della tua gioventù, che tu hai disonorata, mentre ella era la tua consorte, la donna con cui avevi stretto alleanza. Non è stato l'unico [Dio] che ha fatto l'uomo e il suo spirito è il resto? E cosa cerca ogni uomo se non una discendenza da Dio? Custodite dunque integro il vostro spirito, e tu non disprezzare la donna della tua giovinezza. Se ti si renderà odiosa rimandala, dice il Signore Dio d'Israele: l'iniquità coprirà la sua veste, dice il Signore degli eserciti. Custodite il vostro spirito e non lo disprezzate. Avete stancato il Signore con i vostri discorsi e avete detto: In che cosa lo abbiamo stancato? Eccolo qua! Quando dicevate: Chi compie il male è giusto dinanzi al Signore; queste sono le persone che gli piacciono. Quanto meno, dov'è il giorno del giudizio? [2, 9-17].
183. [Mal 3]. Dopo quindici versi dice: Io verrò a voi per il giudizio e sarò pronto a testimoniare contro i malèfici, gli adùlteri, gli spergiuri, contro quelli che defraudano la mercede all'operaio, che maltrattano le vedove, gli orfani e opprimono i forestieri, e non hanno timore di me, dice il Signore degli eserciti. Io sono il Signore e non cambio; eppure voi, figli di Giacobbe, non siete stati ancora annientati. Dai giorni dei vostri padri avete abbandonato le mie leggi e non le avete osservate. Tornate a me e io tornerò a voi, dice il Signore degli eserciti [3, 5-7].
E dopo quindici versi: Dice il Signore: Le vostre parole contro di me sono diventate parole sgarbate. E voi chiedete: Cosa abbiamo detto? Avete detto: È un illuso colui che serve Dio. Quale vantaggio infatti abbiamo ottenuto dall'aver osservato i suoi precetti e dall'aver camminato umilmente dinanzi al Signore degli eserciti? Sì, ora dichiariamo beati i superbi: coloro che operano l'iniquità e costruiscono [palazzi], tentano Dio e restano incolumi. Allora parlarono i timorati di Dio, ciascuno col suo vicino, e il Signore si volse a loro e ascoltò; dinanzi a lui fu scritto un libro di memorie a prò dei timorati del Signore e di quanti si volgono rispettosi al suo nome. Disse il Signore degli eserciti: Nel giorno in cui agirò essi mi saranno proprietà particolare; li risparmierò come un padre risparmia il figlio docile nel servirlo. Voi vi convertirete e vedrete la differenza che c'è tra il giusto e l'empio, fra chi serve Dio e chi non lo serve [3, 13-18].
184. [Mal 4]. Ecco, viene il giorno, ardente come una fornace, e saranno come paglia tutti i superbi e gli operatori d'iniquità. Dice il Signore degli eserciti: Venendo, quel giorno li brucerà e non lascerà in essi né radice né germoglio. Per voi invece, che temete il mio nome, sorgerà il sole della giustizia, e nelle sue penne ci sarà la salvezza: uscirete saltellando come vitelli di una mandria e calpesterete gli empi, che saranno come polvere sotto la pianta dei vostri piedi nel giorno in cui io interverrò, dice il Signore degli eserciti [4, 1-3].
185. [Isa 1]. Lavatevi, siate mondi, togliete i vostri cattivi propositi dagli occhi miei. Smettetela con le vostre azioni perverse, imparate a compiere il bene, cercate la giustizia. Aiutate l'oppresso, trattate con giustizia l'orfano, difendete la vedova. E poi venite da me e redarguitemi, dice il Signore [1, 16-18].
E dopo otto versi: Il tuo argento si è mutato in scoria; il tuo vino è mescolato con acqua. I tuoi nobili sono in combutta con i ladri; tutti bramano donativi e vanno a caccia di compensi: non emettono giudizi giusti nei confronti dell'orfano e non s'interessano della causa della vedova [1, 22-23].
186. [Isa 2]. Dopo un po': Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore! Tu infatti hai rigettato il tuo popolo, la casa di Giacobbe, perché si sono riempiti [d'iniquità] come nei tempi addietro e hanno avuto gli indovini come i
filistei e si sono associati ai popoli stranieri [2, 5-6].
E dopo tre versi: La sua terra è piena di idoli: hanno adorato l'opera delle loro mani, ciò che hanno fabbricato con le loro dita [2, 8].
E dopo cinque versi: Ecco, il giorno del Signore degli eserciti si abbatterà su ogni superbo e altolocato e su ogni arrogante, e li umilierà [2, 12].
187. [Isa 3]. Dopo un po': Il mio popolo è spogliato dai creditori, su di esso dominano le femmine. O mio popolo, chi ti proclama beato ti inganna: egli allontana i tuoi passi dalla [retta] via [3, 12].
E dopo quattro versi: Vi siete divorati la mia vigna; quanto avete rubato al povero è in casa vostra. Dice il Signore degli eserciti: Perché schiacciate il mio popolo e sfigurate il volto del povero? E disse il Signore: Le figlie di Sion si sono inorgoglite, incedevano a collo teso e camminavano ammiccando con gli occhi; battevano le mani e camminavano; avanzavano muovendo i piedi a passo ritmato [3, 14-16].
188. [Isa 5]. Dopo un po': Guai a voi che congiungete casa con casa e attaccate campo a campo fino all'estremità della superficie [togliendo (queste cose) al prossimo. Simmaco e Teodozione traducono: Finché non arrivate alla fine, ovvero, finché non ci sia più spazio]. Forse che voi soli abiterete sulla terra? Tutte queste cose del Signore degli eserciti sono pervenute al mio orecchio [5, 8-9].
E dopo tre versi: Guai a voi che, quando vi alzate al mattino, correte ad ubriacarvi e a bere fino a sera, sì da barcollare per il vino. Nei vostri conviti ci sono la cetra, la lira, il timpano, il flauto e abbondanza di vino. Non guardate alle opere del Signore né riflettete su ciò che le sue mani hanno compiuto [5, 11-12].
E dopo diciassette versi: Guai a voi che chiamate male il bene e bene il male, e confondete la luce con le tenebre e le tenebre con la luce, che cambiate l'amaro in dolce e il dolce in amaro. Guai a voi che siete sapienti ai vostri occhi e saggi secondo le vostre vedute. Guai a voi che siete eccezionali nel bere vino e forti nel digerire l'ebbrezza, che in base a regali dichiarate giusto l'empio e cercate di spogliare il giusto della sua giustizia [5, 20-23].
189. [Isa 10]. Dopo un po': Guai a coloro che emanano leggi inique e scrivendole scrivono norme ingiuste, per opprimere i poveri nel giudizio, stravolgere la causa degli umili del mio popolo, defraudare le vedove e derubare gli orfani [10, 1-2].
190. [Isa 11]. Dopo un po': Si poserà su di lui lo Spirito del Signore, spirito di sapienza e d'intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di pietà; lo riempirà lo spirito del timore del Signore. Non giudicherà in base a ciò che ha visto con gli occhi né procederà secondo ciò che ha udito con gli orecchi. Giudicherà i poveri con giustizia e interverrà con equità a favore dei mansueti del paese. Percuoterà la terra con la verga della sua parola e con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio. La giustizia sarà cintura ai suoi fianchi, la fedeltà cingolo ai suoi lombi [11, 2-5].
191. [Isa 12]. Dopo sessanta versi: Ecco, Dio è il mio salvatore; in lui confiderò e non avrò alcun timore perché mia forza e mio canto è il Signore Dio: egli è stato la mia salvezza. Attingerete acqua con gioia alle sorgenti del Salvatore e quel giorno direte: " Celebrate il Signore e invocate il suo nome. Annunziate ai popoli le sue imprese, ricordate che il suo nome è l'Eccelso ". Cantate al Signore perché ha compiuto opere meravigliose; recate la notizia in tutta la terra. Esulta e sciogli canti, abitante di Sion, perché grande in mezzo a te è il Santo d'Israele [12, 2-6].
192. [Isa 13]. Dopo quaranta versi: Farò tacere la superbia degli increduli e umilierò l'arroganza dei forti [13, 11].
193. [Isa 17]. Dopo un po': Dice il Signore, Dio d'Israele: In quel giorno l'uomo s'inchinerà dinanzi al suo Creatore e i suoi occhi si volgeranno al Santo d'Israele. Non s'inchinerà dinanzi agli altari costruiti dalle sue mani, dinanzi alle opere delle sue dita. Non volgerà gli occhi ai boschi sacri né ai santuari [delle genti] [17, 6-8].
194. [Isa 22]. Dopo un po' dice: In quel giorno il Signore Dio degli eserciti vi chiamerà a far pianto e lamento, a radervi i capelli e a vestirvi di sacco. Ed ecco invece giubilo ed allegria, macellare vitelli e scannare arieti, mangiare carne e bere vino. Mangiamo e beviamo poiché domani morremo. E si è fatta udire ai miei orecchi la voce del Signore degli eserciti: Non sarà rimessa a voi questa scelleratezza finché non siate morti, dice il Signore, Dio degli eserciti [22, 12-14].
195. [Isa 26]. Dopo un po': Aprite le porte ed entri il popolo giusto, che rispetta la verità. È scomparso l'errore di prima: tu ci conserverai nella pace, pace perché in te abbiamo sperato. Sperate nel Signore per i secoli eterni; per sempre nel Signore, Dio forte [26, 2-4].
E dopo sei versi: Ti abbiamo atteso, Signore, [perseverando] nella via dei tuoi giudizi; il tuo nome e il tuo ricordo sono nel desiderio della nostra anima. La mia anima ti desidera di notte, e con il mio spirito, nel profondo del mio cuore, fin dal mattino veglierò rivolto a te. Quando eseguirai i tuoi giudizi sulla terra, impareranno la giustizia gli abitanti del mondo. Usiamo pure compassione verso l'empio, ma egli non imparerà a comportarsi con giustizia. Ha compiuto azioni inique nella terra dei santi; non vedrà la gloria di Dio [26, 8-10].
196. [Isa 29]. Dopo un po': Il più forte è venuto meno; il beffardo è stato annientato; sono stati sterminati tutti coloro che vegliavano per compiere iniquità, che facevano peccare la gente con le loro parole [29, 20-21].
197. [Isa 30]. Dopo dieci versi: Guai a voi, figli ribelli, dice il Signore. Voi vi fate progetti che non vengono da me; voi tessete la tela ma non secondo il mio spirito; voi aggiungete peccato a peccato [30, 1].
E dopo un po': Questo dice il Signore Dio, il Santo d'Israele: Se tornate a me e ve ne state quieti, vi salverete. Nel silenzio e nella fiducia sarà la vostra forza; ma voi non avete voluto [30, 15].
E dopo venti versi: Insozzerai la verniciatura d'argento del tuo idolo e le vesti d'oro del tuo simulacro, e le butterai via come un panno immondo [30, 22].
198. [Isa 31]. Dopo un po': Tornate indietro, figli d'Israele, dal profondo abisso in cui vi eravate cacciati! In quel giorno ciascuno di voi getterà via i suoi idoli d'argento e d'oro, che le vostre mani si erano costruite peccando [31, 6-7].
199. [Isa 33]. Dopo un po': Nei tuoi giorni ci sarà la fedeltà; ricchezze salutari saranno la sapienza e la scienza; il timore del Signore sarà il suo tesoro [33, 6].
E dopo un po': Chi di voi potrà abitare presso il fuoco divoratore? Chi di voi abiterà tra fiamme eterne? Colui che cammina nella giustizia e dice la verità, colui che rigetta l'avarizia e la calunnia e scuote la mano rifiutando ogni regalo; colui che si tura gli orecchi per non udire [fatti di] sangue e si chiude gli occhi per non vedere alcun male. Costui abiterà in luoghi elevati; fortezze sulle rocce saranno la sua posizione elevata. Gli è dato il pane, l'acqua è a lui garantita [33, 14-16].
200. [Isa 44]. Dopo un po': Ricorda questo, o Giacobbe-Israele: tu sei mio servo. Io ti ho formato e tu, Israele, sei mio servo. Non dimenticarti di me! Ho cancellato le tue iniquità come una nube e come nebbia i tuoi peccati. Torna a me; io ti ho redento [44, 21-22].
201. [Isa 46]. Dopo un po': Ricordatevi di questo e vergognatevi! Rientrate nel [vostro] cuore, o trasgressori! Ricordatevi del tempo passato, poiché io sono Dio e non ce n'è un altro. Nessun dio è simile a me [46, 8-9].
202. [Isa 50]. Dopo un po': C'è qualcuno che cammina nelle tenebre ed è privo di luce? Speri nel nome del Signore e si appoggi sul suo Dio [50, 10].
203. [Isa 51]. Dopo un po': Ascoltatemi, gente del popolo: voi che conoscete la giustizia e avete nel cuore la mia legge! Non temete gli insulti della plebaglia e non spaventatevi di fronte alle loro bestemmie. Il verme li mangerà come un vestito e la tignola li consumerà come lana. La mia salvezza, al contrario, durerà in eterno e la mia giustizia per tutte le generazioni [51, 7-8].
204. [Isa 55]. Dopo un po': Cercate il Signore mentre si fa trovare, invocatelo mentre è vicino. L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri malvagi. Ritorni al Signore, che avrà misericordia di lui; al nostro Dio, che è molto generoso nel perdono [55, 6-7].
205. [Isa 56]. Dopo venti versi: Questo dice il Signore: Praticate il [giusto] giudizio, operate secondo giustizia, perché la mia salvezza è prossima a venire, la mia giustizia a rivelarsi. Beato l'uomo che agisce così e il figlio dell'uomo che comprende questo: che rispetta il sabato e non lo profana, che tiene a freno le mani perché non compiano alcun male [56, 1-2].
206. [Isa 57]. Non molto dopo: Voi cercate consolazione in dèi [falsi] sotto ogni albero verdeggiante, immolate i bambini presso i torrenti, sotto le rocce sporgenti. La tua porzione è presso il torrente: è questa la tua sorte. Anche alle pietre hai offerto libagioni, hai offerto sacrifici. Posso io non adirarmi contro tali cose? [57, 5-6].
207. [Isa 58]. Dopo un po': Ecco, essi mi cercano ogni giorno e vogliono essere informati sulle mie vie, come gente che pratichi la giustizia e non abbia rigettato i giudizi del suo Dio. Mi chiedono sentenze giuste, vogliono la vicinanza con Dio. " Perché digiunare se tu non guardi? Perché umiliarci se tu non ti curi di saperlo? ". Ecco, nel giorno del vostro digiuno voi ricercate la vostra volontà e angariate tutti i vostri debitori. Ecco, voi digiunate tra litigi e alterchi e percuotete col pugno empiamente. Non digiunate più come avete fatto fino ad oggi, facendo salire in alto le vostre grida. È forse questo il digiuno che a me piace: che per un giorno vi mortifichiate piegando come un giunco la vostra testa e coprendovi di sacco e cenere? Cose come queste vorresti tu chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? O viceversa non sarà forse quest'altro il digiuno che io gradisco? Spezza le catene inique, sciogli i legami opprimenti. Rimanda liberi gli oppressi, e rompi ogni giogo. Spezza il tuo pane all'affamato, e accogli nella tua casa i poveri e i senza tetto. Se vedi un nudo vestilo, senza trascurare quelli della tua stirpe [58, 2-7].
E dopo quattro versi: Se toglierai di mezzo a te le catene e cesserai di puntare il dito e di proferire parole insulse, se aprirai il cuore all'affamato e riempirai [di beni] chi è nell'afflizione, sorgerà nelle tenebre la tua luce e le tue tenebre brilleranno come il meriggio. Il Signore ti darà riposo per sempre [58, 9-11].
208. [Isa 65]. Dopo molte frasi: Il popolo mi provoca all'ira sempre e in maniera sfacciata: immolano vittime nei recinti e sacrificano sopra i tetti, abitano nei sepolcri e dormono nei templi degli idoli [65, 3-4].
E dopo due versi: Essi dicono: " Allontanati da me e non avvicinarti perché sei immondo ". Costoro saranno ridotti in fumo dalla mia collera, in fuoco che arde tutto il giorno. Ecco, dinanzi a me è scritto: Non tacerò ma li ripagherò, riverserò addosso a voi le vostre iniquità e le iniquità dei vostri padri, tutte insieme, dice il Signore. Coloro che sacrificavano sulle alture e sui colli, mi hanno offeso e io li ripagherò prontamente riversando sul loro seno il castigo delle loro opere [65, 5-7].
E dopo dieci versi, dice: Voi avete abbandonato il Signore, vi siete dimenticati del mio santo monte, preparate una mensa per la fortuna e brindate sopra di essa. Per questo io vi conterò fra quelli che muoiono di spada e tutti perirete nella strage. Questo perché io vi ho chiamati e voi non mi avete risposto; vi ho parlato e voi non ci avete fatto caso ma avete seguitato a compiere il male dinanzi a me, e avete scelto ciò che io non gradisco [65, 11-12].
209. [Isa 66]. Così dice il Signore: Il cielo è il mio trono e la terra lo sgabello dei miei piedi. Qual è dunque la casa che mi edificherete? Quale il luogo dove risiederò? Tutte queste cose le ha fatte la mia mano e tutte sono state [da me] create, dice il Signore. A chi dunque volgerò lo sguardo? Al povero, a chi ha lo spirito contrito e teme la mia parola [66, 1-2].
E dopo sette versi: Io sceglierò [d'inviare loro] le sventure che hanno immaginato e riverserò su di loro ciò che temevano. Io li ho chiamati ma nessuno mi ha risposto; ho parlato ma non mi hanno ascoltato, e hanno fatto ciò che è male ai miei occhi e hanno preferito quel che a me non piace. Ora ascoltate la legge del Signore, voi che temete la sua parola. I vostri fratelli che vi portavano odio e vi scacciavano a causa del mio nome, vi dicevano: " Date pure gloria al Signore, e noi vedremo la vostra contentezza "; ma essi saranno confusi [66, 4-5].
210. [Ier 2]. Ascoltate le parole del Signore, o casa di Giacobbe e voi tutte, famiglie della casa d'Israele. Così dice il Signore. Quale colpa hanno trovato in me i vostri padri per allontanarsi da me e camminare dietro dèi vani, diventando vani loro stessi? [2, 4-5].
Dopo dieci versi: Avete reso un abominio la mia eredità, e i sacerdoti non si sono chiesti: Dov'è il Signore? I depositari della legge non mi hanno riconosciuto, e i pastori mi si sono ribellati; i profeti hanno profetato in nome di Baal e hanno seguito gli idoli [2, 7-8].
E dopo un po': Dimentica forse una vergine il suo ornamento, una sposa la sua cintura? Viceversa il mio popolo si è dimenticato di me per innumerevoli giorni. Con quale risultato cerchi di dimostrare che è buona la tua via, volendo con ciò acquistarti il mio amore? Tu hai perfino insegnato [agli altri] la malizia delle tue vie, e nelle frange del tuo vestito si è trovato il sangue dei poveri e degli innocenti. Non li ho trovati nelle fosse ma in tutti i luoghi che sopra ho ricordato. Tu hai detto: Io non ho peccato, io sono innocente, per cui la tua collera deve allontanarsi da me. " Ecco, io ti chiamerò in giudizio avendo tu detto: Non ho peccato ". Quanto sei diventata spregevole, ripetendo i tuoi errori! Ebbene, tu sarai vilipesa anche dall'Egitto come lo sei stata dall'Assiria. Infatti anche da questa [regione] tornerai con le mani sulla testa, perché il Signore ha annientato coloro in cui riponevi la tua fiducia [2, 32-37].
211. [Ier 3]. Dopo un po': Convertitevi, figli, e tornate [a me], dice il Signore, poiché io sono il vostro sposo [3, 14].
212. [Ier 4]. Dopo un po': Se vuoi ravvederti, o Israele, ritorna, dice il Signore, ritorna a me. Se toglierai dal mio sguardo i tuoi scandali, non sarai più turbato. Tu giurerai con verità, rettitudine e giustizia, dicendo: " Viva il Signore! ". Lui benediranno e loderanno le genti [4, 1-2].
E dopo un po': Il mio popolo, stolto com'è, non mi ha conosciuto. Sono gente stupida e insensata: sono abili nel commettere il male ma incapaci di compiere il bene [4, 22].
213. [Ier 5]. Dopo trenta versi: Percorrete le vie di Gerusalemme, guardate e fate attenzione. Cercate nelle sue piazze per vedere se sia possibile trovarvi una mano che agisca con giustizia e desideri la fedeltà; e io gli userò misericordia. Anche se dicono: " Per la vita del Signore ", questo giuramento è anch'esso falso. Signore, i tuoi occhi guardano alla fedeltà: li hai castigati ma essi non si sono dispiaciuti; li hai prostrati ma essi hanno rifiutato la correzione; hanno indurito la loro faccia peggio della pietra: non sono voluti tornare indietro. Io dicevo fra me: Forse si tratta di gente povera e ignorante; e per questo non riescono a comprendere la via del Signore, il giudizio del loro Dio. Mi recherò pertanto dai notabili del paese e parlerò a loro, poiché essi certamente conoscono la via del Signore, il giudizio del loro Dio. Ma ecco che costoro all'unanimità, peggio degli altri, hanno spezzato il giogo e troncato i legami [5, 1-5].
E dopo sei versi: I tuoi figli mi hanno abbandonato e giurano in nome di quelli che non sono dèi. Io li ho saziati ed essi son diventati adulteri: si sono dati alla lussuria in case di prostituzione. Sono diventati cavalli in amore, stalloni sfrenati; ciascuno nitriva dietro la moglie del suo vicino. Ebbene, contro gente siffatta non dovrò intervenire? dice il Signore; e la mia mano non si vendicherà di tali malfattori? [5, 7-9].
E dopo quaranta versi: Ho posto la sabbia perché fosse argine al mare: un limite perenne che esso non valicherà. I suoi flutti si agiteranno ma non riusciranno [ad andare oltre], si gonfieranno ma non riusciranno ad oltrepassarlo. Al contrario il cuore di questo popolo è diventato indocile e ribelle. Mi hanno abbandonato e se ne sono andati, e non hanno detto in cuor loro: " Temiamo il Signore nostro Dio " [5, 22-24].
E dopo sette versi dice: Nel mio popolo si sono infiltrati degli empi che tendono insidie come gli uccellatori che sistemano lacci e trappole per catturare gli uomini. Come una gabbia è piena di uccelli così le loro case sono piene di inganni. Si sono ingranditi e dilatati; si sono ingrassati e impinguati, trasgredendo in maniera invereconda i miei ordini. Non difendono la causa dell'orfano e non giudicano il diritto del povero. Forse che non dovrò intervenire contro costoro?, dice il Signore. O contro gente di questa sorta non dovrà vendicarsi la mia mano? Cose inaudite e impensabili sono accadute nel paese: i profeti predicevano menzogne e i sacerdoti battevano loro le mani, e il mio popolo di ciò si compiaceva. Cosa dunque accadrà quando arriverà la fine? [5, 26-31].
214. [Ier 6]. Dopo trenta versi: A chi parlerò e con chi disputerò in modo che mi ascolti? Ecco, sono incirconcisi i loro orecchi e quindi essi sono incapaci di udire; ecco, la parola del Signore è diventata oggetto di scherno ed essi non la recepiscono [6, 10].
215. [Ier 7]. Dopo un po': Ascoltate la parola del Signore, o voi tutti abitanti di Giuda, che attraversate queste porte per andare ad adorare il Signore. Così dice il Signore degli eserciti, il Dio di Israele: Raddrizzate le vostre vie; siano buoni i vostri propositi, e io abiterò in mezzo a voi in questo luogo. Non confidate in parole menzognere dicendo: Il tempio del Signore, il tempio del Signore, il tempio del Signore è questo. Voi dovrete indirizzare al bene le vostre vie e i vostri progetti; dovete giudicare con giustizia fra una persona e l'altra; non dovete opprimere l'orfano e la vedova, non versare sangue innocente in questo luogo, non seguire dèi stranieri con vostro danno. Se agirete così, abiterò in mezzo a voi in questo luogo, nella terra che ho dato ai padri, da sempre e per sempre. Ecco invece che voi confidate in parole menzognere che non vi arrecheranno alcun vantaggio: rubare, uccidere, commettere adulterio, giurare il falso, offrire libagioni ai Baalim e seguire divinità straniere che non avevate conosciuto. Dopo questo voi venite e vi presentate a me in questa casa, nella quale è invocato il mio nome, dicendo: " Siamo stati liberati proprio perché abbiamo compiuto queste azioni abominevoli ". È dunque diventata una spelonca di ladri questa casa nella quale sotto i vostri occhi è stato invocato il mio nome? Dice il Signore: Io, io sono, io ho visto. Andate al luogo che mi ero consacrato in Silo, là dove agli inizi abitò il mio nome, e vedete come l'ho trattata per la malvagità del mio popolo Israele. E ora, dice il Signore, perché avete compiute tutte queste [cattive] azioni, e io vi ho parlato, mi sono levato di buon mattino per parlarvi e voi non mi avete ascoltato; vi ho chiamato e voi non mi avete risposto, ecco io farò quel che ho fatto a Silo anche a questa casa, nella quale è invocato il mio nome e nella quale voi riponete la vostra fiducia; a questo luogo che ho dato ai vostri padri. Vi allontanerò dalla mia presenza come ho rigettato tutti i vostri fratelli, l'intera stirpe di Efraim. Tu pertanto non pregare per questo popolo, non incaricarti di elevare lodi o preci e non insistere presso di me, perché non ti esaudirò. Non vedi cosa fanno costoro nelle città di Giuda e nelle piazze di Gerusalemme? I figli raccolgono la legna e i padri accendono il fuoco mentre le donne spalmano il grasso per preparare focacce alla regina del cielo. Essi offrono libagioni agli dèi stranieri, provocando la mia collera. Ma questo è soltanto un provocare me all'ira?, dice il Signore, o non è piuttosto un danno che arrecano a se stessi, per la confusione del loro volto? [7, 2-19].
216. [Ier 8]. Dopo un po': Forse che l'uomo, quando cade, non si rialza? E chi si allontana forse non ritorna? Perché dunque questo popolo in Gerusalemme si è allontanato con animo ribelle? Si sono dati alla menzogna e non sono voluti tornare indietro. Io ho atteso e ascoltato: nessuno parla in bene, nessuno si pente del proprio peccato e dice: Cosa mai ho fatto! [8, 4-6].
E dopo nove versi: Come potete dire: Noi siamo saggi e abbiamo con noi la legge del Signore? Veramente una menzogna ha scritto lo stilo mentitore degli scribi. I saggi sono stati confusi, atterriti e presi al laccio. Hanno infatti buttato via la parola del Signore e in essi non c'è più alcuna sapienza [8, 8-9].
217. [Ier 9]. Dopo un po': Chi mi darà nel deserto un rifugio da viandante, e io abbandonerò il mio popolo e mi allontanerò da loro? Sono infatti tutti adùlteri: una congrega di malfattori. Hanno teso la loro lingua come un arco per dire menzogne e non la verità; si sono rafforzati nel paese passando da un delitto a un altro, ma non hanno conosciuto me, dice il Signore. Ognuno si guardi dal suo vicino e non si fidi del suo fratello, perché ogni fratello imbroglia e inganna, e ogni amico procede per vie fraudolente, e ognuno irride il suo fratello e non dice la verità. Hanno infatti abituato la loro lingua a parlare con doppiezza e si sono dati da fare per compiere l'iniquità. La tua abitazione è immersa negli inganni e nell'inganno ricusano di conoscere me, dice il Signore. Pertanto, dice il Signore Dio degli eserciti: Ecco, io li fonderò e li saggerò. E in realtà cos'altro potrei fare di fronte alla figlia del mio popolo? La loro lingua è una freccia che ferisce: nella loro bocca ha proferito inganni. Essa parla di pace con l'amico e sotto sotto gli tende insidie. Non dovrò intervenire in tutte queste cose? dice il Signore; ovvero di una gente simile non dovrà vendicarsi la mia anima? [9, 2-9].
E dopo un po': Così dice il Signore: Non si glori il sapiente per la sua sapienza, né il forte per la sua forza, né il ricco per le sue ricchezze; ma chi vuole gloriarsi si glori di questo: di conoscere me e aver familiarità con me, poiché io sono il Signore che agisce con misericordia, retto giudizio e giustizia sulla terra. Queste sono le cose di cui mi compiaccio, dice il Signore [9, 23-24].
218. [Ier 10]. Dopo sedici versi: Così dice il Signore: Non imparate [ad andare per] le vie dei gentili e non temete i segni celesti che temono i gentili, poiché la vita dei popoli ha come legge la vanità. Infatti ecco la mano di un lavoratore si mette all'opera e taglia dal bosco un pezzo di legno servendosi di un'ascia; lo ricopre d'oro e d'argento, con chiodi e martellate lo stringe in modo che non si spezzi. Questi idoli somigliano a uno spaventapasseri: non parlano, si muovono solo se qualcuno li porta, perché da soli sono incapaci di camminare. Non temeteli dunque, poiché non vi possono fare né del male né del bene. Non sono simili a te, Signore! Tu sei grande, e grande per la potenza è il tuo nome. Chi non avrà timore di te, o Re delle genti? Tuo infatti è lo splendore, più che non quello di tutti i sapienti delle nazioni: in tutti i loro regni non c'è nessuno che somigli a te. E noi possiamo dimostrare che essi sono nello stesso tempo stupidi e vani: prova della loro vanità è il legno [che adorano]. Si reca da Tarsis argento battuto e da Ofaz viene l'oro; segue il lavoro dell'artefice e l'abilità della mano dell'orefice. Scarlatto e porpora sono il loro manto, ma tutto è opera di artigiani. Il Signore al contrario è un vero Dio: è il Dio vivente e il Re eterno. Di fronte alla sua ira si scuote la terra e i popoli non reggono alla sua minaccia. Voi dunque direte loro così: Gli dèi che non hanno creato il cielo e la terra scompaiano dalla faccia della terra e da ogni luogo che esiste sotto la volta del cielo [10, 2-11].
219. [Ier 17]. Dopo un po': Così dice il Signore: Maledetto l'uomo che confida nell'uomo e ripone il suo sostegno in esseri di carne, mentre il suo cuore abbandona il Signore. Egli sarà come un tamarisco nella steppa: quando viene il bene non lo vede ma abiterà in terra arida, nel deserto, terra salmastra e non abitabile. Benedetto l'uomo che confida nel Signore, e il Signore è la sua speranza. Sarà come un albero piantato presso le acque, che protende le sue radici verso il bagnato: quando vengono i grandi calori non teme; le sue foglie saranno sempre verdeggianti. Durante la siccità non avrà problemi, non cesserà mai di produrre frutti [17, 5-8].
220. [Ier 22]. Un po' avanti: Così dice il Signore: Praticate il [retto] giudizio e la giustizia; liberate dalla mano del violento chi è oppresso dalla prepotenza. Non rattristate il forestiero né l'orfano né la vedova, e non opprimeteli ingiustamente. E non spargete sangue innocente in questo luogo [22, 3].
221. [Ier 23]. Dopo un po': Dice il Signore: Guai ai pastori che disperdono e fanno perire il gregge del mio pascolo! Pertanto così parla il Signore Dio d'Israele ai pastori che pascolano il mio popolo: Voi avete disperso il mio gregge, l'avete cacciato [dall'ovile] e non lo avete visitato. Orbene, dice il Signore, ecco io vi visiterò riversando su di voi la malizia dei vostri intendimenti [23, 1-2].
E similmente dopo un po': Così dice il Signore degli eserciti: Non ascoltate le parole dei profeti che profetizzano per ingannarvi. Vi parlano delle visioni del loro cuore e non di quanto detto dal Signore. A coloro che mi bestemmiano essi dicono: Il Signore ha detto che ci sarà pace, e a tutti coloro che seguono la perversità del proprio cuore dicono: Non verrà su di voi alcuna disgrazia. Chi infatti è stato mai presente quando il Signore prende le sue decisioni? [23, 16-18].
E dopo undici versi: Io non inviavo quei profeti ma loro correvano [ugualmente dal mio popolo]; senza che io parlassi loro, essi si mettevano a profetare. Se fossero stati presenti là dove io prendo le mie decisioni essi avrebbero comunicato al mio popolo le mie parole, e io li avrei senz'altro fatti allontanare dalla loro via perversa e dalle loro pessime macchinazioni [23, 21-22].
E dopo quattro versi: Ho udito ciò che vanno dicendo i profeti che, pur in nome mio, profetizzano menzogne e dicono: Ho avuto un sogno, sì, proprio un sogno. Fino a quando ci saranno cose come queste nel cuore dei profeti, che predicono menzogne e annunziano le bizzarrie del loro cuore? Essi vogliono che il mio popolo si dimentichi del mio nome dando invece ascolto a ciò che essi sognano in cuor loro e che poi ciascuno racconta al suo vicino. Allo stesso modo i loro padri avevano dimenticato il mio nome per seguire Baal. Il profeta che ha un sogno racconti pure il suo sogno; quello invece che possiede la mia parola racconti con verità la mia parola. Cos'ha in comune la paglia col chicco di frumento?, dice il Signore. Non sono forse le mie parole, dice il Signore, come un fuoco o come un maglio che frantuma la pietra? Pertanto, dice il Signore, ecco io mi volgo contro i profeti che si rubano l'un l'altro le mie parole. Ecco, dice il Signore, io mi rivolgo contro i profeti che muovono la loro propria lingua e affermano: Questo dice il Signore. Dice inoltre il Signore: Ecco, io mi rivolgo contro i profeti che sognano cose false e le raccontano al mio popolo per traviarlo con le loro menzogne e le loro gesta mirabolanti, mentre io non li ho inviati né ho dato loro alcun incarico. Essi non arrecano al popolo nessuna utilità, dice il Signore [23, 25-32].
222. [Ier 25]. Dopo un po': Il Signore ha mandato a voi tutti i suoi servi, i profeti. Si alzava di buon mattino e ve li mandava, ma voi non li avete ascoltati né avete pórto l'orecchio per ascoltarli. Egli vi diceva: Ognuno di voi abbandoni il suo cammino, che è cattivo, e si ravveda dei propri pensieri, che sono pessimi; e abiterete nel paese che il Signore ha dato a voi e ai vostri padri da sempre e per sempre. Non seguite gli dèi stranieri; non prestate loro culto e non adorateli. Non provocate la mia indignazione con le opere delle vostre mani e io non vi manderò afflizioni. Voi però non mi avete ascoltato, dice il Signore [25, 4-7].
223. [Ier 48]. Dopo un po': Maledetto chi compie l'opera del Signore con imbrogli [48, 10].
224. [Thren 3]. Dopo un po': Buono è il Signore con chi spera in lui, con l'anima che lo cerca. È bene attendere in silenzio la salvezza del Signore. Buon per l'uomo se avrà portato il giogo [del Signore] fin dalla sua adolescenza. Sederà solitario e farà silenzio perché [il Signore] si è levato in alto sopra di lui. Porrà nella polvere la sua bocca poiché forse ci sarà speranza. Presenterà la guancia a chi lo percuote, sarà saziato di scherni, ma il Signore non lo rigetta per sempre [3, 25-32].
225. [Ez 3]. Passati sette giorni fu rivolta a me la parola del Signore. Egli mi disse: Figlio dell'uomo, ti ho posto come sentinella per la casa d'Israele: ascolterai dalla mia bocca la parola e l'annunzierai loro da parte mia. Ecco, io dico all'empio: Tu morirai. Se tu non glielo riferirai né gliene parlerai, in modo che si ravveda della sua condotta malvagia e viva, l'empio morrà nella sua iniquità ma del suo sangue io chiederò conto a te. Se invece tu riferirai all'empio [la mia parola] e lui non si convertirà dalla sua empietà e dalla sua condotta malvagia, egli certo morrà nella sua colpa ma tu avrai posto in salvo la tua anima. Così se il giusto, abbandonando la giustizia, si sarà messo a compiere l'iniquità. Io porrò un sasso d'inciampo davanti a lui ed egli morirà perché tu non lo hai avvertito. Egli morirà nel suo peccato né ci sarà ricordo delle opere di giustizia da lui compiute prima, ma del suo sangue io chiederò conto a te. Se tu invece andrai dal giusto e gli annunzierai di non peccare, ed effettivamente egli non peccherà, egli avrà assicurata la vita perché tu l'hai avvertito, e tu avrai salvato la tua anima [3, 16-21].
226. [Ez 9]. Dopo un po': Il Signore disse a lui: Attraversa la città, Gerusalemme, e segna un T sulla fronte degli uomini che gemono e si rattristano per tutti gli abomini che si compiono nella città. E disse ancora in modo che potessi udire anch'io: Attraversate la città al seguito di lui e uccidete. Il vostro sguardo non risparmi nessuno e non abbiate compassione di nessuno. Uccidete fino allo sterminio i vecchi e i giovani, le vergini, i bambini e le donne. Non uccidete però nessuno nel quale troverete segnato il T. Cominciate dal mio santuario [9, 4-6].
227. [Ez 13]. Dopo un po': Con le vostre menzogne avete fatto soffrire il cuore del giusto, mentre io non volevo rattristarlo, e avete rafforzato la mano dell'empio, impedendo che recedesse dalla sua cattiva condotta e ottenesse la vita [13, 22].
228. [Ez 16]. Dopo un po': Questa fu la grossa colpa di Sodoma, tua sorella: la superbia. Essa e le sue figlie avevano pane a sazietà, abbondanza [di ogni bene] e tranquillità, ma non stendevano la mano al povero e all'indigente. Montarono in superbia e commisero delitti abominevoli alla mia presenza, ed io le ho fatte scomparire, come tu hai veduto [16, 49-50].
229. [Ez 18]. Dopo un po': Ecco l'uomo giusto, che agisce con retto giudizio e secondo giustizia. Egli non prende pasti [sacri] sulle alture e non innalza gli occhi agli idoli della casa d'Israele. Non approfitta della moglie del suo vicino e non si unisce a donna nel suo ciclo mensile. Non fa soffrire nessuno, rende il pegno al debitore e non deruba nessuno usando violenza; dà del suo pane all'affamato e veste il nudo; non presta denaro con usura, riscuotendo più di quanto aveva dato. Tiene la sua mano lontana dal delitto, pratica il giusto giudizio tra persona e persona, cammina secondo le mie leggi, e pratica i miei precetti e si comporta secondo verità. Costui è [veramente] giusto: egli senza dubbio conseguirà la vita, dice il Signore Dio. Ma ecco che costui genera un figlio scellerate, che sparge sangue; fa l'una o l'altra delle cattive azioni sopra elencato e non pratica nessuna di queste norme. Egli banchetta sulle alture, disonora la moglie del suo vicino, rattrista il povero e il bisognoso, commette rapine e non restituisce il pegno; solleva lo sguardo agli idoli e commette azioni abominevoli; presta con usura e riscuote più di quanto aveva dato. Potrà vivere costui? Certo non vivrà. Avendo commesso tutte queste azioni detestabili, in nessuna maniera sfuggirà alla morte: il suo sangue ricadrà su di lui. Ecco però che costui genera un figlio il quale, vedendo tutti i peccati commessi da suo padre, preso da timore non commette nulla di simile. Non banchetta sulle alture e non rivolge gli occhi agli idoli della casa d'Israele. Non si approfitta della moglie del suo vicino né rattrista il suo simile; non si trattiene il pegno e non commette rapine. Dà il suo pane all'affamato e copre di vesti il nudo; tiene lontano la sua mano dal far torti al povero; non prende nulla con usura e per voglia smodata di possesso; mette in pratica i miei decreti e cammina nelle mie vie. Ebbene, questo tale non morirà per le colpe di suo padre, ma senz'altro vivrà, sebbene suo padre, avendo denigrato e oppresso il suo fratello, avendo operato il male in seno al suo popolo, sia morto per la sua colpevolezza. Ma voi dite: Perché mai il figlio non deve portare le colpe del padre? Ecco, quel figlio ha agito con [retto] giudizio e secondo giustizia, ha osservato e messo in pratica tutti i miei comandamenti. Ebbene, egli certamente vivrà. La persona che pecca, e non altri, deve morire. Il figlio non sarà gravato delle colpe del padre, né il padre delle colpe del figlio. Sopra il giusto starà la giustizia da lui praticata, sopra l'empio la sua empietà. Se poi l'empio fa penitenza di tutti i peccati commessi e metterà in pratica tutti i miei precetti e opererà secondo il giudizio e la giustizia, certo vivrà e non morrà. Io non mi ricorderò di tutte le colpe da lui commesse: vivrà nella giustizia che ha praticato. Desidero forse io la morte dell'empio, dice il Signore Dio, o non piuttosto che si converta dalla sua condotta e viva? Se al contrario il giusto abbandonerà la sua giustizia e compirà azioni inique secondo tutto ciò che di abominevole suole commettere l'empio, potrà forse vivere? Tutte le opere giuste da lui compiute non saranno ricordate: nella prevaricazione con cui ha prevaricato e nel peccato che ha commesso, in essi morirà. Ma voi avete detto: Non è giusto il comportamento del Signore. Ebbene, ascoltami, o casa d'Israele! Non è dunque giusto il mio agire o non è forse il vostro ad essere distorto? Se il giusto abbandona la giustizia e commette l'iniquità, morirà in essa: morirà nell'ingiustizia che ha commessa. E se l'empio si sarà allontanato dalla sua empietà e avrà agito con [retto] giudizio e con giustizia, egli farà vivere la sua anima. Ha riflettuto e si è allontanato da tutte le iniquità che aveva commesse: egli pertanto vivrà, non morrà. Dicono al riguardo i figli d'Israele: Non è giusto il comportamento del Signore. Casa d'Israele, sono davvero le mie vie che non sono giuste o non piuttosto sono le vostre ad essere errate? In effetti io giudicherò ciascuno secondo il suo comportamento, o casa d'Israele, dice il Signore Dio. Convertitevi e pentitevi di tutte le vostre iniquità, e l'iniquità non vi sarà causa di rovina. Gettate lontano da voi tutte le vostre prevaricazioni, quelle che avete commesse, e fate nuovo il vostro cuore e il vostro spirito. Perché volete morire, o casa d'Israele? Io non voglio la morte di colui che muore, dice il Signore Dio. Convertitevi e vivrete! [18, 5-32].
230. [Ez 22]. Dopo un po': Ecco, i capi d'Israele sono stati in mezzo a te per versare il sangue, ciascuno secondo il potere del proprio braccio. Hanno ingiuriato il padre e la madre, hanno oppresso il forestiero che abitava in te, hanno fatto soffrire l'orfano e la vedova. Avete disprezzato i miei santuari e disonorato i miei sabati. Vi sono in te dei calunniatori che procurano spargimenti di sangue. Hanno banchettato sulle alture e hanno commesso delle scelleratezze nella tua terra; hanno scoperto le vergogne del padre e hanno oppresso la donna nell'impurità del suo ciclo. Molti hanno commesso atti abominevoli con la moglie del suo vicino, e anche il suocero ha disonorato scelleratamente la nuora, come pure il fratello ha violentato la sorella, figlia dello stesso padre. In te si accettano regalie per spargere il sangue. Tu prendi interessi spropositati, da usuraio, e a causa della tua avarizia opprimi il tuo prossimo, dimenticandoti anche di me, dice il Signore Dio [22, 6-12].
E dopo poco: E mi fu nota la parola del Signore che mi diceva: Figlio dell'uomo, dille: Tu sei una terra impura, non bagnata da pioggia nel giorno della [mia] collera. In essa vi è una congrega di profeti i quali, come leone ruggente che conquista la preda, hanno divorato le anime e si sono impadroniti dei loro averi e della loro ricchezza, accrescendo in te il numero delle vedove. I suoi sacerdoti hanno disprezzato la mia legge e hanno profanato i miei santuari; non hanno fatto alcuna differenza tra sacro e profano e non riescono più a distinguere ciò che è contaminato e immondo [22, 23-26].
E dopo due versi: I capi sono in essa come dei lupi che addentano la preda: spargono sangue e rovinano le anime cercando avidamente [di accrescere] i loro guadagni. I suoi profeti li mascherano con vernice senza colla: vedono visioni irreali, prevedono cose false e dicono: Così dice il Signore Dio, mentre il Signore non ha detto niente. La gente minuta si dà alla calunnia, commette rapine e violenze; fa soffrire il povero e il misero ed opprime il forestiero con calunnie senza retto giudizio. Ed ecco io ho cercato fra loro un uomo che costruisse una siepe e si ergesse di fronte a me a favore del paese, in modo che non lo sterminassi, ma non l'ho trovato. Allora ho riversato su di loro la mia indignazione e li ho consumati col fuoco della mia ira. Ho fatto ricadere sul loro capo il male della loro condotta, dice il Signore Dio [22, 27-31].
