[SI DICE PERCHÉ A QUESTO PUNTO NON VENGA INSERITA
L'ESPOSIZIONE DEL SALMO.]
1. Non ho ritenuto opportuno fare il commento del Salmo 107, perché già l'ho fatto durante l'esposizione del Salmo 56 e del Salmo 59, delle cui ultime parti esso risulta composto. Difatti l'ultima parte del Salmo 56 costituisce la prima parte di questo salmo, fino al versetto in cui si dice: E sopra tutta la terra la tua gloria 1; da questo punto poi, fino alla fine, esso riprende l'ultima parte del Salmo 59. Allo stesso modo l'ultima parte del Salmo 134 è la stessa del Salmo 113, a cominciare dal versetto in cui si dice: I simulacri delle genti sono argento e oro 2; allo stesso modo i Salmi 13 e 52, tranne alcuni mutamenti nel mezzo, contengono le stesse espressioni dal principio fino alla fine. Tutte le cose dunque che in questo Salmo 107 sono riportate in forma leggermente diversa rispetto a quei due salmi, delle cui parti risulta composto, non sono difficili a comprendere. Ad esempio nel Salmo 56 si dice: Canterò ed inneggerò; lèvati su, mia gloria 3, mentre qui si dice: Canterò ed inneggerò nella mia gloria 4. Se infatti in quello si è detto: Lèvati su 5, è stato proprio perché si cantasse ed inneggiasse. Parimenti lì si dice: Perché è stata fatta grande fino ai cieli la tua misericordia, o anche - come traducono altri è stata innalzata; qui invece: Perché è grande sopra i cieli la tua misericordia 6. Se questa è stata fatta grande fino ai cieli, è perché sia veramente grande nei cieli: questo vuol dire appunto quel sopra i cieli. Parimenti nel Salmo 59 si legge: Mi allieterò, e dividerò Sichem 7; qui invece si legge: Mi esalterò, e dividerò Sichem 8. Una tale variante dimostra ciò che è simboleggiato con la divisione di Sichem, che cioè è predetto il futuro seguito all'esaltazione del Signore e che quella letizia si riferisce a questa esaltazione; in altre parole uno si allieta perché è esaltato. Per questo altrove si dice: Hai cambiato il mio lutto in gioia per me; hai strappato il mio sacco, e mi hai rivestito di letizia 9. Parimenti lì si legge: Ed Efraim è la fortezza del mio capo 10; qui invece: Ed Efraim è il sostegno del mio capo 11. Difatti col sostenere si ha la fortezza, cioè attraverso il sostegno esso rende forti e così fruttifica in noi, perché Efraim significa appunto " fruttificazione ". Questa azione di sostegno può essere riferita all'uno e all'altro elemento: sia a noi quando accogliamo il Cristo, sia a lui quando accoglie noi, essendo il capo della Chiesa. Infine, lì si legge: Quelli che ci affliggono 12; qui invece: I nostri nemici 13; si tratta ovviamente degli stessi individui.
2. Codesto salmo ci ricorda pure che quei titoli, che sono premessi ai componimenti come dati storici, possono essere esattamente e giustamente intesi da noi dal punto di vista profetico, secondo il quale sappiamo essere stati scritti i salmi. Ora che c'è di più diverso, dal punto di vista storico, tra ciò che si dice nel titolo del Salmo 56 e ciò che si dice nel titolo del Salmo 59? Nel primo si legge: Per la fine, "non guastare "; di David stesso, per l'iscrizione del titolo, quando fuggiva dalla presenza di Saul verso la caverna 14; nell'altro invece: Per la fine, per coloro che saranno mutati, per l'iscrizione del titolo, di David stesso, da far imparare, quando incendiò la Mesopotamia, la Siria e la Siria di Sobal, e fece indietreggiare Ioab, ed uccise nella valle delle saline dodicimila persone 15. Difatti, tranne alcune espressioni, quali per l'iscrizione, di David stesso e per la fine, tutte le altre sono talmente diverse in quei titoli che uno ci parla dell'umiliazione di David e l'altro della sua fortezza, uno ne ricorda la fuga e l'altro le vittorie. Eppure proprio delle due ultime parti di questi due salmi, i cui titoli sono tanto diversi tra loro, si compone il nostro salmo. Questo fatto significa che l'uno e l'altro concorrono verso un fine unitario non già a livello della storia, bensì a quello ben più alto della profezia, essendo collegati i finali dell'uno e del l'altro in quest'altro salmo, il quale ha per titolo: Cantico del Salmo, dello stesso David 16, che non è simile a nessuno dei due titoli sopra ricordati, tranne l'espressione messa anche qui: dello stesso David. La ragione è che anticamente Dio - come afferma la Lettera agli Ebrei 17 - a più riprese ed in più maniere parlò ai padri per mezzo dei Profeti; ed ancora parlò per mezzo di colui che mandò dopo, perché si compissero gli oracoli dei Profeti: Quante infatti sono le promesse di Dio, in lui hanno compimento 18.