QUARESIMA
1. È arrivato il tempo sacro nel quale mi sento in dovere di esortare caldamente la vostra Carità a pensare più diligentemente all'anima e a contenere gli stimoli del corpo. Questi quaranta giorni sono i più sacri sopra tutta la terra, e il mondo intero, che Dio ha riconciliato a sé in Cristo 1, approssimandosi la Pasqua, li celebra solennemente con una pietà encomiabile. Se ci sono delle inimicizie che non dovevano sorgere o che dovevano estinguersi subito, ma che tuttavia han potuto perdurare tra fratelli fino ad ora sia per negligenza sia per ostinazione sia per una specie di vergogna non umile ma superba, almeno ora abbiano termine. Sopra di esse il sole non avrebbe dovuto tramontare 2; almeno ora, dopo tante levate e tramonti di sole, si estinguano anch'esse finalmente col loro tramonto e non si rinnovino mai più con la loro levata. Chi è negligente si dimentica di estinguere le inimicizie, chi è ostinato non vuol concedere il perdono quando viene pregato di farlo, chi si vergogna per superbia si rifiuta di chiedere perdono. Le inimicizie vivono di questi tre vizi e recano la morte a quelle anime nelle quali non vengono fatte morire. Vigili contro la negligenza la memoria, contro l'ostinazione la misericordia, contro la superba vergogna una prudenza umile. Chi si ricorda di essere negligente nel cercare la concordia scuota il suo torpore ridestandosi; chi pretende di rivendicare i suoi diritti da chi è in debito con lui pensi bene che anch'egli è in debito con Dio; chi si vergogna di chiedere al fratello di perdonarlo vinca con un salutare timore la sua perversa vergogna: affinché, terminate e uccise queste dannose inimicizie, voi possiate vivere. Tutto questo lo compie la carità che non si vanta 3. Riguardo alla carità, fratelli miei, per quanta è già in noi la si eserciti vivendo bene, per quanta ne manca la si ottenga chiedendola.
2. Dobbiamo sostenere le nostre preghiere con adeguati aiuti. E poiché in questi giorni dobbiamo pregare con più fervore, cerchiamo anche di erogare elemosine con più fervore. Aggiungiamo ad esse quanto risparmiamo digiunando e astenendoci dai soliti cibi. Tuttavia deve fare maggiori elemosine soprattutto chi per qualche esigenza del proprio corpo e per assuefazione ad alcuni alimenti non può astenersene e quindi non può aggiungere all'elemosina che dà al povero quanto nega a se stesso. Proprio perché non può mortificarsi il buon fedele deve dare di più al povero; cosicché, avendo minore possibilità di sostenere con i sacrifici del corpo le sue preghiere, introduca una elemosina più abbondante nel cuore del povero affinché essa possa intercedere per lui. È, questo, un salutarissimo consiglio che ci viene dalle sacre Scritture e che dobbiamo ascoltare: Chiudi l'elemosina nel cuore del povero ed essa pregherà per te 4.
3. Esortiamo inoltre coloro che si astengono dalle carni a non evitare i recipienti in cui sono state cotte come fossero immondi. L'Apostolo infatti dice: tutto è puro per i puri 5. Secondo la sana dottrina infatti quanto si compie in questa osservanza quaresimale non lo si compie per evitare una impurità legale ma per tenere a freno le passioni. Per cui sbagliano di molto anche coloro i quali si astengono dalle carni però vanno in cerca di altri alimenti che richiedono una preparazione raffinata o che costano di più. Agire così non significa fare astinenza ma trovar varianti alla voluttà. Come potremo dire a costoro di dare ai poveri quanto sottraggono a se stessi se si privano del cibo abituale ma aumentano la spesa per comprarsene un altro più costoso? In questi giorni dunque digiunate con più frequenza, spendete di meno per voi e date con più larghezza ai bisognosi. Questi giorni richiedono una certa continenza anche riguardo ai rapporti coniugali: Per un tempo determinato - dice l'Apostolo - per attendere alla preghiera; poi ritornate di nuovo insieme, perché satana non vi tenti a causa della vostra incontinenza 6. Non sarà arduo e difficile per gli sposati far questo per pochi giorni, se si pensa che le vedove consacrate si sono impegnate a farlo da un certo momento della loro vita fino alla fine e che le vergini consacrate lo fanno per tutta la vita. E in tutte queste cose siate fervorosi nella pietà evitando però l'orgoglio. Nessuno si compiaccia di essere generoso così da perdere l'umiltà. Tutti gli altri doni di Dio non giovano a nulla se manca il vincolo della carità.