DISCORSO 371

 

NELLA NATIVITÀ DEL SIGNORE.

 

Le due nascite di Cristo.

1. E` nato oggi per noi il Salvatore. E` sorto pertanto oggi su tutto il mondo il vero sole. Dio si è fatto uomo perché l'uomo si facesse Dio. Perché il servo si cambiasse in padrone Dio prese la condizione di servo. Abitò sulla terra l'abitatore dei cieli perché l'uomo abitatore della terra potesse trovar dimora nei cieli. E` nato per noi oggi il Salvatore. Venne al mondo sottoponendosi alle prescrizioni della legge che doveva essere superata; nato dal Padre perennemente, dalla Madre una volta. Noi possiamo infatti registrare due natività del Signore nostro Gesù Cristo: anzitutto quella divina, poi quella umana, ma l'una e l'altra senza dubbio mirabili; quella perché mancò l'intervento della madre, questa perché mancò quello del padre; una eterna, per creare gli uomini nel tempo, l'altra nel tempo, per darci l'eternità. Egli dunque come Dio è uguale al Padre, e ancora lui, come servo, è soggetto al Padre. Il Creatore dei tempi è nato nel tempo: e si è fatto tanto piccolo da poter essere dato alla luce da una donna; ma rimase comunque tanto grande da non rimanere separato dal Padre. Queste due nascite sono attestate da due Evangelisti, all'inizio. Uno infatti dice così della nascita divina: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste 1. In quanto alla natività umana, così riferisce un altro Evangelista: Libro della genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide 2. Quello allude alla nascita del Signore, questo al giorno della seconda natività. Esultiamo e rallegriamoci in esso. Non è senza ragione che, aumentata da questo momento la durata del giorno, oggi vi sia un incremento di luce, dal momento che al genere umano in questo giorno è comunque venuta la luce vera. Giustamente prolunga il percorso del sole quel giorno che ci ha portato il Cristo, in virtù del quale siamo liberati dalle tenebre della morte. Come le lampade i Profeti hanno preceduto il giorno della sua nascita annunciando che egli sarebbe venuto, e con chiarissimi messaggi hanno fatto conoscere i miracoli che avrebbe compiuto nella sua vita. Era giusto annunciare che sarebbe venuto, perché non si dubitasse di lui una volta venuto. Pertanto il nostro Dio dimorò uomo in mezzo agli uomini. Allo sguardo apparve uomo, all'intelletto Dio; offrendosi come uomo a chi lo vedeva, riservandosi Dio a chi credeva in lui. Perciò l'aspetto della sua debolezza salvò i deboli, mentre la contemplazione della sua divinità è rivolta a quelli che sono fermi nella fede.

Cristo si è incarnato per farci nascere.

2. Vi prego, carissimi, di osservare quanto sia grande questo mistero di verità. Aveva dato la legge, aveva mandato i Profeti per salvare gli uomini, e quando questi rimedi per sanare le debolezze umane cessarono, lo stesso Dio volle offrirsi agli uomini per la loro salvezza. D'altra parte gli uomini non potevano vedere Dio nella sua sostanza e neppure dovevano porre la loro speranza nel solo uomo. Che fare dunque? Non dovevano limitarsi a seguire l'uomo; non bastava seguire l'uomo che si può vedere. Si doveva seguire Dio che non si può vedere. Per mostrarsi dunque all'uomo tale da poter essere visto e da poter essere seguito, Dio si è fatto uomo. Infine, quando era già in mezzo agli uomini, stando insieme a tre Apostoli che aveva condotto in segreto con sé, all'improvviso sfolgorò loro davanti nello splendore della divina gloria, cosa che gli Apostoli lì presenti a stento poterono sostenere con lo sguardo per la debolezza della condizione umana 3. Volle nascere in condizione umana perché noi nascessimo in lui e per consacrare ai futuri fedeli i misteri della seconda natività; affinché noi che eravamo soggetti ai dolorosi limiti della nostra prima nascita, potessimo, seguendo le orme del nostro Salvatore, avvalerci del sicuro aiuto della [sua] seconda nascita; e, nati in Dio da Dio, spezzassimo i vincoli dell'antica morte, ricevendo lo Spirito Santo come pegno di salvezza. Dunque, volendo Dio apparire agli uomini, e desiderando insegnar loro anche di presenza le cose che prima aveva fatto sapere, rese accessibile, con l'assunzione dell'umanità, la sua forza divina. Si avvolse di tenebre come di velo 4 quando si celò, come in una tenda, nella carne. In tale ineffabile mistero Cristo, nostro Dio, va ritenuto insieme uomo e Dio; per mezzo della Madre uomo, per via del Padre, Dio. Così sono vere ambedue queste affermazioni: Il Padre è maggiore di me 5 e: Io e il Padre siamo una cosa sola 6. Infatti per la divinità è uguale al Padre, per l'incarnazione è soggetto al Padre.