231. [Ez 33]. Dopo un po': Mi fu rivolta la parola del Signore, che mi disse: Figlio dell'uomo, parla ai figli del tuo popolo e di' loro: Metti il caso che io voglia estendere la guerra fino a un certo paese. Allora il popolo di quel paese prenderà uno dei suoi uomini, magari fra gli ultimi, e lo porrà a fare da sentinella. Se questi vede arrivare un esercito nel paese, suonerà la tromba e avviserà il popolo. Chi ode il suono della tromba e non si mette al riparo, ecco, arriverà la spada [del nemico] e lo ucciderà: il suo sangue ricadrà su di lui. Ha udito il suono della tromba e non è corso a ripararsi: il suo sangue ricadrà su di lui, mentre, se si metterà al riparo, si salverà. Se viceversa la sentinella vede arrivare il nemico e non dà fiato alla tromba e quindi il popolo non si mette al riparo, ecco arriva la spada [del nemico] e toglie la vita agli abitanti del paese. Veramente il popolo è preso a causa della sua iniquità, ma io chiederò conto del suo sangue alla sentinella. E quanto a te, figlio dell'uomo, ecco io ti ho posto come sentinella per la casa d'Israele. Dalla mia bocca ascolterai la parola e la riferirai loro in nome mio. Se io dico all'empio: " O empio, tu vai incontro alla morte " e tu non parlerai all'empio perché si ritragga dalla sua via, l'empio morirà, è vero, per la sua iniquità, ma del suo sangue io chiederò conto a te. Se, al contrario, tu dichiarerai all'empio che deve convertirsi dalla sua condotta ma lui non si converte, lui morirà nella sua iniquità ma tu avrai salvato la tua anima. Figlio dell'uomo, di' alla casa d'Israele: Voi avete detto: Le nostre iniquità e i nostri peccati sono ricaduti su di noi e noi veniamo meno; come potremo vivere? Di' loro: Com'è vero che io vivo, dice il Signore Dio, io non voglio la morte dell'empio ma che si converta dalla sua cattiva condotta e viva. Convertitevi dunque dalle vostre pessime consuetudini! Perché volete morire, o casa d'Israele? Di' ancora ai figli del tuo popolo, o figlio dell'uomo: La giustizia del giusto non lo salverà se egli si mette a peccare; e l'empietà non nuocerà all'empio se egli si converte dalla sua empietà. Parimenti il giusto non potrà vivere per la sua [antecedente] giustizia se in seguito si darà al peccato. Per quanto io abbia potuto dire al giusto che avrà la vita, se egli confidando nella sua giustizia si darà a commettere l'iniquità, tutte le sue opere di giustizia saranno dimenticate ed egli morirà nell'iniquità che ha commesso. Se al contrario dirò all'empio: " Senza dubbio morrai " e lui fa penitenza dei suoi peccati e agisce secondo rettitudine e giustizia: restituisce il pegno e tutto ciò che aveva rapito, cammina nei precetti della vita e non commette nulla d'ingiusto, egli certamente vivrà e non morrà. Non gli sarà imputato nessuno dei peccati commessi. Ha operato con [retto] giudizio e con giustizia: certamente vivrà. Dissero al riguardo i figli del mio popolo: Non procede con giustizia il Signore nelle sue vie. Invece è la loro via che è ingiusta. Se infatti il giusto recede dalla sua giustizia e commette azioni delittuose, morirà in queste. E se l'empio recede dalla sua empietà e agisce secondo rettitudine e giustizia, vivrà in queste. Ma voi dite: " Non è retta la via del Signore ". Tuttavia io giudicherò ciascuno secondo le sue vie. Lo dico di voi, casa d'Israele [33, 1-20].
E dopo quarantanove versi: E tu, figlio dell'uomo: ecco, i figli del tuo popolo parlano di te presso le mura e sulle porte delle case e si dicono l'un l'altro, il vicino dice al vicino: " Venite, ascoltiamo quale annunzio ci viene dal Signore ". E vengono da te come una folla che voglia entrare: il mio popolo si siede davanti a te e ascoltano le tue parole ma senza metterle in pratica, anzi sulla loro bocca le cambiano in canzoni e il loro cuore va appresso alla loro avarizia. Sei per loro come un canto melodioso, cantato con accompagnamento delicato e dolce: essi ascolteranno le tue parole ma non le praticheranno. Ma quando verrà ciò che è stato loro predetto (poiché eccolo effettivamente arrivare) allora si accorgeranno che c'era un profeta in mezzo a loro [33, 30-33].
232. [Ez 34]. Mi fu rivolta la parola dal Signore, che diceva: Figlio dell'uomo, profetizza sui pastori d'Israele; profetizza e di' ai pastori: Così dice il Signore Dio: Guai ai pastori d'Israele, che hanno pasciuto se stessi. Non è forse il gregge che viene condotto al pascolo dai pastori? Voi invece vi siete nutriti di latte e coperti di lana e avete ucciso le pecore grasse e il mio gregge non l'avete pascolato. Non avete rafforzato ciò che era debole, non avete curato ciò che era ammalato, non avete fasciato ciò che era spezzato; ciò che era sbandato non l'avete portato all'ovile, ciò che si era perduto non lo avete ricercato ma l'avete minacciato trattandolo con severità e prepotenza. E le mie pecore si sono disperse per mancanza di pastori; sono diventate pasto di tutte le bestie feroci e si sono disperse. I miei greggi vagano su tutti i monti e su tutti i colli elevati; i miei greggi si sono dispersi su tutta la faccia della terra e non c'era nessuno che li ricercasse. Non v'era nessuno, ripeto, che andasse a ricercarli. Pertanto udite, pastori, la parola del Signore. Dice il Signore Dio: Com'è vero che io vivo, siccome i miei greggi sono diventati oggetto di rapina e le mie pecore sono state divorate da ogni sorta di bestie feroci e questo perché non c'era chi le pascesse (i pastori infatti non si curavano del mio gregge; pascevano se stessi e non i miei greggi), per questo udite, o pastori, la parola del Signore. Questo dice il Signore Dio: Ecco, io mi volgerò contro i pastori e chiederò loro conto del mio gregge. Li farò smettere di pascolare il gregge, per cui non potranno più pascere se stessi. Libererò il mio gregge dalle loro fauci e non sarà più loro pasto [34, 1-10].
E dopo trentaquattro versi: Quanto a voi, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco io giudico fra pecora e pecora, fra montone e ariete. Non era dunque sufficiente per voi pascolare in un buon pascolo? Voi, per di più avete calpestato con i vostri piedi quanto restava del vostro pascolo; e mentre voi bevevate acqua purissima, intorbidavate l'altra con i vostri piedi, e le mie pecore dovevano mangiare dell'erba calpestata dai vostri piedi e bere l'acqua intorbidata dai vostri piedi. Per questo dice loro il Signore Dio: Ecco, io giudico tra pecora grassa e pecora magra, perché voi le mettevate allo stretto con i fianchi e il dorso, e con le vostre corna disperdevate tutte le pecore deboli fino ad allontanarle [dall'ovile] [34, 17-21].
233. [Ez 45]. Dopo un po': Questo dice il Signore Dio: Vi basti così, o capi d'Israele! Smettetela con l'iniquità e le rapine; operate secondo diritto e giustizia, e delimitate i vostri confini da quelli del mio popolo, dice il Signore Dio. Usate una bilancia giusta, un efa giusto e un bat giusto [45, 9-10].
Abbiamo fin qui raccolto quanto proviene dai libri che anche i Giudei ritengono canonici. Non è giusto però omettere quei libri che, scritti prima della venuta del Salvatore, non sono recepiti dai Giudei ma solo dalla Chiesa di Cristo. Tra questi ce ne sono due che da molti ricercatori sono detti di Salomone, a motivo credo d'una certa somiglianza di stile, mentre i più competenti non dubitano di asserire che non appartengono a Salomone. Di quello che si chiama La Sapienza non si riesce a precisare chi ne sia l'autore. Quanto invece all'altro libro, da noi chiamato Ecclesiastico, a coloro che hanno potuto leggerlo per intero risulta che l'abbia scritto un certo Gesù, soprannominato " Sirach ". Del Libro della Sapienza ci sembra che rientrano in questa opera i passi seguenti.
234. [Sap 1]. Amate la giustizia voi, giudici della terra; abbiate buoni pensieri nei riguardi del Signore e cercatelo con cuore semplice. Egli infatti si lascia trovare da chi non lo mette alla prova e si manifesta a coloro che hanno fede in lui. I pensieri dissennati separano da Dio, mentre la virtù esperimentata richiama al dovere gli stolti. La sapienza infatti non entra in un'anima assuefatta al male né abita in un corpo schiavo del peccato. Il santo spirito, che ammaestra, scansa l'ipocrisia e si sottrae da chi nutre pensieri insensati: viene impedito dal sopraggiungere dell'iniquità. Lo spirito della sapienza è benigno ma non libera il bestemmiatore dalle [parole delle] sue labbra, poiché Dio è testimone dei suoi sentimenti, scruta con verità il suo cuore e ascolta [quanto dice] la sua lingua. Lo Spirito del Signore infatti riempie l'universo e poiché tutto abbraccia ha conoscenza di ogni parola. Per questo chi proferisce parole inique non può rimanere nascosto né la giustizia vendicatrice lo risparmierà. Si farà un'indagine sui pensieri dell'empio e il suono dei suoi discorsi giungerà all'orecchio del Signore, affinché sia castigata la sua iniquità. Un orecchio geloso ode tutto né gli resterà nascosto il rumore della mormorazione. Guardatevi pertanto dalle mormorazioni, che sono inutili, e trattenete la lingua dalla maldicenza, poiché nemmeno una parola segreta andrà in vano. La bocca che proferisce menzogne uccide l'anima [1, 1-11].
235. [Sap 3]. Dopo un po': Quanti confidano in lui comprenderanno la verità e i [suoi] fedeli abiteranno accanto a lui nell'amore, perché la grazia e la pace sono riservate ai suoi eletti. Gli empi, al contrario, avendo trascurato la giustizia e abbandonato il Signore, avranno il castigo secondo quel che hanno progettato. Chi infatti disprezza la sapienza e la correzione è un uomo infelice [3, 9-11].
E dopo sei versi: Sarà infatti beata la sterile e colei che non si è contaminata con i godimenti peccaminosi del letto matrimoniale: ne riporterà vantaggi nel giorno della ricompensa delle anime. Così l'eunuco che non ha commesso iniquità con le sue mani e nella sua mente non ha concepito pensieri irrispettosi contro il Signore [3, 13-14].
236. [Sap 6]. Dopo un po': Ascoltate dunque, o re, e comprendete! Apprendete la giustizia, o giudici dei confini della terra. Porgete l'orecchio voi che tenete in mano la moltitudine e vi compiacete per il gran numero delle nazioni. Il potere è stato a voi accordato dal Signore; la vostra sovranità [deriva] dall'Altissimo, che esaminerà le vostre opere e scandaglierà i vostri pensieri. Essendo amministratori del suo regno, non avete giudicato con rettitudine e non avete rispettato le norme della giustizia, né avete camminato secondo la volontà di Dio. Egli vi si manifesterà in maniera terribile e non tarderà, poiché un giudizio oltremodo severo attende coloro che comandano. E se al piccolo si usa misericordia, i potenti subiranno tormenti atroci. Il Signore infatti non risparmia la personalità di alcuno né riverisce la grandezza di nessuno. Egli ha creato il piccolo e il grande e ha pari cura di tutti e due; ma sui più altolocati incombe un tormento più grave. Ora questi miei discorsi sono rivolti a voi, o re cattivi, affinché apprendiate la saggezza e non andiate fuori strada. Infatti coloro che praticano la giustizia vivendo da giusti saranno giustificati e coloro che imparano queste norme sapranno cosa rispondere [al giudice]. Desiderate dunque le mie parole e amatele: ne otterrete istruzione. La sapienza infatti è lucente e inalterabile: si lascia facilmente vedere da coloro che l'amano; la troveranno [facilmente] quelli che la cercano. Precede quanti la bramano lasciandosi vedere per prima. Chi dall'alba veglia in sua attesa non dovrà stancarsi: la troverà seduta alla sua porta. Pensare assiduamente a lei è saggezza consumata: chi veglia per lei sarà presto esentato da ogni preoccupazione. Essa va in giro cercando chi sia degno di lei; durante la via si mostra ad essi con volto ilare, e con ogni sollecitudine va loro incontro. Principio di lei è il desiderio sincero della disciplina e la diligenza nell'apprendere deriva dall'amore, il quale è poi l'osservanza delle sue leggi. L'osservanza delle leggi è garanzia d'incorruttibilità, la quale incorruttibilità ci fa essere vicini a Dio. Il desiderio della sapienza accompagna dunque al regno eterno, per cui se voi, o re delle nazioni, vi dilettate di troni e di scettri, amate la sapienza e regnerete per sempre [6, 2-22].
237. [Sap 8]. Dopo un po': Se uno ama la giustizia, i suoi sforzi conseguono grandi virtù. È lei infatti che insegna la sobrietà, la prudenza, la giustizia e la fortezza, virtù delle quali nessuna cosa è più utile [all'uomo] durante la sua vita [8, 7].
Ora dobbiamo attingere dal libro chiamato l'Ecclesiastico quanto ci sembra rientrare nell'ambito di quest'opera. A proposito di questo libro io riterrei doversi ripetere quanto detto del Libro dei Proverbi; solo che in questo Ecclesiastico ho trovato, più che non nei Proverbi, materiale necessario alla completezza dell'opera presente.
238. [Eccli 1]. Il timore del Signore è sapienza e religiosità. La religiosità custodisce e rende giusto il cuore: essa procura allegrezza e gioia. Chi teme il Signore avrà una buona sorte: sarà benedetto nei giorni della fine. Temere Dio è pienezza di sapienza; dai suoi frutti deriva questa pienezza [1, 17-20].
E dopo due versi: Corona della sapienza è il timore del Signore [1, 22].
E dopo quattro versi: Temere Dio è radice di sapienza: i suoi rami sono lunga vita. Nei recessi della sapienza c'è l'intelligenza, la scienza e la religiosità; per i peccatori invece la sapienza è una cosa detestabile. Il timore del Signore scaccia il peccato; chi è privo del timore non può essere giustificato: la sua collera e il suo sdegno sono la sua rovina. Il sapiente per un po' di tempo sopporta con pazienza; alla fine gli è ridonata la gioia. Il benpensante per un certo tempo occulta le sue parole; le labbra di molti elogeranno il suo sentire [1, 25-30].
Se desideri la sapienza osserva la giustizia, e Dio te la concederà. Il timore del Signore è sapienza e vita ordinata; a lui piacciono la fedeltà e la mitezza. Egli riempirà i tuoi scrigni. Non essere indocile di fronte al timore del Signore e non accostarti a lui con doppiezza di cuore. Non essere ipocrita di fronte alla gente, e non lasciarti scandalizzare dalle tue stesse labbra. Bada a tutto ciò, se non vuoi cadere e procurarti della confusione. Dio infatti manifesterà i tuoi segreti: e non succeda che egli ti umili in mezzo all'assemblea, poiché tu ti eri avvicinato al Signore con animo perverso e il tuo cuore era pieno di inganno e falsità [1, 33-40].
239. [Eccli 2]. Figlio, se vuoi accostarti a Dio per servirlo, sta' saldo nel timore e nella giustizia, e prepàrati a subire la prova: umilia il tuo cuore e sii paziente. Piega il tuo orecchio per accogliere le parole dell'intelligenza e non essere precipitoso nel tempo della provocazione. Accogli con pazienza le dilazioni di Dio, rimani unito a lui e resisti, affinché si prolunghi la tua vita quando sarai giunto agli estremi. Qualunque cosa ti capiti, ricevila: nel dolore sopporta, nell'umiliazione abbi pazienza, poiché col fuoco si provano l'oro e l'argento, e così gli uomini graditi [a Dio] nel braciere dell'umiliazione. Abbi fiducia in Dio, ed egli ti proteggerà; indirizza [al bene] il tuo cammino e spera in Dio. Conserva il timore di lui e invecchia in esso [2, 1-6].
Voi che temete il Signore attendete con fortezza la sua misericordia e non deviate [da lui] per non cadere. Voi che temete il Signore abbiate fede in lui e non sarete privati della vostra ricompensa. Voi che temete il Signore sperate in lui e con vostro godimento verrà a voi la misericordia. Voi che temete Dio amatelo e saranno illuminati i vostri cuori. Guardate, figli, le generazioni dell'umanità e riflettete! Chi sperò mai nel Signore e restò confuso? Chi si conservò fedele ai suoi precetti e fu abbandonato? Chi lo invocò e non venne ascoltato? In realtà, Dio è pietoso e compassionevole, e nel tempo dell'afflizione rimette i peccati a tutti coloro che con sincerità lo ricercano [2, 7-13].
Guai all'uomo dal cuore insincero, alle labbra maligne e alle mani che compiono il male; guai al peccatore che nel paese conduce una doppia vita! Guai a chi ha il cuore malfermo e non ha fede in Dio: egli non è da lui protetto. Guai a coloro che si stancano di pazientare, abbandonano le vie diritte e s'incamminano per vie tortuose. Cosa farete quando Dio inizierà la sua disamina? Coloro che temono il Signore non sono increduli alla sua parola e coloro che lo amano si mantengono nella sua via. Coloro che temono il Signore cercano quanto è a lui gradito, e coloro che lo amano saranno saziati dalla sua legge. Coloro che temono il Signore dispongono [al bene] il loro cuore, e fan sì che la loro anima sia santa davanti a lui. Coloro che temono il Signore osservano i suoi comandamenti e pazientano finché non arrivi il suo controllo. Dicono: Se non faremo penitenza cadremo nelle mani di Dio e non in quelle degli uomini. Con lui infatti è sempre la misericordia, che è pari alla sua grandezza [2, 14-23].
240. [Eccli 3]. I figli sapienti sono un'assemblea di giusti; loro regime l'obbedienza e la dilezione. Ascoltate, figli diletti, il giudizio del padre e agite di conseguenza se volete essere salvi [3, 1-2].
E dopo due versi: Chi ama Dio implora [perdono] per i peccati e si astiene dal commetterli: egli sarà esaudito quando chiederà [lunghezza di] giorni. Come chi accumula tesori è colui che onora sua madre; chi onora il padre avrà gioia dai figli; chi onora il padre godrà lunga vita; chi obbedisce al padre dà sollievo alla madre. Chi teme Dio porta rispetto ai genitori e come a dei padroni serve a coloro che l'hanno generato. Onora tuo padre con fatti e con parole e con molta pazienza: così verrà su di te la benedizione del Signore [3, 4-10].
E dopo tre versi: Non andare orgoglioso quando tuo padre è disonorato [3, 12].
E dopo tre versi: Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia e non contristarlo finché è in vita; e anche se perdesse il senno tu sappilo compatire e non disprezzarlo nel vigore delle tue forze [3, 14-15].
E dopo quattro versi: Quanto è infame colui che abbandona suo padre! È maledetto da Dio chi reca dispiaceri alla madre. Figlio, compi con mitezza il tuo dovere e sarai amato, e la tua gloria supererà quella degli [altri] uomini. Quanto più sei grande tanto più umìliati in tutto, e troverai grazia presso Dio, poiché [veramente] grande è solo la potenza di Dio: Egli è onorato dagli umili. Non aspirare a cose superiori a te e non voler penetrare ciò che supera le tue forze; pensa sempre alle cose che Dio ti ha comandato e non sindacare curiosamente le sue svariate opere. Non ti sono infatti necessarie le cose che ti sono state occultate [3, 18-23].
E dopo tre versi: La voglia di curiosare portò molti fuori strada e sottopose alla vanità i loro pensieri. Il cuore duro alla fine si troverà male e chi ama il pericolo perirà in esso. Il cuore che procede con doppiezza non avrà successi, e chi è perverso di cuore, nei successi troverà inciampo. Il cuore cattivo sarà gravato di dolori, il peccatore aggiungerà peccato a peccato [3, 26-29].
E dopo due versi: Il cuore saggio si riconosce dalla sua sapienza, e l'orecchio ben disposto ascolta la sapienza con grande desiderio. Il cuore saggio e avveduto si tiene lontano dai peccati e progredisce nelle opere di giustizia. L'acqua spegne gli incendi, l'elemosina cancella i peccati; e Dio, che vede dall'alto colui che elargisce favori, se ne ricorda per l'avvenire, e tu troverai sostegno quando starai per cadere [3, 31-34].
241. [Eccli 4]. Figlio, non privare i poveri dell'elemosina; non distogliere i tuoi occhi dall'indigente. Non lasciare incalcolata la persona che ha fame e non irritare il povero nella sua povertà. Non affliggere il cuore del misero e non differire la tua elargizione all'indigente. Non respingere la supplica dell'afflitto e non distogliere lo sguardo dall'indigente. Non volgere lo sguardo lontano dal povero per non provocarne l'ira, e non permettere, a chi ti domanda qualcosa, che ti maledica alle spalle. Se infatti qualcuno con il cuore amareggiato ti maledice, la sua supplica sarà esaudita: l'esaudirà colui che l'ha creato. Renditi affabile all'assemblea dei poveri; umìliati dinanzi all'anziano; piega il capo dinanzi a chi è più grande di te. Piega l'orecchio al povero senza rammaricartene; restituiscigli quanto gli è dovuto e rispondigli con calma usando parole di pace. Libera dalla mano del superbo colui che subisce angherie e non serbare acidità nel tuo cuore. Nel giudicare sii tollerante: per gli orfani sii come un padre, per la loro madre come suo marito; e sarai come un figlio obbediente dell'Altissimo, il quale ti userà compassione più di una madre [4, 1-11].
La sapienza ha dato ai suoi figli il soffio vitale: essa accoglie chi la cerca e lo precede sulla via della giustizia. Chi l'ama ama la vita e chi veglia in sua attesa incontrerà il suo beneplacito. Chi la tiene con sé erediterà la vita: Dio benedirà il luogo dov'essa è entrata. Chi la serve onora il Santo; Dio ama quanti l'amano. Chi l'ascolta è in grado di giudicare i popoli; chi si specchia in lei abiterà con fiducia. Chi crederà in lei l'avrà in eredità: le loro creature ne costituiranno il sostegno. Ella camminerà con lui nella prova e lo sceglierà tra i suoi prediletti. Provocherà in lui timore e angustia e tribolazione e lo tormenterà con il rigore della sua disciplina; lo tenterà nei suoi pensieri per poi concedersi all'anima di lui. E lo fortificherà e dirigerà verso di lui un cammino diritto e lo rallegrerà: manifesterà a lui i suoi segreti e ammasserà su di lui [grande] scienza e la comprensione della giustizia. Se viceversa egli le volta le spalle, lui lo abbandonerà e lo consegnerà nelle mani del suo nemico [4, 12-22].
Figlio, apprezza il tempo e fuggi il male. Per il bene dell'anima tua non vergognarti di dire la verità, poiché se c'è una vergogna che porta al peccato, ce n'è una che arreca gloria e grazia. Non usare parzialità rovinando te stesso e non dire menzogne a tuo danno. Non sdegnare [di soccorrere] il tuo prossimo quando cade e non trattenere la parola nel tempo della prosperità. Non nascondere la tua sapienza nel fulgore della sua bellezza, poiché la sapienza e l'assennatezza traspaiono dalla lingua, la scienza e l'istruzione dalle parole di verità e il vigore dalle opere di giustizia. Non contraddire in alcun modo alla verità; arrossisci piuttosto della menzogna che hai proferita per mancanza di educazione. Non vergognarti di confessare i tuoi peccati e non piegarti a nessuno con l'intento di peccare. Non resistere al potente e non opporti all'impeto di una fiumana. Quando si tratta della giustizia resisti fino all'ultimo respiro, e fino alla morte lotta per la causa giusta, e Dio abbatterà i tuoi nemici a tuo vantaggio. Non esser frettoloso nel parlare e inconcludente e fiacco nell'agire. Non essere, nella tua casa, simile a un leone scombussolando i tuoi domestici e opprimendo i tuoi subalterni. La tua mano non sia allungata nel ricevere e contratta nel dare [4, 23-36].
242. [Eccli 5]. Non volgere il cuore a possedimenti iniqui e non dire: ho una vita passabile. Questo infatti in nessun modo ti gioverà nel giorno del castigo e della punizione. Non seguire i desideri del cuore e non dire: " Come potrò [riuscire]? ", o: " Chi mi controllerà in quello che faccio? ". Dio infatti non mancherà di vendicare [il male fatto]. Non dire nemmeno: " Ecco, ho peccato e cosa mi è capitato di brutto? ". Poiché l'Altissimo è longanime nel ripagare. Quanto ai peccati espiati non escludere ogni timore, e non aggiungere peccato a peccato dicendo: " La misericordia di Dio è grande; egli avrà pietà dei molti miei peccati ". Rapidamente infatti ci raggiungono e la sua misericordia e la sua ira: la sua ira piomba sui peccatori. Non tardare a convertirti al Signore e non rimandarlo da un giorno all'altro: improvvisa infatti ti viene addosso la sua ira e nel giorno del castigo ti consumerà. Non agitarti per accumulare ricchezze ingiuste: non ti gioveranno in alcun modo nel giorno della punizione e del castigo [5, 1-10].
Non lasciarti sollevare da ogni vento e non imboccare ogni strada: così infatti il peccatore si manifesta per la doppiezza della sua lingua. Sta' saldo nella via di Dio e nella sincerità dei tuoi sentimenti e nella sapienza: ti seguirà la parola di pace e di giustizia. Sii docile nell'ascoltare la parola di Dio per poterla capire e così, dotato di sapienza, tu possa emettere sentenze veraci. Se possiedi la saggezza rispondi al tuo prossimo; in caso contrario mettiti la mano dinanzi alla bocca per non uscire in parole dissennate e provarne confusione. Onore e gloria nel parlare dell'uomo assennato: la lingua dell'imprudente gli procura rovina. Fa' sì che nella tua vita non abbiano a chiamarti mettimale e non farti cogliere in fallo nel parlare, se non vuoi essere svergognato. Se infatti c'è disonore per il ladro anche se pentito, c'è anche una qualifica infamante per chi parla con doppiezza. Per il mormoratore poi c'è l'odio, l'inimicizia e l'invettiva. Rendi giustizia al piccolo e al grande senza distinzioni [5, 11-18].
243. [Eccli 6]. Non inimicarti i familiari parteggiando per gli amici. Al cattivo toccheranno in sorte l'ingiuria e lo strapazzo; stessa sorte per tutti i peccatori invidiosi e maldicenti. Non inorgoglirti come un toro nei tuoi pensieri, affinché la tua forza non si afflosci a causa della stoltezza [6, 1-2].
Dopo sette versi: Fa' sì che molti siano in pace con te, ma sia tuo consigliere uno su mille. Se possiedi un amico, te ne accorgerai nella prova; comunque non abbandonarti facilmente a lui. C'è infatti un amico opportunista, che non ti assisterà nel giorno della sventura; e c'è l'amico che si cambia in nemico, e quello che semina odio, risse e vituperi. C'è l'amico che ti sta vicino finché sei a tavola ma non ti rimane vicino nel tempo della strettezza. L'amico che ti rimane fedele sarà come un altro te stesso: egli ti tratterà con fiducia come un tuo familiare. Se si umilierà dinanzi a te e alla tua presenza si nasconderà, riterrai la sua amicizia salda e buona. Sepàrati dai tuoi nemici e con i tuoi amici sta' ad occhi aperti. Un amico fedele è una protezione forte: chi lo trova trova un tesoro. Nulla può paragonarsi a un amico fedele; non c'è quantità d'oro o d'argento che valga quanto la bontà della sua affezione. Un amico fedele è una medicina che dà vita e immortalità: lo trovano coloro che temono il Signore. Chi teme Dio apprezza debitamente la buona amicizia, poiché qual è ciascuno tale sarà anche il suo amico. Figlio, accetta l'insegnamento fin dalla tua giovinezza e fino alla canizie troverai la sapienza. Accòstati a lei come uno che ara e semina e attendi con pazienza i suoi frutti deliziosi. Per compiere le sue opere poco sarà il lavoro e ben presto mangerai dei suoi frutti. Per gli uomini impreparati la sapienza è una conquista molto difficile: chi è privo di senno non persevera in essa. Per questi tali la sua disamina sarà pesante come un macigno ed essi non tarderanno a gettarla via [6, 6-22].
E dopo due versi: Viceversa in coloro che l'apprezzano essa rimane stabile finché non arrivino al cospetto di Dio. Ascolta, figlio, e ricevi il consiglio dell'intelligenza: non disprezzare il mio consiglio. Caccia il tuo piede nei suoi anelli e il tuo collo nella sua collana. Sottoponi a lei le tue spalle e caricati di essa: non ripudiare i suoi legami. Accòstati a lei con tutto il cuore, e con tutte le forze persevera nelle sue vie. Ricercala e ti si manifesterà, e quando l'avrai afferrata non abbandonarla: in essa infatti troverai riposo quando giungerai alla fine. Essa si tramuterà in fonte di delizie; i suoi ceppi saranno una protezione potente e le sue basi un forte sostegno, la sua collana un ornamento di gloria [6, 23-30].
E dopo quattro versi: Figlio, se ti volgerai a me imparerai; se accosterai [a me] la tua anima sarai sapiente. Se chinerai l'orecchio riceverai l'istruzione e se amerai ascoltare diverrai sapiente. Sta' nell'assemblea degli anziani dotati di saggezza e unisciti col cuore alla loro sapienza per udire tutto il racconto [delle opere] di Dio. Non ti sfuggano le massime in lode di lui. Se incontri un saggio, sta' sveglio dinanzi a lui e il tuo piede calchi spesso i gradini della sua porta. Fissa il pensiero nei comandamenti di Dio, e sii molto assiduo nell'ascoltare le sue prescrizioni. Egli ti compenserà dandoti [fortezza di] cuore; e ti verrà elargito anche il desiderio di una [maggiore] sapienza [6, 33-37].
244. [Eccli 7]. Non fare il male ed esso non ti dominerà. Allontànati dal malvagio e i mali si allontaneranno da te. Non seminare il male nei solchi dell'ingiustizia se non vuoi mieterli aumentati sette volte. Non chiedere agli uomini il comando, né al re il seggio più onorifico. Non volerti giustificare dinanzi a Dio, perché egli conosce il profondo del cuore, e dinanzi al re non voler fare la figura del sapiente. Non desiderare di diventare giudice se con la tua forza non sei in grado di intervenire contro l'iniquità, affinché non abbia a tremare dinanzi al potente e così rechi scandalo con il tuo agire. Non peccare contro i cittadini adunati in folla e non scagliarti contro il popolo; non cadere in doppio peccato, poiché neppure di uno solo resterai impunito. Non essere di cuore pusillanime. Prega e non omettere di fare l'elemosina; non dire però: " Dio mi userà riguardi per l'abbondanza dei doni che elargisco; il Dio altissimo accetterà i miei doni tutte le volte che glieli offrirò ". Non prenderti gioco di un uomo dall'animo amareggiato; c'è infatti chi abbassa ed innalza: Dio. Non seminare menzogne contro il tuo fratello e neppure contro il tuo amico. Non mentire con alcuna sorta di falsità: l'abitudine di mentire non è buona. Non essere linguacciuto nell'assemblea degli anziani [7, 1-15].
E dopo dodici versi: Non maltrattare il servo che si comporta con onestà né il mercenario che pone se stesso a tua disposizione. Il servo giudizioso ti sia caro come un altro te stesso; non privarlo della libertà e non licenziarlo in miseria [7, 22-23].
E dopo due versi: Hai dei figli? Educali con severità e picchiali fin dall'adolescenza! Hai bestiame? Badalo con cura. Hai delle figlie? Custodisci il loro corpo e non essere largo di sorrisi verso di loro. Marita tua figlia e hai risolto un grosso problema. Occorre però che la dia a un uomo di giudizio. Se hai una moglie secondo il tuo cuore, non ripudiarla; di colei che viceversa ti sta sul naso non fidarti completamente. Onora tuo padre e non dimenticare i dolori di tua madre. Ricordati che senza di loro tu non saresti al mondo e ripagali con uguale misura. Temi Dio con tutta l'anima e rispetta i suoi sacerdoti. Con tutte le forze ama il Dio che ti ha creato e non trascurare i suoi ministri. Onora Dio con tutta l'anima e dà il giusto onore ai sacerdoti [7, 25-33].
E dopo sei versi: Stendi la mano al povero affinché sia piena la tua benedizione. La tua benevolenza nel dare raggiunga ogni vivente, e non negare la tua grazia ai morti. Non mancare di consolare chi piange e cammina al fianco di chi è nel dolore. Non esser pigro nel visitare gli infermi: da queste opere sarai rafforzato nell'amore. In tutte le tue azioni ricorda la fine che ti attende: così eviterai per sempre di cadere in peccato [7, 36-40].
245. [Eccli 8]. Non attaccar liti con il potente: potresti cadere nelle sue mani. Non contendere con il ricco perché potrebbe intentare una causa contro di te. Il denaro infatti è causa di rovina per molti; esso penetra anche nel cuore dei re e lo stravolge. Non litigare con il linguacciuto; non portare legna al suo fuoco [8, 1-4].
E dopo due versi: Non essere sprezzante con l'uomo che sta allontanandosi dal peccato e non rimproverarlo: ricordati che tutti siamo meritevoli di castigo. Non disprezzare il vecchio: anche fra noi infatti ci sarà chi invecchia. Non godere della morte del tuo nemico, sapendo che tutti siamo destinati a morire e non vogliamo che [allora] si goda di noi. Non sottovalutare ciò che raccontano gli anziani forniti di esperienza ma soffermati a considerare le loro massime: da loro apprenderai la dottrina che arricchisce la mente e saprai servire senza lamenti chi è posto in dignità. Non sorvolare sui racconti degli anziani, che essi a loro volta appresero dai loro antenati: da loro imparerai cose sensate e la risposta adatta per ogni necessità [8, 6-12].
E dopo sedici versi: Non far lega con gli stolti, che non sanno amare se non le cose che loro fan comodo. Non tenere un'adunanza presenti gli estranei, poiché non sai cosa possa venirne fuori [8, 20-21].
246. [Eccli 9]. Dopo due versi: Non essere geloso della tua consorte [9, 1].
E dopo sette versi: Non desiderare con malizia una vergine per non essere portato fuori strada dalla sua bellezza. Non consegnarti in alcun modo alle prostitute, se non vuoi perdere te stesso e la tua eredità [9, 5-6].
E dopo due versi: Distogli lo sguardo dalla donna agghindata e non incantarti a guardare la bellezza delle straniere [9, 8].
E dopo dodici versi: Non abbandonare il vecchio amico: il nuovo non sarà come lui. Un amico nuovo è come il vino nuovo: lo berrai con gusto quando si sarà invecchiato. Non invidiare la gloria e la ricchezza del peccatore; non sai infatti quale rovina lo attende. Non ti piaccia per l'odio degli iniqui [9, 14-17].
E dopo due versi: Sta' lontano dall'uomo che ha il potere di ucciderti e non ti passerà per la mente il timore della morte. Se devi stare accanto a lui, non commettere colpa per cui possa toglierti la vita [9, 18-19].
E dopo quattro versi: Frequenta i sapienti e gli uomini assennati. Tuoi commensali siano i giusti, e il tuo vanto sia nel timore di Dio [9, 21-22].
247. [Eccli 10]. Dopo cinquantatré versi: Tra i figli dell'uomo merita amore colui che teme Dio; merita disonore colui che disprezza i comandamenti del Signore. Tra i fratelli gode prestigio colui che li governa, agli occhi del Signore sono accetti quanti lo temono. Gloria dei ricchi e degli uomini di riguardo è il timore di Dio: lo stesso è per i poveri. Non è giusto disprezzare un povero assennato, e non esaltare l'iniquo perché è ricco. Sono in onore il grande, il giudice e il potente; ma più grande di loro è chi teme Dio. A uno schiavo assennato si sottomettono anche gli uomini liberi; l'uomo saggio e disciplinato non protesta se viene ripreso [10, 23-28].
E dopo cinque versi: Figlio, conserva nella mansuetudine la tua anima e dà ad essa l'onore che merita [10, 31].
248. [Eccli 11]. Dopo sei versi: La sapienza di chi si umilia gli fa tenere alta la fronte e lo fa sedere in mezzo alle persone autorevoli. Non lodare l'uomo per la sua bellezza e non disprezzarlo per la sua apparenza. Piccolo insetto è l'ape ma il suo prodotto ha il primato nella dolcezza. Non vantarti del tuo abito [lussuoso] e non insuperbire nel giorno che sei onorato [11, 1-4].
Dopo sei versi: Prima d'aver indagato non trattare alcuno con severità; dopo l'indagine correggilo con giustizia. Prima d'ascoltare non pronunziare sentenze, e non permetterti di parlare nel consesso degli anziani. Non litigare per ciò che non ti reca fastidio e non assiderti nel tribunale dei peccatori. Figlio, le tue azioni non s'estendano a molte cose: se sei ricco, non sarai esente da peccato. Se terrai dietro [a molte cose] non le raggiungerai né per quanto tu corra te la svignerai [11, 7-10].
Dopo venti versi: Non sostare nel male che compiono i peccatori; abbi piuttosto fiducia in Dio e persevera nel tuo posto [11, 22].
E dopo alcuni versi: Prima che muoia non lodare nessun uomo [11, 30].
E dopo un verso: Non fare entrare in casa qualsiasi uomo: molte infatti sono le trappole dell'ingannatore. Come vomita lo stomaco dei bambini e come la pernice s'introduce nelle fenditure o come la capra nello steccato, così il cuore dei superbi spia per osservare la caduta del suo prossimo. Cambiando il bene in male tende i suoi lacci e getta fango contro gli eletti. Da una scintilla si sprigiona un grande incendio: per un solo ingannatore si versa molto sangue. Il peccatore infatti tende insidie al fine di spargere sangue. Guardati dall'uomo pestilenziale che ordisce malvagità, perché non riversi su di te un'onta incancellabile. Accogli in casa l'estraneo: quando ti addormenterai ti farà lo sgambetto e ti allontanerà dai tuoi cari [11, 31-36].
249. [Eccli 12]. Quando fai beneficenza sappi a chi la fai e otterrai profonda gratitudine per la tua buona azione. Fa' del bene al giusto e ne avrai un grande compenso, se non da lui certo da Dio. Non otterranno beni coloro che sono abitualmente dediti al male e non elargiscono elemosina, poiché l'Altissimo odia il peccatore mentre è misericordioso con chi si ravvede. Dà all'uomo compassionevole e non nutrire preferenze per il peccatore; sii largo con l'umile e non dar nulla all'empio; anzi impedisci che gli sia dato del pane, se non vuoi che con quanto riceve diventi più forte di te. In ogni bene che fai puoi andare incontro a due mali in quanto l'Altissimo odia i peccatori e si prende vendetta degli empi [12, 1-4].
E dopo quattro versi: Non fidarti mai del tuo nemico: la sua malizia è per te come ruggine al bronzo. Anche se fa l'umile e cammina curvo, tu sta' attento e guàrdati da lui. Non metterlo vicino a te e non farlo sedere alla tua destra, affinché non succeda che cambiando idea si collochi al posto tuo, perché cioè non si volga verso il tuo posto ed aspiri ad occupare la tua sede, e tu finalmente ti renda conto delle mie parole e sia rimproverato dai miei discorsi. Chi proverebbe compassione per l'incantatore che venisse morso dal serpente e per chiunque volesse avvicinarsi alle bestie feroci? Lo stesso è per l'uomo che si accompagna con un malfattore e si lascia coinvolgere nei suoi peccati; resterà con te per un'ora, ma se tu comincerai ad allontanarti non ti guarderà più in faccia. Il nemico sulle labbra ha la dolcezza ma nel cuore cova insidie per farti cadere nella fossa. Il nemico ha negli occhi le lacrime ma, se gli si dà l'occasione, non si sazierà del tuo sangue; se incorri in qualche sciagura, lo troverai in prima fila contro di te. Il nemico ha negli occhi le lacrime e, come se volesse aiutarti, sorregge i tuoi piedi; in realtà è pronto a scuotere la testa e a battere le mani e a voltarti la faccia mormorando molte cose [contro di te] [12, 10-19].
250. [Eccli 13]. Dopo sessantun versi: Buona è la ricchezza quando non causa peccati nella coscienza; è oltremodo cattiva la povertà sulla bocca dell'empio [13, 30].
E dopo tre versi: Beato l'uomo che non commette peccati con la parola della sua bocca e non è tormentato da afflizioni per i suoi delitti. Felice colui che non prova tristezza nel suo cuore e non perde mai la speranza. All'uomo avido e incontentabile nulla giova il possedere sostanze; che profitto reca l'oro all'uomo invidioso? [14, 1-3].
251. [Eccli 14]. Dopo quattordici versi: Figlio, se possiedi [dei beni] approfittane per te stesso e offri a Dio ciò che gli spetta. Ricordati che la morte non tarda e che ti è stato già notificato il testamento con il regno dei morti. Quanto al testamento fatto in questo mondo si estinguerà con la morte. Prima di morire sii largo nel beneficare il tuo amico e largheggia con il povero donando secondo le tue risorse [14, 11-13].
E dopo sedici versi: Beato l'uomo che rimane fedele alla sapienza, s'intrattiene nella giustizia e nell'intimo pensa ai decreti di Dio. Beato colui che nel suo cuore medita le vie del Signore, cercando di comprendere i suoi segreti [14, 22-23].
252. [Eccli 15]. Dopo venticinque versi: Gli stolti non la raggiungeranno, gli assennati le andranno incontro. Gli stolti non la vedranno, poiché è lontana dalla superbia e dalla falsità. I mentitori non si ricordano di lei, gli uomini veritieri trovano in essa la loro dimora e avranno successo fino alla contemplazione di Dio. Non è bella la lode sulla bocca del peccatore, poiché la sapienza proviene da Dio. Alla sapienza di Dio è congiunta la lode: essa abbonda sulla bocca dell'uomo fedele, poiché è il Padrone [dell'universo] che gliela dona. Non dire: " È per colpa di Dio che essa mi manca ", e non fare ciò che egli odia. Non dire: " Egli mi ha fatto errare ", poiché mai saranno suoi amici gli uomini empi. Dio odia ogni maledizione che si basa sull'errore, non l'ameranno i timorati di Dio. All'inizio Dio plasmò l'uomo lasciandolo alla decisione del suo volere. Gli impose successivamente comandi e precetti: se vorrai osservare, essi ti faranno vivere, purché tu accetti di conservarti ad essi fedele per sempre. Ti ha messo accanto il fuoco e l'acqua; tu stenderai la mano a ciò che preferisci. Di fronte all'uomo sono la vita e la morte, il bene e il male: quel che preferisce gli sarà dato. Grande è la sapienza di Dio. Egli è forte nella sua potenza: osserva tutti senza mai cessare. Gli occhi di Dio sono rivolti a chi lo teme: egli valuta ogni azione umana. A nessuno consente di agire empiamente; a nessuno presenta occasioni di peccare. Non gradisce infatti la moltitudine dei figli infedeli e senza frutto [15, 7-22].
253. [Eccli 16]. Non rallegrarti per i tuoi molti figli se essi sono empi; non lusingarti per loro se li vedi senza timore di Dio. Non fidarti della loro vita e non compiacerti dei loro lavori. È meglio infatti un figlio solo ma timorato di Dio che mille figli irreligiosi; anzi è meglio morire senza figli piuttostoché lasciare sulla terra figli empi [16, 1-4].
E dopo ventun versi: Non dire: " Mi nasconderò dalla vista di Dio, e chi nell'alto dei cieli si ricorderà di me? " [16, 16].
254. [Eccli 17]. Un po' dopo: Non sono nascosti [a Dio] i testamenti compilati con iniquità, poiché ogni sorta di iniquità è presente al suo sguardo. L'elemosina dell'uomo è come un sigillo che l'unisce a Dio: egli ha cara come la pupilla [dell'occhio] la misericordia praticata dall'uomo. Poi si alzerà per dare a ciascuno la ricompensa che gli è dovuta; egli si volgerà alle parti più profonde della terra. A chi si pente apre la via della giustizia; assicura il sostegno a chi viene meno e destina loro una eredità sicura. Convertiti a Dio e smetti di peccare; rivolgi a lui la preghiera e finiscila con le pietre d'inciampo. Ritorna a Dio e tienti lontano da ogni ingiustizia: odia cordialmente l'abitudine d'imprecare [17, 17-23].
E dopo nove versi: Quanto è grande la misericordia di Dio e il suo perdono per coloro che si convertono a lui! Non tutte le cose possono essere nell'uomo perché il figlio dell'uomo non è immortale [17, 28-29].
255. [Eccli 18]. Dopo trenta versi: [Il Signore] ha compassione di chi accoglie la scienza della compassione e di chi cammina spedito nella via dei suoi precetti. Figlio, nel fare il bene non uscire in rampogne e quando regali qualcosa non arrecare tristezza con parole cattive. La rugiada non è forse refrigerio nella calura? Così una [buona] parola vale più di un regalo. Non è forse vero che una parola è migliore di un dono? L'una e l'altro troverai nell'uomo giusto. Viceversa lo stolto rimprovera aspramente, e il regalo del maligno fa imputridire gli occhi. Prima che venga il giudizio arricchisciti di giustizia, e prima di parlare impara. Prima che ti indebolisca per la malattia usa la medicina e prima del giudizio esamina te stesso: così troverai pietà dinanzi a Dio. Prima che ti raggiunga l'infermità conservati umile e nella malattia mostra qual è la [bontà della] tua vita. Fa' che nulla t'impedisca di pregare in continuazione e fino alla morte non mancare di crescere nella giustizia, poiché la ricompensa divina durerà in eterno. Prima dell'orazione prepara la tua anima e non essere come uno che tenta Dio [18, 14-23].
E dopo sei versi: L'uomo sapiente è sempre nel timore e nei giorni quando si moltiplicano i delitti si guarda dall'inattività [18, 28].
E dopo cinque versi: Non seguire le tue voglie malnate e allontànati da quanto ti reca piacere. Se permetti alla tua anima di seguire le sue voglie farai godere i tuoi nemici. Non ti lusingare per la moltitudine [di seguaci] e non gioire di ciò che è smodato [18, 30-32].
256. [Eccli 19]. Dopo cinque versi: Chi trascura le piccole cose alla fine cadrà. Il vino e le donne fanno apostatare i sapienti e causano rimproveri alle persone assennate [19, 1-2].
E dopo quattro versi: Chi è frettoloso nel credere [alla gente] dimostra un animo leggero e ci rimetterà; chi pecca contro l'anima propria sarà ritenuto [degno di] sorte peggiore [19, 4].
E dopo due versi: Chi odia la loquacità fa cessare la cattiveria [19, 5].
E dopo otto versi: Hai udito una parola contro il prossimo? Muoia dentro di te! E sta' certo che non ti farà scoppiare. Lo stolto avrà dolore per le sue parole come una partoriente che geme nel partorire il bambino. Come una saetta conficcata nella coscia così è una parola sulla bocca dello stolto. Riprendi l'amico qualora non abbia compreso [il suo male], perché non dica: " Non l'ho fatto "; o, se l'ha fatto, perché non ci ricada ancora. Riprendi il prossimo perché non lo neghi e, se lo ammette, perché non ricada. Rimprovera l'amico anche se si tratta di una insinuazione, ma non credere a tutto ciò che si dice [di lui]. C'è chi cade in difetto per la sua lingua ma senza volontà. Chi infatti non pecca con la lingua? Riprendi il prossimo prima di minacciarlo e dà spazio al timore dell'Altissimo, perché il timore di Dio è la somma sapienza: temere Dio è in ogni atto del sapiente [19, 10-18].
E dopo cinque versi: L'uomo privo di sapienza e scarso d'intelligenza ma ricco di timore [di Dio] è migliore dell'uomo superdotato che non osserva la legge dell'Altissimo [19, 21].
257. [Eccli 20]. Dopo sedici versi: Quanto è meglio rimproverare che arrabbiarsi! [20, 1].
E dopo dodici versi: Sarà odiato chi giunge al potere mediante l'ingiustizia [20, 8].
E dopo otto versi: Il sapiente si rende amabile con il suo parlare [20, 20-22].
E dopo tredici versi: Cadere per la falsità nel parlare è come cadere sul pavimento: la caduta dei malvagi giunge improvvisa. Un uomo sgradevole è come il racconto di cose immaginarie: quale è spesso sulla bocca degli uomini insubordinati. Non si accetta un proverbio dalla bocca del fatuo, poiché non è detto a suo tempo [20, 24-29].
E dopo due versi: C'è chi perde la sua anima per timidezza e chi la perde a causa d'una persona imprudente; c'è chi si perde per la preferenza che accorda a certe persone. C'è chi per insipienza fa promesse all'amico e senza motivo se lo rende nemico. Vergogna e cattiveria è nell'uomo la falsità; essa è frequente sulla bocca di chi non osserva la legge. È meglio il ladro che chi mente di continuo: l'uno e l'altro andranno in perdizione. Il comportamento della persona bugiarda causa disonore; la vergogna l'accompagnerà di continuo. Il saggio si manifesta con le sue parole [20, 24-29].
E dopo quattro versi: Le elargizioni e i regali accecano i giudici e, rendendoli come muti, distolgono dalla loro bocca le parole di rimprovero. La sapienza nascosta e il tesoro sotterrato a che servono? Tra gli uomini è da preferirsi colui che nasconde la sua stupidità a colui che nasconde la sua sapienza [20, 31-33].
258. [Eccli 21]. Figlio, hai peccato? Non aggiungere altri peccati ma prega [Dio] che ti perdoni le colpe commesse. Fuggi il peccato come il serpente, poiché se ti avvicini ti prenderà [nelle sue spire]. I suoi denti sono come i denti di un leone e uccidono gli uomini. Ogni iniquità è una spada a due tagli: per le sue ferite non esiste rimedio [21, 1-4].
E dopo quattro versi: Odiare la correzione è indizio di uomo peccatore ma chi teme Dio rientrerà in se stesso [21, 7].
E dopo cinque versi: La via dei peccatori è cosparsa di sassi e alla sua fine si trovano gli inferi, le tenebre e i castighi. Chi osserva la giustizia ne consegue il senso: la sapienza e l'assennatezza costituiscono la perfezione del timore di Dio [21, 11-13].
E dopo sette versi: Chi ha cuore aperto ascolterà la parola saggia, qualunque essa sia: egli la loderà e la farà propria. Se l'ascolterà l'uomo dissoluto, gli procurerà noie e se la getterà dietro le spalle. Le chiacchiere dello stolto sono come un peso per chi deve camminare; nelle labbra dell'uomo assennato risiede la grazia. Nell'assemblea si ricerca il parlare dell'uomo prudente: sulle sue parole rifletteranno in cuor loro [21, 18-20].
E dopo due versi: La disciplina è per lo stolto come un ceppo ai piedi e come una catena nella mano destra. Lo sciocco ride ad alta voce, il sapiente ride sì e no in silenzio. La disciplina è un ornamento d'oro nell'uomo saggio, è come un braccialetto nel suo braccio destro [21, 22-24].
E dopo otto versi: Il cuore degli stolti è sulla loro bocca; la bocca dei sapienti è nel loro cuore. Quando l'empio maledice il diavolo maledice se stesso. Il mettimale insudicia la sua anima ed è da tutti odiato; altrettanto odioso si rende l'uomo che si ferma presso di lui, mentre chi è silenzioso e assennato conseguirà onori [21, 29-31].
259. [Eccli 22]. Il pigro è colpito con zolle di fango e tutti parlano di lui con disprezzo [22, 1].
E dopo quattro versi: Una figlia assennata è una ricca dote per suo marito, la donna riprovevole è una vergogna per suo padre. La donna sfrontata è motivo di confusione per il padre e il marito: non è da meno degli empi né riceve onore dai suoi familiari. Un racconto fuori posto è come una musica [allegra] in tempo di lutto; la sapienza è una sferza: essa insegna [il bene] in ogni tempo. Chi ammaestra lo stolto è come colui che riattacca i cocci. Chi racconta qualcosa al disattento è come colui che tenta di svegliare l'addormentato in un sonno profondo. Chi parla con lo stolto parla con uno che dorme e che alla fine gli dice: " Ma chi è costui? ". Piangi sul morto perché gli manca la luce; piangi sullo stolto perché gli manca il senno. Duri poco il pianto per un morto, perché è andato nella pace; ma peggiore della morte dello stolto è la vita infame dello scellerato. Il lutto per un morto è di sette giorni; per lo stolto e l'empio dura tutti i giorni della loro vita [22, 4-13].
E dopo ventun versi: Chi tira sassi contro gli uccelli li mette in fuga; chi offende l'amico distrugge l'amicizia. Se contro l'amico hai sguainato la spada non disperarti, poiché la puoi ritirare; se hai sparlato dell'amico non temere, poiché puoi riconciliarti; devi escludere però l'insulto, il vituperio, l'arroganza, la rivelazione del segreto, il colpo a tradimento, poiché in tutti questi casi ogni amico ti sfuggirà [22, 25-27].
E dopo dieci versi: Chi metterà una guardia dinanzi alla mia bocca e un sigillo sicuro sulle mie labbra in modo che non cada [nel male] per colpa loro e la mia lingua non mi uccida? [22, 33].
260. [Eccli 23]. Signore, padre e reggitore della mia vita, non abbandonarmi e non permettere che io cada nelle loro mani. Chi usa la sferza contro il mio modo di pensare e chi userà il rigore della sapienza nei confronti del mio cuore? Non mi si debbono infatti risparmiare castighi nella mia ignoranza né coprire i miei peccati, sicché abbia a crescere la mia ignoranza, si moltiplichino le mie colpe e i miei peccati passino la misura, e io cada di fronte agli avversari e il mio nemico goda su di me. Signore, padre e Dio della mia vita, non abbandonarmi in balia delle loro trame! Non abbandonarmi all'impudenza degli occhi e allontana da me ogni [insana] bramosia. Toglimi il desiderio incontrollato del mangiare, e fa' che non mi tiranneggi l'attrattiva del sesso. Non consegnarmi a impulsi indecorosi e dissennati. O figli, ascoltate la dottrina della [mia] bocca! Chi la metterà in pratica non si rovinerà col suo parlare né inciamperà compiendo opere nefande. Il peccatore rimarrà intrappolato nella sua vuotaggine, il superbo e il maldicente inciamperanno nelle loro opere riprovevoli. La tua bocca non s'abitui a giurare: giurando si cade in grave peccato. Non nominare con frequenza il nome di Dio, non usare il nome santo: non saresti esente da colpa. Come lo schiavo fustigato più volte non resta senza lividure così chi giura o nomina [Dio] non resterà del tutto senza peccato. L'uomo che giura di frequente si carica di iniquità e il castigo non sarà lontano dalla sua casa. Anche se vorrà negarla, la sua colpa resterà sopra di lui e se finge di non averla commessa pecca due volte. Se avrà giurato il falso non sarà nella giustizia; del castigo sarà piena la sua casa [23, 7-14].
Dopo quattro versi: La tua bocca non si abitui a [dire] grossolanità: sono parole peccaminose. Ricòrdati di tuo padre e di tua madre quando sederai in mezzo ai magnati, perché non succeda che Dio si scordi di te di fronte a loro, e tu, diventato stolto per averli frequentati, subisca una vergogna per la quale preferiresti di non essere nato e maledica il giorno della tua nascita. Un uomo abituato a dire parole ingiuriose non metterà giudizio per quanti siano i suoi giorni. Due categorie di persone moltiplicano i peccati e la terza si attira la collera [divina] e la perdizione. Un'anima nel calore [della passione] è come il fuoco acceso: non si raffredda finché non abbia ingoiato qualcosa; l'uomo disonesto e dedito alle voluttà carnali non trova requie finché non abbia provocato l'incendio [23, 17-23].
E dopo due versi: L'uomo che tradisce il letto coniugale disonora se stesso. Egli dice: " Chi mi vede? Mi coprono le tenebre, mi riparano i muri; nessuno mi vede: di chi dovrò aver paura? Nemmeno l'Altissimo si ricorderà delle mie colpe! ". Costui non ha intelletto e il suo occhio è diventato cieco: il timore di quest'uomo esclude il timore di Dio, mentre lo temono [tutti] gli uomini. Egli non pensa che gli occhi di Dio sono molto più lucenti del sole: essi penetrano tutte le azioni dell'uomo e anche le profondità dell'abisso: essi scrutano il cuore dell'uomo fin nei più intimi recessi [23, 25-28].
261. [Eccli 25]. Dopo un po': Ciò che in gioventù non raccogliesti, come potrai trovartelo nella vecchiaia? Quanto è bello il retto giudizio nell'anziano e nei seniori la conoscenza e il discernimento! Com'è bella la sapienza nei vecchi e nei dignitari la saggezza e il discernimento! Corona dei vecchi è la grande esperienza e loro gloria il timore di Dio [25, 5-8].
E dopo dieci versi: Il timore di Dio s'innalza al di sopra di tutte le cose. Beato l'uomo cui è stato donato il timore di Dio. A chi potrà paragonarsi una persona timorata di Dio? [25, 14-15].
E dopo venti versi: Non incantarti dinanzi alla bellezza della donna e non desiderare la donna a motivo della sua bellezza [25, 28].
262. [Eccli 26]. Dopo ventotto versi: Una donna ubriacona è [causa di] ire profonde: la sua scostumatezza e improntitudine non si possono occultare. L'impudicizia di una donna si rivela da come ti sbircia con gli occhi e muove le palpebre. Rafforza la sorveglianza su una figlia che non si sa frenare perché all'occasione non abusi di se stessa. Guàrdati da ogni occhio impudente, e non meravigliarti se ti trascura [26, 11-14].
E dopo quattro versi: La delicatezza di una donna premurosa rallegra il marito, e la sua morigeratezza gli rinfranca le ossa. Dono di Dio è una donna assennata e silenziosa; non c'è prezzo per una persona edotta [nella legge]. Beneficio grande più di ogni altro è una donna santa e pudica. La persona continente è superiore ad ogni prezzo [26, 16-20].
E dopo dodici versi: Se uno dalla giustizia passa al peccato, per lui Dio tiene pronta la spada [26, 27].
263. [Eccli 27]. Dopo quattro versi: Chi desidera arricchire distoglie [da Dio] il suo sguardo [27, 1].
E dopo tre versi: Il delitto sarà abbattuto. Se non resterai costantemente nel timore del Signore, la tua casa andrà presto in rovina. Come quando si agita il vaglio rimane la polvere così nel pensiero dell'uomo si scopre il suo imbarazzo. La fornace prova i vasi dell'artefice; la tentazione mette alla prova la giustizia dell'uomo. Come la coltivazione di una pianta appare dal suo frutto, così la parola risente dei pensieri del cuore umano. Non lodare alcuno prima di sentirlo parlare: da lì infatti si manifesta ogni uomo. Se segui la giustizia la raggiungerai e te ne vestirai come di tunica preziosa: abiterai con essa ed essa ti proteggerà sempre e riscontrerai che essa è tuo sostegno nel giorno della verifica. Gli uccelli si radunano presso i propri simili; la verità ritorna da coloro che l'esercitano. Il leone è sempre in agguato per cacciare; altrettanto fa il peccato con chi è dedito all'iniquità. Il santo è stabile nella sapienza a somiglianza del sole; lo stolto è mutevole come la luna. Se ti trovi tra persone insensate abbrevia il tempo del tuo parlare; frequenta le persone ragionevoli. Il parlare dei malvagi è odioso, il loro ridere è per riuscire in qualche delitto. Il parlare di uno che giura spesso fa drizzare i capelli, la sua improntitudine fa turare gli orecchi. Dalla rissa tra superbi [deriva] spargimento di sangue; le loro invettive sono moleste ad udirsi. Chi rivela i segreti dell'amico ne perderà la fiducia e non troverà più un amico per il suo cuore. Ama il prossimo e resta a lui fedele; se viceversa ne avrai svelato i segreti non stargli più alle calcagna. Chi perde l'amicizia del suo vicino è come colui che perde l'amico stesso. Come colui che si lascia sfuggire di mano un uccello così sei tu se ti lasci sfuggire l'amico: non lo riavrai. E non devi nemmeno inseguirlo poiché è già lontano: egli fugge come una gazzella che si è liberata dal cappio, poiché la sua anima è stata ferita e non ci sono bende con cui fasciarla. In caso d'ingiuria si può trovare il modo di riappacificarsi, ma quando si svelano i segreti di un amico non esiste speranza per l'anima di quell'infelice. Chi ammicca con l'occhio combina azioni inique e nessuno lo può distogliere. Sotto i tuoi occhi la sua bocca è piena di dolcezza e giungerà ad applaudire i tuoi discorsi, ma alla fine muterà linguaggio e ti prenderà al laccio per le tue parole. Io odio molte cose ma nessuna come un uomo simile; anche il Signore lo detesta [27, 3-27].
E dopo due versi: Chi scava una fossa cadrà in essa e chi colloca una pietra dinanzi all'amico vi inciamperà. Chi tende un laccio al suo simile vi perirà. Chi traduce in pratica decisioni malvage, il male ricadrà su di lui senza che egli si accorga da dove gli provenga. Derisione e improperi son roba da superbi, ma la vendetta sta loro in agguato come un leone. Chi si rallegra della caduta dei giusti sarà preso al laccio e perirà [27, 29-32].
264. [Eccli 28]. Dopo tre versi: Colui che desidera vendicarsi incorrerà nella vendetta di Dio, il quale ben ricorda tutti i peccati. Perdona al tuo prossimo che ti fa del male; così quando pregherai saranno rimessi a te i tuoi peccati. Chi si adira contro il suo simile come chiederà a Dio di essere guarito? Egli non ha pietà del suo simile e osa pregare per [la remissione dei] suoi peccati! Pur essendo figlio di Adamo, egli serba rancore: come potrà ottenere il perdono da Dio, o chi intercederà per la remissione delle sue colpe? Ricòrdati della tua fine e smettila con le inimicizie: la consunzione e la morte ti incolgano mentre sei fedele ai comandamenti di Dio. Pensa al timore di Dio e non adirarti con il prossimo. Ricorda l'alleanza dell'Altissimo e non far caso dell'incoscienza altrui. Evita i litigi, e diminuirà il numero dei tuoi peccati. L'uomo iracondo suscita risse e il peccatore getta zizzania fra gli amici e suscita inimicizie tra coloro che erano in pace [28, 1-11].
E dopo quattro versi: Una discussione fuori posto accende la fiamma e l'alterco incontrollato causa spargimento di sangue: la lingua che ne fa da testimone procura la morte. Se soffi su una favilla essa si accenderà come una fiamma, se sputi su di essa si spegnerà; comunque le due cose vengono fuori dalla bocca. Sono maledetti il delatore e il bugiardo: essi causano molte discordie fra gente in pace. La lingua calunniatrice ha turbato molta gente e l'ha dispersa di qua e di là; ha abbattuto le città dei ricchi, sebbene protette da mura, e ha fatto sprofondare le case dei potenti; ha stritolato popoli valorosi e annientato nazioni forti. La lingua calunniatrice ha fatto ripudiare donne di animo virile e le ha private del proprio lavoro. Chi imiterà il calunniatore non troverà riposo e non avrà amici su cui appoggiarsi [28, 13-20].
E dopo ventitrè versi: Per le tue parole fatti una [buona] bilancia, e sulla tua bocca metti un'appropriata museruola. Bada di non peccare con la lingua per non cadere di fronte ai nemici quando ti tenderanno insidie. La tua caduta sarebbe allora inguaribile, anzi mortale [28, 29-30].
265. [Eccli 29]. Chi esercita la misericordia dà in prestito al prossimo; chi [lo] sostiene con la mano osserva i comandamenti. Se il tuo prossimo è in necessità fagli dei prestiti e a tempo debito restituisci al prossimo quanto a te prestato. Mantieni la parola e compòrtati lealmente con lui e in ogni tempo troverai quel che ti occorre. Molti considerano il prestito come un oggetto trovato e causano molestie a coloro che li hanno aiutati [29, 1-4].
E dopo tredici versi: Verso il povero sii d'animo risoluto e non portarlo in giro nel dargli l'elemosina. A causa del comandamento [di Dio] prenditi cura del povero e nella necessità non lasciarlo partire a mani vuote. Prìvati del tuo denaro a beneficio del fratello e dell'amico; non nasconderlo sotto una pietra perché arrugginisca. Riponi il tuo tesoro nella legge dell'Altissimo e ti sarà più utile dell'oro. Nascondi la tua elemosina in seno al povero ed essa ti riparerà da ogni male: combatterà contro il tuo nemico più di un uomo potente armato di scudo e di lancia. L'uomo buono si fa garante a favore del suo prossimo, lo spudorato lo abbandona a se stesso. Non dimenticare la benevolenza di chi ti si fa garante: egli espone per te la sua vita. Il peccatore e il disonesto abbandonano colui che ha fatto loro delle promesse: il peccatore si appropria dei beni del suo mallevadore; ingrato di cuore abbandona chi lo ha liberato. L'uomo che si fa garante per il prossimo, se ne perde il rispetto, sarà da lui abbandonato. La promessa di cose cattive ha rovinato molti che prima si amavano e li ha sconvolti come onde del mare. Girando attorno ha fatto emigrare personaggi potenti, che dovettero vagare fra popolazioni straniere. Il peccatore col trasgredire i comandi del Signore va incontro a minacce di mali [29, 11-26].
E dopo un verso: Sostieni il tuo prossimo secondo le tue possibilità, ma bada a te stesso per non finire in miseria [29, 27].
266. [Eccli 30]. Dopo sedici versi: Chi ama il proprio figlio ricorre spesso alla frusta per aver di che rallegrarsi alla fine dei suoi giorni. Chi educa [bene] il proprio figlio ne otterrà gioia [30, 1-2].
E dopo dieci versi: Un cavallo non domato diventerà intrattabile; un figlio abbandonato a se stesso diventa temerario. Coccola tuo figlio e ti dovrai spaventare; scherza con lui e ne sarai rattristato. Non ridere insieme con lui perché non abbia a rammaricartene e alla fine ti si alleghino i denti. Nella sua gioventù non dargli [troppa] autonomia, ma non lasciare incalcolati i suoi pensieri. Finché è giovane costringilo a piegare la testa e quand'è bambino prendilo a sculaccioni: altrimenti egli diventerà cocciuto e non ti darà ascolto, con grande dolore del tuo cuore. Educa tuo figlio e datti da fare per lui, se non vuoi provare vergogna per la sua sfrontatezza. Un povero sano e robusto è meglio di un ricco gracile e colpito dal male. La buona salute, insieme con la santità e la giustizia, vale più di qualsiasi oro o argento; un corpo sano è preferibile ad ogni ricchezza, anche colossale. Non c'è prezzo che superi il prezzo della salute del corpo; non c'è felicità superiore alla pace del cuore. È meglio la morte che una vita nell'amarezza, meglio il riposo eterno che una persistente infermità. Il bene che rimane nascosto in una bocca chiusa è come un cibo già pronto collocato in una tomba [30, 8-18].
Dopo cinque versi: Non darti alla tristezza e non torturarti con i tuoi progetti. La letizia del cuore è vita per l'uomo: è un tesoro che non esclude la santità; l'allegrezza dona all'uomo una lunga vita. Abbi compassione di te stesso cercando di piacere a Dio e sappiti frenare; colloca il tuo cuore nella santità di lui e tieni lontana da te ogni tristezza, poiché la tristezza è stata per molti causa di morte e da lei non proviene alcun vantaggio. La gelosia e l'ira accorciano la vita; il molto pensare fa diventar vecchi anzitempo [30, 22-26].
267. [Eccli 31]. Dopo dieci versi: Chi ama l'oro non raggiunge la giustizia; chi va appresso a cose corruttibili si corromperà. Molti sono caduti a causa dell'oro e per la sua bellezza hanno trovato la loro rovina. Tronco d'inciampo è l'oro offerto in sacrificio: guai a chi gli corre appresso! L'uomo sprovveduto per esso perirà. Beato il ricco che risulterà esente da colpe, che non corre dietro all'oro e non ripone la speranza nel denaro e nei tesori. Chi è costui? Noi lo elogeremo perché ha compiuto cose straordinarie nella sua vita. Chi è costui che, messo alla prova in fatto di ricchezza, fu trovato perfetto? La sua gloria sarà eterna, poiché, sebbene potesse trasgredire [la legge], non la trasgredì; sebbene potesse compiere il male, non lo fece. Per questo i suoi beni sono al sicuro presso il Signore e l'assemblea dei santi racconterà le sue opere di misericordia [31, 5-11].
E dopo dieci versi: Usa con frugalità delle vivande che ti vengono servite, perché non ti succeda che, mangiando molto, venga preso in odio [dai commensali]. Per correttezza smetti per primo [di mangiare] e non esagerare nel cibo per non urtare [gli altri invitati]. Se ti trovi tra molti convitati non essere il primo ad allungare la mano e a chiedere da bere. Com'è vero che all'uomo ben educato basta poco vino! [31, 19-22].
E dopo sedici versi: Non stuzzicare chi è dedito al vino, poiché il vino fu per molti causa di rovina [31, 30].
268. [Eccli 32]. Dopo venticinque versi: Prendi la parola, o anziano, poiché spetta a te parlare per primo; ama la scienza e non impedire che si canti. Quando c'è chi ascolta, non sprecare parole; della tua erudizione non vantarti fuori posto [32, 4-6].
E dopo cinque versi: Tu, giovane, parla dei tuoi problemi solo in caso di necessità. Se sei interrogato due volte rispondi solo con un cenno del capo. Su molti argomenti comportati come se non li conoscessi; ascolta in silenzio e interroga. Non azzardarti a parlare in mezzo ai notabili, e alla presenza degli anziani non dire molte parole. Il lampo precede la grandine; l'amabilità precede il giovane riservato; per la riservatezza si accresceranno verso di te la benedizione e la simpatia. Sii il primo a tornare a casa: lì divertiti, gioca e attua i tuoi disegni; evita però le delinquenze e le parole arroganti. Per ogni cosa benedici il Dio che ti ha creato e ti rallegra con tutti i suoi beni. Chi teme Dio ne accoglie l'insegnamento e chi veglia alla sua presenza ne riceverà la benedizione. Chi ama la legge sarà da essa colmato [di beni]; chi agisce con doppiezza troverà in essa occasione d'inciampo. Chi teme il Signore troverà un giudizio giusto: la sua giustizia brillerà come luce. Il peccatore rifugge dalla correzione e trova sempre come comportarsi con chi è del medesimo suo volere. L'uomo assennato non spreca la sua intelligenza [32, 10-22].
E dopo quattro versi: Figlio, non far nulla senza averci riflettuto, per non doverti pentire dopo che l'hai fatto [32, 24].
E dopo sei versi: Chi crede in Dio è diligente nell'osservare i comandamenti; chi confida in lui non sarà deluso [32, 28].
269. [Eccli 33]. Chi teme il Signore non incontrerà alcun male ma Dio lo sosterrà nella prova e lo libererà dal male. Il sapiente si guarda dall'odiare i comandamenti e le esigenze della giustizia, e non sarà sconquassato come nave nel mare in tempesta. L'uomo assennato presta fede alla legge di Dio e la legge è fedele a lui. Chi vuol presentare una richiesta deve prima preparare il discorso [33, 1-4].
270. [Eccli 34]. Dopo un po': L'uomo insensato coltiva speranze vane e fallaci; i sogni fanno inorgoglire gli stolti. Chi dà retta a visioni illusorie è come chi abbraccia le ombre e insegue il vento. Una cosa che ne segue un'altra è quel che si vede sognando: l'immagine dell'uomo che si presenta all'uomo. Con una persona impura che cosa si può purificare? E da una persona bugiarda come potrà dirsi qualcosa di vero? La divinazione di chi è nell'errore, gli auspici di chi dice menzogne e i sogni di chi si comporta male sono tutte vanità. Se infatti l'Altissimo non interviene con una sua visita, il tuo cuore farnetica come una donna durante il parto: non abbandonarlo quindi alle sue fantasticherie. I sogni hanno condotto molta gente fuori strada e quanti speravano in essi andarono a precipizio. Eseguirai senza menzogne e perfettamente la parola [del Signore]; la sapienza sarà visibile sulla bocca del fedele [34, 1-8].
E dopo cinque versi: Viaggiando ho visto molte cose e ascoltato moltissime lingue. Per ottenere questo ho corso anche pericoli mortali ma sono stato liberato dalla grazia di Dio. È [dagli uomini] ricercato lo spirito di quanti temono Dio e di coloro che sono benedetti perché si volgono a lui: costoro ripongono la speranza in colui che dà la salvezza, e gli occhi di Dio sono rivolti a quanti lo amano. Chi teme il Signore non ha nulla da temere; egli di niente ha paura poiché in Dio è la sua speranza. Beata l'anima di chi teme il Signore! A chi si volge un tal uomo? E chi è la sua forza? Gli occhi del Signore sono rivolti a chi lo teme: forte protettore, sostegno robusto, riparo nella calura, ombra per il sole di mezzogiorno. Egli allontana l'inciampo e aiuta chi cade, solleva l'anima e illumina gli occhi, dà la salute, la vita e la benedizione. L'offerta di chi immola una vittima acquistata con disonestà è immonda: non sono gradite [a Dio] le irrisioni degli iniqui, poiché egli, il solo Signore, [si volge] a quanti gli sono fedeli nella via della verità e della giustizia. L'Altissimo non gradisce i doni dei malvagi, non volge lo sguardo alle loro offerte né rimette i loro peccati per la moltitudine dei sacrifici che gli offrono. Chi offre un sacrificio con sostanze sottratte al povero è come colui che sacrifica il figlio alla presenza del padre. Il pane, anche se poco, è vita per il povero; chi ne lo priva è un uomo crudele. Chi toglie al prossimo il pane guadagnato col sudore è come colui che lo uccide. Sono fratelli colui che versa il sangue e colui che defrauda l'operaio della sua mercede. Ecco, uno costruisce e un altro demolisce: quale il risultato per entrambi se non l'aver faticato? Uno prega, un altro augura il male: quale dei due ascolterà il Signore? Chi si purifica per aver toccato un cadavere, se di nuovo va a toccarlo cosa gli giovano le sue abluzioni? Così è dell'uomo che pratica il digiuno in isconto dei suoi peccati: se di nuovo torna a peccare qual vantaggio riceve dall'essersi umiliato? O chi ascolterà la sua preghiera? [34, 12-31].
271. [Eccli 35]. Chi osserva la legge è assiduo nella preghiera. Sacrificio che salva è praticare i comandamenti e tenersi lontani da ogni colpa; sacrificio espiatorio è quello che si immola per [riparare] le ingiustizie; supplica in riparazione dei peccati è recedere dall'iniquità [35, 1-5].
E dopo pochi versi: Non presentarti dinanzi al Signore a mani vuote: tutto questo infatti si compie perché comandato dal Signore. L'offerta del giusto abbellisce l'altare ed è profumo soave dinanzi all'Altissimo. È gradito al Signore il sacrificio del giusto: egli non mancherà di ricordarlo. Con animo lieto da' gloria a Dio e non ridurre la quantità delle primizie che offri. Offri i tuoi doni con volto sorridente e consacra le tue decime con allegrezza. Dona all'Altissimo in proporzione di quello che egli ti ha dato e con occhio sereno effettua le scelte delle tue mani: il Signore ti ricompenserà e ti renderà sette volte tanto. Non offrire doni difettosi: Dio non li accetterebbe. Non ricorrere a sacrifici frutto d'ingiustizia, perché il Signore è giudice e non conta dinanzi a lui la dignità della persona. Il Signore non fa preferenze a danno del povero, ma ascolta le invocazioni di chi è stato danneggiato. Non manca d'ascoltare le preghiere dell'orfano e della vedova quando le rivolgono a lui gemendo. Non scendono forse le loro lacrime giù per le guance e le loro grida non salgono dalla loro bocca verso l'alto per colpa di colui che gliele ha fatte sgorgare? [35, 6-18].
E dopo quattro versi: La preghiera dell'umile penetra le nubi [35, 21].
272. [Eccli 37]. Dopo un po': Frequenta le persone sante, chiunque cioè avrai riscontrato che si mantiene nel timore di Dio e la cui anima è in accordo con la tua [37, 15-16].
E dopo cinque versi: In tutte queste situazioni prega l'Altissimo che guidi nella verità il tuo agire [37, 19].
E dopo ventuno versi: Figlio, finché vivi saggia la tua anima e se riscontri che è depravata, non farla comandare. In effetti, non tutte le cose giovano a tutti né a tutte le persone piacciono tutte le cose. Non essere ingordo nel mangiare e non gettarti su ogni vivanda [37, 30-32].
273. [Eccli 38]. E dopo quattro versi: Onora il medico per il bisogno [che ne hai] e perché lo ha creato l'Altissimo. La guarigione infatti viene da Dio, come i doni si ricevono dal re. Per il suo sapere il medico procede a testa alta e riceve lodi dinanzi ai notabili. L'Altissimo ricava le medicine dai prodotti della terra e l'uomo sensato non le disprezza. L'acqua amara non fu forse resa dolce mediante un pezzo di legno perché fosse manifestata agli uomini la sua virtù? L'Altissimo ha dato agli uomini l'intelligenza perché lo glorificassero per le sue meraviglie. Curando con tali mezzi egli mitiga il loro dolore [38, 1-7].
E dopo quattro versi: Figlio, nella malattia non disperarti ma prega il Signore ed egli ti guarirà. Fuggi il delitto: volgi le mani [alla giustizia] e purifica il tuo cuore da ogni malvagità [38, 9-10].
E dopo un verso: Offri generosamente i sacrifici e chiama il medico, poiché il Signore lo ha creato; non allontanarlo da te finché la sua opera ti è necessaria. Non mancheranno occasioni in cui dovrai ricorrere alle mani dei medici, ma essi dovranno pregare il Signore affinché [ti] conceda il sollievo per mezzo di loro e la guarigione per il loro intervento [38, 11-14].
E dopo un verso: Figlio, versa lacrime su chi è morto e piangi come chi soffre dolori atroci. Quindi avvolgi il suo cadavere com'è di dovere, e non trascurarne la sepoltura. Per timore delle dicerie fa' amari pianti su di lui per la durata di un giorno ma poi consòlati della tristezza: il tuo lutto si prolunghi, secondo il merito del defunto, uno o due giorni, e questo per evitare critiche. L'eccessiva tristezza infatti accelera la morte e sopraffà il vigore: la tristezza del cuore curva il capo [38, 19].
E dopo un verso: Non abbandonare il cuore alla tristezza [38, 21].
E dopo nove versi: La sapienza dello scriba [cresce] nel tempo della quiete, e chi riduce le attività consegue la sapienza [38, 25].
274. [Eccli 39]. E dopo un po': Di' ad alta voce: Ascoltatemi, o frutti divini delle acque, e portate frutti come un roseto piantato vicino a un ruscello. Come il Libano spargete soave odore; fiorite come giglio, emanate profumo e copritevi di foglie splendenti: cantate un cantico di lode benedicendo il Signore per le sue opere. Magnificate il suo nome e lodatelo con la vostra voce, cantando con le labbra accompagnati dalle cetre. Nella vostra lode dite così: Tutte le opere del Signore son buone assai.Per la sua parola l'acqua si fermò come un mucchio di pietre e per un comando della sua bocca come una diga di fronte alle acque. Per suo comando infatti si realizza tutto ciò che egli vuole e non c'e impedimento quando egli decide di salvare; dinanzi a lui sono le opere di ogni mortale e nulla è nascosto ai suoi occhi: egli controlla con lo sguardo il susseguirsi dei secoli eterni e nulla è straordinario ai suoi occhi. Non devi dunque dire: " Cos'è questo? ", o: " Cos'è quello? ". Ogni cosa va ricercata a suo tempo [39, 17-26].
275. [Eccli 40]. Dopo un po': La carità, come il paradiso quanto a benedizioni, e la misericordia rimangono in eterno [40, 17].
Dopo dodici versi: I fratelli [si riconoscono] nell'aiuto [che si danno] in tempo di afflizione: su di loro [ci sarà] la misericordia a liberarli [40, 24].
276. [Eccli 41]. Dopo un po': Se la sapienza si tiene nascosta e il tesoro rimane sotterrato, che vantaggio si ricava dall'una e dall'altro? L'uomo che cela la sua insipienza fa meglio di colui che nasconde la sua saggezza [41, 17-18].
277. [Eccli 43]. Dopo un altro po': Quando benedite il Signore lodatelo con tutte le forze, poiché egli è superiore ad ogni lode. Nell'esaltarlo siate dunque pieni di vigore [43, 33-34].
278. [Eccli 51]. Dopo molti versi: Accorrete a me voi che siete privi di sapere e radunatevi nella casa dell'ammaestramento. Perché tardate ancora? O cosa avete ancora da obiettare nelle cose di cui le vostre anime sono ardentemente assetate? Io ho aperto la bocca e ho parlato [dicendovi]: Procuratevi la sapienza e vi sarà data senza che spendiate denaro; sottoponete il collo al suo giogo, e la vostra anima accolga l'insegnamento. Essa è alla portata di chi la vuol trovare. Osservate con i vostri stessi occhi come io, pur lavorando poco, ho conquistato una grande serenità. Acquistate il sapere anche a prezzo di molto denaro; con l'istruzione verrete a possedere oro in abbondanza. Si allieti la vostra anima nella misericordia di Dio e non arrossite per averlo lodato. Compite le vostre opere prima che arrivi il giorno [del Signore], e in quel giorno egli vi darà la vostra mercede [51, 31-38].
Dal libro di Tobia abbiamo ritenuto opportuno stralciare quanto segue.
279. [Tob 4]. Onora tua madre tutti i giorni della sua vita, ricordando i numerosi e gravi pericoli che affrontò per te quand'eri nel suo grembo [4, 3-4].
E dopo due versi: Per tutti i giorni della tua vita ricordati di Dio e guàrdati dal consentire al peccato; non trasgredire i precetti del tuo Dio. Con i tuoi beni fa' l'elemosina e non voltare la faccia a nessun povero: così ottieni che il Signore non distolga da te il suo volto. Sii generoso in proporzione di quello che hai: se hai molto, elargisci molto; se hai poco, quel poco che puoi dare dàllo volentieri. Così ti metti da parte un bel capitale per il giorno della scarsità. In effetti l'elemosina libera dal peccato e dalla morte e non permette che l'anima scenda nelle tenebre. Motivo di grande fiducia dinanzi al Dio altissimo è l'elemosina per quanti la praticano. Guàrdati, figlio, da ogni sorta di fornicazione e, all'infuori di tua moglie, non permetterti mai rapporti, che sarebbero peccaminosi. Non permettere che nel tuo sentire e nel tuo parlare domini la superbia; da essa infatti ebbe principio ogni rovina. Se qualcuno ha compiuto per te un qualche lavoro, dàgli immediatamente il compenso: il salario del tuo operaio non rimanga in alcun modo presso di te. Quello che ti dispiace se ti viene fatto da un altro bada di non farlo tu stesso agli altri. Mangia il tuo pane condividendolo con i poveri e gli affamati e vesti gli ignudi col tuo vestito [4, 6-17].
Dopo due versi: Ricerca sempre il parere del sapiente. In ogni tempo benedici Dio e chiedigli che diriga i tuoi passi e tutte le tue scelte siano accette a lui [4, 19-20].
E dopo sette versi: Non temere, figlio mio! È vero che la nostra vita è da povera gente, ma avremo molte ricchezze se temeremo Dio e ci terremo lontani da ogni peccato e compiremo il bene [4, 23].
280. [Tob 12]. Dopo molti versi: Allora Raffaele disse loro in disparte: Benedite il Dio del cielo e dinanzi a tutti i viventi proclamate la misericordia che vi ha usata. È bene infatti tenere nascosti i segreti del re ma è lodevole svelare e magnificare le opere di Dio. Buona cosa è la preghiera congiunta con il digiuno, e l'elemosina val più che accumulare grande quantità di oro. L'elemosina libera dalla morte, purifica dal peccato e conduce alla vita eterna. Chi invece si dà al peccato e all'iniquità è nemico della propria anima [12, 6-10].
281. [Tob 14]. Dopo un po': Ascoltate, figli, il vostro padre! Servite il Signore nella verità e siate zelanti nel fare ciò che piace a lui. Ai vostri figli ordinate di compiere opere di giustizia e di dare in elemosina. Che essi si ricordino di Dio e in ogni tempo lo benedicano nella verità e con tutte le loro forze [14, 10-11].
A questo punto notiamo che non tutti i libri canonici del Vecchio Testamento hanno fornito del materiale necessario alla completezza del presente nostro lavoro. Quanto ai libri che ne contenevano, non era opportuno prendere interamente i loro testi ma soltanto quelli dove riscontravano esposti con più evidenza i precetti morali, dove cioè venivano inculcate le cose utili [per una buona vita] o proibite quelle contrarie. Ora passiamo ai Vangeli e agli scritti degli Apostoli. I quattro Vangeli, libri notissimi ed eccellentissimi, aprono il canone del Nuovo Testamento. Esaminiamo dunque quanto si trova di rispondente con il fine dell'opera intrapresa nel primo di questi Vangeli, cioè quello secondo Matteo.
282. [Mt 5]. Il Signore vedendo la grande folla salì sul monte e, messosi a sedere, gli si accostarono i suoi discepoli. Aprendo allora la bocca prese ad insegnare dicendo: " Beati i poveri di spirito perché di essi è il regno dei cieli. Beati i miti perché possederanno la terra. Beati quelli che piangono perché saranno consolati. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati. Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la causa della giustizia perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi, quando gli uomini vi malediranno e vi perseguiteranno e mentendo diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Gioite e rallegratevi perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti essi hanno perseguitato i profeti venuti prima di voi. Voi siete il sale della terra: ora, se il sale diventa insipido con che cosa lo si potrà salare? Non serve più a nulla: lo si butta via e viene calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non può nascondersi una città situata sulla cima di un monte; né si accende una lucerna per metterla sotto un moggio ma la si pone sul candelabro perché illumini tutti coloro che sono in casa. Così risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché, vedendo le vostre opere buone, diano gloria al Padre vostro celeste. Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti: non sono venuto ad abolire ma a completare. In verità vi dico: Sino alla fine del mondo neppure uno iota o un apice sarà sottratto alla legge ma tutto si compirà. Pertanto chi trasgredirà uno solo di questi comandamenti, anche il più piccolo, e così insegnerà agli altri, sarà il più piccolo nel regno dei cieli; chi invece li osserverà e insegnerà sarà grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete udito che agli antichi fu detto: " Non uccidere ", e: " Chi uccide è meritevole di giudizio " (Cf. Es 20, 13; Dt 5, 17), io invece vi dico: Chiunque si adira con il proprio fratello è meritevole di giudizio, e chi al fratello dice: " Cretino " merita la condanna del sinedrio: chi poi gli dice: " Pazzo rinnegato " merita il fuoco della Geenna. Se quindi mentre stai recando all'altare la tua offerta ti ricordi che un tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta lì davanti all'altare e va' a riconciliarti con il tuo fratello; poi tornerai a fare la tua offerta. Mettiti sollecitamente d'accordo con il tuo avversario, mentre sei ancora in cammino con lui, perché non succeda che il tuo avversario ti consegni al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore perché ti metta in prigione. In verità ti dico che non usciresti da lì finché non abbia pagato fino all'ultimo quattrino. Avete udito che agli antichi fu detto: " Non commettere adulterio " (Cf. Es 20, 14), ma io vi dico: Chiunque guarda una donna con desiderio impuro ha già commesso adulterio con lei dentro il suo cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via lontano da te. È meglio per te che perisca uno dei tuoi membri piuttosto che tutto intero il tuo corpo sia cacciato nella geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella geenna. Fu detto ancora: " Se uno vuol rimandare la propria moglie le dia il libello del ripudio " (Cf. Dt 24, 1); ma io vi dico: Chiunque rimanda la propria moglie, a meno che non si tratti di fornicazione, l'espone all'adulterio e chi sposa una di queste ripudiate commette adulterio. Avete udito parimenti che agli antichi fu detto: " Non spergiurare ", e: " Mantieni i giuramenti che hai fatto al Signore " (Cf. Es 20, 7; Lv 19, 12; Dt 5, 11); ma io vi dico di non giurare in alcun modo: non per il cielo, che è il trono di Dio; non per la terra, che è lo sgabello dei suoi piedi; non per Gerusalemme, che è la città del gran Re; e nemmeno per la tua testa devi giurare, perché non è in tuo potere rendere bianco o nero uno solo dei tuoi capelli. Sia quindi il vostro dire: " Sì, sì; no, no ". Il di più viene dal maligno. Avete udito che fu detto: " Occhio per occhio, dente per dente " (Cf. Es 21, 24; Lv 24, 20; Dt 19, 21). Io al contrario vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, tu presentagli anche l'altra, e se uno vuole intentare con te una lite per toglierti la tunica, tu lasciagli anche il mantello. E se uno con la forza ti costringerà ad andare con lui per un miglio, tu continua ad andarci per altri due. Da' a chi ti chiede e non volgere le spalle a colui che da te vuole avere un prestito. Avete udito che fu detto: " Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico " (Cf. Lv 19, 18); ma io vi dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a chi vi odia e pregate per chi vi perseguita e calunnia. Così sarete figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni e manda la pioggia ai giusti e agli ingiusti. Se infatti amate [solo] chi vi ama, che ricompensa ne avrete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto solo ai vostri fratelli, cosa fate di eccezionale? Non fanno lo stesso anche i pagani? Siate dunque, voi, perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste " [5, 1-48].