Aderenza di Dio all'uomo. Aderenza dell'anima al corpo.

3. Alcuni vanno indagando come può avvenire questa unione dell'uomo con Dio. Cercano la spiegazione di questo misterioso evento che una volta si è verificato; ma essi stessi non saprebbero dare spiegazione di una cosa che avviene sempre, cioè dell'unione dell'anima al corpo, in virtù della quale è fatto l'uomo. Dunque come una cosa incorporea può essere congiunta a una corporea (il che avviene) perché si faccia l'uomo, così l'uomo fu congiunto a Dio e ci fu Cristo. E tuttavia perché ci fosse Cristo quelle due realtà incorporee, cioè l'anima e Dio, poterono congiungersi e aderire più facilmente di quanto non possano aderire una realtà corporea e una incorporea come l'anima e il corpo umano, unione necessaria all'esistenza dell'uomo. E se Dio, creatore del cielo e della terra, pur essendo Dio si è fatto uomo e si è umiliato fino alla morte e alla morte di croce 7, davvero non deve andare in superbia chi è terra e cenere! Vedete, fratelli, quanto si sia umiliato Dio per gli uomini. Se anche il Signore è sceso a tanta umiltà, quanto più deve abbassarsi il servo! Una tale umiltà, carissimi, se fosse completamente posseduta dagli uomini, gioverebbe anche alla carità. Infatti se uno stima l'altro, se lo ritiene superiore a sé, l'amore fa uguaglianza. Per cui l'uomo non disprezzi se stesso, poiché per lui Dio si è degnato comunque di subire tali cose.

La dignità dell'uomo proviene da Dio.

4. Anche io, fratelli, per i quali desidero spendermi totalmente, anche se nel mio intimo vi ho sempre stimato assai, tuttavia questo fatto vi rende in un certo modo più grandi, quando penso [cioè] quanta sia la degnazione del mio Signore per l'uomo. Voi siete a buon conto il prezzo dell'incarnazione del Signore, del sangue del Signore. Voi, membra di Cristo, voi avete per capo Cristo. Egli non esitò a nascere, non esitò a patire ogni cosa, sopportò anche la croce per stringervi in una famiglia con lui. Voi siete chiamati fratelli di Cristo, eredi di Cristo. Perciò, miei amatissimi, ognuno di fronte a se stesso consideri inammissibile il peccare e, se ha pensato a qualche malvagità, arrossisca. Infatti siete stati comprati a caro prezzo; glorificate dunque Dio e portatelo nel vostro corpo 8. Egli è nato per voi, egli si è offerto per voi; per di più, se vi comportate bene, egli abita in voi. Orsù, meditiamo la legge del Signore giorno e notte, per meritare di comprenderlo, di vederlo. Dal momento che Dio si è degnato di abbassarsi per gli uomini, facciamo in modo che l'uomo possa ascendere a Dio.