283. [Mt 6]. " Badate a non compiere le vostre opere buone dinanzi agli uomini per essere da loro ammirati: non avreste la ricompensa del Padre vostro celeste. Quando dunque fai l'elemosina non suonare la tromba dinanzi a te come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere onorati dalla gente. In verità vi dico: Hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando dunque tu fai l'elemosina non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, e la tua elemosina resti nel segreto, e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate non dovete fare come gli ipocriti che amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il tuo Padre in segreto; e il tuo Padre, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Nel pregare poi non dilungatevi in molte parole come fanno i pagani, i quali credono d'essere esauditi a forza di parlare. Non fate come loro, poiché il Padre vostro sa cosa vi occorre ancora prima che glielo chiediate. Pregherete dunque così: Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane per sostentamento, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste rimetterà a voi le vostre; ma se non perdonerete agli altri, nemmeno il Padre vostro celeste perdonerà a voi le vostre colpe. E quando digiunate non assumete aria melanconica come fanno gli ipocriti, che sfigurano il loro viso per mostrare alla gente che stanno digiunando. In verità vi dico: Hanno già ricevuto la loro ricompensa. Al contrario, quando tu pratichi il digiuno profumati la testa e lavati il viso per non mostrare alla gente che stai digiunando. Mostralo invece al Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Non accumulate tesori sulla terra dove la ruggine e il tarlo consumano e dove i ladri sfondano e portano via. Accumulatevi tesori nel cielo dove non ci sono ruggine e tarli che consumano e dove i ladri non scassinano né portano via. Infatti dov'è il tuo tesoro, lì è anche il tuo cuore. Lucerna del corpo è l'occhio: se il tuo occhio sarà limpido, tutto il tuo corpo sarà nella luce; se il tuo occhio sarà guasto, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre. Se pertanto ciò che in te è [fonte di] luce è diventato tenebra, quanto grandi saranno le tenebre stesse! Nessuno può servire due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o parteggerà per l'uno e trascurerà l'altro. Non potete servire Dio e mammona. Inoltre vi dico di non preoccuparvi per la vostra vita di quello che mangerete, né per il vostro corpo di che cosa vi vestirete. Forse che la vita non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono e non raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. E voi non valete più di loro? E poi, chi di voi col suo pensare può aumentare d'una sola spanna la propria statura? E perché angustiarvi del vestito? Osservate i gigli del campo e come essi crescono. Non faticano a filare; ma posso garantirvi che neppure Salomone, nonostante la sua magnificenza, vestiva come uno di loro. Se pertanto Dio veste in tale maniera l'erba del campo, che oggi c'è e domani viene gettata nel forno, quanto più voi, gente di poca fede? Non angustiatevi dunque dicendo: " Che mangeremo o che berremo e di che ci vestiremo? ". Son cose, queste, di cui si dànno pensiero i pagani. Il Padre vostro sa che di tutto questo avete bisogno! Cercate dunque in primo luogo il regno di Dio e la sua giustizia: tutte queste altre cose vi saranno date per giunta. Non preoccupatevi poi del domani, poiché il domani avrà esso stesso le sue preoccupazioni: A ciascun giorno basta il suo affanno " [6, 1-34].
284. [Mt 7]. " Non giudicate e non sarete giudicati: sarete infatti giudicati secondo il giudizio con cui avete giudicato, e nella misura con cui avrete misurato si misurerà a voi in cambio. Inoltre, perché vuoi osservare la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non guardi alla trave che è nell'occhio tuo? O come puoi dire al tuo fratello: " Lasciami togliere la pagliuzza che hai nell'occhio ", se nel tuo occhio c'è una trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio: così avrai vista sufficiente per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. Non date ciò che è sacro ai cani e non gettate le vostre perle dinanzi ai porci affinché non le calpestino e, rivoltandosi contro di voi, vi provochino ferite. Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. C'è forse tra di voi qualcuno che, se il figlio gli chiede un pane, gli dia un sasso? O, se gli chiede un pesce, gli dia una serpe? Se dunque voi, che siete gente cattiva, vi sentite in dovere di dare ciò che è buono ai vostri figli, quanto di più il Padre vostro celeste darà cose buone a chi gliele domanda! E ancora: tutto ciò che volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questo infatti è [l'insegnamento del] la Legge e dei Profeti. Cercate di entrare per la porta stretta, poiché ampia è la porta e larga la via che conduce alla perdizione e molti sono quelli che entrano per essa. Quanto è invece angusta la porta e stretta la via che conduce alla vita e quanto pochi coloro che riescono a trovarla! Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi vestiti da pecore mentre interiormente sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse l'uva dai pruni o fichi dai rovi? Similmente ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo frutti cattivi. Un albero buono non può produrre frutti cattivi né un albero cattivo frutti buoni. Ogni pianta che non produce frutti buoni sarà tagliata e gettata nel fuoco. Li riconoscerete dunque dai loro frutti. Non chiunque mi dice: " Signore, Signore " entrerà nel regno dei cieli; ma colui che fa la volontà del Padre mio celeste, ecco che entrerà nel regno dei cieli. In quel giorno molti mi diranno: " Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e, nel tuo nome, non abbiamo operato molti prodigi? ". Ma io replicherò loro: " Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, operatori d'iniquità ". In conclusione, chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica è simile ad un uomo saggio che ha edificato la sua casa sulla roccia: cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non crollò perché era fondata sulla roccia. Chi al contrario ascolta queste mie parole e non le mette in pratica è simile ad un uomo stupido che edifica la sua casa sulla sabbia: cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa: ed essa crollò e fu grande la sua rovina " [7, 1-27].
285. [Mt 10]. Dopo un po': " Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non vogliate accumulare oro né argento e non mettete denaro nelle vostre borse. Non procuratevi la bisaccia da viaggio né due tuniche né scarpe né bastone; l'operaio merita che gli venga dato il cibo. Quando entrate in una città o villaggio interrogate se ci sia un uomo degno [di voi] e rimanete presso di lui finché non lascerete [quella città]. Entrando nella sua casa salutatela dicendo: " Sia pace a questa casa " e se questa ne sarà degna, la vostra pace scende su di essa; se invece non ne sarà degna, la vostra pace tornerà da voi. Se poi qualcuno non vi accoglierà o non ascolterà le vostre parole andatevene da quella casa o città scuotendo la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico: Nel giorno del giudizio il paese di Sodoma e Gomorra sarà trattato meno severamente che quella città. Ecco, io vi mando come pecore in mezzo a lupi. Siate pertanto avveduti come i serpenti e semplici come le colombe. State in guardia dalla gente, perché vi condurranno davanti ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe. Per causa mia sarete condotti alla presenza di governatori e di re a testimonianza contro di loro e contro i pagani. Quando vi sarete condotti, non preoccupatevi di come parlare o di che cosa dire; in quell'ora vi sarà suggerito che cosa dovete dire. Non siete infatti voi a parlare ma parlerà in voi lo Spirito del Padre vostro. Il fratello consegnerà alla morte il fratello, e il padre il proprio figlio; e i figli si ribelleranno ai genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutte le genti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine si salverà. Quando vi perseguiteranno in questa città fuggite in un'altra. In verità vi dico: Non finirete [di percorrere] tutte le città d'Israele prima che venga il Figlio dell'uomo. Non c'è discepolo superiore al maestro né servo superiore al suo padrone. A un discepolo è sufficiente d'essere come il suo maestro e a un servo essere come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebub il padrone di casa, quanto più i suoi familiari! Non dovete quindi aver paura di loro. Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere conosciuto. Ciò che io vi dico nelle tenebre esponetelo alla luce, e ciò che ascoltate all'orecchio predicatelo sopra i tetti. E non temete coloro che uccidono il corpo ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può condannare alla Geenna l'anima e il corpo. Non è forse vero che due passeri sono venduti per un quattrino? Eppure nessuno di loro cade in terra senza [che lo voglia] il Padre vostro. Così è dei capelli della vostra testa: essi sono tutti contati. Non abbiate quindi timore! Voi valete di più di molti passeri. Chi dunque mi riconoscerà di fronte agli uomini, anch'io lo riconoscerò dinanzi al Padre mio celeste; chi al contrario mi rinnegherà di fronte agli uomini, anch'io lo rinnegherò dinanzi al Padre mio celeste. Non pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra; non sono venuto a portare la pace ma la spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre e la figlia dalla madre e la nuora dalla suocera; e nemici dell'uomo saranno quelli di casa sua. Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me, e chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me. E chi non prende la sua croce e mi segue non è degno di me. Chi si attacca avidamente alla propria vita la perderà e chi saprà abbandonarla per amor mio la ritroverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è profeta riceverà la ricompensa dovuta al profeta, e chi accoglie un giusto perché è giusto riceverà la ricompensa dovuta al giusto; e chiunque darà da bere un bicchiere d'acqua fresca a uno di questi [miei discepoli] fosse anche l'ultimo e lo fa perché è [mio] discepolo, ve lo dico in verità: non sarà privato della sua ricompensa " [10, 8-42].
286. [Mt 11]. Dopo un po': " A chi paragonerò questa generazione? È simile a quei fanciulli che, seduti in piazza, gridano ai propri coetanei: " Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto ". È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangiava né beveva, e han detto di lui: " È posseduto dal demonio ". È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: " Ecco un mangione e un bevitore di vino, un amico dei pubblicani e dei peccatori ". Ma alla sapienza è stata resa giustizia dai suoi figli " [11, 16-19].
E dopo un po': " Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sulle vostre spalle e imparate da me, che sono mite ed umile di cuore: e troverete pace per le vostre anime, poiché il mio giogo è soave e il mio peso leggero " [11, 28-30].
287. [Mt 12]. Dopo un po': " Se comprendeste cosa significhi: " Io voglio la misericordia e non i sacrifici " (Cf. Os 6, 6), non avreste osato condannare degli innocenti " [12, 7].
E dopo un altro poco: " Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me getta via. Per questo vi dico: Ogni peccato e bestemmia sarà rimessa agli uomini; la bestemmia contro lo Spirito, al contrario, non sarà rimessa. E sarà rimesso all'uomo ogni insulto contro il Figlio dell'uomo; chi però insulterà lo Spirito Santo non otterrà perdono né in questo mondo né nell'altro. Immaginatevi un albero buono: anche il suo frutto sarà buono. Supponete viceversa un albero cattivo: anche il suo frutto sarà cattivo: la pianta infatti si riconosce dai frutti. Razza di vipere, come potete dire parole buone se siete cattivi? In effetti la bocca parla dalla pienezza del cuore. L'uomo buono dal tesoro del suo buon cuore tira fuori cose buone; l'uomo cattivo dal tesoro del suo cuore cattivo estrae cose cattive. E poi vi dico: Di ogni parola oziosa che l'uomo avrà proferito renderà conto nel giorno del giudizio. In base alle tue parole sarai proclamato giusto, e in base alle tue parole sarai condannato " [12, 30-37].
288. [Mt 15]. Dopo un po': " Ascoltate e capite bene! Non ciò che entra nella bocca contamina l'uomo, ma ciò che esce dalla bocca lo contamina " [15, 10-11].
E dopo un po': Prendendo la parola Pietro gli disse: " Illustraci questa parabola ". Egli rispose: " Anche voi siete tuttora privi d'intelligenza? Non vi rendete conto che quanto entra per la bocca va nel ventre e si scarica nella fogna? Quanto invece esce dalla bocca viene dal cuore e tutto questo contamina l'uomo. Dal cuore infatti procedono i cattivi pensieri, gli omicidi, gli adultèri, le fornicazioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. E tutte queste cose contaminano l'uomo. Viceversa, mangiare senz'essersi lavato le mani non contamina l'uomo " [15, 15-20].
289. [Mt 16]. Dopo un po': In quell'occasione Gesù disse ai discepoli: " Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Chi infatti vorrà salvare la propria vita la perderà, mentre chi perderà la propria vita per me la troverà. E cosa giova all'uomo conquistare il mondo intero se danneggia la sua anima? O che cosa potrà dare l'uomo in cambio della propria anima? Verrà infatti il Figlio dell'uomo nella gloria del Padre suo insieme con i suoi angeli e ricompenserà ciascuno secondo le sue opere " [16, 24-27].
290. [Mt 18]. Dopo un po': " In verità vi dico: Se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Pertanto chi si farà piccolo come questo bambino sarà il più grande nel regno dei cieli, e chi accoglie un bambino come questo nel nome mio accoglie me, mentre chi scandalizza uno di questi piccoli che credono in me è preferibile che una mola, di quelle che girano gli asini, sia appesa al suo collo e così sprofondi negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! Debbono, è vero, succedere scandali; ma guai a colui per colpa del quale avviene lo scandalo! Se pertanto la tua mano o il tuo piede ti creano scandalo, tagliali e gettali lontano da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo anziché con due mani e due piedi essere gettato nel fuoco eterno. E se ti è di scandalo il tuo occhio, càvalo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita con un occhio solo anziché con ambedue gli occhi essere cacciato nella Geenna di fuoco. Guardatevi dal trattare malamente qualcuno di questi piccoli, poiché vi dico che i loro angeli vedono ininterrottamente il volto del Padre mio celeste. E quanto al Figlio dell'uomo, egli è venuto per salvare quanti erano perduti " [18, 3-11].
E dopo un po': " Se un tuo fratello ha peccato contro di te, va' e correggilo da solo a solo. Se ti ascolterà avrai conquistato quel tuo fratello; se invece non ti ascolterà ricorri ad una o due persone: le recherai con te, affinché sulla testimonianza di una o due persone sia decisa ogni questione. Se non ascolterà neppure costoro riferisci la cosa alla comunità, e se nemmeno alla comunità vorrà dare ascolto sia per te come un pagano o un pubblicano. In verità vi dico: Tutto ciò che avrete legato sulla terra sarà legato nel cielo e tutto ciò che avrete sciolto sulla terra sarà sciolto nel cielo. E vi dico ancora: Se due di voi sulla terra si troveranno riuniti insieme, qualunque cosa chiedano al Padre mio celeste sarà loro concessa, poiché dove sono due o tre riuniti nel mio nome lì in mezzo a loro ci sono anch'io ". Allora si avvicinò a lui Pietro e gli domandò: " Signore, se un mio fratello pecca contro di me, quante volte lo dovrò perdonare? Fino a sette volte? ". Gesù gli rispose: " Ti dico: Non fino a sette volte ma fino a settanta volte sette. Sotto questo riguardo il regno dei cieli può essere paragonato a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Quando cominciò l'inchiesta gli fu presentato uno che era in debito di diecimila talenti. Siccome non aveva di che restituire, il padrone comandò che fosse venduto lui, la moglie, i figli e tutto ciò che aveva; e così si saldasse il debito. Prostratosi ai piedi del padrone, quel servo lo supplicava dicendo: " Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa ". Il padrone di quel servo s'impietosì e lo lasciò andare libero, condonandogli il debito. Accadde però che quel servo nell'uscire incontrò un compagno, servo come lui, che gli era debitore di cento denari. Presolo per la gola lo voleva strozzare e gli gridava: " Restituiscimi quanto mi devi! " Questo suo compagno gli si prostrò anche lui ai piedi e lo supplicava dicendo: " Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa ". L'altro però non volle ascoltarlo, anzi andò e lo fece mettere in carcere fino a quando non avesse saldato il debito. Vedendo l'accaduto gli altri servi ne furono molto rattristati e andarono a raccontare il fatto al padrone. Allora il padrone chiamò quel [primo] servo e gli disse: " Servo sciagurato! Per le tue preghiere io ti condonai tutto il tuo debito; e allora non dovevi anche tu usare misericordia verso il tuo compagno di servizio, così come io sono stato misericordioso con te? " E il padrone, pieno di sdegno, lo consegnò agli aguzzini finché non avesse soddisfatto per intero il suo debito. Allo stesso modo si comporterà con voi il mio Padre celeste se con tutto il cuore non perdonerete ciascuno al proprio fratello " [18, 15-35].
291. [Mt 19]. Dopo un po': Gli si avvicinarono i farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: " È vero che all'uomo è lecito ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo? " Rispondendo egli disse loro: " Non avete letto che colui che al principio li creò li creò maschio e femmina ", e aggiunse: " Per questo motivo l'uomo abbandonerà il padre e la madre e si unirà alla sua moglie e saranno due in un corpo solo (Cf. Gn 1, 27; 2, 24)? Effettivamente non sono più due corpi ma un corpo solo. L'uomo dunque non osi separare ciò che Dio ha congiunto ". Gli replicano: " Come mai allora Mosè ha prescritto di darle il libello del ripudio e licenziarla (Cf. Dt 24, 1; 9, 27)? " Rispose: " Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di rimandare [a casa] le vostre mogli, ma al principio non era così. Ora io vi dico: Chi rimanda la propria moglie, purché non si tratti di fornicazione, e ne sposa un'altra commette adulterio, e chi sposa una ripudiata commette adulterio ". Gli dicono i discepoli: " Se il problema dell'uomo nei riguardi della moglie si pone così, non conviene sposarsi ". Egli rispose: " Non tutti capiscono questo discorso ma [solo] coloro ai quali è stato donato [dall'alto]. Ci sono infatti eunuchi che sono nati così dal grembo della madre; ce ne sono altri che sono stati resi tali dall'uomo; e ce ne sono ancora altri che si sono evirati loro stessi per il regno dei cieli: chi può capire capisca ". In quell'occasione furono presentati a lui dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse, ma i discepoli facevano rimostranze. Gesù disse loro: " Lasciate stare questi piccoli e non impedite che vengano a me, poiché a chi è come loro appartiene il regno dei cieli ". E dopo aver imposto loro le mani se ne andò di lì, ed ecco gli si avvicinò un tale che gli disse: " Maestro buono, cosa debbo fare di bene per avere la vita eterna? ". Gli rispose Gesù: " Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è il buono, Dio. Se però desideri entrare nella vita, osserva i comandamenti ". Gli replicò: "Quali?". E Gesù: " Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, onora tuo padre e tua madre, ama il tuo prossimo come te stesso " (Cf. Es 20, 13). Gli disse il giovane: " Tutto questo io l'ho [sempre] osservato; cosa mi rimane ancora? ". Rispose Gesù: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quel che possiedi e danne il ricavato ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli, e poi vieni e seguimi ". Udendo queste parole il giovane se ne andò triste poiché possedeva molti beni. Gesù allora disse ai discepoli: " In verità vi dico che chi è ricco difficilmente entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: È più facile che un cammello passi per la cruna d'un ago anziché un ricco entri nel regno dei cieli ". All'udire questo i discepoli restarono molto sorpresi e dicevano: " Chi dunque si potrà salvare? ". Gesù li guardò e disse: " Questo è impossibile agli uomini ma presso Dio tutto è possibile ". Prese allora la parola Pietro e disse: " Ecco, noi abbiamo abbandonato ogni cosa per seguirti: cosa ce ne verrà? ". Gesù disse loro: " In verità vi dico: Voi che mi avete seguito, nella restaurazione [di tutte le cose] quando il Figlio dell'uomo sederà sul trono della sua gloria, sederete anche voi su dodici troni e giudicherete le dodici tribù d'Israele. E parimenti chiunque ha abbandonato la casa e i fratelli o le sorelle o il padre o la madre o la moglie o i figli o i campi per il mio nome riceverà il centuplo e possederà la vita eterna. Peraltro molti che sono primi saranno ultimi e molti che sono ultimi saranno i primi " [119, 3-30].
292. [Mt 20]. Dopo un po': " [Fate] come il Figlio dell'uomo [che] non è venuto per essere servito ma per servire e dare la sua vita in riscatto di molti " [20, 23].
293. [Mt 22]. Dopo alcuni versi: " Rendete dunque a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio " [22, 21].
E altrove: " Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti; ma il secondo è simile a questo: Ama il prossimo tuo come te stesso. In questi due comandamenti si compendia tutta la Legge e i Profeti " [22, 37-40].
294. [Mt 23]. Dopo pochi versi: Allora Gesù si rivolse alla folla e ai discepoli dicendo: " Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Ebbene, tutto ciò che vi diranno osservatelo e mettetelo in pratica, ma non eseguite le opere che compiono, poiché essi dicono ma non fanno. Legano infatti pesi gravi e insopportabili e li caricano sulle spalle della gente ma loro non vogliono toccarli neppure con un dito. Inoltre essi compiono le loro opere per farsi notare dagli uomini e vogliono che siano larghi i loro filatteri e grandi le frange [del loro mantello]; ambiscono i primi posti nei banchetti e i primi seggi nelle sinagoghe, e così pure godono nel ricevere saluti sulle piazze e nel sentirsi chiamare " Rabbì ". Voi al contrario non fatevi chiamare " Rabbì " poiché uno solo è il vostro Maestro, mentre voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno " padre " sulla terra: uno solo infatti è il Padre vostro, quello nei cieli. Né fatevi chiamare " maestri " perché uno solo è il vostro maestro: Cristo. Chi fra voi è il più grande sarà vostro servo. E chi s'innalza sarà umiliato e chi si umilia sarà innalzato " [23, 1-12].
E dopo un po': " Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'aneto e del cumino e trascurate le cose più importanti prescritte dalla legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose occorreva fare, senza peraltro omettere le altre. Guide cieche che scolate il moscerino e inghiottite il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che ripulite l'esterno del bicchiere e del piatto; dentro invece sono pieni di rapina e di ogni immondezza. fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere e del piatto, perché sia puro anche il di fuori. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che somigliate a sepolcri intonacati, che, visti dal di fuori, sembrano splendidi, mentre al di dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi: all'esterno sembrate giusti a chi vi guarda ma dentro siete pieni di ipocrisia e malvagità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite sepolcri ai profeti e abbellite le tombe dei giusti e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri non ci saremmo associati a loro nel versare il sangue dei profeti. In questo modo attestate contro voi stessi che siete figli di coloro che uccisero i profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri! Serpenti, razza di vipere, come potrete sfuggire dalla condanna della Geenna? Per questo, ecco, io mando a voi profeti, sapienti e scribi, e voi di queste persone alcune ne uccidete, altre ne crocifiggete o flagellate nelle vostre sinagoghe o le perseguitate di città in città, finché non ricada su di voi tutto il sangue dei giusti che è stato versato sulla terra: dal sangue di Abele il giusto fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che avete ucciso tra il santuario e l'altare. In verità vi dico: Tutte queste cose verranno sopra questa generazione " [23, 23-36].
295. [Mt 24]. Dopo un po': " Per l'abbondare dell'ingiustizia si raffredderà in molti la carità; ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato " [24, 12-13].
E dopo un po': " Tenetevi preparati perché non sapete in quale ora il Figlio dell'uomo verrà. Chi credi sia il servo fedele e saggio destinato dal padrone a governare la sua famiglia per dare a tutti il cibo a tempo [debito]? Beato il servo che il padrone arrivando troverà ad agire così! In verità vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Se al contrario quel servo dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire e cominciasse a bastonare i suoi compagni di servitù e a mangiare e bere con i crapuloni, il padrone di quel servo giungerà nel giorno che egli non s'aspetta e nell'ora che non sa, e lo separerà dagli altri e gli assegnerà la sorte degli ipocriti, dove sarà pianto e stridore di denti " [24, 44-51].
296. [Mt 25]. Dopo un po': " Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora " [25, 13].
E dopo un po' ancora: " Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria e con lui tutti i suoi angeli, si sederà sul trono della sua gloria, e saranno adunate davanti a lui tutte le genti, ed egli li separerà l'uno dall'altro come il pastore separa le pecore dai capri, e collocherà le pecore alla sua destra e i capri alla sua sinistra. Allora il re dirà a quelli che sono alla destra: " Venite benedetti del Padre mio; prendete possesso del regno preparato per voi dalla creazione del mondo. Poiché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, in carcere e siete venuti a trovarmi ". I giusti gli risponderanno dicendo: " Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo nutrito, o assetato e ti abbiamo dato da bere? O quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? O quando ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti? ". Rispondendo il Re dirà loro: " In verità vi dico: Tutte le volte che avete fatto queste cose a qualcuno dei miei fratelli, anche il più piccolo, l'avete fatto a me ". Dirà poi a quelli che stanno alla sua sinistra: " Via, lontano da me, maledetti! Andate al fuoco eterno che fu preparato per il diavolo e i suoi angeli. Poiché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato ". Anche costoro risponderanno dicendo: " Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? ". Egli risponderà loro dicendo: " In verità vi dico: Tutte le volte che non avete fatto queste cose a qualcuno dei miei, anche il più piccolo, non l'avete fatto a me ". E se ne andranno, questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna " [25, 31-46].
297. [Mt 26]. Dopo un po': " Vegliate e pregate per non cadere in tentazione " [26, 41].
298. [Mc 7]. Chiamata di nuovo attorno a sé la folla, diceva loro: " Ascoltatemi tutti e comprendete. Non c'è nulla al di fuori dell'uomo che entrando in esso lo contamini; al contrario le cose che vengono fuori dall'uomo queste sì che lo contaminano. Chi ha orecchie per intendere intenda ". Quando allontanatosi dalla gente entrò in casa, i discepoli lo interrogavano su questo parlare figurato, egli disse loro: " Possibile che anche voi siete così ottusi? Come fate a non capire che le cose che dal di fuori entrano nell'uomo non possono contaminarlo? Queste infatti non gli entrano nel cuore ma nel ventre e vanno a finire nella latrina, dove ci si scarica di tutti i cibi? ". Quindi spiegava come le cose che vengono fuori dall'uomo lo contaminano, in quanto dal cuore dell'uomo vengono fuori i cattivi pensieri, e ne derivano gli adultèri, le fornicazioni, gli omicidi, i furti, le avarizie, le malignità, l'inganno, la lascivia, le cattive intenzioni, le bestemmie, la superbia, l'insipienza. Le quali cose, che sono tutte cattive, procedono dal di dentro e contaminano l'uomo [7, 14-23].
299. [Mc 8]. In un altro passo: Chiamata a sé la folla insieme con i suoi discepoli, disse loro: " Se uno vuol seguirmi rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Chi infatti vorrà salvare la propria vita la perderà mentre chi perderà la propria vita per me e per il Vangelo la salverà. In effetti cosa giova all'uomo guadagnare il mondo intero se [con ciò] danneggia la sua vita? Ovvero, cosa potrà dare l'uomo in cambio della propria vita? Colui che si sarà vergognato di me e delle mie parole in mezzo a questa genia adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo lo farà arrossire [quando comparirà] nella gloria del Padre suo insieme ai suoi angeli " [8, 34-38].
300. [Mc 9]. In un passo: Preso un bambino lo collocò in mezzo a loro e abbracciandolo diceva loro: " Chi accoglie nel mio nome uno di questi fanciulli accoglie me, e chi accoglie me non accoglie me ma colui che mi ha mandato " [9, 35-36].
E dopo un poco: " Chi vi darà un bicchiere d'acqua nel nome mio, cioè perché siete di Cristo, ve lo dico in verità: Non perderà la sua ricompensa. Se al contrario qualcuno scandalizza uno di questi piccoli che credono in me, è meglio per lui che venga legata al suo collo una macina, di quelle che girano gli asini, e lo si getti in mare " [9, 40-41].
E dopo un po': " Abbiate in voi il sale e abbiate pace tra voi " [9, 49].
301. [Mc 10]. Dopo un po': I farisei gli si avvicinarono per metterlo alla prova e gli chiesero: " È lecito a un marito ripudiare la propria moglie? ". Rispondendo egli disse loro: " Che cosa vi ha ordinato Mosè? ". Gli dissero: " Mosè ha permesso di rilasciarle il libello del ripudio e ripudiarla (Cf. Dt 24, 1) ". In risposta Gesù disse loro: " Mosè vi diede questa disposizione adattandosi alla durezza del vostro cuore, ma agli inizi, quando furono creati, Dio li fece maschio e femmina; e per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie e i due saranno un corpo solo (Cf. Gn 2, 24). Non sono più dunque due corpi ma uno solo. Ora quel che Dio ha unito l'uomo non osi separarlo ". Quando furono in casa i discepoli lo interrogarono di nuovo sull'argomento ed egli precisò: " Chi ripudiando sua moglie sposa un'altra donna commette con lei un adulterio; e così la moglie che, ripudiando il marito, si sposa con un altro è adultera " [10, 2-12].
Dopo quattro versi: " Lasciate che i piccoli vengano a me e non glielo impedite, poiché a loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie con cuore di bambino il regno di Dio non entrerà in esso ". E abbracciandoli e imponendo loro le mani li benediceva. Uscito che fu nella strada, un tale gli corse innanzi e inginocchiandosi davanti a lui gli chiedeva: " Maestro buono, cosa debbo fare per conseguire la vita eterna? ". Gesù gli rispose: " Perché mi chiami buono? Nessuno è buono all'infuori di Dio. Non conosci tu i comandamenti? Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare il prossimo, onora tuo padre e tua madre (Cf. Es 20, 13) ". Quel tale gli replicò: " Maestro, tutte queste cose io le ho osservate fino dalla mia giovinezza ". Gesù, sentendo ciò, lo fissò con amore e gli disse: "Una cosa sola ti manca. Va', vendi quanto possiedi e dallo ai poveri. Ne avrai un tesoro nel cielo. Poi vieni e seguimi ". A queste parole egli si rattristò e si allontanò con l'animo in pena. Possedeva infatti molti beni. Gesù volgendo gli occhi all'intorno disse ai discepoli: "Quanto è difficile che un ricco entri nel regno di Dio! ". I discepoli si stupivano di queste sue parole, ma Gesù replicando la medesima risposta disse loro: " Figlioli, quanto è difficile che chi ripone le sue speranze nelle ricchezze possa entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che non ad un ricco entrare nel regno di Dio ". Essi, ancor più stupiti, si dicevano fra loro: " Chi dunque potrà salvarsi? ". Gesù li guardò e disse: " Presso gli uomini la cosa è impossibile, ma non presso Dio, poiché a Dio tutto è possibile. Allora Pietro cominciò a dirgli: " Ecco noi abbiamo abbandonato ogni cosa e ti abbiamo seguito ". Gesù gli rispose: " In verità vi dico: Chiunque avrà abbandonato la casa o i fratelli o le sorelle o la madre o il padre o i figli o i campi per causa mia e del Vangelo riceverà adesso, nel tempo presente, il centuplo in case, fratelli, sorelle, madri, figli e campi, senza però escludere le persecuzioni, e nel mondo avvenire la vita eterna. Comunque, molti che ora sono i primi saranno gli ultimi e molti degli ultimi saranno i primi " [10, 14-31].
E dopo un po': " Sapete che quanti sembrano essere i più ragguardevoli tra le genti esercitano su di queste il dominio e i loro capi la fanno da padroni. Non dovrà essere così tra voi, ma chi vorrà essere il più grande fra voi dovrà diventare vostro servo e chi vorrà primeggiare fra voi sarà schiavo di voi tutti. Infatti il Figlio dell'uomo non è venuto per farsi servire ma per servire gli altri e dare la vita in riscatto delle moltitudini " [10, 42-45].
302. [Mc 11]. Dopo un po': Prendendo la parola Gesù disse: " Abbiate fede in Dio. In verità vi dico: Chi dirà a questo monte: " Levati di qui e buttati in mare ", e non esiterà nel suo cuore ma crederà che quanto avrà detto avverrà, di fatto gli avverrà così. E pertanto vi dico: Tutto ciò che chiederete nella preghiera, se crederete che lo riceverete, vi accadrà. E quando vi mettete a pregare, deponete ogni rancore contro il vostro prossimo, affinché il Padre vostro celeste perdoni a voi i vostri peccati, poiché, se voi non perdonerete, nemmeno il Padre vostro celeste perdonerà a voi i vostri peccati " [11, 22-26].
303. [Mc 12]. Dopo un po': Rispondendo, Gesù disse loro: " Rendete dunque a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio " [12, 17].
E in un altro passo: Gli si avvicinò uno degli scribi che aveva ascoltato le loro domande e, vedendo com'egli aveva loro risposto con precisione, volle interrogarlo nei riguardi del più importante fra i comandamenti. Gesù gli rispose: " Il primo comandamento è: Ascolta Israele. Il Signore tuo Dio è l'unico Dio, e: Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze. Questo è il comandamento principale, ma il secondo è uguale a questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso (Cf. Lv 19, 18). Non c'è comandamento più grande di questi due ". Riprese lo scriba: " Bene Maestro! Con [piena] verità hai detto che Dio è uno solo e non ce ne sono altri all'infuori di lui, e che amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta l'anima e con tutte le forze, e amare il prossimo come se stessi vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici ". Gesù, constatando come egli aveva risposto con saggezza, gli disse: " Non sei lontano dal regno di Dio ". E da quel momento nessuno osava interrogarlo ancora [12, 28-34].
E dopo un poco: " Tenetevi lontani dagli scribi. Essi vogliono incedere in abiti vistosi, essere salutati nelle piazze, occupare i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti; essi dilapidano le case delle vedove col pretesto di lunghe orazioni, ma otterranno un più severo giudizio ". Gesù sedeva di fronte al tesoro del Tempio e osservava la gente che gettava monete nel tesoro. Molti ricchi gettavano grosse somme ma una vedova, che era povera, venne e vi gettò due spiccioli, cioè un soldo. Chiamati a sé i discepoli, disse loro: " In verità vi dico: Questa vedova, povera, vi ha gettato più di tutti gli altri che hanno versato le loro offerte nel tesoro. Costoro infatti vi hanno gettato del loro superfluo, costei al contrario nella sua povertà vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto ciò che aveva per vivere " [12, 38-44].
304. [Mc 13]. Dopo un po': " Quando vi cattureranno e condurranno [in tribunale], non state lì a pensare cosa dovrete dire, ma dite ciò che vi sarà suggerito in quell'ora. Non siete infatti voi a parlare; parlerà in voi lo Spirito Santo " [13, 11].
E dopo un poco: " Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Chi persevererà sino alla fine sarà salvo " [13, 13].
E in un altro passo: " Osservate [le cose], vegliate pregando perché non sapete quando sarà il momento. Sarà come quando un uomo si allontana per un lungo viaggio. Egli lascia la casa e dà ai servi l'incarico di fare le diverse opere: al portinaio dà l'ordine di tenersi desto. State dunque svegli [anche voi] poiché non sapete quando ritornerà il padrone della vostra casa, se di sera tardi, se a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino. E non succeda che tornando all'improvviso egli vi trovi addormentati. Sì, questo che dico a voi lo dico a tutti: Siate vigilanti! " [13, 33-37].
305. [Lc 2]. Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà [2, 14].
306. [Lc 3]. Un po' dopo: Lo interrogavano le folle chiedendogli: " Cosa dobbiamo fare? ". Rispondeva: " Chi ha due tuniche ne dia [una] a chi non ne ha; e la stessa cosa faccia chi è provvisto di cibo". Vennero a farsi battezzare anche alcuni pubblicani e gli chiedevano: " Maestro, e noi cosa dobbiamo fare? ". Egli rispose: " Non compite nulla che vada oltre il limite della legalità ". Anche i soldati gli ponevano delle domande e gli chiedevano: " Che cosa dobbiamo fare anche noi? ". Rispose: " Non usate violenza con nessuno, non calunniate e contentatevi della vostra paga " [3, 10-14].
307. [Lc 6]. Dopo un poco: " Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora soffrite la fame, poiché sarete saziati. Beati voi che siete nel pianto, perché riderete. Sarete beati quando gli uomini vi odieranno a causa del Figlio dell'uomo e vi disperderanno qua e là e vi oltraggeranno e cancelleranno il vostro nome ritenendolo cattivo. Rallegratevi e gioite in quel giorno poiché, ecco, grande sarà la vostra ricompensa nel cielo. In questo modo infatti i loro padri trattavano i [veri] profeti. Viceversa, guai a voi, ricchi, perché avete già ora la vostra consolazione. Guai a voi che siete sazi poiché patirete la fame. Guai a voi che ora ridete perché piangerete e vi lamenterete. Guai a voi quando tutti gli uomini vi osanneranno. In tal modo si comportavano i loro padri con i falsi profeti. A voi, poi, che mi ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a chi vi odia. Benedite chi vi maledice e pregate per chi vi calunnia. A colui che ti percuote in una guancia tu porgi anche l'altra e a colui che vuol toglierti il mantello non impedire che ti tolga anche la tunica. Da' largamente a chi ti chiede qualcosa e, se uno ti sottrae del tuo, non andare a richiederglielo. Quanto volete che gli uomini facciano a voi, lo stesso fate voi a loro. Del resto, se amate solo chi vi ama, quale gratifica vi meritate? Anche i peccatori amano chi li ama. E se fate del bene a coloro che ne fanno a voi, quale gratifica meritate? Fanno così anche i peccatori. E se fate un prestito a coloro dai quali sperate di riceverne un altro, quale gratifica meritate? Anche i peccatori accendono mutui a vantaggio dei peccatori sperando di riceverne il contraccambio. Voi, al contrario, amate i vostri nemici, fate elargizioni e prestiti senza attendervi alcun compenso. Così la vostra ricompensa sarà grande: sarete figli dell'Altissimo, che è ricco di benevolenza verso gli ingrati e i cattivi. Siate dunque misericordiosi com'è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato. Vi verseranno in seno una misura larga, abbondante, scossa e traboccante, poiché con la misura con cui avrete misurato sarà rimisurato a voi in cambio. E diceva loro una similitudine: Può forse un cieco far da guida a un altro cieco? Non cadranno tutti e due nella fossa? Nessun discepolo è superiore al maestro: sarà perfetto se riuscirà ad essere pari al suo maestro. Quanto a te, come fai a scorgere la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello se non ti accorgi della trave che è nell'occhio tuo? O come puoi dire al tuo fratello: Fratello, lasciami togliere la pagliuzza che è nel tuo occhio, se tu non vedi la trave che è nell'occhio tuo? Ipocrita, leva prima la trave dal tuo occhio; così avrai una buona vista per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. Non c'è albero buono che possa produrre frutti cattivi né albero cattivo che possa produrre frutti buoni. Ogni albero si riconosce dai frutti: non si può infatti cogliere fichi dallo spino né vendemmiare uva dai rovi. L'uomo buono dal buon deposito del suo cuore cava fuori il bene, l'uomo cattivo dal cattivo deposito del suo cuore cava fuori il male, poiché la bocca parla da ciò che riempie il cuore. Perché state ad invocarmi: " Signore, Signore ", se non fate quel che vi dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, ecco vi presento a chi somiglia. Somiglia all'uomo che, nel fabbricare la sua casa, scava in profondità e fa poggiare sulla roccia le fondamenta. Venendo l'inondazione, la piena dell'acqua si abbatte su quella casa ma non può rovesciarla poiché è fondata sulla roccia. Chi invece ascolta ma non pratica somiglia all'uomo che, fabbricando la sua casa, la sistema sopra la creta e non le dà un [saldo] fondamento. La corrente delle acque s'infrange su di essa e subito cade e diviene un gran mucchio di macerie " [6, 24-49].
308. [Lc 7]. Dopo un po': " A chi dirò che somigliano gli uomini di questa generazione? E veramente a chi somigliano? Somigliano a quei bambini che, seduti in piazza, si scambiano motti e dicono: " Vi abbiamo cantato al suono del flauto e non avete ballato; vi abbiamo intonato un lamento e non avete pianto ". Venne infatti Giovanni Battista, che non mangiava pane né beveva vino, e voi avete detto: " È un indemoniato ". È venuto il Figlio dell'uomo, che è solito mangiare e bere, e voi andate dicendo: " Ecco un ghiottone e un beone, un amico dei pubblicani e dei peccatori ". Ma alla sapienza è stata fatta giustizia da tutti i suoi figli " [7, 31-35].
309. [Lc 8]. Dopo un poco: " Questo è il senso della parabola: Il seme è la parola di Dio. Quello caduto per via sono coloro che ascoltano ma poi viene il diavolo e porta via la parola dal loro cuore perché non credano e così non si salvino. Il seme caduto sui sassi sono coloro che, ascoltando la parola, l'accolgono con gioia, ma non hanno radici: credono per un po' di tempo, ma quando arrivano le prove abbandonano. Il seme caduto tra le spine raffigura coloro che ascoltano ma poi, uscendo fuori, vengono soffocati dalle angustie [della vita] o dalle ricchezze o dai piaceri e non producono frutto. Il seme caduto sulla terra buona rappresenta coloro che, accogliendo la parola con cuore ben disposto e generoso, lo conservano e producono frutto mediante la pazienza. Non c'è nessuno che accenda la lucerna e la copra con un vaso o la nasconda sotto il letto, ma la pone sul candeliere, in modo che quanti entrano possano vedere la luce. Non c'è infatti alcuna cosa occulta che non debba manifestarsi né cosa nascosta che non debba essere conosciuta e resa di pubblico dominio. E badate a quel che avete udito. Infatti a chi ha sarà dato, mentre a chi non ha sarà tolto anche quello che gli sembra di ave-re
" [8, 11-18].
310. [Lc 9]. Dopo un po': Chiamati a sé i dodici apostoli diede loro il potere di scacciare ogni sorta di demoni e anche di guarire dalle malattie. Quindi li inviò a predicare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: " Non prendete nulla per il viaggio: non il bastone né la borsa, non il pane né denaro e nemmeno due tuniche. Quando entrerete in una casa, rimanete lì e non andate in giro. Se non vi riceveranno, uscendo dalla loro città scuotete anche la polvere dai vostri piedi in testimonianza contro di loro " [9, 1-5].
Ancora un po' dopo: A tutti poi diceva: " Se uno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda giorno dopo giorno la sua croce e mi segua. Chi infatti vorrà salvare la propria vita la perderà, mentre chi perderà la sua vita per causa mia la salverà. Pertanto, cosa giova all'uomo conquistare il mondo intero se poi perde se stesso o si rovina? Se poi qualcuno si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell'uomo quando tornerà nella sua gloria e nella gloria del Padre e degli angeli santi " [9, 23-26].
In un altro passo ancora: Entrò nel loro cuore il desiderio [di sapere] chi potesse essere il più grande fra loro. Gesù, conoscendo i pensieri del loro cuore, prese un bambino e lo collocò vicino a sé e disse loro: " Chi accoglie un bambino come questo nel mio nome accoglie me e chiunque accoglie me accoglie colui che mi ha mandato, poiché colui che tra tutti voi è il più piccolo, costui è il più grande " [9, 46-48].
E dopo un po': Disse poi a un tale: " Seguimi "; ma costui rispose: " Signore, lascia che prima io vada a seppellire mio padre ". Replicò Gesù: " Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va' e predica il regno di Dio ". Un altro gli disse: " Signore, io ti seguirò ma tu consentimi di dare l'addio ai miei di casa ". Gesù gli disse: "Nessuno che, messa la mano all'aratro, poi si volti indietro è adatto per il regno di Dio " [9, 59-62].
311. [Lc 10]. Dopo un po': " Ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. Non portate con voi né sporta né bisaccia né calzari, e non salutate nessuno lungo la via. In qualunque casa entriate presentatevi dicendo: Sia pace a questa casa. Se in essa abiterà un uomo di pace la vostra pace rimarrà in essa; altrimenti tornerà da voi. Restate nella stessa casa prendendo quel cibo e quella bevanda che troverete presso di loro: infatti chi lavora merita il dovuto compenso. Non passate di casa in casa. Quando entrate in una qualche città, se vi ricevono mangiate quel che vi servono a tavola; curate gli infermi che ci sono e dite alla gente: È vicino a voi il regno di Dio. Se poi entrate in una qualche città ma la gente non vi riceve, uscite in piazza e dite loro: Anche la polvere che dalla vostra città si fosse posata sulle nostre vesti noi ve la scuotiamo in faccia; sappiate però che il regno di Dio è vicino. Vi garantisco che contro Sodoma in quel giorno si procederà meno severamente che non verso quella città " [10, 3-11].
E dopo un po': " Non dovete però rallegrarvi del fatto che gli spiriti [cattivi] sono a voi sottomessi. Godete piuttosto perché i vostri nomi sono scritti in cielo " [10, 20].
Dopo un po' ancora: Ecco che un dottore della legge si alzò e per metterlo alla prova gli disse: " Maestro, cosa debbo fare per conseguire la vita eterna? ". Gesù gli rispose: " Cosa c'è scritto nella legge? Cosa vi leggi? ". Quel tale rispose e disse: " Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la forza e con tutta la mente, ed il tuo prossimo come te stesso " [10, 25-27].
E dopo alcuni versetti: " Quale di questi tre ti sembra essere stato il più vicino a colui che era incappato nei briganti? ". E l'altro: " Colui che gli usò compassione ". E Gesù a lui: " Va' e fa' altrettanto anche tu " [10, 36-37].
Un po' dopo: " Marta, Marta, tu ti preoccupi e sei in angustia per troppe cose, mentre una sola è la cosa di cui c'è [vera] necessità. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà mai tolta " [10, 41-42].
312. [Lc 11]. Dopo un poco: Gesù aggiunse: " Quando pregate dite: Padre, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; dacci oggi il nostro pane di ogni giorno, e rimetti a noi i nostri peccati poiché anche noi [li] rimettiamo a tutti quelli che sono in debito con noi; e non ci indurre in tentazione ". E diceva loro: " Ecco, uno di voi ha un amico il quale a mezzanotte va da lui per dirgli: " Amico, prestami tre pani poiché è venuto in casa mia un amico di ritorno da un viaggio e io non ho nulla da apparecchiargli ". Quell'altro da dentro casa gli risponderà: "Non starmi a seccare; ormai la porta è chiusa, io e i figli siamo a letto: non posso alzarmi per darti [quei pani]". Ma se quell'altro continuerà a bussare, vi dico che sebbene non avesse voglia di alzarsi e di dargli quei pani per l'amicizia, tuttavia per la sua sgarbata insistenza si alzerà e gli darà quel che gli occorre. Vi dico pertanto: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto. Infatti chi chiede riceve, chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Che succede infatti fra voi? Se uno va dal padre e gli chiede un pane, forse che gli darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà forse una serpe invece del pesce? E se gli chiede un uovo, gli darà forse uno scorpione? Se dunque voi, che siete gente cattiva, sapete dare cose buone ai vostri figli, con quanto maggior larghezza il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono! " [11, 2-3].
E dopo un po': Mentre stava dicendo queste cose una donna tra la folla alzò la voce e gli disse: " Beato il grembo che ti ha portato ed il petto da cui hai preso il latte ". Egli replicò: " Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica " [11, 27-28].
Dopo un altro po': Mentre stava ancora parlando un fariseo gli chiese con insistenza che andasse a pranzo in casa sua. Egli entrò e si mise a tavola; ma quel fariseo ragionando in cuor suo cominciò a chiedersi come mai non avesse compiuto le abluzioni prima di mangiare. Il Signore gli disse: " In effetti voi, farisei, purificate l'esterno del bicchiere e del vassoio, il vostro interno al contrario è pieno di ruberie e malvagità. Stolti! Non è forse vero che chi fece l'esterno fece anche l'interno? Tuttavia avete ancora un rimedio: fate l'elemosina ed ecco tutto vi diventerà puro. Guai però a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di tutti gli ortaggi ma trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste sono le cose che si debbono fare, senza omettere le altre. Guai a voi, farisei, che ambite i primi seggi nelle sinagoghe e le riverenze in piazza. Guai a voi, che siete come i sepolcri, da cui non traspare nulla e gli uomini, non accorgendosi di nulla, vi passeggiano sopra ". Prendendo allora la parola un dottore della legge gli disse: " Maestro, parlando così tu offendi anche noi ". E Gesù: " Guai anche a voi, dottori della legge, che imponete alla gente fardelli così pesanti che non si riesce a portarli, mentre voi quei pesi non li toccate nemmeno con un dito " [11, 37-46].
313. [Lc 12]. In un altro passo: " Tenetevi lontani dal fermento dei farisei, che è l'ipocrisia " [12, 1].
E dopo un po': " A voi, miei amici, io dico: Non spaventatevi di fronte a coloro che uccidono il corpo ma oltre a questo non possono fare altro. Vi mostrerò io chi dovete temere. Temete colui che, dopo la vostra morte, ha il potere di spedirvi nella Geenna. Sì, vi dico, costui temete. Non è forse vero che cinque passeri si vendono per due quattrini? Eppure nemmeno uno di loro è dimenticato da Dio. Ancora: perfino i capelli della vostra testa sono tutti contati. Non abbiate quindi timore: voi valete più di molti passeri. E poi vi dico: Chi mi riconoscerà dinanzi agli uomini, il Figlio dell'uomo lo riconoscerà dinanzi agli angeli di Dio; chi invece mi rinnegherà dinanzi agli uomini sarà rinnegato dinanzi agli angeli di Dio. Se uno dice una parola offensiva contro il Figlio dell'uomo, la colpa gli sarà rimessa, mentre non sarà rimessa a chi bestemmierà contro lo Spirito Santo. Quando vi condurranno nelle sinagoghe o dinanzi ai magistrati o ai pubblici poteri non preoccupatevi di come dovrete rispondere o cosa dovrete dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire ". Uno della folla gli disse: " Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità "; ma Gesù gli replicò: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o arbitro fra di voi? ". E continuò dicendo: " State attenti e guardatevi da ogni sorta di avidità, poiché la vita di ogni uomo non dipende dalla quantità di roba che possiede ". E disse loro una similitudine: " Il campo di un ricco produsse un raccolto abbondante, tanto che egli fantasticava così nel suo intimo: " Che cosa farò, dato che non ho spazio sufficiente per riporvi quanto ho raccolto? ". E concluse: " Farò così: demolirò i miei magazzini e ne farò di più grandi e lì ammasserò tutto quello che ho raccolto e tutti i miei beni; e poi dirò alla mia anima: Anima, ecco che ora possiedi molti beni e ne puoi disporre per moltissimi anni. Ripòsati dunque, mangia, bevi e datti ai bagordi ". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa ti toglieranno la vita e le cose che ti sei preparate a chi apparterranno?". Questo capita a tutti coloro che ammassano tesori ma non diventano ricchi dinanzi a Dio ". E diceva ai suoi discepoli: " A questo riguardo vi dico: Non preoccupatevi per la vostra vita, di cosa mangerete né, per il vostro corpo, come lo vestiate. La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito. Considerate i corvi: essi non seminano né mietono, non hanno né cantina né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più di loro non valete dunque voi? E poi, chi di voi a forza di pensare può aggiungere un solo cubito alla sua statura? Se dunque non potete far nulla nemmeno in queste cose insignificanti, perché angustiarvi delle altre? Osservate i gigli e com'essi crescano! Non lavorano né filano, eppure, vi dico, nemmeno Salomone nella pienezza della sua gloria vestiva come uno di loro. Se pertanto Dio veste in questa maniera l'erba del campo, che oggi c'è e domani viene gettata nel fuoco, quanto più [vestirà] voi, gente di poca fede? Parimenti non cercate ansiosamente cosa mangerete o berrete. E non vogliate neanche aspirare a cose eccezionali, poiché di tutte queste cose vanno in cerca i pagani, e il Padre vostro sa che di ciò voi avete bisogno. Voi pertanto cercate il regno di Dio, e tutto questo vi sarà dato per giunta. Non temere, piccolo gregge, perché il Padre si è compiaciuto di darvi il regno. Vendete quel che possedete e datelo in elemosina. Preoccupatevi delle bisacce che non invecchiano, un tesoro che non viene meno ma rimane per il cielo, dove i ladri non penetrano né i tarli consumano. Infatti il vostro cuore sarà là dov'è il vostro tesoro " [12, 4-34].
E dopo un po': " Tenetevi pronti perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate ". Pietro gli domandò: " Signore, questa parabola la dici per noi o vale per tutti? ". Replicò il Signore: " Quale secondo te sarà l'amministratore fedele e saggio che il padrone porrà a capo della sua famiglia per distribuire nel tempo opportuno una data quantità di frumento? Beato il servo che il padrone al ritorno troverà così occupato. In verità vi dico che lo porrà a capo di tutto ciò che possiede. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: " Il mio padrone tarda a venire ", e cominciasse a maltrattare i servi e le serve e a percuoterli e si desse a mangiare e a bere e ad ubriacarsi, il padrone di questo servo tornerà nel giorno che non s'attende e nell'ora da lui ignorata: lo separerà [dagli altri] e la sua sorte sarà fra gli infedeli. Il servo che ha conosciuto la volontà del suo padrone ma non dispone [le cose] né agisce secondo la volontà di lui riceverà molte batoste; mentre colui che compirà azioni meritevoli di punizione senza conoscere la volontà del padrone ne riceverà poche. Da colui al quale è stato dato molto, molto sarà richiesto, e da colui al quale è stato affidato molto, si esigerà molto di più " [12, 40-48].
E ancora dopo un po': " Ipocriti, siete in grado di distinguere l'aspetto della terra e del cielo. Come fate a non accorgervi del momento presente? E perché non valutate da voi stessi ciò che è giusto? " [12, 56-57].
314. [Lc 13]. Dopo un po': " Sforzatevi ad entrare per la porta stretta, perché, vi dico, molti cercheranno di entrare ma non lo potranno " [13, 24].
315. [Lc 14]. In un altro passo: Diceva una parabola agli invitati, osservando com'essi sceglievano i primi posti. Diceva loro: " Se ti invitano a [una festa di] nozze, non sederti al primo posto perché non sia stato invitato dal padrone un altro più ragguardevole di te e allora venga da te chi ha invitato te e l'altro, e ti dica: " Cedigli il posto ", nel qual caso tu con vergogna dovresti occupare l'ultimo posto. Pertanto, se ti invitano [a nozze], va' a sederti nell'ultimo posto: nel qual caso venendo colui che ti ha invitato ti dirà: " Amico, passa avanti ", e tu ne avrai gloria presso tutti i commensali. Poiché chi s'innalza sarà umiliato e chi si umilia sarà innalzato ". In seguito diceva a colui che lo aveva invitato: " Se offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli o parenti o vicini ricchi, pensando che anch'essi ti inviteranno a loro volta e tu sia ricompensato. Quando offri un banchetto chiama i poveri, la gente insignificante, gli zoppi e i ciechi: sarai beato perché essi non hanno con che ricompensarti. Sarai ricompensato nella risurrezione dei giusti " [14, 7-14].
E dopo un po': " Se uno viene da me e non odia il padre e la madre, la moglie e i figli, i fratelli e le sorelle, e anche la sua stessa vita, non può essere mio discepolo. E chi non si carica della propria croce e viene da me non può essere mio discepolo. Chi di voi infatti, se vuol costruire una torre, non si siede prima per fare i conti e vedere se ha denaro sufficiente per portare a compimento [l'opera iniziata]? In tal modo non succederà che, avendo gettato le fondamenta e non avendo potuto completare [l'edificio], tutti quelli che vedono cominciano a beffarlo dicendo: Quest'uomo ha cominciato la costruzione ma non è riuscito a terminarla. Ovvero, qual è quel re che, volendo ingaggiare una guerra contro un altro re, non si mette prima a sedere e non valuta se possa con diecimila soldati affrontare chi gli viene contro forte di ventimila? In questo caso, mentre costui è ancora lontano gli manda un'ambasceria per trattare la pace. Allo stesso modo chiunque fra voi non si priva di tutto ciò che possiede non può essere mio discepolo " [14, 26-33].
316. [Lc 16]. Dopo un po': " Ora io vi dico: Fatevi degli amici con l'iniqua ricchezza affinché, quando arriverete alla fine, vi accolgano nei padiglioni eterni. Chi è fedele nel poco è fedele anche nel molto, e chi è disonesto nel poco è disonesto anche nel molto. Se pertanto non sarete stati fedeli nella ricchezza iniqua, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà ciò che pur sarebbe vostro? Nessuno può servire a due padroni, poiché o odierà l'uno e amerà l'altro o si schiererà con l'uno e trascurerà l'altro. Non potete servire Dio e il denaro. Ad ascoltare queste cose c'erano anche dei farisei, che sono gente avara, e si beffavano di lui. Ma egli disse loro: Voi siete gente che si ritiene giusta di fronte agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori, e ciò che è impenetrabile agli uomini è in abominio agli occhi di Dio " [16, 9-15].
E dopo pochi versi: " Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra commette adulterio " [16, 19].
317. [Lc 17]. Dopo un po': " È impossibile che non ci siano scandali, ma guai a colui per colpa del quale essi avvengono! È preferibile per lui che gli si leghi al collo una macina da mulino e lo si getti in mare anziché permettere che scandalizzi uno solo di questi piccoli. Fate dunque attenzione! Se un tuo fratello pecca [contro di te] rimproveralo, e se si ravvede perdonalo. E se peccherà contro di te sette volte al giorno e sette volte al giorno ricorrerà a te per dirti: "Mi pento ", tu devi perdonarlo " [17, 1-4].
318. [Lc 18]. In un altro passo: Disse poi questa parabola rivolgendosi a certuni che confidavano in se stessi ritenendosi giusti e disprezzavano gli altri: " Due uomini salirono al tempio per pregare: uno era fariseo, l'altro pubblicano. Il fariseo dritto in piedi così pregava in cuor suo: " Signore, ti ringrazio perché io non sono come gli altri uomini, rapaci, ingiusti, adùlteri e nemmeno come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana, pago la decima di tutto ciò che posseggo ". Il pubblicano se ne stava lontano e non osava neanche alzare gli occhi al cielo, ma battendosi il petto diceva: " O Dio, abbi misericordia di me peccatore ". Ora io vi dico: Costui se ne tornò a casa giustificato, a differenza dell'altro, poiché chi si innalza sarà umiliato e chi si umilia sarà innalzato ". In quel tempo gli presentavano dei fanciulli perché imponesse loro le mani, ma i discepoli vedendo la cosa rimproveravano quei tali. Gesù allora li chiamò a sé e disse loro: "Lasciate che i piccoli vengano a me e non glielo impedite. A chi infatti è come loro appartiene il regno di Dio. Ve lo dico in verità: Chi non accoglie il regno di Dio con l'animo del fanciullo non entrerà in esso ". Ecco allora farsi avanti un personaggio che gli domandò: "Maestro buono, per possedere la vita che cosa debbo fare?". Gesù gli rispose: " Perché mi dici buono? Nessuno è buono eccettuato Dio. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, onora il padre e la madre (Cf. Es 20, 13) ". Gli replicò l'altro: " Tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza ". Ciò udendo Gesù gli disse: " Ti manca ancora una cosa. Vendi tutto ciò che possiedi e dallo ai poveri: ne avrai un tesoro nei cieli, e poi vieni e seguimi ". Udendo queste parole egli si rattristò essendo molto ricco; e Gesù vedendolo così rattristato disse: " Con quanta difficoltà chi ha ricchezze entrerà nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio ". Coloro che udirono queste parole chiesero: " Ma allora chi si potrà salvare? ". Rispose: " Ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio ". Allora Pietro gli disse: " Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito ". Egli aggiunse: " In verità vi dico: Chiunque lascia la casa o i genitori o i fratelli o la moglie o i figli per il regno di Dio riceverà molto di più nel tempo presente, e nel tempo futuro avrà la vita eterna " [18, 9-30].
319. [Lc 19]. Altrove: Alzandosi in piedi Zaccheo disse al Signore: " Signore, ecco io do ai poveri la metà dei miei beni e se ho frodato qualcuno gli rendo quattro volte tanto ". Gesù gli disse: " Oggi la salvezza è giunta in questa casa, e in effetti anche costui è un figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto " [19, 8-10].
320. [Lc 20]. Dopo un po': " Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio " [20, 25].
In un altro passo: Lo ascoltava tutto il popolo mentre egli diceva ai discepoli: " Guardatevi dagli scribi, che bramano passeggiare in vesti [caratteristiche] e vanno a caccia di omaggi quando sono in piazza e dei primi posti quando sono a mensa. Divorano le case delle vedove fingendo di recitare lunghe preghiere. Costoro riceveranno una condanna molto severa " [20,45-47].
321. [Lc 21]. Volgendo lo sguardo vedeva i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del Tempio. Osservò anche una vedova povera che come offerta gettò due spiccioli e disse: " In verità vi dico che questa vedova, povera com'è, vi ha gettato più di tutti gli altri. Infatti tutti gli altri hanno offerto in dono a Dio il loro superfluo, mentre costei ha versato ciò di cui sentirà la mancanza: tutto ciò che aveva per vivere " [21, 1-4].
E in un altro passo: " Cacciatevi in cuore di non premeditare le vostre risposte. Sarò io infatti a darvi lingua e sapienza a cui i vostri avversari non potranno resistere né sapranno replicare. Sarete traditi dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici e uccideranno alcuni fra voi. A causa del mio nome sarete odiati da tutti, ma neppure un capello cadrà dalla vostra testa. Con la vostra pazienza diverrete padroni della vostra vita " [21, 14-19].
E dopo un po': " State attenti a che i vostri cuori non siano appesantiti da orge e bevande e nemmeno da preoccupazioni mondane, e quel giorno piombi improvviso su di voi. Arriverà infatti come un cappio su tutti gli abitanti di tutta la terra. Vegliate dunque pregando in continuazione per essere trovati degni di sfuggire a tutti questi mali, che dovranno avvenire, e di stare alla presenza del Figlio dell'uomo " [21, 34-36].
322. [Lc 22]. Dopo un po': Sorse tra loro una lite su chi fra loro fosse il più importante. Il Signore disse loro: " I re delle genti spadroneggiano sui sudditi e coloro che esercitano l'autorità sono chiamati magnanimi. Tra voi non dev'essere così, ma chi fra voi è il più grande si faccia il più piccolo e chi è superiore diventi servo [degli altri]. Infatti chi è più grande, chi è seduto a mensa o chi vi presta servizio? Non forse colui che sta seduto? Io invece sono tra voi come colui che serve " [22, 24-27].
E in un altro passo: " Pregate per non entrare in tentazione " [22, 40].
323. [Io 5]. " Come potete diventare credenti voi che andate a caccia della gloria l'uno dall'altro e non cercate la gloria che viene da Dio soltanto? " [5, 44].
324. [Io 8]. Dopo un po': Gesù le disse: " Nemmeno io ti condanno; va' e non peccare mai più " [8, 11].
E dopo un altro poco: " Se resterete fedeli alla mia parola sarete davvero miei discepoli, e conoscerete la verità e la verità vi farà liberi " [8, 31-32].
E dopo un poco ancora: " In verità, in verità vi dico: Chiunque commette peccato è schiavo del peccato " [8, 34].
E altrove: " In verità, in verità vi dico: Chi osserva la mia parola non vedrà mai la morte " [8, 51].
325. [Io 12]. E alquanto dopo: " Chi ama la sua vita la perderà e chi odia la propria vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre mio lo onorerà " [12, 25-26].
E altrove: " Essi amarono la gloria degli uomini più che non la gloria di Dio " [12, 43].
326. [Io 13]. Altrove: " Voi mi chiamate Signore e Maestro, e dite bene poiché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavarvi i piedi l'uno all'altro. Vi ho dato infatti l'esempio perché, come ho fatto io, così facciate anche voi" [13, 13-15].
E dopo un po': " Vi do un comandamento nuovo: quello di amarvi gli uni gli altri. Come io vi ho amati così voi dovete amarvi a vicenda. Da questo riconosceranno tutti che siete miei discepoli: se avrete amore l'uno per l'altro " [13, 34-35].
327. [Io 14]. Dopo un po': " Se mi amate osservate i miei comandamenti " [14, 15].
E dopo un altro poco: " Chi ritiene i miei comandamenti e li mette in pratica, costui mi ama, e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e anch'io lo amerò e gli manifesterò me stesso " [14, 21].
E dopo tre versetti: " Se uno mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio lo amerà, e noi verremo da lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non conserva le mie parole " [14, 23-24].
328. [Io 15]. Dopo un po': " Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può produrre frutti da se stesso, se non rimane nella vite, così nemmeno voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e nel quale io rimango, costui produce molto frutto: poiché senza di me non potete far nulla. Se uno non rimane in me sarà buttato via, come il tralcio, e si secca; e li si raccoglie e getta a bruciare nel fuoco. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiederete quel che desiderate e vi sarà accordato. In questo è glorificato il Padre mio: se voi portate molto frutto e siete miei discepoli. Come il Padre ha amato me così anch'io ho amato voi; rimanete nel mio amore! Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore, così come io ho osservato i precetti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché sia in voi la mia gioia e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate l'un l'altro come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per gli amici" [15, 4-13].
E dopo un po': " Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri " [15, 17].
Questo è il materiale desunto dai Vangeli che ho ritenuto opportuno trascrivere in quest'opera. Da questa scelta si può comprendere che i tre sinottici, cioè Matteo, Marco e Luca, ci hanno fornito un maggior numero di prescrizioni concernenti il retto vivere. Ciò dipende dal fatto che essi si sono interessati soprattutto di quell'aspetto che va sotto il nome di vita attiva. Giovanni al contrario si occupa piuttosto dell'aspetto contemplativo, per cui il suo Vangelo è, sì, superiore agli altri, ma i precetti di vita morale che troviamo in esso sono di meno.
Adesso riferiremo quelle cose, e sono pochissime, che troviamo nel libro intitolato gli Atti degli Apostoli. In questo libro si narra la serie degli avvenimenti mediante i quali si venne costruendo l'edificio della fede; e pertanto in esso vengono descritti più gli esempi che non le prescrizioni.
329. [Act 15]. Prendendo la parola Giacomo disse: In base a ciò, io ritengo che non si debbano turbare gli animi di coloro che si convertono al Signore provenendo dal paganesimo. Si scriva però a loro di astenersi dalla contaminazione dell'idolatria, dalla fornicazione, dalle carni di animali soffocati e dal sangue [15, 19-20].
E dopo un po': È sembrato bene allo Spirito santo e a noi di non imporvi alcun altro peso all'infuori di queste cose necessarie, e cioè che vi asteniate dalle carni immolate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla fornicazione. Farete bene a tenervi lontano da queste cose. State bene! [15, 28-29].
330. [Act 20]. Dopo un lungo discorso che l'apostolo Paolo rivolse agli anziani della Chiesa che aveva convocato presso di sé, egli disse loro: Badate a voi stessi e all'intero gregge sul quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi per reggere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistato mediante il suo sangue [20, 28].
E dopo un po' lo stesso Paolo agli stessi anziani: Come sapete, io non ho cercato da nessuno né argento né oro né vesti. Alle necessità mie e di coloro che sono con me ho provveduto [lavorando] con queste mie mani. Vi ho dato, sotto ogni aspetto, l'esempio di come si debbano avvicinare i deboli sottoponendosi al lavoro, ricordando le parole del Signore Gesù quand'egli diceva: " C'è più felicità nel dare che nel ricevere " [20, 33-35].
331. [Act 21]. In un altro passo Giacomo e i suoi sostenitori, rivolti all'apostolo Paolo, gli dissero: Tu, fratello, hai notato quante migliaia di giudei abbiano aderito alla fede. E tutti costoro sono zelanti osservatori della legge. Orbene, costoro nei tuoi riguardi hanno udito che insegni l'abbandono di Mosè a quei giudei che si trovano nel mondo pagano; che predichi che non debbano circoncidere i loro figli né seguire le consuetudini trasmesse dai padri. Cos'è tutto questo? Bisogna certo radunare la gente, poiché hanno saputo del tuo arrivo. Ebbene, fa' quel che ti suggeriamo. Sono qui tra noi quattro uomini che si sono astretti a un voto: prendili con te e purìficati insieme con loro, e paga per loro quanto richiesto per farsi rasare la testa (Cf. Nm 6, 18). Così tutti si persuaderanno che quanto hanno udito sul tuo conto è falso, mentre in realtà anche tu ti comporti osservando la legge. Riguardo infatti a coloro che dal paganesimo sono passati alla fede abbiamo scritto noi sentenziando che si debbano astenere dalle carni immolate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla fornicazione [21, 20-25].
Dal libro degli Atti degli Apostoli riteniamo sufficiente riferire qui i soli passi riportati, essendo essi rispondenti a quest'opera. Da tali citazioni ricaviamo che gli apostoli a coloro che erano diventati cristiani provenendo dal paganesimo non vollero imporre tutti i pesi della legge antica concernenti l'astinenza dai piaceri corporali. Dovevano solo astenersi da queste tre cose: le carni immolate agli idoli, il sangue e la fornicazione. In base a questo alcuni ritengono che soltanto tre sono i peccati mortali, e cioè l'idolatria, l'omicidio e la fornicazione, comprendendo in quest'ultimo, naturalmente, anche l'adulterio e ogni altro atto sessuale che non sia il rapporto con la moglie. All'infuori di questi tre non ci sarebbero peccati mortali, di nessun genere, che escluderebbero dal regno di Dio, per cui sarebbero prive di senso e addirittura false le parole: Né i ladri né gli avari né gli ubriaconi né i detrattori né i rapinatori possederanno il regno di Dio (1 Cor 6, 10).
Noi tuttavia dobbiamo qui fermarci e omettere la nostra replica per passare alle Lettere degli Apostoli e vedere cosa si trovi in esse che rientri nel progetto di quest'opera.
332. [Rom 1]. Non mi vergogno infatti del Vangelo. Esso è potenza divina per la salvezza di tutti gli uomini, purché credano: prima dei Giudei e poi dei Greci. In esso si rivela la giustizia di Dio [che nasce] dalla fede [e sfocia] nella fede, come sta scritto: Il giusto vivrà in virtù della fede in me (Cf. Ab 2, 4). In realtà l'ira di Dio dal cielo si manifesta verso l'empietà e l'ingiustizia di quegli uomini che mediante l'ingiustizia soffocano la verità, poiché quel che di Dio è oggetto di cognizione è loro manifesto e a manifestarlo è stato Dio stesso. Dalla creazione del mondo infatti gli attributi invisibili di Dio si rendono visibili perché li si può comprendere attraverso le cose create: così la sua eterna potenza e la sua gloria divina. In tal modo [gli atei] sono inescusabili, in quanto, avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato come Dio né gli sono stati riconoscenti. Con il loro pensiero sono corsi dietro a delle vanità e, privato della sapienza, il loro cuore si è ottenebrato: pur dicendosi sapienti, sono istupiditi e hanno sostituito la magnificenza del Dio invisibile con un'effigie dell'uomo corruttibile o anche di uccelli, di quadrupedi o di rettili [1, 16-23].
Per questo motivo Dio li ha abbandonati perché seguissero le brame del loro cuore e si dessero all'impurità, disonorando in se stessi il loro corpo. Essi hanno cambiato il vero Dio con delle falsità e hanno prestato il culto e adorato la creatura anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli, amen! Per questo motivo Dio li ha lasciati in balia di passioni vergognose. Ed ecco che le loro donne hanno cambiato il loro naturale rapporto in rapporti contro natura. Lo stesso per gli uomini: abbandonato il rapporto naturale con la donna, arsero dal desiderio di soddisfarsi l'uno con l'altro e caddero nella sconcezza di rapporti maschio con maschio. In tal maniera ricevettero in loro stessi la giusta ricompensa dell'errore in cui erano incorsi. E siccome non dimostrarono d'avere la cognizione di Dio, Dio li abbandonò al loro sentire pervertito, sicché commettono ciò che è indegno; colmi come sono di ogni malvagità, malizia, fornicazione, avarizia e cattiveria; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diventando brontoloni, mettimale, odiosi a Dio, litigiosi, superbi, orgogliosi, inventori di mali, indocili ai genitori, insipienti, disordinati, senza affetto, senza accordo, senza misericordia. Essi infatti, avendo conosciuto la giustizia di Dio, non compresero che meritano la morte coloro che commettono tali colpe, e non solo quelli che le commettono ma anche quelli che condividono i sentimenti di chi le commette [1, 24-32].
333. [Rom 2]. Stando così le cose, non hai scuse, o uomo che giudichi, chiunque tu sia. Giudicando infatti gli altri condanni te stesso in quanto tu compi le stesse azioni che disapprovi, e noi sappiamo che il giudizio di Dio contro i responsabili di tali azioni è secondo verità. O pensi forse tu, o uomo che giudichi i rei di queste azioni e poi tu stesso le compi, che sfuggirai al giudizio di Dio? Ovvero hai l'audacia di prendere alla leggera le ricchezze della sua bontà, pazienza e tolleranza? Non sai che, se Dio usa longanimità, è perché vuole indurti a conversione? Tu viceversa ti regoli secondo la durezza del tuo cuore refrattario ad ogni conversione, e così ti accumuli collera per il giorno dell'ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio. Egli allora darà a ciascuno la ricompensa meritata con le proprie opere; darà quindi la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere buone hanno cercato la gloria, l'onore e l'incorruttibilità; per coloro che, viceversa, hanno opposto resistenza e non si sono sottomessi alla verità ma hanno avuto fede nell'iniquità sono riservati ira e sdegno. C'è infatti tribolazione e angoscia per ogni persona che opera il male, prima per il giudeo e poi per il greco; e c'è gloria, onore e pace per chiunque compie il bene, per il giudeo prima e poi per il greco [2, 1-10].
E dopo un po': Dinanzi a Dio non è giusto chi ascolta la legge ma chi la mette in pratica [2, 13].
E dopo un po' ancora: Ebbene, tu che fai da maestro agli altri non sai ammaestrare te stesso! Tu che predichi di non rubare rubi; tu che dici che non si deve commettere adulterio ne commetti, tu che detesti gli idoli compi sacrilegi, tu che ti glori della legge trasgredendo la legge offendi Dio. Per colpa vostra infatti, come sta scritto, il nome di Dio viene vilipeso fra le genti (Cf. Is 52, 5; Ez 36, 20) [2, 21-24].
334. [Rom 5]. E dopo un po': Giustificati mediante la fede abbiamo pace con Dio ad opera del nostro Signore Gesù Cristo. Per suo mezzo, tramite la fede, ci è dato di entrare in quella grazia in cui ci troviamo, e ci vantiamo nella speranza della gloria dei figli di Dio. Né solo questo, ma ci vantiamo anche delle tribolazioni sapendo che la tribolazione produce la pazienza, la pazienza la virtù solida, la virtù consolidata la speranza: la quale speranza non sarà delusa perché la carità di Dio è stata riversata nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato [5, 1-5].
335. [Rom 6]. In un altro passo ancora: Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale, sì che abbiate a seguire le sue concupiscenze. E non prestate al peccato le vostre membra perché siano armi a servizio dell'illegalità, ma mettetevi a disposizione di Dio, come gente che da morte è tornata in vita, e le vostre membra siano armi nelle mani di Dio per la [causa della] giustizia [6, 12-13].
E dopo un po': Voglio presentarvi una riflessione d'indole umana per adeguarmi alla debolezza della vostra umanità. Come siete ricorsi alle vostre membra e le avete poste al servizio della turpitudine e della malvagità per compiere opere malvage, così adesso prendete le vostre membra e usatele per servire alla giustizia al fine di conseguire la santificazione [6, 19].
336. [Rom 8]. In un passo: Conseguentemente, fratelli, noi non siamo debitori verso la carne sicché dobbiamo vivere secondo la carne. Se infatti vivrete secondo la carne morirete; se al contrario mediante lo Spirito farete morire le opere della carne vivrete. In realtà quanti sono mossi dallo Spirito di Dio sono figli di Dio [8, 12-14].
E dopo un po': Siamo infatti eredi di Dio, coeredi di Cristo, a patto però che con lui soffriamo per essere con lui glorificati [8, 17].
E dopo un po': Se al contrario speriamo in cose che non vediamo, dobbiamo aspettarle sorretti dalla pazienza [8, 25].
E dopo pochi versi: Sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio [8, 28].
E un po' dopo: Chi ci separerà dall'amore di Cristo? La tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come sta scritto: " Per te siamo messi a morte tutto il giorno, siamo considerati pecore da macello " (Cf. Sal 43, 22). Eppure in tutte queste prove noi risultiamo più che vincitori in grazia di colui che ci ha amati. Sono certo infatti che né morte né vita, né angeli né potestà, né il presente né il futuro, né ciò che è forte o alto o profondo, e nessun'altra cosa creata potrà separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù nostro Signore [8, 35-39].
337. [Rom 10]. In un altro passo: Con il cuore si crede e così si consegue la giustizia; con la bocca si professa la fede e si ottiene la salvezza. Dice infatti la Scrittura: " Chiunque crede in lui non resterà confuso " (Cf. Is 28, 16). Né c'è differenza fra Giudei e Greci. Il medesimo [Cristo] è infatti Signore di tutti, ed è ricco [di misericordia] verso tutti coloro che lo invocano, come è scritto: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvo (Cf. Gi 3, 5) [10, 10-13].
338. [Rom 11]. In un altro passo: Quanto a te, sta' saldo nella fede; non inorgoglirti ma temi. Se infatti Dio non ebbe riguardi per i rami nati [dalla pianta] potrebbe non risparmiare nemmeno te. Osserva pertanto la benevolenza e la severità di Dio: la severità in coloro che decaddero, la benevolenza usata verso di te, se resterai nella bontà [11, 20-22].
339. [Rom 12]. Un poco dopo: Vi scongiuro pertanto, fratelli, per la misericordia di Dio ad offrire il vostro corpo come sacrificio vivo, santo e accetto a Dio. Sia questa la vostra offerta razionale; e non conformatevi a questo mondo ma trasformatevi col rinnovare i vostri sentimenti affinché possiate riconoscere quale sia la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. In forza della grazia che mi è stata data dico a tutti voi di non stimarvi più di quanto sia lecito stimarsi, ma stimarsi saggiamente, ciascuno secondo la misura della fede che Dio gli ha conferito. Come infatti nel corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la stessa funzione, così noi, che siamo molti, siamo sì un unico corpo in Cristo e ciascuno è membro dell'altro, tuttavia abbiamo ricevuto doni diversi secondo la grazia che a ciascuno di noi è stata donata. Chi ha ricevuto la profezia l'usi in proporzione con la fede; chi il ministero [lo eserciti] nel servire; chi l'insegnamento nell'insegnare; chi l'esortazione nell'esortare; chi elargisce [lo faccia] con semplicità; chi presiede, con ogni premura; chi compie opere di misericordia [lo faccia] con gioia. L'amore sia senza finzione: odiate il male, aderite con tenacia al bene. Amatevi a vicenda con carità fraterna; prevenitevi a vicenda nel rendervi onore. Non siate pigri nello zelo, ma fervorosi nello spirito come chi serve il Signore. Godete nella speranza, siate pazienti nelle prove, perseveranti nella preghiera, solleciti delle necessità dei santi, premurosi nell'ospitalità. Benedite chi vi perseguita; benedite e non maledite. Godere con chi è nella gioia, piangere con chi è nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo altea, piegatevi invece a quelle umili. Non vogliate essere saggi agli occhi vostri. Non rendete ad alcuno male per male; procurate di compiere il bene non solo dinanzi a Dio ma anche dinanzi a tutti gli uomini. Se è possibile, per quanto dipende da voi state in pace con tutti. Non vi vendicate, carissimi, ma lasciate che agisca l'ira di Dio. Sta scritto infatti: " A me [è riservata] la vendetta, io ripagherò ogni uomo ", dice il Signore. " Ma se il tuo nemico ha fame, dàgli da mangiare; se ha sete, dàgli da bere; così facendo accumulerai carboni infuocati sulla sua testa. Non farti vincere dal malvagio, ma con il bene vinci il male " (Cf. Dt 32, 35; Prv 25, 21-22) [12, 1-21].
340. [Rom 13]. Ciascuno sia sottomesso a chi gli è superiore in autorità, poiché non c'è autorità che non derivi da Dio, e tutte quelle che esistono, sono state disposte da Dio. Pertanto chi resiste all'autorità resiste alla disposizione di Dio, e chi vi resiste si procura la propria condanna. In realtà i superiori non ci sono per [incutere] timore nelle opere buone ma in quelle cattive. Orbene, vuoi tu non temere l'autorità? Opera il bene e da essa riceverai approvazione, poiché [il superiore] è un incaricato di Dio per il tuo bene. Se invece commetti azioni cattive, abbine timore, poiché non senza motivo egli porta la spada, ma è un incaricato di Dio, un esecutore della sua vendetta a danno di chi agisce male. Siate quindi loro soggetti come è necessario, e non solo per il motivo di sfuggire alla collera ma anche per motivi di coscienza. Per questo motivo anche pagate le imposte: perché essi sono al servizio di Dio in quanto [da lui] incaricati di questo compito. Rendete dunque a ciascuno [dei magistrati] quanto gli è dovuto: a chi è dovuta l'imposta l'imposta, a chi la gabella la gabella, a chi il timore il timore, a chi l'onore l'onore. Non abbiate verso alcuno nessun altro debito escluso quello dell'amore vicendevole: chi infatti ama il prossimo adempie tutta la legge. In effetti: " Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza, non desiderare " (Cf. Es 20, 13-17; Dt 5, 17-21) e qualsiasi altro comandamento si riepiloga in questa parola: " Ama il prossimo tuo come te stesso " (Cf. Lv 19, 18). L'amore al prossimo non commette azioni cattive; quindi pieno adempimento della legge è l'amore. E questo [osservatelo] sapendo in che tempo siamo e come sia giunta l'ora di finirla con il dormire. Ora infatti la nostra salvezza è divenuta più vicina di quando diventammo credenti. La notte è passata, è vicino il giorno. Gettiamo dunque via le opere delle tenebre e rivestiamoci delle armi della luce; come chi è in pieno giorno, conduciamo una vita onesta. Non fra gozzoviglie e ubriachezze, non nelle alcove e nell'impurità, non fra litigi e gelosie; ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non soddisfate la carne nei suoi desideri [13, 1-14].
341. [Rom 14]. Accogliete chi è debole nella fede senza discutere sulle opinioni. Uno infatti pensa di poter mangiare tutto mentre un altro, che è debole [nella fede], vuole mangiare [solo] verdura. Ebbene, chi mangia [tutto] non disprezzi chi [tutto] non mangia; e chi non ne mangia non si eriga a giudice di colui che mangia, dal momento che Dio lo ha accolto. E chi sei tu che osi giudicare il servo dell'altro? Se sta in piedi o cade è per il suo padrone; ma certamente starà in piedi perché Dio ha il potere di sorreggerlo. Inoltre, ecco uno che fa distinzione tra giorno e giorno mentre un altro valuta tutti i giorni. [L'importante è che] ognuno sia perfetto nel suo giudizio. Chi distingue i giorni li distingue in rapporto al Signore, e chi mangia mangia conforme [piace] al Signore, tant'è vero che ne ringrazia Dio. E così chi non mangia non mangia per riguardo del Signore, e ne ringrazia Dio. Nessuno di noi infatti vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, ma se viviamo viviamo per il Signore, se moriamo moriamo per il Signore. Sia dunque che viviamo sia che moriamo, siamo del Signore. Per questo infatti Cristo è morto e risuscitato: per essere il Signore dei morti e dei vivi. Quanto a te, invece, come fai a giudicare il tuo fratello o a disprezzare il tuo fratello? Tutti infatti ci dovremo presentare al tribunale di Dio, come sta scritto: Com'è vero che io vivo, dice il Signore, dinanzi a me si piegherà ogni ginocchio e ogni lingua darà lode a Dio (Cf. Is 45, 23; 49, 18). Quindi ognuno di noi renderà conto a Dio di se stesso, per cui non dobbiamo continuare a giudicarci fra di noi. Provvedete piuttosto a non porre inciampi o pietre di scandalo dinanzi al fratello. So infatti, e ne ho la convinzione nel Signore Gesù, che nulla è impuro di per se stesso ma è impuro solo per colui che lo ritiene impuro. Se un tuo fratello poi è da te contristato a motivo d'un qualche cibo, non ti regoli secondo carità. Non devi essere causa di perdizione, con il tuo cibo, ad uno per il quale Cristo ha dato la vita; e che non venga vilipeso il beneficio datoci [da Dio]. Il regno di Dio in realtà non è cibo o bevanda ma è giustizia e pace e gioia nello Spirito Santo; e chi serve Cristo in queste cose piace a Dio e riceve l'approvazione dagli uomini. Occupiamoci quindi di ciò che favorisce la pace e l'edificazione vicendevole. Non permetterti di distruggere l'opera di Dio a motivo d'un po' di cibo. Tutte le cose sono in sé pure, ma causano peccato all'uomo che le mangia nello scandalo: sicché è bene non mangiar carne né bere vino o fare qualunque altra cosa in cui il tuo fratello trovi inciampo, scandalo o detrimento. Hai tu la fede dentro di te? Abbila anche dinanzi a Dio. Beato chi non giudica se stesso in quel che approva; mentre chi si mette a distinguere, se ne mangia è condannato, poiché non segue la sua convinzione, e tutto quello che non è conforme alla ferma convinzione è peccato [14, 1-23].
342. [Rom 15]. Noi più forti dobbiamo sorreggere la fragilità dei più deboli e non [limitarci a] contentare noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo a fin di bene, per edificarlo. In effetti lo stesso Cristo non cercò di piacere a se stesso ma, come sta scritto: " gli insulti di coloro che ti insultavano sono caduti su di me " (Cf. Sal 68, 10). Ora tutto ciò che è stato scritto è stato scritto per nostro ammaestramento, affinché mediante la pazienza e la consolazione che ci viene dalle Scritture abbiamo speranza. Ebbene, il Dio della pazienza e della consolazione vi conceda di avere fra voi lo stesso [modo di] sentire secondo il volere di Gesù Cristo, affinché d'accordo con un sol cuore possiate glorificare Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Accoglietevi pertanto gli uni gli altri come vi ha accolti Cristo, per la gloria di Dio [15, 1-7].
E un po' dopo: La Macedonia e l'Acaia hanno creduto opportuno fare una colletta a favore dei poveri che sono tra i santi nella comunità di Gerusalemme. Così è loro piaciuto; e poi effettivamente sono debitori verso di loro. Se infatti i gentili sono diventati partecipi dei loro beni spirituali, debbono almeno nei beni materiali mettersi al loro servizio [15, 26-27].
E dopo pochissimi versi: Vi scongiuro pertanto, fratelli, in nome del Signore nostro Gesù Cristo e per la carità dello Spirito, a venire in mio aiuto elevando a Dio preghiere per me [15, 30].
343. [Rom 16]. Dopo un po': Vi raccomando, fratelli, di tener d'occhio coloro che suscitano discordie o [creano] scandali allontanandosi dalla dottrina che avete appresa. State lontani da loro! Essi infatti non sono servi di Cristo ma del proprio ventre, e con il loro parlare mellifluo e con le loro benedizioni traviano i cuori degli ingenui. Al contrario, la vostra docilità è ben nota in ogni luogo, e io ne godo per voi. Vorrei tuttavia che voi foste sapienti nel bene ed esenti dal male [16, 7-9].
344. [1 Cor 1]. Vi scongiuro, fratelli, per il nome del Signore Gesù Cristo affinché fra tutti voi ci sia un unico parlare e non ci siano divisioni fra voi; ma piuttosto siate perfettamente uniti nello stesso sentire e nello stesso pensare. Dai familiari di Cloes infatti mi è stato riferito nei vostri riguardi, fratelli miei, che fra voi ci sono delle discordie, e questo dico in quanto ciascuno di voi va dicendo: " Io sono di Paolo, io invece di Apollo, io poi di Cefa e io di Cristo ". Forse che Cristo è diviso? Ovvero forse che Paolo è stato crocifisso per voi o siete stati battezzati nel nome di Paolo? [1, 10-13].
E dopo un po': Per sua disposizione voi siete in Cristo Gesù, il quale per volere di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, per cui, come sta scritto, chi si vanta si vanti nel Signore (Cf. Ger 23, 5; 9, 23-24) [1, 30-31].
345. [1 Cor 3]. In un altro passo: Se allignano fra voi gelosie e contese, non è forse perché siete carnali e camminate secondo l'uomo [vecchio]? E quando uno dice: " Io sono di Paolo ", e un altro: "Io invece di Apollo ", non è segno che siete soltanto uomini? [3, 3-4].
E dopo poco: Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno profana il tempio di Dio, Dio lo abbatterà. Santo infatti è il tempio di Dio e questo tempio siete voi. Che nessuno si illuda! Se uno di voi pensasse d'essere sapiente per la sapienza del mondo, si renda stolto, per diventare [veramente] sapiente, poiché la sapienza del mondo presente è stoltezza agli occhi di Dio [3, 16-19].
346. [1 Cor 4]. Dopo pochi versi: Ne segue che prima del tempo [del Signore] non dovete pronunziare giudizi, finché cioè non venga il Signore, il quale metterà in luce quanto si nasconde nelle tenebre e renderà palesi le intenzioni dei cuori, e allora ciascuno avrà la sua lode da Dio. Queste cose, fratelli, io le ho applicate a me e ad Apollo in vista di voi, affinché in noi impariate a non gonfiarvi - al di là di quanto sta scritto - parteggiando per l'uno e rifiutando l'altro. Chi è infatti colui che ti giudica? Inoltre, che cosa possiedi tu che non l'abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, come fai a vantartene quasi che non l'abbia ricevuto? [4, 5-7].
E dopo un po': Fino al momento presente noi soffriamo la fame e la sete, siamo nudi e presi a schiaffi, andiamo randagi e ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Maledetti, benediciamo; perseguitati, pazientiamo; ingiuriati, rispondiamo pregando. Siamo diventati come i rifiuti del mondo presente, la feccia dell'umanità fino ad oggi. Non vi scrivo questo per farvi arrossire; è solo un ammonimento che sento di dovervi dare come a miei figli carissimi [4, 11-14].
347. [1 Cor 5]. Dopo un po': Si sente dire ovunque della fornicazione che si commette fra voi: una fornicazione tale che non la si trova nemmeno in mezzo ai pagani, e cioè che uno si è preso in moglie la moglie di suo padre. Di questo voi vi siete inorgogliti e non, piuttosto, ne avete fatto il necessario lutto, sicché colui che ha commesso un tal gesto fosse espulso dalla vostra comunità. Quanto a me, assente sì col corpo ma presente con lo spirito, ho già emesso il mio giudizio, considerandomi come presente, nei riguardi di colui che si è comportato così. Riuniti voi e il mio spirito nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, con la potenza del Signore Gesù ho deciso di consegnare quest'uomo a satana per l'annientamento della carne e in tal modo lo spirito sia salvo nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Non è bello il vostro vanto! Non sapete che un po' di lievito fermenta tutta la massa? Rigettate il lievito vecchio per diventare una nuova massa poiché voi siete pani azzimi. In effetti la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata, sicché non dobbiamo pranzare con il lievito vecchio, che è lievito di malizia e cattiveria, ma usando gli azzimi della sincerità e della verità. Nella lettera vi ho scritto di non mischiarvi con i fornicatori: non dico certo dei fornicatori di questo mondo, o degli avari o dei rapinatori o dei cultori degli idoli; altrimenti sareste dovuti uscire da questo mondo. Tuttavia io vi ho scritto di non mescolarvi con gente come questa. Se uno che chiamate fratello è fornicatore, o avaro, o idolatra, o calunniatore, o ubriacone, o ladro, con una tale persona non vi dovete nemmeno sedere a mensa. Quanto agli altri, che sono a noi estranei, tocca forse a me giudicarli? In realtà voi stessi non vi limitate a giudicare quelli di famiglia? Per quanto invece riguarda gli estranei, li giudicherà Iddio. Eliminate fra mezzo a voi chi si comporta male [5, 1-13].
348. [1 Cor 6]. C'è qualcuno tra voi che, avendo una lite con un altro, osa farsi giudicare dagli infedeli anziché dai santi? Ma non sapete che i santi saranno i giudici di questo mondo? E se da voi sarà giudicato il mondo, non siete in grado di giudicare le [vostre] bazzecole? Non sapete che saremo giudici anche degli angeli? Quanto più dunque delle cose materiali! Se pertanto avrete contrasti su cose terrene, per tali cose costituite giudici quelli che nella Chiesa sono i più spregevoli. Lo dico a vostra vergogna: possibile che fra voi non ci sia nessun saggio, che possa far da giudice tra i fratelli? Ma ecco che un fratello intenta lite con il fratello e vuole il giudizio, e per questo ricorre agli infedeli! Effettivamente, è già uno sconcio che ci siano liti tra voi. Non dovreste infatti accettare [in pace] i torti? Non dovreste preferire d'essere frodati? Al contrario voi fate i torti, commettete le frodi, e questo ai fratelli! Ma non sapete che i malvagi non otterranno il regno di Dio? Non illudetevi! Né i fornicatori né gli idolatri, né gli adùlteri, né gli effeminati, né i sodomiti, né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né i detrattori, né i rapinatori possederanno il regno di Dio [6, 1-10].
E dopo un po': Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? E io oserò prendere un membro di Cristo per farlo membro d'una prostituta? Non sia mai! Non sapete che chi si unisce ad una prostituta diventa con lei un unico corpo? Essi saranno - dice - due in un corpo solo (Cf. Gn 2, 24). Chi al contrario si tiene unito al Signore diviene, con lui, un unico spirito. Fuggite la prostituzione! Qualunque peccato che l'uomo possa commettere è al di fuori del corpo, mentre chi si dà alla fornicazione pecca proprio contro il suo corpo. O non sapete che le vostre membra sono tempio dello Spirito Santo, che abita in voi avendolo ricevuto da Dio, e quindi non appartenete a voi stessi? Siete stati infatti riscattati a caro prezzo: glorificate quindi il Signore portandolo [degnamente] nel vostro corpo [6, 15-20].
349. [1 Cor 7]. Riguardo a quello che mi avete scritto, è bene che l'uomo non abbia rapporti con donna, ma per [evitare] le fornicazioni ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il suo marito. Il marito renda alla moglie il debito [coniugale], e così la moglie al marito; poiché la moglie non è padrona del proprio corpo ma lo è il marito, e parimenti il marito non è padrone del suo corpo ma lo è la moglie. Non privatevi l'uno dell'altro se non di rado, di comune accordo e per breve tempo, per dedicarvi alla preghiera. In seguito ritornate di nuovo insieme, in modo che satana non vi tenti per la vostra incontinenza. Questo dico come un atto di condiscendenza, non per impartirvi un comando. Vorrei certamente che tutti gli uomini fossero come me, ma ciascuno ha da Dio il suo dono, uno così e un altro così. Ai non sposati e ai vedovi dico però che è bene se rimangono come me; ma se non riescono a contenersi, si sposino pure, poiché è meglio sposarsi che ardere [di libidine]. Quanto invece a coloro che sono uniti in matrimonio, comando non io ma il Signore, che la moglie non abbandoni il marito - se lo abbandona non si risposi ma piuttosto si riconcili con suo marito - e così l'uomo non deve allontanare la sua moglie. Riguardo invece agli altri dico io, non il Signore: se un fratello ha una moglie non credente, la quale però è d'accordo nel rimanere insieme con lui, non la mandi via; e se una moglie ha un marito non credente, il quale però è d'accordo nel rimanere con lei, non lo mandi via. Mediante la moglie credente viene infatti data una santificazione all'uomo non credente, e mediante l'uomo credente è santificata la donna non credente. Se fosse diversamente, i vostri figli dovrebbero ritenersi impuri, mentre invece essi sono santi. Se però chi non ha abbracciato la fede se ne va [da casa], se ne vada pure; in tal caso il fratello, o la sorella, non è più soggetto a legami verso l'altro. Dio infatti ci ha chiamati a vivere nella pace; e poi come fai tu, donna, a sapere che potresti salvare il marito? E come fai tu, uomo, a sapere che potresti salvare la moglie? Ciascuno dunque viva secondo il dono che Dio gli ha conferito; ciascuno rimanga nello stato di quando Dio l'ha chiamato. Così insegno in tutte le Chiese. Uno è stato chiamato da circonciso? Non cerchi di rifarsi il prepuzio. Un altro è stato chiamato mentre aveva il prepuzio? Non si circoncida. Niente infatti significa la circoncisione e niente il prepuzio. Ciò che conta è l'osservanza dei comandamenti di Dio. Sicché ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato. Sei stato chiamato quando eri schiavo? Non te ne preoccupare, ma anche se potessi diventare libero approfitta piuttosto [della tua condizione]. Colui infatti che è stato chiamato [ad essere] del Signore quand'era schiavo è un liberto del Signore, e parimenti colui che è stato chiamato quand'era libero è servo di Cristo. Siete stati riscattati a [grande] prezzo; non dovete quindi diventare schiavi di uomini. Fratello, nella condizione in cui ciascuno è stato chiamato in essa rimanga dinanzi a Dio. Quanto alle vergini, non ho alcuna prescrizione tassativa da parte del Signore; voglio tuttavia darvi un consiglio come uno che dal Signore ha ottenuto misericordia per rimanergli fedele. A motivo dunque della strettezza [di tempo] che ci sovrasta io ritengo che sia bene questo: che cioè all'uomo sia opportuno regolarsi come segue. Sei unito a donna? Non cercare di rompere il vincolo. Sei libero da [legami con] donna? Non ammogliarti! Anche se prendendo moglie non commetti peccato e se una vergine si sposa non pecca. Tuttavia chi si sposa avrà da sopportare difficoltà d'ordine materiale, dalle quali io vorrei esentarvi. Insomma, fratelli, io vi dico questo: il tempo si è abbreviato. Per quel che rimane, dunque, chi ha moglie sia come chi non l'ha; e chi piange come chi non piange; e chi gode come chi non gode; e chi si serve di questo mondo sia come chi non se ne serve. Poiché passa la configurazione di questo mondo. E io, per mio conto, vorrei liberarvi da ogni preoccupazione. Chi non ha moglie si dedica alle cose di Dio e si preoccupa di come piacere a Dio; chi invece è ammogliato ha da pensare alle cose del mondo, cioè come possa piacere alla moglie, e quindi è diviso. Ugualmente la donna non sposata, e ancor più la vergine, pensa alle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito, mentre colei che è sposata pensa alle cose del mondo, cioè come piacere al marito. Naturalmente dico questo nel vostro interesse: non per tendervi un laccio ma per suggerirvi ciò che è più corretto e vi dia maggiore possibilità di elevare orazioni al Signore. Se poi qualcuno ritiene d'apparire come inverecondo nei confronti della propria vergine per il fatto che questa sia oltre il fiore dell'età e sia necessario che le cose vadano così, faccia ciò che vuole: non pecca se si sposa. Differente il caso di colui che ha preso la decisione sentendosi sicuro nel suo cuore, non avendo alcuna necessità e sapendo dominare la sua volontà. Se costui avrà ritenuto in cuor suo che sia bene conservare [intatta] la sua vergine, agisce bene. In conclusione, chi dà a marito la sua vergine agisce bene, ma chi non la marita fa meglio. La donna è vincolata alla legge [maritale] finché suo marito vive; se il marito cessa di vivere è sciolta [dal vincolo]: si sposi pure, ma lo faccia nel Signore. Se poi resterà così [com'è] sarà più felice. Questo, secondo il mio consiglio: e credo d'avere anche io lo Spirito di Dio [7, 17-40].
350. [1 Cor 8]. Sulle carni immolate agli idoli siamo bene informati, avendo tutti [il dono del] la scienza. Ma la scienza gonfia; chi invece edifica è la carità. Se uno su qualcosa si ritiene di essere sapiente, non per questo conosce ancora il modo d'essere sapiente, mentre colui che ama Dio è riconosciuto da lui. Quanto poi alle carni immolate agli idoli, sappiamo che gli idoli esistenti nel mondo sono nullità [8, 1-4].
E dopo un po': Ma non tutti hanno la scienza. Alcuni, convinti ancora [della realtà] degli idoli, mangiano [le carni] come se fossero state immolate agli idoli e così la loro coscienza, essendo fragile, viene contaminata. Quanto a noi, non sono i cibi che ci rendono graditi a Dio, per cui se non ne mangiamo diventiamo meno perfetti e se ne mangiamo aumentiamo [in santità]. Tuttavia state attenti affinché una tale libertà non diventi motivo di scandalo per i deboli. Se infatti uno di questi vede che un altro, ritenuto persona ben istruita [nella fede], sta seduto alla mensa degli idoli, la sua coscienza, fragile com'è, non sarà forse indotta a mangiare quanto sacrificato agli idoli? E così per la tua scienza andrà in perdizione un fratello, per il quale Cristo ha dato la vita! In tal modo peccando con danno dei fratelli e ferendo la loro coscienza ancora debole voi peccate contro Cristo. Pertanto se il mio mangiare scandalizza qualcuno dei miei fratelli, non mangerò carne in eterno per non scandalizzare il mio fratello [8, 7-13].
351. [1 Cor 9]. Dopo poche parole: Non abbiamo noi forse la licenza di mangiare e di bere? O non abbiamo la licenza di condurre con noi una donna sorella come l'hanno gli altri apostoli, i fratelli del Signore, e lo stesso Cefa? Perché mai soltanto io e Barnaba non dovremmo avere la facoltà di compiere tali cose? Chi mai si mette a fare il soldato a proprie spese? Chi pianta una vigna senza mangiare dei suoi frutti? Chi pascola un gregge senza prenderne il latte e mangiarne? Sono troppo umano nel dire questo? O non c'è anche la legge a dire la stessa cosa? Nella legge di Mosè è infatti scritto: "Non metterai la museruola al bue che trebbia " (Cf. Dt 25, 4). O che Dio s'interessa dei buoi? Non parlerà per caso a nostro ammaestramento? In effetti [i libri sacri] sono stati scritti per noi: sicché chi ara deve arare nella speranza e chi trebbia deve trebbiare nella speranza di percepirne i frutti. Se noi pertanto abbiamo seminato in voi dei beni spirituali, sarà cosa esagerata che veniamo a mietere dei beni materiali? Se altri hanno facoltà di parteciparne, non dovremmo averla anche noi a maggior ragione? Ma noi a tale facoltà abbiamo rinunciato, preferendo sostenere ogni disagio per non creare ostacoli al Vangelo di Cristo. O non sapete che quanti lavorano nel tempio mangiano delle cose del tempio e coloro che servono all'altare hanno parte dei doni disposti sull'altare? Allo stesso modo anche il Signore autorizzò gli annunziatori del Vangelo a vivere [dai proventi] del Vangelo. Ma io di tutto questo non ho voluto per nulla approfittare. Non scrivo questo affinché si faccia altrettanto verso di me. Preferirei infatti morire piuttosto ché permettere a qualcuno di togliermi un tale vanto. Non è infatti per motivi di gloria che predico il Vangelo; è una necessità che mi viene imposta. Guai a me se non mi dedicassi alla predicazione del Vangelo! Certo, se facessi questo di mia spontanea volontà meriterei la ricompensa; se invece lo faccio non di mia volontà vuol dire che è un incarico a me affidato. Quale sarà dunque la mia ricompensa? Quella di predicare il Vangelo di Cristo e di diffonderlo senza [percepirne] emolumenti, cioè senza usare in maniera distorta del potere che il Vangelo mi dà. Essendo infatti libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero possibile. Per questo mi sono fatto giudeo con i Giudei per conquistare i Giudei; con coloro che erano sotto la legge mi sono comportato come se fossi sotto la legge - io che non ero sotto la legge ma sotto la grazia - per conquistare coloro che erano sotto la legge. Per coloro che non erano sottoposti alla legge mi sono fatto come un senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio ma trovandomi nella legge di Cristo; e questo pur di conquistare coloro che non avevano ricevuto la legge. Mi sono reso debole con i deboli per conquistare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti per conquistare tutti. Tutto questo faccio per amore del Vangelo, per poter partecipare dei suoi benefici. Ora non sapete che quanti corrono nello stadio corrono, sì, tutti ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conseguirlo! Ma chi gareggia nello stadio si astiene da ogni piacere; e loro lo fanno per una corona che marcisce, mentre noi per una che non marcisce. Io pertanto corro, ma non come alla ventura; faccio del pugilato ma non come chi dà colpi al vento. Se castigo il mio corpo e lo tengo sottomesso come uno schiavo è perché non vorrei che, dopo aver predicato agli altri, io stesso risulti squalificato [9, 4-27].
352. [1 Cor 10]. Non mi piace che voi, fratelli, ignoriate come i nostri padri furono tutti nella nube [10, 1].
E dopo pochissimi versi: Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque, tant'è vero che furono abbattuti nel deserto. Ora queste cose accaddero come figura per noi: affinché cioè noi non nutriamo desideri di cose cattive come ne ebbero loro; né dovete darvi all'idolatria come fecero alcuni di loro, come sta scritto: " Il popolo si sedette per mangiare e bere e si alzò per divertirsi " (Cf. Es 32, 6). Né diamoci alla fornicazione, come fornicarono alcuni di loro e in un solo giorno perirono ventitremila persone (Cf. Nm 21, 1-9). E non tentiamo Cristo, come lo tentarono alcuni di loro, i quali morirono morsi dai serpenti. E non mormorate, come mormorarono alcuni di loro, i quali furono abbattuti dallo sterminatore. Tutte queste cose infatti accadevano loro come in figura; nella loro realtà esse erano scritte per nostro ammaestramento, poiché è su di noi che incombe la fine dei tempi. Pertanto chi crede di stare in piedi veda di non cadere. Non vi sorprenda alcuna tentazione che non sia [soltanto] umana. E [sappiate che] Dio è fedele e non permette che siate tentati al di sopra delle vostre forze, ma insieme con la tentazione vi somministrerà le forze perché possiate sopportarla. Per questo motivo, miei carissimi, fuggite l'idolatria [10, 5-14].
E dopo un po': Ciò che immolano i pagani, lo immolano ai demoni, non a Dio. Ora io non tollero che voi siate in comunione con i demoni. Non potete bere al calice del Signore e al calice dei demoni; non potete partecipare alla mensa del Signore e a quella dei demoni. Vogliamo forse provocare all'ira il Signore? Osiamo forse reputarci più potenti di lui? " Tutto mi è lecito! ". Ma non tutto mi è conveniente. " Tutto mi è lecito! ". Ma non tutto mi edifica. Pertanto nessuno cerchi il proprio interesse ma l'interesse altrui. E mangiate pure quel che si vende nel macello senza porvi problemi per [quanto concerne] la coscienza (Cf. Sal 23, 1; Sir 17, 31) [10, 20-25].
E dopo un po': Se viceversa qualcuno dice: " Questa carne è stata immolata agli idoli ", voi non la mangiate per riguardo verso colui che ha fatto un tale rilievo e anche per motivo di coscienza: non dico della coscienza tua ma di quest'altro. Ma che la mia libertà debba essere valutata in base alla coscienza altrui? Se io partecipo [alla mensa] rendendo grazie [a Dio], perché dovrei essere biasimato del mio ringraziare Dio? Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto a gloria di Dio. Non siate d'ostacolo né ai Giudei né ai pagani né alla Chiesa di Dio. In questa maniera infatti anch'io cerco di piacere a tutti in ogni cosa, cercando non ciò che è utile a me ma alla gente, perché tutti siano salvi [10, 28-33].
353. [1 Cor 11]. Siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo [11, 1].
E dopo un po': Ogni uomo che preghi o profetizzi a capo coperto disonora il suo capo; ogni donna che preghi o profetizzi a capo scoperto disonora il suo capo [11, 4-5].
E dopo un po': Questo poi vi prescrivo non potendovi lodare, dato che vi radunate non nella maniera migliore ma in quella più sconveniente. In primo luogo, quando vi radunate in assemblea, sento dire che fra voi ci sono delle divisioni e, in parte almeno, lo credo. È necessario infatti che ci siano delle fazioni, perché si renda palese chi fra voi merita approvazione. Ecco dunque che quando voi vi riunite insieme non è come se doveste mangiare la cena del Signore, poiché ciascuno pretende di mangiare la sua propria cena, e succede che, mentre uno resta con la fame, un altro è ubriaco. O che non avete ciascuno la vostra casa per mangiare e bere? O volete disonorare l'assemblea di Dio e umiliare chi non ha provviste? Che dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo [11, 17-22].
E dopo alcuni versi: Di conseguenza, chi indegnamente mangia il pane o beve al calice del Signore è reo del corpo e del sangue del Signore. Ognuno dunque esamini se stesso e così mangi di quel pane e beva di quel calice, poiché chi ne mangia e beve indegnamente si mangia e beve la propria condanna non valutando [a dovere] il corpo del Signore. Ed è per questo che fra voi ci sono molti infermi e fiacchi, e molti anche muoiono. Se invece da noi stessi ci sottoponessimo a giudizio, certo non saremmo [da lui] giudicati; se però è il Signore a giudicarci, lo fa per richiamarci al dovere e così non essere condannati insieme col mondo presente. In conclusione: miei fratelli, quando vi radunate per mangiare aspettatevi gli uni gli altri. Se uno ha fame mangi a casa propria, perché le vostre adunanze non risultino di vostra condanna. Quanto al resto, lo regolerò alla mia venuta [11, 27-34].
354. [1 Cor 12]. In un altro passo: Dio ha strutturato il corpo accordando maggior onore alle membra che ne erano prive, e così non ci siano divisioni nel corpo ma le membra siano armonicamente sollecite le une delle altre; e se un membro soffre tutte le membra soffrono con lui, e se un membro è onorato ne godono tutte le membra. Ora voi siete il corpo di Cristo e membra l'uno dell'altro. E Dio ha stabilito alcuni nella Chiesa: in primo luogo gli apostoli, in secondo i profeti, in terzo i dottori, e poi gli operatori dei miracoli, quelli che hanno il dono di guarire, di presiedere, di soccorrere, di parlare diverse lingue, di interpretare le loro parole. O che sono forse tutti apostoli? O tutti profeti? O tutti dottori? O tutti operano miracoli? O tutti hanno il dono delle guarigioni? O tutti parlano lingue sconosciute? O tutti interpretano le [loro] parole? Aspirate quindi ai doni più elevati. Ma io voglio indicarvi una via che è ancora più sublime [12, 24-31].
355. [1 Cor 13]. Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli ma non avessi la carità, sarei come un bronzo echeggiante o come un cembalo sonoro. E se avessi la profezia e possedessi la conoscenza di tutti i misteri e di tutto lo scibile, e se avessi tanta fede da spostare le montagne, ma non avessi la carità, sarei un nulla. E se distribuissi tutti i miei averi per sfamare i poveri e dessi lo stesso mio corpo alle fiamme, ma non avessi la carità, non mi gioverebbe a nulla. La carità è paziente, è benigna la carità. La carità non è gelosa, non agisce maliziosamente, non si gonfia, non è ambiziosa, non cerca interessi personali, non si adira, non pensa male, non gode dell'ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto sopporta, tutto crede, tutto spera, tutto soffre. La carità non finirà mai [13, 1-8].
E dopo alcuni versi: Ora, è vero, rimangono la fede, la speranza, la carità, ma di tutte queste la più grande è la carità [13, 13].
356. [1 Cor 14]. Cercate di possedere la carità [14, 1].
E dopo un po': Dato che voi aspirate ai beni spirituali, cercateli per edificare la comunità e cercatene la pienezza [14, 12].
E dopo un po' ancora: Fratelli, non vogliate diventare bambini per i sensi del corpo ma per la malizia. Quanto ai sensi, siate invece perfetti [14, 20].
E altrove: Cosa accade dunque, fratelli? Quando vi adunate, ecco che ciascuno di voi ha il suo salmo, il suo insegnamento, la sua rivelazione, la sua parola [ispirata], la sua interpretazione. Fate tutto per la [comune] edificazione [14, 26].
E dopo pochissimi versi: Le donne durante l'assemblea stiano in silenzio! Non è infatti loro consentito di parlare ma di stare sottomesse, come dice la legge (Cf. Gn 3, 16). Se vogliono conoscere qualcosa, interroghino i loro mariti a casa propria. È infatti una sconcezza che la donna parli in assemblea. In effetti è sorta forse in mezzo a voi la parola di Dio o è giunta soltanto a voi? [14, 34-36].
357. [1 Cor 15]. Dopo un po': Non lasciatevi ingannare! Le cattive compagnie guastano i buoni costumi. Siate svegli, come conviene, e non peccate! Alcuni infatti non conoscono Dio: lo dico a vostro disonore [15, 33-34].
E dopo un altro po': Pertanto, fratelli miei carissimi, mantenetevi saldi e irremovibili abbondando sempre nell'opera del Signore, sapendo che il vostro impegno non sarà infruttuoso nel Signore [15, 58].
358. [1 Cor 16]. Riguardo alla colletta a favore dei santi, come ho prescritto alle Chiese della Galazia, così fate anche voi. Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi metta da parte in casa sua quel che gli sembrerà opportuno, in modo che la raccolta non si debba fare alla mia venuta. Quando sarò tra voi manderò a portare il vostro dono gratuito a Gerusalemme, servendomi di coloro che avrete designati accompagnandoli con lettera. Se poi varrà la pena che ci vada anch'io, verranno con me. Da voi verrò dopo aver attraversato la Macedonia: in effetti voglio passare per la Macedonia. Presso di voi forse mi tratterrò a lungo, o forse anche vi passerò l'inverno, affinché siate voi ad accompagnarmi dovunque mi recherò. Non voglio infatti questa volta vedervi di sfuggita, ma spero di restare del tempo presso di voi, se il Signore lo consentirà. Ad Efeso resterò fino alla Pentecoste, dato che mi si è aperta una porta grande e manifesta, e molti sono anche gli avversari. Se verrà da voi Timoteo, procurate che vi si trovi senza preoccupazioni [16, 1-10].
E dopo un poco: Vegliate, state saldi nella fede, agite virilmente e siate persone coraggiose. Tutto fra voi si faccia nella carità [16, 13-14].
359. [2 Cor 1]. Il nostro vanto è questo: l'attestato della nostra coscienza, che nel mondo ci siamo comportati con schiettezza e sincerità, non conformandoci alla sapienza della carne ma [perseverando] nella grazia di Dio [1, 12].
360. [2 Cor 2]. Dopo un po': Se qualcuno mi ha rattristato, non ha rattristato me ma almeno parzialmente, per non voler esagerare, tutti voi. A questo tale è sufficiente il rimprovero che gli viene fatto dalla maggioranza [della comunità], sicché voi dovete piuttosto perdonargli la colpa e confortarlo, affinché non venga schiacciato da esagerata tristezza. Vi scongiuro pertanto di confermargli l'amore che avete per lui. Vi ho scritto infatti per rendermi conto, con un sondaggio, se siete obbedienti in ogni cosa. E se gli avete perdonato qualcosa, anch'io gli perdono; e se io gli ho perdonato qualcosa - ammesso che c'era da perdonare - l'ho perdonato per vostro vantaggio in nome di Cristo. Così facendo, non saremo fuorviati da satana, di cui non ci sono sconosciute le trame [2, 5-11].
361. [2 Cor 4]. In un passo: Avendo dunque un tale ministero, in quanto ci è stata usata misericordia, non ci perdiamo di coraggio ma rifiutiamo ogni sotterfugio derivante da vigliaccheria, e non vogliamo procedere con astuzia né adulterare la parola di Dio; al contrario, manifestando la verità vogliamo presentarci alla coscienza di tutti gli uomini dinanzi a Dio [4, 1-2].
E dopo alcuni versi: Noi infatti non predichiamo noi stessi ma Gesù Cristo Signore. Quanto a noi, siamo al vostro servizio per amore di Gesù [4, 7-13].
E dopo un altro po': Abbiamo questo tesoro racchiuso in vasi di argilla, perché appaia la sublime grandezza della potenza di Dio e non [si pensi che] sia risorsa nostra. Da ogni parte infatti siamo sottoposti a tribolazioni ma non ci sentiamo messi alle strette; siamo angustiati ma non abbandonati, perseguitati ma non derelitti, abbattuti ma non annichiliti. Noi portiamo continuamente nel nostro corpo la morte di Gesù, affinché si manifesti nel medesimo nostro corpo la vita di Gesù. Noi vivi infatti siamo senza sosta messi a morte per la causa di Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. E pertanto in noi è operante la morte, in voi la vita; ma possedendo noi quello spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto e per questo ho parlato (Cf. Sal 116, 10 (115, 1)), anche noi crediamo e per questo parliamo [4, 7-13].
E dopo sei versi: Per questo non ci scoraggiamo ma, sebbene il nostro uomo esteriore vada disfacendosi, tuttavia l'uomo interiore si rinnova quotidianamente. Quanto infatti al presente c'è in noi di tribolazione, roba fugace e leggera, produce in noi un incommensurabile ed eterno tesoro di gloria nelle altezze, poiché noi non abbiamo di mira le cose visibili ma quelle invisibili. In effetti le cose visibili sono temporanee, mentre quelle invisibili sono eterne [4, 16-18].
362. [2 Cor 6]. Dopo un po': Poiché siete collaboratori vi esortiamo a non ricevere invano la grazia di Dio. Egli infatti dice: Nel tempo propizio ti ho esaudito, nel giorno della salvezza ti ho aiutato (Cf. Is 49, 8). Eccolo ora il tempo propizio, eccolo ora il giorno della salvezza. Non diamo ad alcuno occasione di scandalo perché non sia denigrato il nostro ministero, ma ci presentiamo a tutti come servi di Dio forniti di grande pazienza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle strettezze, nelle battiture, nella prigionia, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; ricchi nella castità, nella scienza, nella tolleranza, nella dolcezza, nello Spirito Santo, nella carità sincera, nella parola della verità, nella fortezza dataci da Dio; usando le armi della giustizia con la destra e la sinistra, nella gloria e nell'ignominia, nella diffamazione e nella buona reputazione. Ritenuti seduttori mentre siamo veritieri, ignorati mentre siamo ben noti, morti mentre ecco viviamo, castigati ma non uccisi, afflitti mentre siamo sempre gioiosi, miserabili mentre arricchiamo intere moltitudini, gente che non ha nulla mentre possediamo tutto [6, 1-10].
E dopo pochi versi: Dilatate anche voi il vostro cuore! Non sottoponetevi al giogo degli increduli! Che relazione c'è infatti tra la giustizia e la malvagità? O che rapporto fra la luce e le tenebre? O quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale società tra il credente e il senza fede? O quale comunione tra il tempio di Dio e gli idoli? E in realtà voi siete tempio del Dio vivo, come attesta il Signore: Io abiterò in mezzo a loro e camminerò fra loro; e sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo (Cf. Lv 26, 11-12; Ez 37, 27). Pertanto uscite dal loro consorzio e separatevi da loro (Cf. Cf. Is 52, 11; Ger 51, 45), dice il Signore, e non toccate ciò che è immondo. In tal modo io vi prenderò per me, e sarò per voi un padre e voi mi sarete figli e figlie, oracolo del Signore onnipotente (Cf. 2 Sam 7, 14; Ger 31, 9; Is 43, 6) [6, 13-18].
363. [2 Cor 7]. Carissimi, avendo ricevuto tali promesse, purifichiamoci da ogni bruttura del corpo e dello spirito, e completiamo l'opera della nostra santificazione nel timore di Dio [7, 1].
E dopo un po': In realtà, anche se vi avessi rattristato con la mia lettera non me ne dispiaccio, o meglio, anche se mi dispiacesse che quella lettera, sia pure momentaneamente, vi abbia rattristati, ora ne godo: non perché vi siete rattristati, ma perché dalla tristezza è maturata la conversione. Vi siete infatti rattristati secondo Dio, per cui nessun danno vi è derivato per causa nostra. Infatti la tristezza accetta a Dio produce quella conversione stabile che conduce a salvezza, a differenza della tristezza mondana, che genera la morte. E in realtà l'esservi rattristati secondo Dio quanta intraprendenza non sta producendo in voi! [7, 8-11].
364. [2 Cor 8]. Dopo pochi versi: Fratelli, vogliamo rendervi nota la grazia di Dio elargita alle Chiese della Macedonia. Pur tra le molte loro prove e tribolazioni, la ricchezza della loro letizia, nonostante la loro straordinaria povertà, si è concretata in un'abbondante generosità e liberalità. Rendo loro testimonianza: essi sono stati generosi secondo le loro possibilità e al di sopra delle loro possibilità, scongiurandoci con molta insistenza di accordar loro il favore di partecipare all'opera di carità che stiamo compiendo a beneficio dei santi. E hanno dato non solo secondo quello che noi speravamo ma dando addirittura se stessi, in primo luogo al Signore e poi anche a noi secondo la volontà di Dio. Per questo motivo abbiamo dovuto ricorrere a Tito affinché, come ha cominciato in mezzo a voi questa opera buona, così voglia portarla a termine. Orbene, come avete il primato in ogni cosa (nella fede, nella parola, nella scienza, in ogni premura per i bisognosi e infine nell'affetto verso di noi), così siate generosi in questa iniziativa benefica. Non vi dico queste cose come imponendovi un precetto ma per dimostrare attraverso questa premura verso gli altri quanto grande sia la vostra buona propensione nell'esercizio della carità. Voi infatti ben conoscete la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: egli, essendo ricco, si è fatto povero per voi affinché voi diventaste ricchi per la sua povertà. È dunque solo un consiglio quello che vi do: è una cosa utile a voi che fino dall'anno scorso siete stati i primi non solo a realizzare ma anche a progettare [questo servizio]. Orbene, portate a compimento l'opera intrapresa, affinché come fu pronto l'animo nel volere, così lo sia anche nel realizzare, naturalmente secondo quello che avete. Se infatti la volontà è pronta [a dare], la si apprezza se dà secondo quello che possiede, non secondo quel che non possiede. E non deve succedere che per sollevare gli altri voi mettiate in angustia voi stessi, ma ci dev'essere uguaglianza. Al presente la vostra abbondanza colmi la loro penuria in modo tale che la loro abbondanza possa colmare la [eventuale] vostra indigenza, e in tal modo si ottenga l'uguaglianza di cui sta scritto: Chi [raccolse] molto non ne ebbe d'avanzo e chi [raccolse] poco non scarseggiò (Cf. Es 16, 18). A questo punto debbo ringraziare Dio che ha messo nel cuore di Tito la stessa mia premura nei vostri riguardi. Egli ha accettato la nostra richiesta; anzi, essendo lui stesso ancora più premuroso, è partito spontaneamente per recarsi da voi. Con lui abbiamo inviato anche un altro fratello che riscuote plauso in tutte le Chiese come evangelizzatore. E non questo soltanto, ma è stato anche costituito nostro accompagnatore in questo viaggio di carità che viene esercitata da noi a gloria del Signore e per adempiere il nostro proposito, in quanto vogliamo impedire che qualcuno ci venga a biasimare per la troppa abbondanza della raccolta effettuata da noi. Ci preoccupiamo infatti non solo di ciò che è bene dinanzi a Dio ma anche dinanzi agli uomini [8, 1-21].
365. [2 Cor 9]. Dopo nove versetti: Riguardo all'opera di beneficenza a prò dei santi è superfluo che ve ne scriva. So infatti che il vostro animo è pronto: della qual cosa mi vanto presso i Macedoni dicendo che l'Acaia è già pronta fin dall'anno passato, e così il vostro zelo ha stimolato moltissimi [a fare altrettanto]. Se ho inviato dei fratelli, l'ho fatto perché il nostro vantarci di voi non venga sia pure parzialmente smentito. Siate dunque ben pronti, come vi ho detto, affinché non succeda che, venendo con me dei Macedoni e trovandovi non preparati, noi (per non dire voi) dobbiamo vergognarci di questo fatto. Per questo motivo ho ritenuto necessario rivolgermi ai fratelli pregandoli di venire da voi prima del mio arrivo e preparare quest'opera benefica a cui vi siete impegnati: la quale dev'essere organizzata come un gesto di benevolenza e non come una spilorceria. Vi dico dunque questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglie, chi semina con larghezza con larghezza anche raccoglie (Cf. Prv 22, 8). Dia pertanto ciascuno come ha stabilito in cuore, ma non con rammarico o per forza, poiché Dio ama chi dona con gioia (Cf. Sir 35, 11). E Dio è in grado di far abbondare in voi ogni dono, affinché, avendo sempre e in tutto il sufficiente, abbondiate anche in ogni opera buona, come sta scritto: Ha largheggiato, ha dato ai poveri; la sua giustizia rimane in eterno (Cf. Sal 111, 9). E colui che somministra il seme al seminatore darà a voi il pane da mangiare, moltiplicherà la vostra semente e accrescerà i frutti della vostra giustizia. In tal modo, arricchiti di tutto, vi troverete nell'abbondanza in ogni [genere di] liberalità, la quale a sua volta attraverso di noi si tradurrà in ringraziamento a Dio. In realtà il compimento di questo servizio non solo supplisce a ciò che manca ai santi ma attraverso l'attuazione di questo servizio da molti si leverà un bel coro di ringraziamenti al Signore. Essi glorificheranno Dio per l'abbondanza della vostra fede e per la generosità del vostro contributo verso di loro e verso tutti. Mediante le loro preghiere per voi mostreranno l'affetto che nutrono per voi a motivo dell'eccezionale larghezza di grazia di Dio a voi concessa. Pertanto io ringrazio Dio per il suo dono che non so descrivere [9, 6-15].
366. [2 Cor 10]. In un altro passo: Chi si gloria si glori nel Signore (Cf. Ger 9, 23), poiché non è approvato colui che si approva da se stesso ma colui che è approvato da Dio [10, 17-18].
367. [2 Cor 11]. Dopo un po': Sono ministri di Cristo. Lo sono anch'io; anzi, parlando da insensato, io più di loro. In moltissime fatiche, ancora di più nelle prigioni, in misura incredibile nelle battiture, spessissimo nella morte. Cinque volte ho ricevuto dai Giudei i trentanove colpi. Tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio e fui nelle profondità del mare una notte e un giorno. Spesso nei viaggi, con pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città e nel deserto, pericoli nel mare, pericoli causati da falsi fratelli. Nella fatica e nell'afflizione, in frequenti veglie, nella fame e nella sete, in frequenti digiuni, nel freddo e nella nudità. Oltre tutte queste cose, che sono esteriori, il mio peso quotidiano [è] la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi si indebolisce senza che anch'io diventi debole insieme con lui? Chi si scandalizza senza che io ne frema? Se vale la pena gloriarsi, anch'io mi glorierò in base alla mia debolezza [11, 23-30].
368. [2 Cor 12]. Dopo un po': Volentieri dunque mi vanterò delle mie debolezze perché dimori in me la potenza di Cristo. Pertanto mi rallegro delle infermità, delle ingiurie, delle strettezze, delle persecuzioni, delle molte difficoltà incontrate per la causa di Cristo, poiché quando sono debole è allora che sono robusto [12, 9-10].
E dopo undici versi: Ecco, sono pronto a venire da voi per la terza volta e non vi voglio essere d'aggravio. Io non vado in cerca delle vostre sostanze ma di voi. Non sono infatti i figli che debbono conservare per i genitori, ma i genitori per i figli; e io più che volentieri spenderò del mio, anzi mi consumerò io stesso per le vostre anime, anche se amandovi di più dovessi ricevere da voi meno amore [12, 14-15].
E dopo alcuni versi: Temo che, venendo da voi, non vi trovi come vorrei e voi troviate me come non vorreste. Temo che ci siano tra voi contese, gelosie, animosità, rivalità, maldicenze, insinuazioni maligne, superbie e contrasti. Temo che, quando verrò di nuovo, Iddio mi umilii per causa vostra e io debba piangere per quei molti di voi che tempo fa hanno peccato e non si sono ancora pentiti della dissolutezza e impudicizia in cui sono caduti [12, 20-21].
369. [2 Cor 13]. E anche in un altro passo: Preghiamo Dio perché non abbiate a commettere nulla di male, non perché siamo noi approvati ma perché voi pratichiate la giustizia [13, 7].
E dopo sei versi: Del resto, fratelli, rallegratevi, progredite [nel bene], consolatevi, abbiate lo stesso sentire e vivete in pace. E il Dio dell'amore e della pace sarà con voi [13, 11].
370. [Gal 1]. Se cercassi di piacere agli uomini non sarei servo di Cristo [1, 10].
371. [Gal 5]. Dopo un po': In Cristo Gesù né la circoncisione conta qualcosa né la non circoncisione, ma la fede che opera mediante la carità [5, 6].
In un altro passo: Voi, fratelli, siete stati chiamati per essere nella libertà; non dovete però fare della libertà un pretesto per la carne ma mediante la carità, dono dello Spirito, mettetevi a servizio gli uni degli altri. Tutta la legge infatti si compendia in quest'unica parola: Amerai il prossimo tuo come te stesso (Cf. Lv 19, 18). Se invece voi vi mordete e sbranate a vicenda state attenti almeno a non divorarvi del tutto. Ma io vi dico: Camminate secondo lo Spirito e non attuate le voglie della carne, poiché la carne ha brame contrarie a quelle dello Spirito come anche lo Spirito brame contrarie alla carne. Sono due princìpi contrari fra loro, per cui non riuscite a fare tutto quello che vorreste; comunque, se siete guidati dallo Spirito non siete più sotto la legge. Ora le opere della carne sono note. Esse sono: fornicazione, impurità, lussuria, idolatria, venefici, inimicizie, litigi, gelosie, irascibilità, risse, discordie, eresie, invidie, omicidi, ubriachezze, orge e cose simili. A questo riguardo vi preavviso, come già ho fatto antecedentemente, che chi commette tali cose non possederà il regno di Dio. Ed ecco ora i frutti dello Spirito: carità, gioia, pace, pazienza, tolleranza, bontà, mitezza, fedeltà, moderazione, continenza. Contro queste virtù non c'è legge che conti. Ebbene, quanti appartengono a Cristo hanno crocifisso la carne con i suoi vizi e desideri. Quindi, se viviamo nello Spirito comportiamoci secondo lo Spirito; e non coltiviamo brame di vanagloria provocandoci e invidiandoci a vicenda [5, 13-26].
372. [Gal 6]. Fratelli, se qualcuno viene sorpreso in una qualche colpa, voi, da persone spirituali, dovete correggerlo, ma con dolcezza, considerando te stesso affinché non abbia a cadere in tentazione. Portate i pesi gli uni degli altri, e così adempirete la legge di Cristo. Se infatti uno crede d'essere qualcosa, mentre è una nullità, costui inganna se stesso. Ciascuno esamini le sue opere e in tal modo troverà di che vantarsi solo in se stesso e non negli altri: ciascuno infatti ha da portare il suo proprio fardello. Chi viene istruito nella parola deve rendere partecipi di tutte le sue sostanze colui che lo istruisce. Non illudetevi: Dio non lo si può prendere in giro. L'uomo mieterà ciò che ha seminato: per cui chi semina nella carne dalla carne raccoglierà corruzione, mentre chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglie vita eterna. Non stanchiamoci quindi di compiere il bene e a suo tempo raccoglieremo una messe indefettibile. Finché dunque ne abbiamo il tempo compiamo il bene verso tutti, ma specialmente verso i fratelli nella fede [6, 1-10].
373. [Eph 4]. Fratelli, vi scongiuro io, il prigioniero del Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione con cui siete stati chiamati, con ogni umiltà d'animo e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi con carità vicendevole, impegnandovi ad osservare l'unità dello spirito mediante il vincolo della pace [4, 1-3].
E altrove: Questo pertanto dico e attesto davanti al Signore: non dovete più comportarvi come si comportano i gentili, nella vanità del loro sentire, avendo l'intelletto immerso nelle tenebre, estraniati dalla vita divina a causa dell'ignoranza che è in loro per la cecità del loro cuore. Persa ogni speranza, essi si sono dati alla dissolutezza compiendo ogni sorta di impurità e diventati schiavi dell'avarizia. Quanto a voi invece non così avete conosciuto il Cristo, se effettivamente gli avete dato ascolto e su di lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù. Spogliatevi quindi dell'uomo vecchio, quello della vostra condotta di prima, l'uomo che si corrompe seguendo desideri perversi, e rinnovatevi nello spirito dei vostri pensieri: rivestitevi dell'uomo nuovo, quello che è stato creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità (Cf. Zc 8, 16). Pertanto, smettetela con le menzogne e parlate con i vostri prossimi secondo verità, dato che siamo membra gli uni degli altri. Adiratevi ma non peccate (Cf. Sal 4, 5): non tramonti il sole sopra la vostra ira, e non date occasione al diavolo. Chi rubava non rubi più: anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani, e ciò anche per poter dare a chi è in necessità. Nessuna parola cattiva esca dalla vostra bocca ma solo parole buone e utili per l'edificazione, e così trasmettere la grazia a chi ascolta. E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati sigillati per il giorno della redenzione. Ogni rancore, ira, sdegno, subbuglio e parlare insensato sia escluso fra mezzo a voi, e così pure ogni maliziosità. Al contrario siate tra di voi benevoli, compassionevoli, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo [4, 25-32].
374. [Eph 5]. Siate imitatori di Dio come figli [a lui] carissimi e vivete nell'amore, così come anche Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi, offerta di un sacrificio gradito a Dio. Di fornicazione, di ogni sorta di impurità come anche dell'avarizia, nemmeno se ne parli in mezzo a voi, come si addice a dei santi. Altrettanto vale per la spudoratezza, la licenza nel parlare, la scurrilità, tutte cose sconvenienti; si oda piuttosto il rendimento di grazie. Dovete infatti sapere, da persone ben istruite, che nessun fornicatore o disonesto o avaro (che è una specie di idolatria) sarà erede del regno di Cristo e di Dio. Che nessuno v'inganni con vuote parole! Fu per questi vizi che piombò l'ira di Dio sopra i figli ribelli, dei quali voi non fate più parte. Un tempo infatti eravate tenebra, ora invece siete luce nel Signore. Comportatevi come figli della luce (i cui frutti consistono nella bontà, nella giustizia e nella verità), e cercate quanto piace al Signore. Non partecipate alle opere infruttuose di chi è ancora nelle tenebre, ma anzi confutateli. Quanto infatti è da loro compiuto nelle tenebre è sconcio anche il solo nominarlo. Viceversa tutte le cose quando le si disapprova vengono portate alla luce, e ciò che è manifesto è già luce. Per questo motivo dice: " Sorgi, tu che dormi, e sollevati al di sopra dei morti, e Cristo ti illuminerà ". Osservate dunque, fratelli, se vi comportate con avvedutezza, non come gente stolta ma saggia, ricuperando il tempo poiché i giorni sono cattivi. Non siate quindi degli sconsiderati, ma cercate di capire bene quale sia il volere del Signore. Non ubriacatevi di vino, causa di lussuria, ma riempitevi di Spirito Santo, parlando fra voi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e lodando il Signore nei vostri cuori. Ringraziate Dio Padre sempre e per ogni cosa nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, sottomessi l'un l'altro nel timore di Cristo. Le mogli siano sottomesse al marito come al Signore, poiché l'uomo è capo della donna come Cristo è capo della Chiesa, egli che è il Salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così le mogli devono essere sottomesse in tutto al loro marito. Quanto a voi, mariti, amate le vostre mogli come Cristo ama la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa e purificarla con un lavacro di acqua insieme con la parola. In tal modo egli ha voluto presentare a se stesso una Chiesa splendente di gloria, senza macchia né ruga né cose del genere, ma perché fosse santa e immacolata. Alla stessa maniera i mariti debbono amare la propria moglie come il proprio corpo. Chi ama la moglie ama se stesso. Ora nessuno odia il proprio corpo, ma lo nutre e custodisce, come fa Cristo con la Chiesa. E noi siamo membra del suo corpo, carne della sua carne e ossa delle sue ossa. Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre, e si unirà alla sua moglie, e i due saranno un solo corpo (Cf. Gn 2, 24). Questo mistero è grande, e mi riferisco a Cristo e alla Chiesa. Quindi ognuno di voi ami la sua moglie come se stesso, e la moglie rispetti il marito [5, 1-33].
375. [Eph 6]. Figli, obbedite in ogni cosa ai genitori nel Signore, poiché questo è giusto. Onora tuo padre e tua madre; è il primo comandamento unito a una promessa: Perché te ne venga bene e la tua vita si prolunghi sulla terra (Cf. Es 20, 12; Dt 5, 16; Sir 3, 9). E voi, padri, non fate arrabbiare i vostri figli, ma educateli nella sana dottrina correggendoli nel Signore. Voi, servi, obbedite con timore e paura ai vostri padroni terreni, nella semplicità del cuore, come fareste con Cristo stesso. Non serviteli solo quando siete controllati, come se voleste piacere agli uomini; ma, come servi di Cristo, fate di buon grado la volontà di Dio e serviteli con retta intenzione come chi serve il Signore e non gli uomini: tenete presente che ciascuno riceverà dal Signore la ricompensa secondo il bene che ha compiuto, tanto se è servo quanto se è libero. E voi, padroni, usate ai servi lo stesso trattamento e lasciate da parte le minacce, sapendo che in cielo c'è Uno che è padrone di loro e di voi e dinanzi al quale non esistono preferenze personali. Inoltre, fratelli, state saldi nel Signore e nella sua grande potenza. Rivestitevi dell'armatura di Dio, affinché possiate resistere alle insidie del diavolo, perché la nostra lotta non è contro forze umane ma contro i principi e le dominazioni, contro i reggitori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti celesti che abitano nell'aria. Rivestitevi dunque dell'armatura di Dio affinché possiate resistere nel giorno del maligno e conservarvi perfetti in ogni cosa. Cingetevi i fianchi con la verità, indossate la corazza della giustizia (Cf. Is 11, 5; 52, 7; 40, 3), mettetevi ai piedi i calzari per la preparazione del Vangelo della pace. In ogni circostanza prendete lo scudo della fede con il quale possiate spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; mettete anche l'elmo della salvezza e prendete la spada dello spirito (Cf. Is 59, 17), cioè la parola di Dio. Pregate in ogni tempo nello spirito con ogni orazione e supplica e insieme vegliando con assidua perseveranza, e scongiurate Dio per tutti i santi e anche per me, affinché quando apro la bocca mi siano date parole adatte per annunziare con franchezza il mistero del Vangelo, del quale sono ambasciatore in catene, e così abbia il coraggio di parlarne in maniera adeguata [6, 10-20].
376. [Phil 1]. Ho speranza che mai sarò confuso; spero anzi di avere completa fiducia che, come sempre, così anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo tanto se vivrò quanto se dovrò morire. Per me infatti vivere è Cristo e il morire un guadagno. Che se il vivere nella carne produce un frutto di questo genere non saprei cosa scegliere: sono infatti stretto da due parti, avendo il desiderio di andarmene per essere con Cristo - cosa per me di gran lunga migliore - e quello di restare nella carne, cosa a voi più necessaria [1, 20-24].
E dopo sei versi: Badate a comportarvi in maniera degna del Vangelo di Cristo, in modo che, sia che venga e vi veda, sia che rimanga da voi lontano, mi sia dato udire di voi che siete concordi nello spirito e collaborate per la [diffusione della] fede nel Vangelo, senza spaventarvi minimamente di fronte agli avversari. Ciò è per essi causa di perdizione mentre è per voi causa di salvezza, e ciò per volere di Dio. In effetti a voi è stato fatto non soltanto il dono di credere in Cristo ma anche quello di soffrire per lui, dovendo sostenere la stessa lotta che avete veduto in me e ora sentite che attualmente si protrae in me [1, 27-30].
377. [Phil 2]. Se pertanto vi è una qualche consolazione in Cristo e un qualche conforto nato da carità, o una qualche comunione spirituale o tenerezza di affetto, rendete completa la mia gioia mediante la concordia dei pensieri, avendo la stessa carità e vivendo in unità di volere e con gli stessi sentimenti. Non fate nulla per contestazione o per motivo di vanagloria, ma mossi da umiltà, ritenete gli altri superiori a voi stessi. Ciascuno abbia di mira non il proprio interesse ma quello altrui; e abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù. Egli, sussistendo nella natura divina, non ritenne un'usurpazione indebita l'essere uguale a Dio; ma spogliò se stesso prendendo la natura del servo e divenendo simile all'uomo. Apparso in sembianze umane, umiliò [ancora] se stesso facendosi obbediente fino alla morte e morte di croce. Per questo Dio a sua volta lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome, tanto che dinanzi al nome di Gesù piegano le ginocchia tutte le creature, celesti, terrestri e infernali, e ogni lingua proclama che Gesù Cristo è il Signore a gloria di Dio Padre. Pertanto, miei amatissimi, come mi avete obbedito sempre - non solo cioè quand'ero presente ma ancor più ora che sono assente - così seguitate a lavorare per la vostra salvezza con timore e tremore, poiché è Dio colui che opera in voi il volere e l'operare secondo il [suo] benevolo disegno. Fate tutto senza mormorazioni e turbolenze, per essere al di sopra di ogni accusa e semplici, figli di Dio irreprensibili in mezzo a una società degenere e perversa, nella quale dovete splendere come astri nel mondo. Tenete alta la parola della vita perché io possa gloriarmi [di voi] nel giorno di Cristo, sapendo di non aver corso né lavorato invano. Che se poi dovessi essere immolato per il sacrificio e l'offerta a servizio della vostra fede, io ne godrei e sarei nella gioia insieme con tutti voi: pertanto anche voi allo stesso modo godete e rallegratevi con me. Spero nel Signore Gesù di poter al più presto inviare a voi Timoteo, affinché io, conoscendo come stanno le cose presso di voi, possa essere rassicurato nello spirito. Non ho infatti [con me] nessun altro che abbia gli stessi miei pensieri e sia altrettanto premuroso nei vostri riguardi e nutra [per voi] un affetto così sincero. Tutti cercano infatti gli interessi propri, e non quelli di Gesù Cristo. Riconoscete dunque la prova da lui fornita e com'egli sia stato verso di me, nel ministero dell'evangelizzazione, come un figlio verso il padre. Appena dunque avrò veduto come si mettono le cose attorno a me spero di mandarvelo, e inoltre confido nel Signore che anch'io possa presto venire di persona da voi. Ho ritenuto peraltro opportuno inviarvi il fratello Epafrodito, mio collaboratore e socio di battaglia, vostro apostolo e incaricato di servirmi nelle mie necessità. Egli era desideroso di rivedere voi tutti e si rattristava di quanto voi avevate udito circa la sua malattia. È stato infatti malato fin quasi a morirne, ma Dio ha avuto pietà di lui, e non solo di lui ma anche di me, perché non avessi tristezza su tristezza. L'ho inviato con tutta celerità, affinché voi al rivederlo siate nella gioia e anch'io mi liberi dalla tristezza. Accoglietelo dunque con grande allegrezza nel Signore e abbiate in onore uomini come lui, in quanto egli per compiere l'opera di Cristo è stato sul punto di morire offrendo [a Dio] la sua vita per supplire quel che a voi non era possibile adempiere nel servizio verso di me [2, 13-20].
378. [Phil 3]. Dopo un po': Fratelli, non credo d'aver conseguito [il premio] ma questo solo [io faccio]: dimentico delle cose lasciate dietro mi protendo a ciò che mi è davanti e corro verso la mèta, cioè alla ricompensa della chiamata celeste ricevuta da Dio in Cristo Gesù. Quanti dunque siamo perfetti cerchiamo di avere questi sentimenti; che se la pensate differentemente Dio vi ha rivelato anche questo. Ad ogni modo giungiamo almeno a questo: ad avere gli stessi sentimenti, e restiamo fissi in questa norma. Fratelli, siate miei imitatori ed osservate coloro che si comportano secondo il modello che avete in noi. Molti infatti - ve ne ho parlato più volte e ora ve lo ripeto piangendo - si comportano da nemici della croce di Cristo; ma la loro fine è la morte, dal momento che hanno come dio il ventre, e la loro gloria risulterà una loro confusione. Essi infatti gustano soltanto le cose terrene, mentre la nostra cittadinanza è nei cieli [3, 13-20].
379. [Phil 4]. Dopo tredici versi: Siate sempre lieti nel Signore; ve lo ripeto: Siate lieti. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino. Non angustiatevi di nulla, ma in ogni orazione e supplica, come anche nei ringraziamenti, le vostre richieste siano rivolte a Dio. E la pace di Dio, che sorpassa ogni intendimento, custodisca i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. Del resto, fratelli, tutto ciò che è vero, puro, giusto, santo, amabile e degno d'onore e tutto ciò che è virtuoso e degno di lode, tutto questo apprezzate. Ciò che avete appreso, ricevuto e udito e visto in me, questo fate; e il Dio della pace sarà con voi. Mi sono grandemente rallegrato nel Signore, perché avete fatto rifiorire nei miei riguardi i sentimenti che avevate nei tempi addietro ma vi mancava il modo [di manifestarmeli]. Non mi riferisco però al fatto della scarsità dei beni. Ho infatti imparato a contentarmi di come mi trovo: so essere nelle strettezze e so essere nell'abbondanza. Sì, mi sono abituato a tutto: ad essere sazio e ad essere affamato, ad essere nell'abbondanza e nell'indigenza. Tutto posso in colui che mi dà forza. Tuttavia voi avete fatto bene a venirmi incontro nel tempo della prova. Lo sapete anche voi, Filippesi. Al principio dell'evangelizzazione, quando partii dalla Macedonia, nessun'altra Chiesa ebbe con me relazione di dare o avere all'infuori di voi, che mi inviaste sovvenzioni per i miei bisogni per due volte. Questo non perché io vada in cerca di donazioni, ma perché mi riprometto un frutto abbondante a vostro interesse. Ora ho tutto e in abbondanza. Sono pieno di beni: li ho ricevuti da Epafrodito, che voi avete inviato da me, sacrificio di soave profumo, oblazione accetta e gradita al Signore [4, 10-18].
380. [1 Thess 2]. Fratelli, voi conoscete di persona come la nostra venuta presso di voi non è stata senza frutto ma, dopo aver sofferto molto ed essere stati sottoposti a vari maltrattamenti a Filippi, come ben sapete, abbiamo nel nome del nostro Dio avuto l'ordine di annunziare fra voi con grande zelo il Vangelo di Dio. La nostra predicazione infatti non ha per oggetto l'errore, la disonestà o l'imbroglio, ma come siamo stati ritenuti da Dio meritevoli che ci fosse affidato il Vangelo così lo annunziamo, non cercando di piacere agli uomini ma a Dio che saggia i nostri cuori. Mai infatti siamo ricorsi a parole di adulazione, come sapete; né a motivi di cupidigia, Dio ne è testimone; né abbiamo cercato gloria umana né da voi né da altri. Come apostoli di Cristo avremmo potuto, è vero, gravare su di voi, ma noi abbiamo preferito essere in mezzo a voi come dei bambini, come quando una nutrice provvede ai suoi nati. Affezionati come eravamo a voi, avremmo desiderato vivamente di donarvi non solamente il Vangelo di Dio ma anche la stessa nostra vita, tanto eravate diventati a noi cari. Ricordate infatti, fratelli, la nostra fatica e il nostro affanno: lavorando notte e giorno per non essere di aggravio a nessuno di voi, vi abbiamo predicato il Vangelo di Dio. Siete testimoni e voi e Dio della rettitudine, della giustizia e della condotta irreprensibile che abbiamo tenuto nei confronti di voi che avete creduto. Come ricordate, abbiamo scongiurato ed esortato ciascuno di voi, come fa un padre con i suoi figli; e vi abbiamo inculcato a camminare in maniera degna di Dio, che vi ha chiamati al suo regno e alla sua gloria. Per questo motivo, anche noi ringraziamo continuamente Dio perché, avendo ricevuto da noi la parola della fede in Dio, l'avete accolta non come parola umana ma, com'è veramente, come parola di Dio, che agisce in voi che avete creduto. Voi infatti, fratelli, siete diventati emuli delle Chiese di Dio che sono in Giudea in Cristo Gesù, avendo subìto da parte dei vostri connazionali le stesse persecuzioni alle quali essi sono stati sottoposti dai Giudei[2, 1-14].
381. [1 Thess 4]. E altrove: Inoltre, fratelli, vi preghiamo e scongiuriamo nel [nome del] Signore Gesù Cristo affinché, in conformità con quello che avete appreso da noi sul modo di comportarvi per piacere a Dio, così vi comportiate effettivamente, progredendo sempre di più. Ricordate infatti quali precetti vi abbiamo impartito con l'autorità del Signore Gesù: come cioè sia volontà di Dio che diventiate santi astenendovi dalla fornicazione, e ciascuno di voi sappia conservare il suo corpo nella santità e nel debito rispetto, non seguendo passioni e desideri come fanno i pagani, che non conoscono Dio. In questa materia voi non dovete sopraffare né ingannare il proprio fratello, poiché Dio è vindice di tutti questi abusi, come vi abbiamo predicato e attestato solennemente. Dio non ci ha chiamati a vivere nell'impurità ma alla santificazione, per cui chi sottovaluta queste cose non disprezza un uomo ma Dio, il quale vi ha dato il suo santo Spirito. Quanto alla carità fraterna, non occorre che ve ne scriviamo: voi stessi infatti avete appreso da Dio come ci si debba amare a vicenda, e già praticate questo amore verso tutti i fratelli dell'intera Macedonia. Vi scongiuriamo peraltro, fratelli, ad aumentarlo ancora di più, ad impegnarvi per una vita più tranquilla, badando ciascuno ai propri affari e lavorando con le vostre mani, come già vi abbiamo ordinato. Dovete anche comportarvi onestamente nei riguardi degli estranei, senza desiderare i beni altrui. E finalmente non vogliamo che voi, fratelli, restiate nell'ignoranza riguardo alla sorte di coloro che si sono addormentati [nel Signore] perché non vi rattristiate come coloro che non hanno speranza [4, 1-12].
382. [1 Thess 5]. Dopo alcuni versi: Ne consegue che noi non dobbiamo dormire, come fanno gli altri, ma vegliare ed essere sobri. Chi infatti dorme, dorme di notte e chi si ubriaca, si ubriaca di notte; e quindi noi, che apparteniamo al giorno, dobbiamo essere temperanti, rivestiti della corazza della fede e della carità e avendo per elmo la speranza della salvezza. Dio infatti non ci ha destinati alla collera ma alla conquista della salvezza, [che otterremo] per l'opera di Gesù Cristo, che è morto per noi affinché, o desti o addormentati, viviamo insieme con lui. A questo scopo incoraggiatevi a vicenda ed edificatevi, come del resto già state facendo. Vi scongiuriamo, fratelli, di usare riguardi speciali verso coloro che lavorano per voi e nel Signore stanno a capo della comunità per istruirvi. A motivo del compito che svolgono trattateli con una carità più generosa, e state in pace con loro. Vi scongiuriamo ancora, fratelli, riprendete gli irrequieti, confortate i pusillanimi, accogliete i deboli, siate pazienti con tutti. Guardatevi dal rendere male per male, ma operate sempre il bene e fra di voi e nei riguardi di tutti gli altri. Siate sempre nella gioia, pregate senza interruzione, in ogni circostanza rendete grazie. Questa infatti è la volontà di Dio nei riguardi di tutti voi in Cristo Gesù. Non estinguete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Saggiate ogni cosa, ma attenetevi a ciò che è buono; astenetevi da ciò che anche solo all'apparenza si presenta come male [5, 12-22].
383. [2 Thess 1]. Fratelli, noi dobbiamo ringraziare Dio continuamente per voi (e la cosa è proprio doverosa) dal momento che la vostra fede cresce e abbonda, e la vostra carità vicendevole ha raggiunto il culmine. Di conseguenza noi ci vantiamo di voi presso le Chiese di Dio per la vostra pazienza e perseveranza nella fede in mezzo alle persecuzioni e tribolazioni che sostenete. Tutto ciò è una dimostrazione del giusto giudizio di Dio, una prova cioè che voi siete degni di appartenere al regno di Dio, per il quale state anche soffrendo. Presso Dio infatti è giusto ripagare con la sofferenza coloro che vi fanno soffrire e accordare la serenità del riposo a voi che siete sottoposti a tribolazioni insieme con noi. Ciò accadrà alla manifestazione del Signore Gesù. Egli verrà dal cielo con gli angeli, segno della sua potenza, e con fiamma di fuoco; e si vendicherà di tutti coloro che non hanno voluto conoscere Dio né obbedire al Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo. Essi subiranno pene eterne nella perdizione, lontani dalla presenza del Signore e dalla sua gloria possente, quando egli verrà per essere glorificato nei suoi santi - ciò sarà in quel giorno - e si mostrerà mirabile con tutti coloro che hanno creduto, dato che la nostra testimonianza è stata creduta in mezzo a voi. A tale fine noi preghiamo sempre per voi, affinché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e voglia con la [sua] potenza completare in tutto il decreto della sua bontà e l'opera della vostra fede, in modo che sia glorificato in voi il nome del Signore nostro Gesù Cristo e voi siate glorificati in lui, secondo la grazia del nostro Dio e Signore Gesù Cristo [1, 3-12].
384. [2 Thess 3]. In un altro passo: Vi raccomandiamo, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo di tenervi lontani da ogni fratello che si comporti disordinatamente e non secondo le istruzioni che ha ricevuto da noi. Ben sapete infatti voi stessi che è necessario imitare la nostra condotta. Ora noi non siamo vissuti tra voi da persone irrequiete né abbiamo mangiato a ufo il pane datoci da altri, ma abbiamo lavorato e faticato senza interruzione, di notte e di giorno, per non essere di peso a nessuno di voi. Non che non ne avessimo l'autorizzazione, ma perché volevamo darvi in noi stessi il modello che dovete imitare. Stando infatti presso di voi vi demmo questa norma: chi non lavora non deve nemmeno mangiare. Questo perché abbiamo saputo che alcuni di voi si comportano da irrequieti, senza far nulla, dediti a vane curiosità. A questi tali prescriviamo, scongiurandoli nel nome del Signore Gesù Cristo, di lavorare in silenzio per mangiare il pane che si son guadagnati. Quanto a voi, fratelli, non stancatevi di fare il bene. E se qualcuno non ascolta la nostra parola scritta in questa lettera, prendetene nota ed evitatelo affinché resti confuso, ma non trattatelo come un nemico; correggetelo piuttosto come un fratello [3, 6-15].
385. [Col 3]. Se quindi siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dov'è Cristo, assiso alla destra di Dio; gustate le cose di lassù, non quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Quando apparirà Cristo, vostra vita, allora insieme con lui apparirete anche voi nella gloria. In vista di ciò mortificate le vostre membra in quel che hanno di terreno: la fornicazione, l'impurità, la licenza, i desideri cattivi, e soprattutto l'avarizia, che è una idolatria. Per questi vizi venne l'ira di Dio sulle popolazioni senza fede; e al seguito di tali vizi eravate incamminati anche voi quando vivevate nel paganesimo. Adesso però dovete sbarazzarvi di tutto ciò: l'ira, lo sdegno, la malignità, l'ingiuria; e non lasciatevi sfuggire di bocca il turpiloquio né ricorrete alla menzogna. Spogliatevi dell'uomo vecchio con le sue azioni e rivestitevi dell'uomo nuovo, quello cioè che continuamente si rinnova ad immagine di colui che lo ha creato e progredisce nella conoscenza di Dio. Lì non c'è più né pagano né giudeo, né circonciso o incirconciso, né barbaro o scita, né schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti. Pertanto, come eletti da Dio, a lui consacrati e da lui amati, rivestitevi anche voi di sentimenti di misericordia, bontà, umiltà, moderazione e pazienza. Sopportatevi a vicenda e perdonatevi se qualcuno ha del risentimento verso l'altro. Come vi ha perdonato il Signore, così fate anche voi. Al di sopra di tutto questo poi abbiate la carità, che è il vincolo della perfezione, e trionfi nei vostri cuori la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati essendo tutti in un solo corpo. E siate riconoscenti. La parola di Cristo dimori tra voi in abbondanza: ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza; pieni di grazia, cantate a Dio nei vostri cuori con salmi, inni e cantici spirituali. Tutto quello che fate in parole e opere, fatelo nel nome del Signore Gesù, ringraziando Dio Padre per mezzo di lui. Voi, mogli, come di dovere, siate sottomesse ai vostri mariti, nel Signore; voi, mariti, amate le mogli e non siate aspri con loro. Voi, figli, obbedite in tutto ai genitori, poiché questa è la volontà del Signore; voi, genitori, non suscitate nei vostri figli sentimenti d'indignazione perché non finiscano col diventare dei pusillanimi. Voi, schiavi, obbedite in tutto ai vostri padroni terreni e serviteli non [soltanto] quando vi osservano, quasi che vogliate conquistarvi l'approvazione degli uomini, ma con cuore schietto, come chi teme il Signore. Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come chi agisce per il Signore e non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceverete in compenso la sua eredità. Servite Cristo Signore! Chi peraltro commette ingiustizia riceve la pena dell'ingiustizia commessa, e dinanzi a Dio non esistono preferenze personali [3, 18-25].
386. [Col 4]. Padroni, date ai servi quel che loro spetta secondo giustizia ed equità, consapevoli che anche voi avete un padrone nel cielo. Siate perseveranti nell'orazione, vegliate in essa e rendete grazie. Pregate anche per noi, affinché Dio ci apra l'uscio della parola per annunziare il mistero di Cristo, per il quale sono anche incatenato. Che io lo sappia comunicare con parole adeguate! Comportatevi da saggi nei confronti degli estranei, cercando di sfruttare le circostanze. Il vostro parlare sia sempre condito del sale della grazia, perché sappiate rispondere a ciascuno secondo la necessità [4, 1-6].
387. [1 Tim 1]. Scopo della legge è la carità, che procede da cuore puro, da buona coscienza e da fede sincera. Allontanandosi da questi princìpi alcuni hanno deviato perdendosi in discorsi vuoti di senso e legge, sebbene pretendano d'essere maestri della legge non capiscono né quello che dicono né le cose a proposito delle quali proferiscono sentenze. Noi, viceversa, sappiamo che la legge è cosa buona per chi ne usa legittimamente; come pure sappiamo che la legge non è stata data per chi è giusto ma per chi è ingiusto, empio e peccatore. È stata data per i delinquenti e gli impuri, per i parricidi e i matricidi, per gli omicidi, i fornicatori, i sodomiti, i sequestratori, i mentitori, gli spergiuri e per tutto ciò che si oppone alla sana dottrina: alla dottrina cioè che si conforma al Vangelo della gloria del Dio benedetto, quale è stato affidato a me [1, 5-11].
388. [1 Tim 2]. E dopo un po': Raccomando dunque anzitutto che si facciano suppliche, preghiere, orazioni e ringraziamenti a favore di tutti gli uomini: per i re e coloro che occupano alte dignità, affinché possiamo condurre una vita serena e tranquilla in totale dedizione a Dio e morigeratezza di costumi [2, 1-2].
E dopo un po': Voglio pertanto che gli uomini preghino ovunque, elevando [a Dio] mani pure senza ira né discordia. Similmente le donne siano vestite di decoro, si adornino con modestia e verecondia, non curandosi di inanellare i capelli o di vestirsi d'oro, di pietre preziose o vesti di lusso ma, come si conviene a donne, professando la vera religiosità mediante le opere buone. La donna apprenda in silenzio e piena soggezione. Io non ammetto che le donne la facciano da maestre e da padrone nei confronti dell'uomo: esse debbono tenersi in silenzio [2, 8-12].
389. [1 Tim 3]. Dopo alcuni versi: Il vescovo dev'essere irreprensibile, sposato una sola volta, sobrio, prudente, gentile, pudico, ospitale, capace d'insegnare. Non sia dedito al vino né facile a menare di mano, ma disciplinato; non litigioso o avaro ma abile nel reggere la sua famiglia avendo figli a lui sottomessi e perfettamente casti. Se pertanto uno non sa reggere la propria casa, come potrà avere cura diligente per la Chiesa di Dio? Non sia un neofita, perché non si insuperbisca e cada in potere del diavolo. Bisogna inoltre che egli riscuota buona testimonianza da quelli di fuori, perché non abbia a subire vergogna e [cada nei] lacci del diavolo. Parimenti i diaconi debbono essere onesti: non parlino con doppiezza né siano dediti al vino in maniera smodata; non ambiscano a turpi guadagni, ma conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Occorre quindi sottoporli prima a un tirocinio, sicché possano esercitare il ministero senza riprensioni. Così anche le [loro] donne debbono essere pudiche, non maldicenti ma sobrie e fedeli in tutto. I diaconi debbono essere sposati una sola volta ed essere capaci di ben governare i figli e tutti i domestici. Infatti coloro che esercitano bene il proprio ministero si acquistano un grande prestigio e meritano molta fiducia nella fede in Cristo Gesù [3, 2-13].
390. [1 Tim 4]. Dopo dodici versi: Lo Spirito predice apertamente che alla fine dei tempi ci saranno alcuni che, seguendo gli spiriti della falsità e le dottrine dei demoni, si allontaneranno dalla fede, pronunzieranno menzogne con animo ipocrita e, bollati a fuoco nella loro coscienza, proibiranno di sposarsi e costringeranno [la gente] ad astenersi da cibi che Dio ha creato perché i fedeli e quanti conoscono la verità ne usino con rendimento di grazie a Dio. Ogni cosa creata da Dio è infatti buona e nulla è da rigettarsi se lo si prende con gratitudine, essendo tutto reso santo attraverso la parola di Dio e la preghiera. Spiegando queste cose ai fratelli sarai un buon servitore di Cristo Gesù, nutrito dalle parole della fede e della sana dottrina sulla quale sei stato formato. Evita pertanto le favole inconsistenti di cui vanno a caccia le vecchie. Esèrcitati nella pietà, poiché mentre ogni esercizio corporale è utile a poco, la pietà è utile a tutte le cose, avendo in sé la promessa della vita presente e di quella futura. Eccoti una parola degna di fede e che tutti debbono accettare: noi fatichiamo e siamo sottoposti a vituperi perché riponiamo la nostra speranza nel Dio vivo, Salvatore di tutti gli uomini, specie dei credenti. Queste cose inculca e insegna. Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma tu da parte tua sii di esempio ai fedeli nel predicare, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella castità. Finché non venga io stesso dèdicati alla lettura, all'esortazione, all'insegnamento. Non trascurare la grazia che è in te essendoti stata data attraverso i profeti con l'imposizione delle mani da parte dei presbiteri. Medita queste cose e rimani saldo in esse, affinché il tuo progresso risulti chiaro a tutti. Bada a te stesso e all'insegnamento; persevera in tali cose. Praticando tutto questo salverai te stesso e i tuoi uditori [4, 1-16].
391. [1 Tim 5]. Non riprendere con severità i vecchi, ma fa' uso della raccomandazione come [faresti] con un padre. Tratta i giovani come fratelli, le vecchie come madri, le giovani come sorelle, con ogni castità. Onora le vedove, quelle che sono vedove per davvero. Se una vedova ha figli o nipoti, impari prima a governare bene la casa e a ricambiare alla pari i benefici ricevuti dai genitori, poiché questo è gradito a Dio. Colei che è veramente vedova e vive nella solitudine spera in Dio e si dedica alle preghiere e alle orazioni notte e giorno, mentre quella che si dà ai piaceri, anche se vive è morta. Questo inoltre comanda loro: che siano irreprensibili. Se poi qualcuno non si prende cura dei propri parenti, specie se della sua famiglia, rinnega la fede ed è peggiore di un infedele. Una vedova per essere annoverata nel catalogo delle vedove deve avere almeno sessant'anni, essere stata sposata una sola volta, deve riscuotere buona testimonianza sulla pratica delle opere buone: se ha educato [bene] i figli, se ha praticato l'ospitalità, lavato i piedi ai santi, dato del suo a chi si trovava nelle strettezze, praticato ogni sorta di opere buone. Rifiuta invece le vedove di giovane età, poiché quando sono prese da desideri lussuriosi, sebbene legate a Cristo, vogliono sposarsi incorrendo nella condanna per essere venute meno alla fedeltà promessa. Esse inoltre sono oziose e vanno girando di casa in casa, e non sono soltanto oziose ma anche linguacciute e parlano di cose di cui non è bene parlare. Stabilisco pertanto, riguardo alle vedove giovani, che si sposino, abbiano figli, diventino madri di famiglia e non diano all'avversario alcun appiglio di sparlare. Questo, perché già alcune ci hanno voltato la faccia mettendosi al seguito di satana. Se un credente ha in casa delle vedove pensi lui a mantenerle affinché non abbiano a gravare sulla comunità, la quale deve aiutare quelle che sono veramente vedove. I presbiteri che sanno ben governare [la Chiesa] sono degni di una doppia rimunerazione, specie quelli che si affaticano per la [predicazione della] parola e l'insegnamento. Dice infatti la Scrittura: Non metterai la museruola al bue che trebbia (Cf. Dt 25, 4), e ancora: L'operaio merita la giusta ricompensa (Cf. Lv 10, 7). Non prendere in considerazione le accuse lanciate contro il presbitero se non sono appoggiate da due o tre testimoni. Ammonisci pubblicamente i peccatori perché anche gli altri concepiscano timore. Dinanzi a Dio, a Gesù Cristo e agli angeli eletti ti scongiuro di conservare integre queste norme, nulla facendo che suoni preferenza per l'una o l'altra delle parti. Non imporre frettolosamente le mani a nessun candidato per non essere responsabile dei peccati altrui. Conservati casto! Non seguitare a bere solo acqua ma usa anche del vino a causa del tuo stomaco e delle frequenti tue infermità. I peccati di alcuni sono già palesi prima del giudizio, mentre quelli di altri saranno noti solo dopo. Così anche le opere buone: alcune di esse sono già note, mentre quelle che non lo sono non potranno restare nascoste [5, 1-26].
392. [1 Tim 6]. Gli schiavi che sono sotto il giogo [dei pagani] stimino i loro padroni degni d'onore perché non siano diffamati il nome e l'insegnamento del Signore. Quelli invece che hanno padroni cristiani non manchino loro di rispetto poiché essi sono fratelli, ma li servano più attentamente appunto perché quelli a cui prestano il loro servizio sono credenti e amati [da Dio]. Queste cose insegna e [a questo] esorta. Se uno insegna diversamente e non si adatta alla predicazione genuina del Signore nostro Gesù Cristo e all'insegnamento conforme alla vera fede è un superbo che non capisce niente e si perde dietro questioni e cavilli di parole. Da questo nascono invidie, litigi, diffamazioni, sospetti maligni, contrasti di uomini dalla mente corrotta e aliena dalla verità, che considerano la vita di fede come una fonte di guadagno. Certo la fede è un guadagno, ma se unita a moderazione. Nulla infatti abbiamo recato in questo mondo né c'è dubbio che da qui possiamo portare via qualcosa. Se quindi abbiamo il nutrimento e il vestito, contentiamoci di questo. Coloro infatti che bramano le ricchezze cadono nella tentazione e nei lacci del diavolo, desiderando molte cose inutili e nocive che cacciano l'uomo nella morte e nella perdizione. Radice di tutti i mali è infatti l'ingordigia, correndo dietro alla quale alcuni fecero naufragio nella fede e si cacciarono in mezzo a un'infinità di guai. Ma tu, uomo di Dio, fuggi tutto questo e cerca di conseguire la giustizia, la pietà, la fedeltà, la carità, la pazienza, la mansuetudine. Combatti la buona battaglia della fede, consegui la vita eterna, alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la bella confessione di fede di fronte a molti testimoni. Di fronte a Dio, che dà la vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che rese la sua testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti comando di fare la tua bella professione di fede, di osservare il comando [di Dio] senza macchiarlo ma in modo irreprensibile fino alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo [6, 1-14].
E dopo alcuni versi: Ai ricchi di questo mondo ingiungi di non nutrire sentimenti superbi né sperare nella ricchezza incerta ma piuttosto in Dio, che dà a tutti noi in abbondanza ciò di cui dobbiamo servirci. Che compiano il bene e si arricchiscano di opere buone, che siano facili nell'elargire e nel comunicare [agli altri i propri beni], accumulandosi un tesoro per il futuro e così raggiungere la vita vera. O Timoteo, custodisci il deposito [della fede]; evita le novità di dicerie profane e le obiezioni che alcuni fanno [alla fede] in nome di una falsa scienza. Volendo spacciare questa scienza essi sono decaduti dalla fede. La grazia sia con te. Amen [6, 17-21].
393. [2 Tim 1]. Dio non ci ha dato uno spirito di timore, ma di fortezza, di amore e di sobrietà. Non vergognarti quindi della testimonianza data dal Signore nostro né di me suo servo, ma lavora nel Vangelo insieme con me secondo le forze ricevute da Dio [1, 7-8].
E dopo pochissimi versi: Conserva la verità delle parole salutari che hai ricevuto da me nella fede e nella carità di Gesù Cristo. Custodisci il buon deposito confortato dallo Spirito Santo che abita in noi [1, 13-14].
394. [2 Tim 2]. Dopo un po': Tu dunque, figlio mio, sii forte nella grazia di Cristo Gesù, e le cose che hai udite da me e [sono confermate] da molti testimoni, inculcale a persone degne di fiducia che siano in grado di insegnarle agli altri. Datti da fare come un buon soldato di Cristo Gesù. Nessuno che combatta la battaglia di Dio si immischia in affari secolareschi ma cerca di piacere a colui sotto il quale si è arruolato, poiché anche chi lotta nel circo non sarà coronato se non avrà lottato a norma di regolamento. L'agricoltore che coltiva [i campi] deve prima di ogni altro percepirne i frutti. Intendi bene quanto ti sto dicendo, e il Signore stesso ti doni l'intelligenza su ogni cosa. Ricòrdati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti, secondo il mio vangelo, impegnandomi in questo lavoro fino ad andare in prigione come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata. Per questo tutto sopporto a vantaggio degli eletti, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù insieme con la gloria celeste. Parola degna di fede [è questa]. Se moriamo con lui, con lui otterremo la vita; se soffriamo con lui, con lui regneremo; se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà; se non crederemo egli comunque resterà fedele non potendo rinnegare se stesso. Inculca tutto questo attestandolo al cospetto di Dio. Non permetterti dispute di parole: esse non giovano ad altro che a rovinare chi ascolta. Cura attentamente te stesso per presentarti come persona accetta a Dio, come un operaio che non si deve riprendere in nulla avendo trattato con rettitudine la parola della verità. Evita i discorsi profani e insulsi: essi avanzano molto nella via dell'empietà e il loro parlare si divulga come cancrena [2, 1-17].
E dopo sei versi: Il Signore conosce i suoi (Cf. Nm 16, 5), e si separino dall'iniquità quanti invocano il nome del Signore (Cf. Is 26, 13). D'altronde in una casa grande non ci sono solo utensili d'oro e d'argento, ma anche di legno e di terracotta, dei quali alcuni sono per usi nobili, altri invece per usi vili. Chi pertanto si mantiene puro da cose come queste, sarà un oggetto santificato e degno di onore, utile al Signore e capace di essere adibito ad ogni opera buona. Tu fuggi le voglie disordinate proprie della gioventù e dèdicati alla giustizia, alla fede, alla carità e alla pace con tutti coloro che con amore puro invocano il Signore. Evita le discussioni sciocche e contrarie alla [sana] disciplina, ricordando che esse producono litigi, mentre il servo di Dio non dev'essere litigioso ma mansueto nei riguardi di tutti, pronto a lasciarsi istruire, paziente e in grado di riprendere con moderazione coloro che oppongono resistenza. In questa maniera otterrà che Dio li converta e faccia loro conoscere la verità e li sottragga ai lacci del diavolo, dal quale sono tenuti prigionieri secondo i suoi desideri [2, 19-26].
395. [2 Tim 3]. Sappi poi questo: negli ultimi giorni ci saranno tempi difficili, in quanto gli uomini saranno attaccati a se stessi, avidi, orgogliosi, superbi, bestemmiatori. Si ribelleranno ai genitori, saranno ingrati e non rifuggiranno dal delitto. Saranno privi di affetto, senza pace, calunniatori, intemperanti, privi di sensibilità e di bontà, traditori, protervi, smargiassoni. Ameranno il piacere più che non Dio, avendo le apparenze della religiosità mentre ne rifiutano la sostanza. Li dovrai quindi tener lontani. Tra costoro ci sono di quelli che s'introducono nelle case e riescono a plagiare delle donnicciole cariche di peccati e guidate dai più strani desideri, le quali ambiscono una sempre maggiore dottrina, ma non giungono mai alla conoscenza della verità [3, 1-7].
E dopo otto versi: Quanto a te, tu hai condiviso con me l'insegnamento, la formazione, il proposito, la fede, la dolcezza, la carità, la pazienza, le persecuzioni, le sofferenze, come quelle che mi capitarono ad Antiochia, Iconio e Listri, tribolazioni che ebbi ad affrontare e da cui mi liberò il Signore. Peraltro tutti coloro che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù soffrono persecuzioni. Viceversa i cattivi e i seduttori progrediranno ognor più nel male, fuorviati e abili nel trarre in errore. Tu, al contrario, rimani saldo nella dottrina che hai appresa e che ti è stata affidata, sapendo da chi l'hai appresa, e anche perché fino dall'infanzia sei stato istruito nelle sacre Scritture, che hanno il potere di darti l'istruzione che conduce a salvezza attraverso la fede in Cristo Gesù. Infatti ogni Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, per convincere, per riprendere e per educare nella giustizia, in modo che l'uomo di Dio raggiunga la perfezione e sia equipaggiato per ogni opera buona [3, 10-17].
396. [2 Tim 4]. Attesto davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua venuta e il suo regno: predica la Parola, insisti a tempo opportuno e non opportuno; rimprovera, scongiura con ogni pazienza e saggezza. Verrà infatti un tempo in cui gli uomini non sopporteranno più la sana dottrina ma, conformandosi con le proprie voglie, ammasseranno attorno a sé maestri che lusingano gli orecchi e così li distoglieranno dalla Verità per volgersi alle favole. Tu al contrario sii vigilante! Impègnati in ogni attività [benefica], compi l'opera del [vero] evangelizzatore, esplica il tuo ministero. Quanto a me, io sono ormai una libagione [a Dio] e si avvicina il tempo della mia dipartita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Al termine mi è stata preparata la corona dei giusti, che mi consegnerà in quel giorno il Signore, giudice giusto. E non solo a me, ma anche a quanti attendono con amore la sua venuta [4, 1-8].
397. [Tit 1]. Ti ho lasciato a Creta con l'incarico di sistemare quanto vi manca e di costituire presbiteri nelle diverse città, secondo le ingiunzioni che ti ho date. Sia presbitero colui che è irreprensibile, sposato una sola volta, che ha i figli credenti, senza taccia di dissolutezza o di insubordinazione. Quanto al vescovo infatti dev'essere irreprensibile come chi è depositario [dei beni] di Dio. Non dev'essere orgoglioso, iracondo, dedito al vino, manesco o avido di sporchi guadagni, ma piuttosto ospitale, mite, sobrio, giusto, santo, temperante, attaccato alla parola della fede conforme agli insegnamenti [ricevuti], in modo che risulti capace di esortare gli altri a conservare la sana dottrina e di rimproverare coloro che vi si oppongono [1, 5-9].
E dopo alcuni versi: Per questo motivo rimproverali aspramente, affinché conservino una fede sana e non diano retta alle parole dei Giudei e alle prescrizioni di quanti si allontanano dalla verità. Per i puri ogni cosa è pura, mentre per i contaminati e gli increduli nulla è puro, avendo essi sporca la mente e la coscienza. A parole confessano Dio, ma con i fatti lo rinnegano, in quanto sono abominevoli e privi di fede e inetti a compiere qualsiasi opera buona [1, 13-16].
398. [Tit 2]. Tu viceversa insegna quel che è conforme alla sana dottrina. I vecchi siano temperanti, casti, prudenti, sani di fede, di amore, di pazienza. E così le vecchie siano sante nel loro comportamento, non maldicenti, non schiave del troppo vino, ma capaci di ben insegnare. Insegnino cioè alle più giovani ad essere sagge, ad amare il proprio marito, essere affezionate ai figli, dotate di senno e di castità, ad avere cura della famiglia, essere dolci e sottomesse al marito, affinché non sia diffamata la parola di Dio. Allo stesso modo inculca ai giovani la sobrietà. In tutto presenta te stesso come modello di buona condotta: nell'insegnamento, con l'integrità [della vita], la severità [dei costumi]. La [tua] parola sia assennata, irreprensibile, affinché quanti ci avversano abbiano a vergognarsi non avendo nulla di cattivo da rinfacciarci. I servi siano soggetti ai padroni, cerchino di compiacerli in tutto, non si ribellino e non li defraudino, ma in tutto mettano in mostra una grande fedeltà, per rendere attraente in tutto l'insegnamento di Dio nostro salvatore. È infatti apparsa a tutti gli uomini la grazia di Dio salvatore, la quale c'insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà mentre siamo in questo mondo e attendiamo la beata speranza e il ritorno glorioso del grande Dio e nostro Salvatore Gesù Cristo, che ha dato se stesso per noi, per redimerci da ogni iniquità e prepararsi mediante la purificazione un popolo a sé gradito, zelante nelle opere buone. Di queste cose parla, esortando e rimproverando con piena autorità. E nessuno osi mancarti di rispetto [2, 1-15].
399. [Tit 3]. Inculca loro il dovere di sottomettersi ai dignitari e a quanti sono investiti di potere, di obbedire alle loro ingiunzioni ed essere pronti ad ogni opera di bene, a non dir male di nessuno né essere litigiosi, ma al contrario riservati e capaci di usare grande mitezza verso tutti [3, 1-2].
E dopo pochi versi: Questa parola è degna di fede e io voglio che tu insista su tali cose: coloro che credono in Dio procurino di primeggiare nelle opere di bene, che sono belle e utili agli uomini. Evita al contrario le controversie stupide, le genealogie, le chiacchiere e le discussioni sulla legge: sono tutte cose inutili e vane. Dopo una prima e una seconda correzione evita l'eretico, sapendo che chi si comporta così è un fuorviato e un peccatore che da se stesso si procura la condanna [3, 8-11].
[Philem]. Ho ricevuto molta gioia e consolazione dalla tua carità, perché il cuore dei santi ha trovato riposo in te, fratello [7].
E dopo un po': Io lo avrei voluto trattenere con me affinché mi servisse in tua vece nel ministero dell'evangelizzazione; tuttavia senza il tuo consenso non ho voluto fare nulla, affinché il bene che tu compi non fosse come un dovere obbligatorio, ma una tua scelta volontaria [13-14].
400. [Hebr 3]. State attenti, fratelli, affinché in nessuno di voi abbia a trovarsi un cuore cattivo e alieno dalla fede per cui vi allontaniate dal Dio vivente. Esortatevi piuttosto a vicenda tutti i giorni - finché si può parlare di un " oggi " - perché nessuno di voi si indurisca sedotto dal peccato. Siamo stati infatti resi partecipi del Cristo, ma a condizione che manteniamo salda sino alla fine quella stabilità in lui che avevamo all'inizio. Al riguardo è detto: Oggi, se ascoltate la sua voce, non indurite i vostri cuori com'essi nella ribellione (Cf. Sal 94, 8) [3, 12-15].
401. [Hebr 4]. Dopo pochi versi: Temiamo dunque affinché, allontanandosi dalla promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne venga a mancare. Il messaggio infatti è inviato anche a noi come a loro, ma a loro la parola ascoltata non arrecò alcun vantaggio non essendo congiunta alla fede in ciò che ascoltavano [4, 1-2].
E altrove: Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è penetrato nei cieli, cioè Gesù Figlio di Dio, stiamo saldi nella professione della fede [4, 14].
E dopo quattro versi: Accostiamoci dunque con fiducia al trono della grazia per ottenere misericordia e trovare grazia mediante un aiuto adeguato [4, 16].
402. [Hebr 6]. Dopo un po': Dio non è ingiusto e quindi non può dimenticare le vostre opere, specialmente la carità di cui avete dato prova nel suo nome quando avete prestato servizio ai santi, come del resto state facendo tuttora. Desideriamo tuttavia che ognuno di voi continui a manifestare la stessa premura per conseguire sino alla fine una completa speranza. Non dovete pertanto impigrirvi, ma restare imitatori fedeli di quanti attraverso la fede e la pazienza diverranno eredi della promessa [6, 10-12].
E dopo sette versi: Gli uomini giurano ricorrendo a qualcuno che sia a loro superiore, e il giuramento serve a dare stabilità e a definire ogni loro controversia [6, 16].
403. [Hebr 10]. Dopo un po': Manteniamo fissa e stabile la confessione della nostra speranza (è infatti fedele colui che ci ha fatto la promessa!) e incoraggiamoci a vicenda stimolandoci alla carità e alle opere buone. Non disertiamo le nostre adunanze come sogliono fare certuni ma sosteniamoci scambievolmente, e questo tanto più perché, come potete constatare, il giorno si sta avvicinando. Se infatti dopo ricevuta la conoscenza della verità noi volontariamente cadiamo nel peccato, non ci rimane alcun sacrificio per il peccato, ma solo l'attesa angosciosa del giudizio e l'ardore del fuoco destinato a divorare i nemici. Se infatti colui che trasgredisce la legge di Mosè deve senza pietà subire la condanna a morte sulla testimonianza di due o tre persone (Cf. Dt 17, 6), come non dovrete credere che meriti un castigo più severo colui che avrà calpestato il Figlio di Dio e considerato immondo il sangue del testamento con cui è stato santificato? Inoltre egli ha oltraggiato lo Spirito della grazia! Conosciamo infatti colui che dice: A me la vendetta; e inoltre: Io darò la ricompensa (Cf. Dt 32, 35); e ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo (Cf. Dt 32, 36). È spaventoso cadere nelle mani del Dio vivente. Ricordate viceversa i giorni dei vostri inizi quando, appena illuminati, sopportaste una grande lotta e molte sofferenze, ora esposti pubblicamente a oltraggi e maltrattamenti ora divenuti partecipi di coloro che subirono cose come queste. Avete infatti partecipato alle sofferenze dei carcerati e avete con gioia subito la rapina dei vostri averi, consapevoli di avere un capitale più prezioso e più stabile. Non perdete dunque la vostra fiducia alla quale è riservata una grande ricompensa. Vi è solo necessaria la pazienza, affinché compiendo la volontà di Dio, otteniate la promessa. Infatti ancora un poco, solo un pochino, e colui che deve venire verrà e non tarderà (Cf. Is 26, 20). Per questo il mio giusto vivrà mediante la fede, ma se si tirerà indietro l'anima mia non troverà in lui la compiacenza (Cf. Ab 2, 3-4) [10, 32-38].
404. [Hebr 12]. Dopo un po': Avendo sopra di noi un così grande nugolo di testimoni, sbarazziamoci anche noi di ogni peso, cioè del peccato che ci assedia, e armati di pazienza corriamo nella gara che ci viene posta dinanzi. Guardiamo a Gesù, autore e termine ultimo della fede: egli a posto del godimento che gli era profferto si caricò della croce, non curando il disonore che gliene derivava, e in questo modo si è assiso alla destra di Dio. Considerate attentamente colui che sopportò contro di sé una così grande ostilità da parte dei peccatori e non vi perderete di coraggio né vi abbatterete. Non avete infatti ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato e già vi siete dimenticati della parola consolante che rivolge a voi come a suoi figli quando dice: Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore e non ti scoraggiare quando sei da lui ripreso. Il Signore infatti castiga colui che ama e colpisce ogni figlio che gli è accetto (Prv 3, 11-12). Perseverate nella disciplina! In essa Dio si presenta a voi come a figli; e qual è quel figlio che non è trattato con severità dal padre? Se foste privati delle riprensioni delle quali tutti hanno avuto parte, sareste dei bastardi e non dei figli. Inoltre noi abbiamo avuto come educatori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati. Non dovremo quindi a maggior ragione obbedire al Padre degli spiriti per ottenere la vita? In effetti essi ci ammaestravano secondo la loro volontà e per la durata di pochi giorni, mentre Dio lo fa per cose [veramente] utili, cioè perché conseguiamo la sua santità. È vero che ogni pedagogia sul momento sembra apportare non gioia ma afflizione, in seguito tuttavia arreca a chi viene da lei irrobustito un frutto abbondantissimo di pace e di giustizia. A tal fine procurate che siano tenute in alto le braccia cadenti e le ginocchia vacillanti, e raddrizzate i passi dei vostri piedi, affinché nessuno che zoppichi finisca fuori strada ma piuttosto guarisca. Con tutti cercate di vivere in pace e santità, senza le quali nessuno vedrà mai Dio. Proponetevi sinceramente che nessuno [per causa vostra] venga meno alla grazia di Dio, che nessuna radice amara spunti di nuovo da terra e vi crei ostacoli e per essa molti vengano contaminati. Non ci sia [fra voi] nessun fornicatore e nessuno sia schiavo di cose profane, come Esaù, che per una mangiata vendette la sua dignità di primogenito (Cf. Gn 25, 33) [12, 1-16].
405. [Hebr 13]. In un altro passo: Sia stabile fra voi l'amore fraterno e non dimenticate l'ospitalità. Per essa alcuni piacquero [a Dio] e ricevettero come ospiti gli stessi angeli. Ricordatevi dei carcerati, considerandovi anche voi in carcere come loro, e dei sofferenti, essendo anche voi rivestiti di un corpo [mortale]. Da tutti sia onorato il matrimonio, e il talamo non venga macchiato da colpe: Dio infatti giudicherà i fornicatori e gli adùlteri. Nei vostri costumi non entri l'avarizia, ma siate contenti di quanto possedete, avendo detto Dio stesso: Non ti lascerò solo né ti abbandonerò (Gs 1, 5), sicché noi possiamo ripetere con fiducia: Dio è il mio aiuto; non temerò quel che potrà farmi l'uomo (Sal 117, 6). Ricordatevi dei vostri dirigenti, cioè di coloro che vi hanno predicato la parola di Dio. Considerando la conclusione della loro vita imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre. Non lasciatevi fuorviare da insegnamenti speciosi e peregrini, poiché è un gran bene che il cuore sia consolidato nella grazia e non attratto da cibi [carnali], che in nulla giovarono a quei tali che li ricercarono. Abbiamo un altare da cui non possono cibarsi coloro che prestano servizio nella tenda. Quando infatti il sangue di un animale viene dal pontefice introdotto nel santuario per [l'espiazione del] peccato (Cf. Lv 16, 27), il suo corpo viene bruciato fuori dell'accampamento. Per questo anche Gesù, per santificare il popolo con il suo sangue, fu ucciso fuori della porta. Usciamo quindi anche noi incontro a lui fuori dall'accampamento portando in noi il suo disonore. Non abbiamo infatti quaggiù una città permanente ma siamo in cerca di quella futura. Per mezzo di lui dunque offriamo continuamente a Dio il sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome. Né dimenticate la beneficenza e la condivisione, poiché con tali offerte si raggiunge Dio. Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi: essi vigilano su di voi come gente che dovrà rendere conto delle vostre anime. Che essi adempiano il loro ufficio con gioia e non rammaricandosi: questo non vi gioverebbe in alcun modo. Pregate per noi, benché siamo convinti di avere una buona coscienza essendo decisi a comportarci bene in ogni cosa [13, 1-18].
406. [1 Pt 1]. È necessario che ora siate per un po' di tempo rattristati da varie prove, affinché la vostra fede attraverso la prova diventi molto più pregevole dell'oro, che è saggiato nel fuoco [1, 6-7].
E in un altro passo: Tenete cinti i fianchi del vostro spirito e vivendo nella sobrietà attendete in maniera perfetta quella grazia che vi viene promessa nella manifestazione del Signore Gesù Cristo. Come figli obbedienti non conformatevi alle voglie della precedente vostra ignoranza ma, in conformità con quel Santo che vi ha chiamati, siate santi anche voi in ogni vostro comportamento, poiché sta scritto: Voi sarete santi poiché io sono santo (Lv 11, 44; 19, 2). E se chiamate " padre " colui che senza preferenza di persona giudica ogni uomo secondo le sue opere, anche voi agite con timore per tutto il tempo del vostro pellegrinaggio [terreno] [1, 13-17].
E dopo alcuni versi: Purificate le vostre anime nell'obbedienza della verità, nell'amore fraterno e, rinati [in Dio], amatevi scambievolmente con semplicità di cuore e grande attenzione [1, 22].
407. [1 Pt 2]. E dopo pochi versi: Deposta pertanto ogni malizia e ogni inganno, e gli infingimenti e le invidie e tutte le maldicenze, come bambini appena nati bramate il genuino latte spirituale [2, 1-2].
E dopo pochi versi: Carissimi, come forestieri e pellegrini vi scongiuro di astenervi da ogni desiderio carnale, poiché è in contrasto con l'anima. Abbiate, in mezzo ai pagani, una buona condotta affinché, mentre sparlano di voi come se foste malfattori, riflettendo sulle vostre opere buone diano gloria a Dio nel giorno della [sua] venuta. Per amore di Dio siate dunque sottomessi all'autorità umana in ogni suo grado: al re, come al sovrano di tutti, ai governanti come gente da lui inviata per punire i malviventi e premiare i buoni. Questa infatti è la volontà di Dio: operando il bene dovete far tacere l'ottusa malevolenza degli uomini ignoranti. Essendo uomini liberi, non dovete fare della libertà un velo per nascondere la malizia, ma comportatevi da servi di Dio. Onorate tutti, amate i fratelli, temete Dio, abbiate rispetto per il re. Voi, schiavi, siate sottomessi ai vostri padroni con ogni timore, non solo se sono buoni e condiscendenti, ma anche se fossero scorbutici. Questo infatti è un vantaggio: quando cioè uno per amore del Dio che ha conosciuto accetta le afflizioni e sopporta le ingiustizie. Che gloria ci sarebbe infatti se soffriste e foste schiaffeggiati per aver peccato? Se invece soffrite per aver fatto del bene e sopportate con pazienza [la tribolazione], questo sì che è un merito dinanzi a Dio. E a questo siete stati chiamati, dal momento che anche Cristo soffrì per noi lasciando a voi l'esempio perché ne seguiate le orme. Egli non commise peccato né si trovò inganno sulla sua bocca. Maledetto non malediceva; maltrattato non minacciava ma si consegnava nelle mani di chi lo condannava ingiustamente. Egli portò nel suo corpo sull'albero [della croce] i nostri peccati affinché noi, morti al peccato, vivessimo per la giustizia. Dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate infatti come pecore sperdute, ma ora siete tornati al pastore e custode delle vostre anime [2, 11-24].
408. [1 Pt 3]. E in un altro passo: Allo stesso modo le mogli siano soggette al proprio marito, di modo che, se qualcuno di loro non credesse alla Parola, sia conquistato, senza [bisogno di] parole, dal comportamento della moglie, considerando cioè il vostro comportamento casto e rispettoso. Non badino [queste donne] a ciò che è esteriore: chiome ben acconciate, ornamenti d'oro, sfoggio di vesti e indumenti di lusso, ma curino ciò che dell'uomo è la parte nascosta, cioè lo spirito incorrotto [che dev'essere] sereno ed equilibrato. Di questo siano ricche dinanzi a Dio. In questa maniera infatti si adornavano in passato le sante donne che avevano riposto in Dio la loro speranza; ed erano soggette ai loro mariti. Così Sara, la quale si assoggettava ad Abramo e lo chiamava " signore " (Cf. Gn 18, 12). Di lei voi siete le figlie, se farete il bene senza temere alcuna minaccia. Allo stesso modo voi, mariti, convivete con esse regolandovi con saggezza, tributando onore alla donna come a un essere più fragile, il quale però è come voi erede della grazia che dà la vita. Così non incontreranno ostacoli le vostre preghiere. Siate tutti concordi nella fede, abbiate unità di sentimenti, amatevi d'amore fraterno, siate misericordiosi, miti, umili. Non ricambiate il male con il male (Cf. Prv 17, 13) né l'ingiuria con l'ingiuria, ma viceversa rispondete benedicendo, poiché a questo siete stati chiamati: ad essere cioè eredi della benedizione. Infatti chi vuol amare la vita e godere giorni sereni freni la sua lingua perché non compia il male e le labbra perché non dicano menzogne; si tenga lontano dal male e compia il bene, cerchi la pace e la persegua, poiché gli occhi del Signore sono rivolti ai giusti e le sue orecchie alle loro preghiere, mentre il volto del Signore è [severo] contro chi fa il male (Sal 34, 13-17). Inoltre, chi potrà nuocervi se sarete zelanti nel bene? Se poi avrete da soffrire qualcosa per la giustizia, beati voi! Non abbiate quindi alcun timore di loro e non vi sgomentate (Is 8, 12); anzi proclamate nei vostri cuori la santità di Cristo Signore, pronti sempre a rendere ragione della vostra speranza a chiunque ve ne faccia richiesta. Fatelo però con moderazione e timore, sorretti dalla buona coscienza, in modo che quanti calunniano la vostra buona condotta in Cristo rimangano confusi per il fatto stesso che osano malignare su di voi. È meglio infatti soffrire operando il bene - se tale è la volontà di Dio - che non operando il male [3, 1-17].
409. [1 Pt 4]. Dopo alcuni versi: Avendo Cristo patito nel suo corpo, anche voi munitevi del medesimo pensiero: colui che nel corpo ha subito la passione, ha cessato di vivere nei peccati per trascorrere il tempo che gli rimane da vivere nella carne non secondo le passioni umane ma secondo la volontà di Dio. Basta infatti con il tempo passato nel soddisfare le voglie del mondo pagano a coloro che sono vissuti nella lussuria, nelle passioni, nelle ebbrezze, nei bagordi, nelle crapule e ubriacature e nei culti illeciti degli idoli [4, 1-3].
E dopo pochi versi: Siate dunque saggi e vegliate nell'orazione. Prima d'ogni altra cosa però abbiate fra voi una ininterrotta carità, poiché la carità copre una moltitudine di peccati (Cf. Prv 10, 12). Siate ospitali e non brontoloni. Ciascuno di voi metta a servizio della comunità i doni della grazia ricevuti, come si addice a buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. Se uno parla lo faccia come chi annunzia la parola di Dio; se uno esercita un ministero lo faccia come chi si serve di un'energia somministrata da Dio, affinché in tutti sia glorificato Dio mediante il Signore Gesù Cristo, al quale vadano la gloria e il dominio nei secoli dei secoli. Carissimi, non lasciatevi fuorviare dal fuoco che si è levato contro di voi per mettervi alla prova né spaventatevi quasi che vi sia capitata una cosa insolita, ma partecipando alle sofferenze di Cristo, rallegratevi, affinché possiate godere di gioia piena nella manifestazione della sua gloria. Se venite insultati per il nome di Cristo beati voi, poiché vi saranno dati l'onore, la gloria e la potenza di Dio e si poserà sopra di voi il suo Spirito. Nessuno di voi abbia a patire perché omicida o ladro o diffamatore o avido dei beni altrui. Se al contrario soffre per il fatto di essere cristiano, non se ne vergogni, ma glorifichi Dio per questo nome. È giunto infatti il tempo che cominci il giudizio, e ciò proprio dalla casa di Dio. E se esso comincia da noi, quale ne sarà la fine in coloro che non credono al Vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salva, dove andranno a finire l'empio e il malfattore? (Cf. Prv 11, 31) Pertanto coloro che soffrono per conformarsi alla volontà di Dio seguitino a fare il bene e affidino le loro anime al Creatore, che è fedele [4, 12-19].
410. [1 Pt 5]. Gli anziani che sono tra voi li esorto come loro coetaneo, come testimone dei patimenti di Cristo e come partecipe della gloria che deve manifestarsi. Pascete il gregge di Dio a voi affidato badando ad esso non per forza ma spontaneamente secondo Dio; non per amore di sporchi guadagni ma con libera dedizione; non dominatori di chi vi è stato affidato ma facendo di voi stessi, e di cuore, il modello del gregge. E quando apparirà il Principe dei pastori riceverete la corona di gloria che non marcisce. Allo stesso modo voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Tutti poi esercitate scambievolmente l'umiltà perché Dio resiste ai superbi ma dà la grazia agli umili (Cf. Prv 3, 34; Gc 4, 6). Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio affinché egli v'innalzi nel giorno della sua visita. Gettate in lui ogni vostro affanno, poiché egli ha cura di voi. Siate sobri e vigilate poiché il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, ricordando che le stesse sofferenze capitano ai vostri fratelli sparsi per il mondo. E il Dio di ogni grazia, che in Gesù Cristo ci ha chiamati alla sua gloria eterna, dopo una breve sofferenza vi renderà perfetti, forti, saldi. A lui la gloria e il potere nei secoli dei secoli. Amen! [5, 1-11].
411. [2 Pt 1]. Per mezzo di lui [Dio] ci ha elargito gratuitamente le più grandi e preziose promesse, in forza delle quali voi diventate partecipi della natura divina purché fuggiate la corruzione delle bramosie mondane. Mettete dunque ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la fermezza, alla fermezza la scienza, alla scienza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l'amore fraterno, all'amore fraterno la carità. Se infatti voi possederete tutte queste virtù e le avrete in gran copia, esse non vi lasceranno né vuoti né infruttuosi quanto alla conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo. Colui che, viceversa, non le possiede è un cieco che cammina a tentoni e dimentica d'essere stato purificato dei suoi precedenti misfatti. Pertanto, fratelli, adoperatevi sempre più per compiere opere buone e con esse rendere sicura la vostra vocazione ed elezione. Se agirete così non cadrete mai in peccato [1, 4-10].
412. [2 Pt 2]. Dopo un po': Parimenti ci saranno in mezzo a voi dei falsi dottori che introdurranno sètte di rovina e rinnegano il Signore che li ha redenti, attirando sopra di sé una immediata rovina. Molti li seguiranno nelle loro dissolutezze e per causa loro la via della verità sarà diffamata; anzi essi usando parole inventate faranno di voi roba da mercato per la loro avarizia, mentre sopra di loro la condanna è già da tempo segnata e la loro perdizione non tarda, quasi che stia dormendo [2, 1-3].
E in un altro passo: Il Signore è in grado di liberare dalla prova gli uomini pii e destinare gli iniqui ad essere tormentati nel giorno del giudizio, specialmente coloro che seguono la carne nei suoi desideri immondi e disprezzano il [celeste] Sovrano. Costoro, audaci come sono nel soddisfare se stessi, non paventano di suscitare fazioni pronunciando insolenze, mentre gli angeli, pur essendo superiori per forza e potenza, non portano contro di lui un giudizio ingiurioso. Ma costoro, come animali sprovvisti di ragione, fatti dalla natura per essere catturati e uccisi, insultano le cose che ignorano. Essi periranno e andranno in corruzione ricevendo così la ricompensa della loro iniquità, poiché stimano delizia il piacere di un giorno; uomini corrotti e maculati si deliziano dei loro disordini, diguazzano nelle sconcezze dei loro banchetti vicino a voi, hanno gli occhi pieni di adulterio e sono insaziabili nei delitti, adescano le anime vacillanti, hanno il cuore assuefatto alla cupidigia. Come figli maledetti essi hanno deviato abbandonando la retta via [2, 9-15].
E dopo pochi versi: Proferendo discorsi superbi e vacui, allettano a seguire i desideri della carne e la dissolutezza coloro che da poco tempo si erano liberati dagli altri che vivono nell'errore. Ad essi promettono la libertà mentre loro stessi sono schiavi della corruzione, poiché ognuno è schiavo di colui da cui è vinto. Se infatti dopo essersi sbarazzati della contaminazione col mondo mediante la conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo ne sono di nuovo irretiti e vinti, la loro sorte seguente è peggiore di quella di prima. Sarebbe stato infatti meglio per loro non conoscere la via della giustizia che, dopo averla conosciuta, rinnegare il santo precetto che è stato loro manifestato. Accade loro quanto affermato in quel proverbio che in essi si avvera: Il cane torna a leccare quanto ha vomitato; e ancora: La scrofa dopo che è stata lavata torna a voltolarsi nel fango (Prv 26, 11) [2, 18-22].
413. [2 Pt 3]. Dopo un po': Dal momento che le cose presenti sono destinate a sparire, come dovete essere santi nella condotta e nella pietà voi che attendete la venuta del giorno di Dio e vi affrettate verso di esso! [3, 11-12].
E dopo un po': Carissimi, nell'attesa di questi eventi sforzatevi di farvi trovare senza macchia e irreprensibili, e la longanimità del nostro Signore ritenetela come [un procedimento di] salvezza [3, 14].
E in un altro passo: Quanto a voi, fratelli, essendo al corrente di tutto questo, badate a non farvi trascinare dall'errore di tali insensati e così decadere dalla vostra stabilità. Anzi, crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. A lui la gloria ora e per il giorno dell'eternità. Amen! [3, 17-18].
414. [Iac 1]. Miei fratelli, considerate [motivo di] gioia grande l'incorrere in numerose prove, sapendo che la vostra fede attraverso le prove produce la pazienza, la quale pazienza consegue la perfezione rendendovi perfetti ed integri, senza che manchiate di nulla. Se qualcuno di voi è privo di sapienza, la chieda a Dio, che la dà a tutti in abbondanza e mai si rifiuta: così gli sarà data. Deve però chiederla con fiducia, senza esitazioni di sorta. Chi esita infatti è simile alle onde del mare, quando il vento le solleva e le sospinge in varie direzioni. Ora un uomo come questo non pensi di poter mai ottenere qualcosa dal Signore. L'uomo dal cuore doppio è incostante in ogni sua iniziativa. Il fratello umile si vanti pure perché sarà innalzato; il ricco invece si vanti della sua umiliazione, poiché egli appassisce come fiore d'erba. Si leva il sole col suo calore e l'erba si secca, il suo fiore avvizzisce e la bellezza del suo aspetto scompare (Cf. Is 40, 6-7). Allo stesso modo il ricco si corrompe nelle sue imprese. Beato l'uomo che sostiene [con fortezza] la prova, poiché, superata questa, riceverà la corona della vita che Dio ha promesso a coloro che lo amano [1, 2-12].
E dopo un po': Non ingannatevi, fratelli carissimi! I regali più preziosi e i doni più perfetti vengono tutti dall'alto: derivano dal Padre della luce [1, 16-17].
E dopo pochi versi: Lo sapete, fratelli miei cari: ognuno dev'essere pronto ad ascoltare, controllato invece nel parlare (Cf. Prv 10, 19; 17, 27) e controllato nell'ira, poiché l'uomo che si adira non compie ciò che è giusto davanti a Dio. Perciò sbarazzatevi di ogni sorta d'impurità e degli eccessi della malizia e ricevete con docilità la parola che è seminata [in voi] e che può salvare le vostre anime. Siate gente che mette in pratica la parola e non di quelli che si contentano di ascoltarla ingannando se stessi. Poiché l'uomo che ascolta la parola ma non la mette in pratica somiglia a colui che osserva allo specchio la propria faccia: si guarda e appena si allontana dimentica le sue fattezze. Ben diverso è colui che medita la legge della perfetta libertà e le resta fedele, colui che non è un uditore scordareccio ma un attivo realizzatore. Costui sarà beato per le opere che compie. Se poi qualcuno pensasse di avere una buona religiosità senza curarsi di frenare la lingua, illude se stesso e la sua religiosità è vuota [di senso]. Religiosità pura e incontaminata infatti dinanzi a Dio e Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nei loro disagi e conservarsi immune dalle sozzure mondane [1, 19-27].
415. [Iac 2]. Miei fratelli, non pensate che la fede nel nostro Signore Gesù Cristo, Signore della gloria, vi consenta di fare preferenze tra persona e persona [2, 1].
E dopo alcuni versi: Ascoltate, fratelli miei carissimi! Non è forse vero che Dio ha scelto i poveri di questo mondo perché siano ricchi nella fede e divengano eredi del regno che Dio ha promesso a chi lo ama? Voi invece avete disprezzato il povero. Ebbene, non sono per caso i ricchi coloro che vi angariano con le loro prepotenze e vi trascinano in tribunale? Non sono forse loro a disonorare il nome glorioso che è stato invocato su di voi? Voi dunque agirete bene quando metterete in pratica l'aurea norma della Scrittura: Amerai il prossimo tuo come te stesso (Lv 19, 18). Se al contrario agite in base a preferenze personali, commettete peccato e dalla legge siete condannati come prevaricatori [2, 5-9].
E dopo pochi versi: Un giudizio senza misericordia è riservato a chi non ha usato misericordia. La misericordia prevale sempre sul giudizio [2, 12].
416. [Iac 3]. Dopo un po': Miei fratelli, non cercate di diventare maestri in parecchi, consapevoli che subireste un giudizio più severo. Tutti infatti pecchiamo in molte cose; ma se uno non pecca con la lingua è un uomo perfetto, e con tal freno può guidare per ogni dove tutto il corpo [3, 1-2].
E in un altro passo: Nessun uomo è in grado di frenare la lingua, malanno sempre in moto, pieno di veleno mortale. Con essa benediciamo Il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini, creati a immagine di Dio. Dalla stessa bocca escono la benedizione e la maledizione. Fratelli miei, non si deve agire in questa maniera [3, 8-10].
E dopo alcuni pochi versi: Chi tra voi è saggio e sta alla disciplina, dalla sua buona condotta manifesti il suo progresso nella mansuetudine e nella sapienza. Se avete gelosie e acrimonie e nel vostro cuore ci sono [sentimenti di] contesa, non vantatevi, poiché sareste bugiardi e in contrasto con la verità. Una tal sapienza non sarebbe quella che scende dal cielo, ma una sapienza terrena, animalesca, diabolica. Dove infatti ci sono gelosie e contese, lì c'è anche la volubilità e ogni azione perversa. Quanto invece alla sapienza che viene dall'alto, essa è prima di tutto riservata, e poi pacifica, modesta, facile a convincersi; aderisce ai buoni; è piena di misericordia e di frutti di bontà: essa giudica senza finzioni. Un frutto di giustizia unito alla pace è seminato a vantaggio di chi opera per la pace [3, 13-18].
417. [Iac 4]. Da dove sorgono fra voi le guerre e le liti? Non derivano forse dalle bramosie disordinate che si combattono nelle vostre membra? [4, 1].
Così dopo qualche verso: Voi chiedete, ma siccome chiedete male non ottenete e così vi logorate dietro le vostre brame perverse. Adulteri! Non sapete che l'amore verso questo mondo è nemico di Dio? Se pertanto uno ama questo mondo diventa nemico di Dio [4, 3-4].
E dopo un po': Per questo motivo dice: Dio resiste ai superbi mentre largisce la grazia agli umili (Prv 3, 34). Sottomettetevi dunque a Dio! Resistete al diavolo ed egli si allontanerà da voi; avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Lavate le vostre mani, o peccatori, e voi, insinceri di mente, rendete puri i vostri cuori. Siate abbacchiati, piangete e lamentatevi! Il vostro riso si cambi in pianto e la vostra gioia in tristezza. Umiliatevi dinanzi al Signore ed egli vi innalzerà. Non siate detrattori l'uno dell'altro, fratelli [4, 6-11].
E dopo pochi versi: Uno è il legislatore e il giudice, colui che ha il potere di condannare alla perdizione e liberarne; ma tu chi sei per permetterti di giudicare il prossimo? Ecco, voi dite: " Oggi o domani andremo in quella città e vi trascorreremo un anno, ci dedicheremo al commercio e arricchiremo " mentre non sapete cosa vi accadrà domani. Cos'è infatti la vostra vita? Una nube che per un istante compare e poi sparisce. Questo perché impariate a dire: " Se il Signore vorrà e se vivremo, faremo questo o quello ". Voi invece ringalluzzite nella vostra superbia; ma sappiate che tale allegrezza è malsana. Conclusione: chi sa di dover fare il bene ma non lo fa, commette peccato [4, 12-17].
418. [Iac 5]. Attenti dunque, o ricchi! Urlate e piangete per le disavventure che v'incoglieranno. Le vostre ricchezze si sono imputridite e le vostre vesti se le sono mangiate le tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono arrugginiti, e la loro ruggine vi fa da testimone. Essa divorerà come fuoco le vostre carni: voi vi siete accumulati l'ira [di Dio] per l'ultimo giorno. Ecco, la mercede dei vostri operai che hanno mietuto i vostri campi e che voi avete frodato [del compenso] grida e il loro grido ha raggiunto gli orecchi del Signore degli eserciti. Avete banchettato sulla terra e avete saziato di lussuria il vostro cuore. Nel giorno della strage avete condotto [in tribunale] e ucciso il giusto, mentre egli non vi opponeva resistenza. Voi quindi, fratelli, armatevi di pazienza fino al giorno del Signore [5, 1-7].
E poco dopo: Siate anche voi pazienti e rafforzate i vostri cuori, poiché la venuta del Signore è vicina. Non inaspritevi, fratelli, l'uno contro l'altro per non essere giudicati [5, 8-9].
E altrove: Prima di tutto però, fratelli, non giurate né per il cielo né per la terra né con qualsiasi altro giuramento; ma il vostro parlare sia: " Sì, sì; no, no ", per non incorrere nel giudizio. C'è fra di voi qualcuno che prova tristezza? Preghi! C'è qualche altro che gode serenità d'animo? Canti salmi. Qualcuno di voi è ammalato? Chiami i presbiteri della Chiesa, che preghino per lui, ungendolo con olio nel nome del Signore. La preghiera della fede salverà il malato e il Signore gli darà sollievo e, se è nei peccati, questi gli saranno rimessi. Confessatevi dunque a vicenda i peccati e pregate scambievolmente al fine di essere salvi. Molto vale infatti la preghiera del giusto fatta con insistenza [5, 12-16].
E dopo alcuni versetti: Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e qualcuno ve lo riconduce, costui deve sapere che chi fa ravvedere un peccatore dalla sua via traviata, salva se stesso dalla morte e copre una moltitudine di peccati [5, 19-20].
419. [1 Io 1]. Se diciamo di essere in comunione con lui ma camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non seguiamo la verità; se invece camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, siamo in comunione tra noi e il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo di non avere peccati, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli, che è fedele e giusto, rimetterà a noi i peccati e ci purificherà da ogni malizia. Se diciamo di essere senza peccato, facciamo di lui un mentitore, e la sua parola non è in noi [1, 6-10].
420. [1 Io 2]. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate, ma se uno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. Egli è l'espiazione dei nostri peccati e non solo dei nostri ma anche di quelli di tutto il mondo. Da questo ci rendiamo conto che lo conosciamo: dall'osservanza dei suoi comandamenti. Chi dice di conoscerlo ma non osserva i suoi comandamenti è un bugiardo e in lui non c'è verità; mentre al contrario in colui che custodisce la sua parola, la carità di Dio è veramente perfetta. Da questo ci è dato conoscere che siamo in lui: se in lui perseveriamo. Ora, chi dice di dimorare in lui deve comportarsi come lui si è comportato [2, 1-6].
E dopo alcuni versi: Chi dice di essere nella luce ma odia il suo fratello è ancora nelle tenebre, mentre chi ama il proprio fratello dimora nella luce e non ci sono ostacoli per lui. Viceversa, colui che odia il proprio fratello è nelle tenebre e cammina nelle tenebre: egli non sa dove vada perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi [2, 9-11].
E dopo un po': Non amate il mondo né le cose del mondo, poiché quanto è nel mondo (la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita) non proviene dal Padre ma dal mondo. E il mondo passa e passano le sue concupiscenze, mentre chi fa la volontà di Dio rimane in eterno [2, 15-17].
E in un altro passo: Nessuna menzogna proviene dalla verità [2, 21].
421. [1 Io 3]. Dopo un po': Carissimi, adesso noi siamo figli di Dio ma quello che saremo non si è ancora manifestato. Sappiamo però che, quando egli si rivelerà, noi saremo simili a lui poiché lo vedremo così come egli è. Chi pertanto ha questa speranza in lui procura di santificarsi per essere santo come lo è lui. Chi commette il peccato commette anche un'ingiustizia poiché il peccato è un'ingiustizia; e noi sappiamo che egli è apparso [in questo mondo] per togliere i nostri peccati, mentre in lui personalmente non c'è peccato. Chiunque dimora in lui non pecca, mentre chi pecca non ha visto lui né lo conosce. Figlioli, che nessuno v'inganni! Chi opera la giustizia è giusto, come anch'egli è giusto. Chi al contrario commette il peccato proviene dal diavolo, poiché il diavolo è peccatore fin dall'inizio. Il Figlio di Dio è venuto proprio per questo: per distruggere le opere del diavolo. Quanti sono nati da Dio non commettono peccati perché un germe divino risiede in loro e non è possibile che pecchino perché sono nati da Dio. In questo si palesano i figli di Dio e i figli del diavolo: quanti sono ingiusti e non amano i fratelli non sono nati da Dio, poiché questo è il messaggio che avete udito fin dal principio: che ci amiamo l'un l'altro [3, 2-11].
E dopo pochi versi: Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia. Noi riconosciamo di essere passati dalla morte alla vita poiché amiamo i fratelli. Chi non ama resta nella morte. Chi odia il proprio fratello è un omicida; e voi sapete che nessun omicida possiede la vita eterna dentro di sé. Da questo conosciamo l'amore di Dio: dal fatto che egli ha dato la vita per noi. Così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Chi avesse sostanze di questo mondo e vedendo un suo fratello nel bisogno gli chiudesse il cuore, come potrebbe dimorare in lui l'amore di Dio? Figlioli miei, non amiamo a parole né con la lingua ma con i fatti e nella verità. Da questo conosciamo che siamo dalla parte della verità e rassicuriamo il nostro cuore dinanzi a lui. Poiché se il nostro cuore ci rimprovera, Dio è superiore al nostro cuore e conosce tutto. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera abbiamo fiducia dinanzi a Dio: otterremo tutto ciò che chiederemo, poiché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo ciò che a lui è gradito. E questo è il suo comando: che crediamo nel nome del suo Figlio Gesù Cristo e ci amiamo a vicenda secondo il suo precetto. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in lui e lui in loro. E che egli rimane in noi lo conosciamo dallo Spirito che ci ha dato [3, 13-24].
422. [1 Io 4]. Carissimi, non credete ad ogni spirito ma controllate gli spiriti [per vedere] se sono da Dio, poiché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. Da questo si riconosce lo spirito di Dio: è da Dio ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo si è incarnato, non è da Dio ogni spirito che esclude Gesù. Costui è l'anticristo, di cui avete sentito che deve venire, anzi è già nel mondo. Voi, figlioli, siete da Dio e li avete vinti, poiché colui che dimora in voi è maggiore di colui che è nel mondo. Essi sono del mondo: per questo insegnano cose del mondo, e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio e chi conosce Dio ci ascolta, mentre chi non è da Dio non ci ascolta. Da questo conosciamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore. Carissimi, amiamoci a vicenda poiché l'amore è da Dio, e tutti coloro che amano sono nati da Dio e conoscono Dio. Chi non ama non conosce Dio, poiché Dio è amore [4, 1-8].
E dopo un po': Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci a vicenda. Nessuno ha mai veduto Dio, ma se ci amiamo a vicenda Dio dimora in noi e il suo amore è in noi perfetto [4, 11-12].
E dopo un altro poco: Chiunque confesserà che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui e lui in Dio. E noi abbiamo conosciuto e crediamo all'amore che Dio ha per noi. Dio è amore, e chi sta nella carità sta in Dio e Dio sta in lui. La carità di Dio è in noi perfetta in quanto noi abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, poiché, com'egli è nel mondo così anche noi siamo nel mondo. Nella carità non c'è timore ma la carità perfetta esclude il timore, perché il timore comporta della pena, e chi teme non è perfetto nella carità. Amiamo dunque Dio, perché Dio ci ha amati per primo. Se uno dice d'amare Dio mentre odia il proprio fratello è un mentitore. Se uno infatti non riesce ad amare il fratello che vede come potrà amare Dio, che non vede? E questo è il comando che abbiamo ricevuto da lui: chi ama Dio deve amare anche il proprio fratello [4, 15-21].
423. [1 Io 5]. Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama il Padre che l'ha generato ama anche chi da lui è stato generato. Da questo ricaviamo la certezza d'amare i figli di Dio: se amiamo e ne osserviamo i comandamenti. L'amore di Dio infatti sta in questo: nell'osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo [5, 1-4].
E dopo un po': Questa è la fiducia che abbiamo in Dio: qualunque cosa chiederemo secondo il suo volere, egli ci esaudirà; e che egli ci esaudisce già noi lo sappiamo [5, 14-15].
E dopo tre versi: Chi sapesse che un suo fratello sta commettendo peccati che non conducono alla morte, invochi Dio, e Dio gli darà la vita, sempre nel caso che non si pecchi mortalmente. C'è, è vero, un peccato che reca la morte; e chi lo commette non dico che si debba pregare anche per lui: ogni iniquità è peccato, ma ci sono peccati che non recano la morte. Sappiamo poi che chiunque è nato da Dio non pecca, ma la sua origine da Dio lo custodisce in modo che il maligno non possa toccarlo [5, 16-18].
E in un altro passo: Figlioli, guardatevi dal venerare gli idoli [5, 21].
424. [2 Io]. Ti scrivo non come se avessi un comandamento nuovo ma [per confermarti] quello che abbiamo avuto fin dall'inizio, cioè che ci amiamo a vicenda. E l'amore sta in questo: camminare secondo i suoi precetti. Il suo comandamento è che, come avete udito fin dal principio, così seguitate a comportarvi [5-6].
E dopo pochi versi: Chi abbandona e non rimane saldo nella dottrina di Cristo non possiede Dio, mentre chi persevera nella dottrina possiede e il Figlio e il Padre. Se qualcuno, venendo da voi, non si presenta con questa dottrina, non fatelo entrare in casa e non dategli il saluto. Infatti chi lo saluta partecipa delle sue opere malvagie [9-11].
425. [3 Io]. Carissimo, tu agisci secondo la fede quando lavori a vantaggio dei fratelli, specie dei pellegrini; ed essi hanno reso testimonianza alla tua carità di fronte alla Chiesa. Beneficherai dunque questi fratelli provvedendoli [per il viaggio] in maniera degna di Dio. Si sono infatti messi in viaggio per [servire] il suo nome senza accettare nulla dai pagani. Pertanto noi abbiamo l'obbligo di accogliere persone come queste per essere collaboratori della verità [5-8].
E dopo un po': Carissimo, non imitare il male ma il bene. Chi opera il bene è da Dio; chi opera il male non ha veduto Dio [11].
426. [Iuda]. Si sono intrusi in mezzo a voi alcuni individui che da tempo sono stati designati per il giudizio: empi, che mutano la grazia del nostro Signore in dissolutezze, rinnegando l'unico sovrano e Signore nostro Gesù Cristo [4].
E dopo un po': Costoro contaminano i loro banchetti, si assidono a tavola senza timore, e pascono se stessi [12].
E altrove: Costoro sono brontoloni mai contenti, che conducono una vita secondo le proprie voglie. La loro bocca proferisce stoltezze; considerano arbitrariamente le persone in base al proprio interesse. Ma voi, carissimi, ricordatevi delle parole che sono state dette dagli apostoli del nostro Signore Gesù Cristo, i quali vi dicevano che nei tempi della fine sarebbero sorti degli imbroglioni che sarebbero vissuti nell'empietà secondo i loro desideri. Sono coloro che si separano [da noi], uomini animaleschi e privi di spirito. Ma voi, carissimi, edificando voi stessi sopra la vostra santissima fede e pregando nello Spirito Santo, mantenetevi nell'amore di Dio, attendendo la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo per la vita eterna. Rimproverate coloro che sono caduti in giudizio; salvate questi liberandoli dal fuoco; abbiate per gli altri una compassione piena di timore; odiate perfino la tunica contaminata di coloro che sono carnali [16-23].
427. [Apoc 2]. Se quando si richiamano al dovere gli angeli dobbiamo intendere che il richiamo è rivolto agli uomini e precisamente perché sono uomini, in tutti i precetti di questo tipo ci si insegna a sopportare con pazienza i falsi fratelli per amore di Dio. Ci si dice inoltre che è necessario convertirsi e tornare alle buone opere di un tempo, che per la fede si debbono accettare le persecuzioni, non esclusa la morte, e che per amore occorre rendersi servi [dei fratelli] [2, 14-16].
428. [Apoc 21]. Verso la fine del libro, parlando della città santa, dice: Non entrerà in essa nulla d'impuro né chiunque commette abomini o pronunzia menzogne [21, 27].
429. [Apoc 22]. Altrove: Beati coloro che lavano le proprie vesti nel sangue dell'Agnello, per avere il possesso dell'albero della vita ed entrare nella città attraverso la porta. Fuori i cani, i venèfici, gli impuri, gli omicidi, gli idolatri e quanti amano la menzogna e la praticano. Io Gesù ho inviato il mio messaggero ad attestarvi tutte queste cose [22, 14-16].